Tunisie challenge, la Tunisia che non ti aspetti

Sessanta equipaggi provenienti da diversi paesi d’Europa si sono sfidati nella 3^ edizione del raid andato in scena lo scorso ottobre: ecco il racconto della 5 giorni off road dove sabbia e amicizia sono state protagoniste assolute.

Alla sua terza edizione (quella di ottobre 2023), il Tunisie Challenge è diventato un importante evento di riferimento nel mondo delle competizioni automobilistiche amatoriali che si svolgono sul territorio tunisino. Un’avventura emozionante in cui si sono alternate differenti tipologie di tracciati: dune tecniche, piste veloci e tanta sabbia che le temperature elevate e la siccità hanno reso soffice e impegnativa da affrontare, tanto da costringere l’organizzazione – guidata dall’eccellente Rui Cabaco – a cancellare dal programma due tratti di altrettante tappe della categoria Raid (a fine terza e inizio quarta stage) per motivi di sicurezza e logistica. Con il patrocinio della Federazione Automobilistica Tunisina e dell’Ufficio Turistico Nazionale della Tunisia, la terza edizione dell’evento motoristico ha preso il via con un avvincente percorso offroad sulla spiaggia di Hammamet e ha visto i traguardi di fine tappa nelle località di Tozeur, Douz, Tembain (con il tradizionale bivacco tendato notturno), Matmata e Djerba dove è terminata con altri 30 km lungo il litorale. Dei 60 veicoli allo start del raid, 45 hanno raggiunto l’arrivo, partecipando ad un’avventura unica, circondati da un paesaggio maestoso, un vero paradiso per gli amanti del 4×4. Un’edizione con decine di iscritti (ben 35 equipaggi italiani seguiti da 10 francesi) a testimoniare la validità di un evento sportivo organizzato con cura nei minimi dettagli. “Il tracciato del 2023 è stato in gran parte rinnovato anche se la sabbia e le dune sono state sempre protagoniste assolute; durante il secondo scouting del percorso, poco prima dell’inizio del raid, abbiamo constatato che il caldo estremo dell’estate aveva reso la sabbia estremamente morbida rendendo le condizioni di guida molto complicate -spiega Rui Cabaco-  L’esperienza delle precedenti edizioni ci ha permesso di migliorare i percorsi, adattarli alle caratteristiche della prova oltre che scoprire nuovi suggestivi paesaggi del Grand Erg Orientale (parte centrale del deserto del Sahara). Abbiamo disegnato un itinerario per rispondere alle aspettative dei partecipanti, esperti e alle prime armi, che hanno così trovato piste di tutti i tipi e per tutti i gusti e, come sempre, adattate ad ogni categoria”.

L’edizione 2023

Ad ottobre dello scorso anno, la vittoria in categoria Adventure C3 è andata alla squadra croata Jura Se Fura, su Fiat Panda, mentre gli italiani del Similis Leonis Adventure 4×4, su Jeep Renegade, hanno vinto la Adventure Suv; gli svizzeri del Team Off Road (Suzuki Jimny) hanno conquistato il podio della Adventure TT1 e gli italiani Fun-Cool (Opel Frontera) quello della Adventure TT2. Primo piazzamento in Adventure TT3, categoria con la partecipazione più numerosa, per l’equipaggio francese SMAP I (Toyota Land Cruiser KDJ90). Gli italiani della squadra Overland 3000 4WD (Toyota Land Cruiser HDJ 80) hanno invece vinto l’agguerrita categoria Raid; medaglia d’oro anche per gli italiani del Raitec Racing (su Iveco Eurocargo) che si sono imposti nella nuova categoria Proto. Non sono mancati infine premi e riconoscimenti per il veicolo più d’epoca (un Land Rover Series 88) e per il partecipante più veterano (l’italiano Stefano Fazzini). “Un tracciato molto suggestivo con difficoltà tecniche maggiori rispetto a quelle affrontate in Marocco: della Tunisia ci sono piaciuti molto i terreni sabbiosi e i luoghi desertici e selvaggi dove sembra di essere soli al mondo –raccontano Thibault Lemasson e Adeline Prévost, vincitori dell’Adventure TT3- Oltre all’aspetto competitivo ciò che ci entusiasma è poter aiutare nel nostro piccolo la popolazione più bisognosa: in Tunisia abbiamo portato materiale scolastico per un’associazione di Hammamet (AERE)”. Allo start dell’evento con una Lada Niva del 1994, si sono schierati i francesi Remi Boulanger e Gabriel Delerue, che dopo l’esperienza all’edizione primaverile del Maroc Challenge (l’altro evento organizzato da Rui Cabaco), sono tornati in Africa: “L’ambiente del rally è molto famigliare e l’organizzazione attenta a tutto. Davvero suggestivi i tratti di sabbia e le dune più tecniche. La Niva, equipaggiata con molle più robuste e un rialzo di 2,5 cm, ammortizzatori Koni e rollbar, si è comportata benissimo”. In gara per la terza volta al Tunisie Challenge, con Ford Ranger Raptor, l’equipaggio francese composto da Carlos Lafabregue e Agnes Farges, cui va anche un applauso per aver più volte prestato aiuto ad altri partecipanti lungo il percorso. “Un grazie agli organizzatori per un tracciato così spettacolare e per i punti d’interesse visti ma anche un ringraziamento a Federazione Automobilistica, Ufficio Turismo e Governo tunisino per la sicurezza e per aver fornito un prezioso aiuto nelle pratiche burocratiche d’ingresso e uscita dal paese. Torneremo sicuramente la prossima edizione cercando di fare ancora meglio in classifica anche se ciò che conta più di tutto è il rapporto di amicizia che si è instaurato con gli altri iscritti e con il popolo tunisino” conclude Carlos. Esperienza da ripetere anche per Jean Pascal e Evelyne Matonti, al raid con una Jeep Wrangler Sahara: “Per chi, come noi, avrebbe voluto partecipare alla Dakar ma era troppo giovane o non poteva, il Tunisie Challenge è senza dubbio l’esperienza più vicina e più simile –spiega Jean Pascal- Anche se di fondo è una competizione, principi e regolamento sono assolutamente improntati alla sicurezza. La nostra partecipazione all’edizione del 2024 è già certa; nel frattempo speriamo di convincere alcuni nostri amici a condividere con noi questi meravigliosi momenti, unici e preziosi”.

L’Italia in gara

Sui tracciati tunisini sono stati davvero numerosi gli equipaggi italiani, tanti allo start con le intramontabili Fiat Panda. Fra questi William e Manuel Rossi: 21 anni il primo (Willy è stato il più giovane partecipante all’evento) e 32 anni il fratello. Floricoltori ingauni (di Albenga, in Liguria) nell’azienda di famiglia di piante aromatiche, i due hanno affrontato con grande entusiasmo i lunghi tracciati lunghi non sempre di facile percorrenza di questa edizione del raid. A bordo della Panda Trekking 4×4 1100 I^ serie, allestita completamente da loro (particolare l’alloggiamento delle ruote di scorta nel portellone posteriore), sono arrivati al traguardo concludendo così un’esperienza emozionante, a livello umano e motoristico. Accomunati dalla passione per i motori e le auto da corsa, ai nastri di partenza anche Fabio Alessandrini, classe 1980, e Stefano Ghiglione, classe 1970, su Fiat Panda 141 4×4. “Un’avventura fantastica sotto tutti i punti di vista: vivere il deserto è qualcosa di unico –raccontano- Ciò che ci è piaciuto di più? Pernottare nel campo tendato, conoscere persone nuove e far parte di un gruppo così unito sin dal primo giorno. Abbiamo apprezzato molto anche la macchina organizzativa: fortunatamente noi non ne abbiamo mai avuto bisogno ma abbiamo appurato che in caso di necessità sono stati pronti e disponibili a risolvere davvero qualsiasi problema”. A questa bella edizione del challenge hanno partecipato anche Lorenzo Di Meo e Beatrice Tenca: appassionati di motori, animali e viaggi, “George & Mildred” (chi non ricorda la serie televisiva britannica di metà anni ’70?), con la loro Fiat Panda 141 Climbing 4×4 del 1990, si sono divertiti fra dune e sterrati. “Il Tunisie Challenge è stata una sfida con noi stessi ma anche la piacevole scoperta di persone estremamente preparate, cortesi e competenti che hanno reso possibile questo evento -spiegano marito e moglie- Un percorso inconsueto con costante assistenza e tutta la sicurezza necessaria grazie al team organizzativo e quello meccanico che ha dimostrato impareggiabile professionalità in un ambiente ostile. In 10 giorni si è creata davvero una famiglia. Questo è un rally perfetto anche per chi è alle prime armi e per chi desidera misurare le proprie doti di guida nelle famose dune del deserto tunisino ma in tutta sicurezza”. Bandiera italiana anche per tre Land Rover iscritti al raid: due Series 88, con gli equipaggi toscani Sandro Moni/Guido Maltinti e Michele Calamai/Giorgio Frilli, e un Discovery td5 con a bordo Andrea e Mauro Mascarino, figlio e padre piemontesi. “Con mio papà ci siamo divertiti molto riuscendo anche a vincere 3 prove –spiega Andrea- Mi piace la formula del Tunisie Challenge perché è una gara di regolarità che richiede però velocità abbastanza sostenute per dei mezzi come il nostro, non preparato in modo specifico per le competizioni. Lo consiglio assolutamente a chi vuol mettersi alla prova dal punto di vista sportivo anche senza avere molta esperienza o un veicolo super equipaggiato”. Spirito (e look) decisamente vintage per il Series 88 del 1984 di Sandro Moni: “Un giorno mentre stavo aspettando di affrontare un percorso offroad tra fango e acqua mi sono chiesto come sarebbe stato correre in mezzo al deserto con un mezzo, diciamo, parecchio datato! -racconta sorridendo- Curiosando su internet ho individuato il Tunisie Challenge. Il mio vecchio Land con tanti segni di battaglia non poteva che essere il mezzo perfetto per parteciparvi. Il mio consiglio? Partire con una macchina in ordine dal punto di vista meccanico, dando priorità a sistema di raffreddamento e sospensioni, i più sotto stress in eventi di questo genere”. Al Tunisie Challenge l’Italia ha anche vinto. Ad aggiudicarsi la categoria Raid sono stati Stefano Fazzini (premiato anche come partecipante più veterano) e Franco de Simone su Toyota Land Cruiser HDJ80. “Partecipare a questo evento è stata una piacevole avventura: si respira un’atmosfera amichevole e competitiva al tempo stesso -spiega Stefano- Per gli iscritti al raid i tempi imposti da rispettare per non incorrere in penalità non permettono soste o distrazioni e sono assolutamente stimolanti per chi vuole una guida tecnica e veloce in fuoristrada. Per me è stata un’edizione molto felice perché siamo arrivati primi nella classifica generale in ogni tappa e abbiamo vinto anche due stage. I partecipanti erano molto agguerriti e con veicoli performanti: abbiamo combattuto sino alla fine e conquistato la vittoria con un vantaggio davvero esiguo!”. Una bella esperienza anche per Dario Reiser, meccanico di professione, e Jacqueline Lusenti, studentessa, svizzeri del Canton Ticino, che hanno partecipato con un Suzuki Jimny di serie (equipaggiato solo con protezioni supplementari ai differenziali e al cambio/riduttore). Come si è comportato il mezzo? “Benissimo, sia sulla sabbia che sulle piste sterrate: le ridotte tolgono da ogni impiccio e l’altezza da terra è più che sufficiente per non restare appesi a ostacoli naturali –racconta Dario- È un veicolo che consiglio a chi voglia cominciare questa tipologia di gare senza dover spendere troppi soldi: un veicolo di serie, con pochi giusti accorgimenti, ma sempre affidabile”. Ancoratoscano l’equipaggio di Daniele Pantini e Federico Feliciani a bordo di un Suzuki Jimny 1500 diesel con assetto + 4cm e snorkel. Che esperienza è stata Daniele? “…dune, sterrati, tratti veloci…nessun problema se non un po’ di inesperienza alla prima tappa, sulla spiaggia! A casa ci dicevano che saremmo tornati con il dromedario!!! Invece il Jimny si è comportato benissimo –assicura Daniele- Non è certo una passeggiata ma arrivare a fine tappa, dopo essere stati aiutati e aver aiutato, scambiare quattro chiacchiere e ridere assieme è davvero entusiasmante. C’è un bel clima di amicizia, l’organizzazione è di alto livello, i costi sufficientemente economici per chiunque, i paesaggi fantastici: non avrei mai pensato di vedere tanta bellezza in un deserto sempre immaginato spoglio”. A dire la sua in questa edizione del raid è stato anche il Nissan Patrol GR Y61 del team Run x Fun di Maurizio Farace navigato da Luca Viola. “Il GR è un veicolo ideale per chi vuole partecipare alla categoria raid, quella più impegnativa, che prevede passaggi complicati sulle dune dei deserti tunisini -spiega Luca- Ci è piaciuto molto il Tunisie Challenge perché è la manifestazione ideale per gli appassionati di guida in offroad light, per chi predilige gli sterrati, per chi usa il 4×4 per fare escursioni: insomma è perfetta per essere proiettati al 100% in una gara vera con un sano spirito agonistico. A tutti piace vincere quando si ha la possibilità di farlo ma il divertimento e l’atmosfera racing che si respira in un evento come il TC deve essere prioritario rispetto al tornare a casa con una coppa”. Sui tracciati del TC si è destreggiato alla perfezione anche l’Iveco Eurocargo di Fabrizio e Andrea Richiardi (Raitec Racing). “Ottima organizzazione sotto tutti i punti di vista, dalla sicurezza alla logistica. Consiglio questo evento a chi desidera partecipare ad un raid con percorsi ben studiati, divertendosi – racconta Fabrizio– Come pilota di camion sulle dune questa è stata la mia prima esperienza, solitamente ho fatto da navigatore su questi grandi mezzi. L’Iveco è stato eccezionale fra le dune, ha un galleggiamento e una potenza davvero impressionanti. Sono entusiasta di questa esperienza e non mancherò di tornare il prossimo anno al raid a cui spero prenderanno parte altri truck”.

Ottobre 2024: la quarta edizione

Il Tunisie Challenge si sta affermando come una fra le prove amatoriali di riferimento organizzate in nord Africa: dopo il successo di ottobre dello scorso anno, si sta già preparando la quartaedizione che verrà disputata dal 9 al 18 ottobre 2024. Segnatevi dunque la data sul calendario per non perdere quest’appassionante avventura a trazione integrale che prevede un itinerario rinnovato e tante novità; i percorsi, come sempre, verranno adattati e disegnati in modo specifico per ognuna delle categorie. Iscrizioni e info suwww.tunisiechallenge.com

Classifica Tunisie Challenge 2023

Categoria Adventure C3

1 #24 Team Jura Se Fura (Fiat Panda) – Croazia

2 #12 Team Atena (Fiat Panda) – Italia

3 #17 Team Rossopanda Squadra Corse (Fiat Panda) – Italia

Categoria Adventure Suv

1 #201 Similis Leonis Adventure 4×4 (Jeep Renegade) – Italia

Categoria Adventure TT1

1 #307 Team Off Road (Suzuki Jimny) – Svizzera

2 #325 Sgreppalò (Suzuki Jimny) – Italia

Categoria Adventure TT2

1 #318 Fun-Cool (Opel Frontera) – Italia

2 #313 Team Lange2 (Suzuki Vitara) – Regno Unito

Categoria Adventure TT3

1 #322 Smap I (Toyota Land Cruiser KDJ90) – Francia

2 #301 Zig Ezag (Toyota Land Cruiser KDJ95) – Francia

3 #303 Bergamo Team (Nissan Patrol) – Italia

Categoria Raid

1 #501 Overland 3000 4WD (Toyota Land Cruiser HDJ80) – Italia

2 #500 Run x Fun (Nissan Patrol GR Y61) – Italia

3 #504 Menicucci & Soto Team (Toyota Land Cruiser HDJ100) – Spagna

Categoria Proto

1 #900 Raitec Racing (Iveco Eurocargo) – Italia

Categoria Trofeo Panda

1 #24 Team Jura Se Fura (Fiat Panda) – Croazia

Trofeo veicolo d’epoca

#306 Land Rover 88 (Team Rhino) – Italia

Trofeo partecipante più veterano

#501 Stefano Fazzini (Overland 3000 4WD) – Italia

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto S.Vietto Ramus e Kiko Moncada

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Fenekrally, Avventura Offroad In Marocco

Fra dune e sterrati del Marocco si è svolta l’edizione 2023 del rally-raid organizzato dallo spagnolo Lluis Rosa. Ecco come è andata questa avvincente manifestazione motoristica.

Piloti e gentlemen drivers si sono dati appuntamento lo scorso ottobre in Marocco, a Erfoud, per partecipare a una nuova edizione del FenekRally, rally-raid organizzato dal pilota spagnolo Lluis Rosa. Cinque tappe alla scoperta del territorio marocchino hanno offerto un’esperienza indimenticabile ai partecipanti di questa competizione motoristica che deve il suo nome al fennec, la graziosa volpe originaria del Sahara. Ispirato al leggendario rally Dakar, quest’evento ha negli anni guadagnato l’apprezzamento di chi si diletta nella guida offroad. “Non è solo una gara –spiega Lluis Rosa– ma piuttosto una prova di coraggio e una sfida con se stessi, un’occasione per esplorare la bellezza e l’autenticità del deserto. Siamo felici di aver realizzato ancora una volta un evento di questo genere per tutti i partecipanti e speriamo che ogni anno un numero sempre maggiore di piloti creda nel nostro progetto”. Il rally, oltre 1.100 chilometri da percorrere nel deserto del Marocco, con 5 tappe “a margherita” ognuna con partenza e ritorno su Erfoud, ha offerto ai team una grande varietà di terreni su cui destreggiarsi: dune di sabbia, altipiani rocciosi e piste veloci, affrontate anche in condizioni meteorologiche estreme per via del grande caldo. Ai nastri di partenza dell’edizione di ottobre si sono schierati piloti professionisti ma anche semplici amatori, tutti motivati da un forte spirito di avventura. Oltre all’aspetto competitivo, il FenekRally ha permesso di immergersi nell’autentica vita marocchina grazie alla cucina locale e a iniziative culturali che si sono svolte in concomitanza del rally: i partecipanti hanno così avuto l’opportunità di vivere in prima persona usi, costumi e tradizioni di questo territorio e del suo popolo, arricchendo ulteriormente l’esperienza offroad. “Il rally ha svolto anche un importante ruolo di sensibilizzazione ambientale nel Sahara –sottolinea Lluis Rosa– promuovendo pratiche di guida responsabili. Quando ho ideato la prima edizione dell’evento, nel 2014, ho pensato a quali avrei voluto fossero stati i suoi punti di forza: passione per l’offroad e la natura, spirito di aggregazione e desiderio di mettersi in gioco. Questo è ciò che volevo fosse il FenekRally e questo è ciò che è oggi, anni dopo. Una gara trasversale in cui chi compete deve mettere alla prova le proprie abilità: dalla tecnica di guida alla capacità di orientamento, dalle nozioni base di conoscenza meccanica a forza mentale e resistenza fisica”. Come è andata quest’edizione della gara? “Direi che è stato un grande successo di cui andar fieri -conclude l’organizzatore spagnolo- Rispetto all’evento precedente, abbiamo raddoppiato il numero di equipaggi partecipanti che, provenendo da Spagna, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Italia, hanno reso il FenekRally una gara internazionale a tutti gli effetti. Per la prossima edizione ci auguriamo di avere ancora più piloti ai nastri di partenza e di migliorare alcuni aspetti organizzativi e di supporto medico prezioso in caso di necessità. L’obiettivo sarebbe raggiungere, per la categoria due ruote, i 30 iscritti, e di raddoppiare gli equipaggi a bordo di SSV e auto!”.

Edizione 2023: equipaggi in gara

A sfidarsi sugli sterrati del Marocco sono stati piloti professionisti e appassionati provenienti da diversi paesi d’Europa, alla guida di veicoli in assetto da gara o in versione quasi di serie. In categoria Rally TT si sono schierati Toyota (FJ Cruiser e Tacoma), Nissan (Patrol), Mitsubishi (Pajero MK1 e MK3), Suzuki (Jimny Gen 3) e Bowler; in T4 a farla da padroni sono stati gli SSV Can-Am cui si è affiancato un Polaris Razor Pro XP; prototipi motorizzati Ford invece fra gli iscritti in T3. Per le due ruote, la sfida ha visto affrontarsi Husqvarna e Honda. Con i colori della Spagna, Jose Antonio Ibáñez Pina, 50 anni, e Miguel Ángel Díaz López, 47 anni, hanno preso parte a questa edizione del rally a bordo di una Toyota FJ, del 2017, resa più performante, fra l’altro, da un rialzo dell’assetto originale e dall’installazione di sospensioni specifiche per offroad. “E’ la seconda volta che partecipiamo a questo evento motoristico e in entrambe l’esperienza è stata decisamente positiva –commenta l’equipaggio di Cartagena, città portuale nella regione spagnola di La Murcia- L’organizzazione è attenta a ogni dettaglio e lo spirito di sana competizione che si respira fra i partecipanti aggiunge quel giusto pizzico di adrenalina che non guasta mai. Sicuramente torneremo ad affrontare gli sterrati offroad e la sabbia del Marocco in un prossimo rally-raid organizzato da Lluis Rosa e il suo staff. In passato abbiamo partecipato a diversi raduni in Spagna ma il terreno che preferiamo è quello del Marocco dove abbiamo gareggiato in diverse competizioni fra cui il Panda Raid dedicato a sole vetture Fiat modello Panda: proprio da queste partecipazioni è nata l’origine dell’associazione cui siamo iscritti con grande orgoglio, il Cartagena Panda Racing, che ci ha permesso poi di sviluppare la nostra passione per il mondo 4×4 e che ci sta dando grande soddisfazione e tanti nuovi amici”. Fra gli equipaggi francesi allo start del FenekRally 2023 c’è stato anche quello composto da Loic Frebourg e Patrick Debaussage, rispettivamente pilota e navigatore, originari di due piccoli villaggi del dipartimento Loir-et-Cher, nella regione del Centro-Valle della Loira. Il team ha gareggiato a bordo di un Can-Am Maverick X3 del 2019, in allestimento FFSA (Federazione Francese Sport Automobilistico). “Ci è piaciuto molto lo spirito di questo rally così come la navigazione a roadbook; Lluis, l’organizzatore, è molto professionale e allo stesso tempo alla mano e disponibile con tutti.

E poi a bordo del nostro SSV ci siamo davvero divertiti molto sulle piste e le dune del Marocco: è stata una gran bella esperienza” – raccontano soddisfatti Patrick e Loic che aggiunge: “Prima di partecipare al Fenek ho preso parte 3 volte all’Africa Eco Race, da Monaco a Dakar, 5 volte al M’Hamid Express (in Marocco), una volta al Rally dell’Andalusia (in Spagna) e a qualche altro evento motoristico: tutte esperienze che rifarei ad occhi chiusi e che mi hanno lasciato forti emozioni, non solo sul piano sportivo ma soprattutto umano”. Allo start della gara anche Frits Hogen Esch, 48 anni, navigato dal codriver Merijn Tops, 46 anni, entrambi di Hilversum, un sobborgo di Amsterdam, in gara con il loro “Pocket Rocket” (dall’inglese “razzo tascabile”), uno scattante Suzuki Jimny. È stato un rally impegnativo ma davvero mozzafiato, un’esperienza che consigliamo a chi desidera un’avventura offroad di livello ma con uno spirito ancora autentico –commentano Frits e Merijn– Quello che ci è piaciuto di più? Sicuramente i paesaggi suggestivi, la gente amichevole incontrata lungo la strada e le imponenti dune di sabbia: è straordinario trovare tutto ciò in un unico paese! E poi è divertente guidare sugli sterrati, nel letto di fiumi in secca o lungo qualsiasi altro potenziale percorso di gara!”. Come si è comportato il Jimny? “Grazie alle dimensioni compatte e al peso perfetto, né troppo leggero né troppo pesante, il Jimny ha saputo gestire perfettamente le piccole e medie dune mentre per quelle più alte ha avuto qualche difficoltà in più risolta però facilmente riducendo la pressione dei pneumatici da 1 a 0,5 bar in modo da poter affrontare anche le salite più lunghe e insidiose”- conclude l’equipaggio che, prima di questa partecipazione al FenekRally, ha preso parte al famoso Rally Breslau, in Polonia, e al Rallye des 7 Vallées d’Artois Pas de Calais, nel nord della Francia.

Italia allo start con il motociclista Paolo Morabito

Se ad aggiudicarsi la vittoria in sella alla sua Husqvarna 450 FE è stato il francese Franck Ortega, a dire la sua fra le moto c’è stato anche l’italiano Paolo Morabito, medico veterinario di Vigevano, in provincia di Pavia. Con la sua Honda CRF 450 RX del 2023, Morabito ha conquistato il terzo piazzamento del FenekRally in categoria “due ruote”. Come è stata questa partecipazione al rally in Marocco? “Decisamente piacevole anche se avrei voluto avere ancora più sabbia! La moto nuova si è comportata egregiamente, cosa che purtroppo non posso dire della torre strumentazione (un supporto, con cupolino di protezione, alloggiato all’avantreno per permettere il montaggio della strumentazione di navigazione e dei sistemi di sicurezza), anch’essa nuova, che invece non ha retto alle sollecitazioni da 150 km orari della prima tappa: da quel momento in poi gli strumenti per la navigazione mi hanno dato costanti problemi a causa delle eccessive vibrazioni, incluso il sistema di localizzazione Stella Evo – spiega Paolo – Sono comunque riuscito a terminare il rally e con grandissima felicità anche a conquistare, nella terza tappa, unico giorno in cui gli strumenti hanno retto, il primo piazzamento assoluto in classifica”. Un’esperienza positiva per il motociclista italiano che non è nuovo all’ambiente delle competizioni: “Molti anni fa ho partecipato a un Rally di Tunisia Optic 2000 con un’Honda XR, arrivando 17esimo nella generale: davvero una bella soddisfazione! Mi piacerebbe tornare ad affrontare questi percorsi magari con il supporto di qualche sponsor: quest’anno al FenekRally ho avuto la collaborazione della concessionaria S.T.A.V. di Vigevano, che ringrazio, e quella di un’app, completamente gratuita, Petdicted, in realtà creata da me, utile per i proprietari degli amici a quattro”.

FenekRally: prossima edizione a ottobre 2024

Archiviata con successo la passata edizione autunnale, il FenekRally tornerà ad ottobre 2024, sempre in Marocco, dal 6 all’11. Ad attendere gli appassionati di guida offroad e deserto, che scenderanno in pista per sfidarsi, saranno ancora una volta i suggestivi percorsi del territorio marocchino. Per informazioni e iscrizioni www.fenekrally.com (anche in versione italiana).

Classifica FenekRally 2023

Categoria Rally TT:

1° Miguel Ángel Díaz López/ Jose Antonio Ibáñez Pina su Toyota FJ Cruiser (Spagna)

Categoria T3:

1° Henri Van Steenbergen/Daan Van Oijen su GPR (Paesi Bassi)

Categoria T4:

1° Loic Frebourg/Patrick Debaussage su Can-Am Maverick (Francia)

Categoria Moto:

1° Franck Ortega su Husqvarna 450 FE (Francia)

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Henrik Voss

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Tunisie Challenge, la Dakar degli anni ’70

Pronti per un’avventura offroad con la A maiuscola? Se siete fra quelli che hanno sempre sognato di partecipare a un grande rally-raid, uno di quelli degli anni ‘70 e ‘80, con veicoli poco preparati e piloti (anche) senza troppa esperienza, la Tunisie Challenge è l’evento che fa per voi. Organizzata da Rui Cabaco, questa challenge alla scoperta della Tunisia è perfetta per chi cerca percorsi su piste poco frequentate e categorie cui iscriversi in base al proprio livello di esperienza e preparazione del mezzo. Avete un fuoristrada equipaggiato e più di 2.300 cm3? Bene, potete allora gareggiare nel “raid” ma solo se almeno una volta vi siete cimentati nell’ “adventure” (o in un altro evento di pari difficoltà). Siete un equipaggio femminile? C’è un trofeo apposito per voi (e le condizioni di partecipazione per ragazze e donne sono anche facilitate); se invece siete almeno dieci squadre con lo stesso modello di veicolo, ecco il trofeo monomarca (in passato ci sono stati quelli dedicati a Fiat Panda, Suzuki e Nissan Patrol), con una classifica propria oltre a quella generale. Sul sito ufficiale www.tunisiechallenge.com sono disponibili tutte le informazioni utili per iscriversi a questo raid, comprese le dotazioni obbligatorie cui deve essere provvisto il veicolo (compressore, piastre da sabbia e almeno una ruota di scorta, solo per citarne alcune) con particolare attenzione alla strumentazione di sicurezza (estintore, kit di primo soccorso, telefono con roaming attivo o Sim tunisina…). Si può partecipare alla guida di auto 4×2 o 4×4, Suv, fuoristrada e SSV, scegliendo anche fra diverse opzioni all’interno di ogni categoria. Pronti a sfidare piste e deserto?

Un raid per tutti

“Questa in Tunisia è una prova singolare, con uno spirito proprio, che permette anche a squadre senza esperienza di raggiungere in classifica una posizione magari migliore rispetto a quella di piloti esperti –spiega Cabaco- Aspettative e situazioni cambiano ad ogni tappa e ovviamente a ogni edizione della challenge. Solo due cose rimangono uguali: la prima è che la prova, anche se si partecipa in un team, rimane comunque una sfida personale; la seconda è che l’avventura è sempre assicurata. Grazie anche all’esperienza acquisita in tanti anni della Maroc, siamo riusciti a fare del raid in Tunisia uno degli eventi amatoriali con più partecipanti, più internazionale, più mediatico e con servizi molto simili a quelli di una prova professionale. Siamo pionieri ad esempio nell’uso delle tecnologie, nella comunicazione e nell’utilizzo dei social network, nel tracking via satellite di tutti i partecipanti e nel sistema di classificazione 3G che garantisce una ‘lettura’ online quasi in tempo reale di tutte le squadre (un sistema unico disegnato in esclusiva per le due sfide in Marocco e Tunisia, ndr)”. Ad ogni edizione vengono introdotti miglioramenti che aumentano la sicurezza dei partecipanti e al tempo stesso incrementano le difficoltà di gara. Alla Tunisie Challenge partecipa una moltitudine di persone diverse, da appassionati alle prime armi a piloti esperti, da squadre nuove a team affiatati e collaudati. “E’ un evento che si adatta davvero a tutti i profili: le differenti categorie e i percorsi specifici per ognuna rendono possibile sia la convivenza che il divertimento di tutti, indipendentemente dall’esperienza, dal veicolo e dalla preparazione. Per motivi di sicurezza la velocità massima permessa in pista è di 80 km/h ed è il profilo di ogni tappa ciò che marca il ritmo dei partecipanti -prosegue Cabaco- La classifica del raid si basa su un sistema di punteggio che dà priorità alla navigazione, a chi raggiunge tutti i checkpoint, rispetta i limiti di velocità e arriva nel tempo stabilito per ogni tappa: sono questi i punti chiave per non essere penalizzati e mantenere la posizione”.

Offroad a tutta tecnologia 

La Tunisia è un paese di contrasti: Mediterraneo, fiumi in secca, palmeti, deserto. I percorsi si concentrano d’abitudine nel sud del paese e sono composti per la maggior parte da piste, zone di sabbia e deserto a 360 gradi. Ogni edizione, ogni tappa è sempre diversa in fatto di difficoltà, di terreno da affrontare e chilometri da percorrere. “Fondamentalmente siamo dei nostalgici per quanto riguarda l’avventura ma estremamente innovativi riguardo alla tecnologia –spiega ancora Cabaco- Questa challenge è una prova in cui gli strumenti tecnologici hanno una grande importanza, specialmente in termini di sicurezza. Abbiamo a disposizione una piattaforma di tracking in tempo reale e un sistema disegnato appositamente per la nostra prova che ci permettono sia la localizzazione di ogni partecipante che la comunicazione diretta con gli equipaggi, nel caso sia necessaria assistenza medica o meccanica. Il metodo di classificazione con informazioni dettagliate su percorsi, tempi e penalità ci permette di mostrare la classifica pochi minuti dopo la fine di ogni tappa. Entrambi i sistemi sono stati creati ad hoc per adattarsi al format di questo raid e sono pubblici, per favorirne l’utilizzo sia da parte dei partecipanti che delle persone e degli sponsor che seguono l’evento da casa”.

Il programma di ottobre

La terza edizione del raid si svolgerà dall’11 al 20 ottobre 2023. La prova avrà inizio nella località di Hammamet, dove si svolgeranno anche le verifiche tecniche e amministrative, e terminerà sull’isola di Djerba, con foto di rito e premiazione. La prima tappa della competizione porterà da Hammamet a Tozeur accompagnando i partecipanti lungo un primo tratto di spiaggia di 30 km, preludio dell’emozionante avventura dei giorni successivi. Durante la seconda giornata, con finish nella celebre cittadina di Douz, ci si addentrerà nel deserto; sabbia e dune del Grand Erg Orientale saranno protagoniste assolute di tre tappe mozzafiato. Una delle principali novità di questa nuova edizione riguarda la terza tappa che terminerà a Tembaine, nel cuore del Parco Nazionale del Jebil, la più grande area protetta naturale del paese. Una zona tutta da scoprire, piena di sfide e dove il bivacco di fine giornata sarà letteralmente immerso fra le dune. I percorsi, come sempre, saranno differenti in base alla categoria cui si partecipa. Dopo Tembaine il tracciato di gara si dirigerà a Matmata mentre per l’ultima tappa il traguardo sarà Djerba, dove è prevista un’altra novità: un ulteriore percorso di circa 10 km da effettuare sulla spiaggia.

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Kiko Moncada

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Paolo Calabria, Team Orobica Raid, in gara al Tunisia Desert Challenge

Fra i partecipanti alla seconda edizione del rally raid organizzato da Gert Duson, torna il driver bresciano Paolo Calabria, su MAN Tga 480. In cabina con lui, Loris Calubini

Nella seconda edizione del Tunisia Desert Challenge, in programma dal 21 al 29 Aprile, a sfidare gli altri camion fra le dune di El Borma ci sarà anche Paolo Calabria, driver bresciano, già sul podio dello scorso anno (terzo piazzamento in categoria truck) con il suo MAN Tga 480.

Ad attendere Calabria, in gara per il Team Orobica Raid con il numero #505, saranno 2.600 chilometri di prove cronometrate e 8 tappe impegnative che da Djerba accompagneranno gli equipaggi sino al celebre set di Star Wars, fra Tozeur e Nefta, dopo aver affrontato il Sahara di El Borma, nella regione a sud della Tunisia per oltre un decennio inaccessibile a eventi motoristici e viaggiatori in quanto area militare oltre che per la presenza di numerosi giacimenti di petrolio e gas.

Il TDC di Gert Duson è il primo grande rally a cui è stato permesso di svolgersi in questi luoghi leggendari e Paolo Calabria, titolare a Cazzago San Martino, in provincia di Brescia, della CMC Industries, azienda fondata nel 1973 e leader mondiale nella movimentazione e nei sistemi di carico automatizzati di animali nel settore avicolo, non poteva che esserne nuovamente ai nastri di partenza: “Lo scorso anno, la prima edizione di questo rally è stata davvero entusiasmante sia per i percorsi affrontati, degni delle gare più impegnative, sia per l’ambiente competitivo ma sempre molto famigliare e amichevole che s’instaura fra i concorrenti – commenta Calabria – Per me è stato anche un test importante per mettere alla prova il MAN Tga 480 progettato personalmente e realizzato, con la collaborazione di alcuni amici, per la categoria prototipi. I risultati sono stati molto soddisfacenti per cui quest’anno abbiamo deciso di tornare (con Loris, ndr) per giocarci il gradino più alto del podio”.

Il numero di iscritti in categoria camion è più che raddoppiato in questa edizione del TDC: a darsi battaglia nel Sahara tunisino ci saranno 16 equipaggi fra cui Eimbert Timmermans, vincitore dell’edizione 2021 con il suo DAF Torpedo, quattro partecipanti provenienti dall’Olanda, 5 dal Belgio, 1 dal Regno Unito e altrettanti da Spagna e Ungheria. Tre saranno invece gli equipaggi dall’Italia, tutti schierati con i colori del Team Orobica Raid (oltre a Calabria-Calubini, anche Claudio Bellina, Andrea Bellina e Mauro Longa su Iveco Powerstar e Giuseppe Fortuna con Giulio Verzelletti su Mercedes Unimog 400).

“Il nostro è un gruppo di amici (Calabria, Calubini, Verzelletti e Fortuna, ndr) con la stessa passione per i motori e le sfide impossibili! Negli anni abbiamo partecipato a molti rally raid in giro per il mondo, supportandoci e aiutandoci sempre a vicenda – prosegue Paolo – Nella mia carriera motoristica ho preso parte a 6 edizioni della Dakar, quattro in America Latina e 2 in Arabia, 4 volte schierandomi alla guida di un Mercedes Unimog di proprietà del Team Orobica Raid, e altre come assistenza veloce alla famosa Pandakar riuscendo nel 2016 a portarla al traguardo! E poi sono sceso in pista in tante gare del campionato Baja in Italia e all’estero, soprattutto in Spagna e Ungheria. In Tunisia, a parte la scorsa edizione del Desert Challenge, ero già stato in altre occasioni, partecipando a due rally quando ancora si chiamavano Optic 2000”.

Fra i successi riportati dal pilota bresciano ci sono fra l’altro due primi podi conquistati alla Baja di Pordenone, nel 2012 e 2013, in categoria truck, alla guida di un Mercedes Unimog. La partecipazione alla penultima Dakar, quella del gennaio 2021, non è stata purtroppo delle più fortunate per via di noie meccaniche al mezzo che hanno costretto Calabria a ritirarsi al quarto giorno di gara, ma lo stop anticipato non ha certo diminuito la voglia di rimettersi in gioco.

“A novembre 2021 abbiamo preso parte alla prima edizione del Tunisia Desert Challenge e quest’anno siamo più agguerriti che mai! – assicura Paolo che sarà affiancato dall’amico Calubini, meccanico e navigatore – La competenza e l’esperienza di Loris sono state importantissime non solo durante i rally ma anche nella realizzazione stessa del MAN Tga 480: nella sua officina di preparazione auto da gara sono stati elaborati motore, cambio e componenti meccaniche e curata inoltre tutta la parte racing del veicolo”.

Come è nato il progetto del MAN? “Dopo aver partecipato a diversi rally raid, un bel giorno ho deciso che era arrivato il momento di realizzare un camion mio, da schierare fra i prototipi, partendo da zero. Così, dopo aver acquistato un Tga 480 da cui sono stati presi motore, cambio e cabina, ne ho curato la progettazione in prima persona, dal telaio alla trasmissione. L’aiuto di un gruppo di appassionati all’interno della mia azienda è stato fondamentale, ad iniziare da Marco Cuter che mi ha affiancato nella progettazione meccanica, sino a Cristian Defendi, Angelo Piacentini e Stefano Moser che ne hanno curato la parte elettrica e relativa al software. Un grazie va inoltre all’ingegner Fabrizio Losi della ZF che ci ha dato supporto nello sviluppo del nuovo cambio e agli ingegneri Davide Bionaz, Eugenio Tiziani e Witold Chmielewski della Meritor, azienda statunitense di componentistica automotive” – conclude Calabria.

Il truck #505 ai nastri di partenza del TDC 2022 è un prototipo 4×4 motorizzato MAN 12.800 cc. con una potenza di 800 CV, ammortizzatori Reiger e cambio ZF Ecomat in sostituzione di quello meccanico. In sostanza, si tratta dello stesso cambio utilizzato da molti team ufficiali poiché, senza frizione, permette di effettuare cambiate particolarmente veloci, con notevole vantaggio soprattutto quando si è impegnati nella guida fra le dune. Non essendo però un tipo di cambio normalmente accoppiato ad un motore come quello che alimenta questo truck prototipo, è stato necessario realizzare un’apposita centralina.

Calabria e Calubini, così come gli altri due camion in gara con i colori del Team Orobica Raid, si avvarranno dell’assistenza del MAN di Stefano Corsini e Luca Polini.

Ufficio Stampa

Sonja Vietto Ramus

+ 39 333.3612248

sonja.vietto@gmail.com

Nella giungla del Collio

Sono stati 27 gli equipaggi ad affrontarsi nella sesta edizione del Rainforest Challenge South Europe andato in scena a fine maggio in terra friulana. Ecco come è andato l’evento organizzato dal FLS 4×4

Èstata l’edizione dei record quella del Rainforest Challenge South Europe svoltasi nell’ultimo week end di maggio. Per quattro giorni, l’RFC targato Freedom Live Style 4×4 ha visto 27 equipaggi, di cui due provenienti dall’Austria, darsi battaglia a colpi di acrobazie al limite del ribaltamento lungo 14 speciali, allestite ad hoc dallo staff organizzatore con difficoltà degne di un vero Rainforest. Complici anche le piogge monsoniche dei giorni precedenti la gara, i veicoli presenti, suddivisi fra “preparati” e “proto”, si sono resi protagonisti di una sfida fra le più entusiasmanti degli ultimi anni. Da sottolineare la partecipazione di alcuni nuovi equipaggi che, seppur timidamente, si sono avvicinati a questa disciplina, riuscendo a destreggiarsi ottimamente su tracciati estremi, dimostrando coraggio e tanto spirito combattivo.

Ad avere la meglio in categoria “proto” è stato il team romano S.R.M.4X4 condotto da Alessandro Guidoni (driver) e Sergio Moccia (co-driver), a bordo della loro Jeep TJ “1980” e già campioni della prima edizione del Rainforest friulano. “Questa è stata la gara perfetta – racconta Moccia – la gara che fin dal prologo si è evoluta alla perfezione fino a portarci al primo posto in finale. Non posso che essere fiero del nostro team”. A seguire il Red Team, campione uscente, con Simone Cognini “Bumba” (pilota) e Dario Lacchio “Duracell” (co-pilota) su Disco 300 TDI mentre sul terzo gradino del podio si è riconfermato il proto Red Evo di Lorenzo Tadini navigato da Tommaso Nozzolini con i colori del Fenix Racing Team. Tutti nuovi invece gli equipaggi saliti sul podio dei preparati: al 1° posto si è piazzata la Jeep YJ di Alberto Bergamo con a fianco Luca Callegari, supportati dal Team RM Custom; il 2° piazzamento è andato a Riccardo Tortolani con Marco Giorgi su Mitsubishi Pajero del Team 2 Monti CST Tyres e sul 3° gradino la coppia formata da Massimiliano Demenego e Anna Dal Tio (prima donna al RFC South Europe) del Red Team HM4X4 su Jeep JK HEMI.

Fra le 14 prove speciali allestite dallo staff del FLS 4×4 la numero 1, la più lunga e difficile di tutte grazie a un tracciato in puro stile Rainforest, è quella che più è piaciuta agli equipaggi in gara che si sono divertiti però anche fra il mix di rocce della prova numero 2 e fra i passaggi spettacolari nel fiume della 3. Senza dimenticare i tratti inediti della PS 4 che ha entusiasmato altrettanto piloti e navigatori. 

Gli organizzatori ringraziano tutto lo staff, i commissari di percorso, le Amministrazioni Comunali e tutti gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, gli sponsor (che nonostante il periodo di lockdown hanno supportato nei costi l’organizzazione, rendendo possibile la realizzazione dell’evento), il pubblico e i team che hanno dato spettacolo. Appuntamento all’anno prossimo!

Classifica Categoria Preparati

  1. #22 Alberto Bergamo e Luca Callegari – Jeep Wrangler YJ – Team RM Custom – 6400 pt
  2. #33 Riccardo Tortolani e Marco Giorgi – Mitsubishi Pajero – Team 2 Monti CST Tyres – 5880 pt
  3. #24 Massimiliano Demenego e Anna Dal Tio – Jeep JK HEMI – Red Team HM4x4 – 4640 pt
  4. #30 Michele Tonon e Mauro Casagrande – Jeep TJ 5.7 – Team RM Custom – 1450 pt

Classifica Categoria Proto

  1. #51 Alessandro Guidoni e Sergio Moccia – Jeep TJ 1980 – Team S.R.M. 4×4 – 11760 pt
  2. #48 Simone Cognini e Dario Lacchio – Disco 300 TDI – Red Team HM4x4 – 11675 pt
  3. #43 Lorenzo Tadini e Tommaso Nozzolini – Proto Red Evo – Fenix Racing Team – 11550 pt
  4. #58 Massimo Rubechini e Michele Arrigucci – Jeep YJ Proto – Team Evolution 4×4 – 11490 pt
  5. #47 Massimiliano Meoni e Daniele Lisa – Jeep Black Jaws – Team Meo Max Max 4×4 – 11335 pt
  6. #50 Johann Eibensteiner e Harry Deutschmann – Jeep Proto Buggy – Team Iron Vienna – 11310 pt
  7. #49 Niccolò Zucca e Stefano Scali – Suzuki Proto – Team Evolution 4×4 – 11290 pt
  8. #41 Steven Giusti e Mirko Alba – Suzuki Samurai – Fenix Racing Team – 10929 pt
  9. #59 Gianluca Nardi e Markus Scwarz – Nissan Proto – Traction 4×4 – 10655 pt
  10. #44 Eros China e Alessio Bortolussi – Suzuki SJ – Black Team – 10650 pt
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Testo Sonja Vietto Ramus
Foto G. Vardanega, V. Da Pare, A. Zunin, M. Zunin e M. Cappone

Sicilia on the road fra mandorli e barocco

Alla scoperta di una terra immersa nel cuore del Mediterraneo a bordo di un Fiat Ducato camperizzato

Adagiata ai piedi dell’Etna, Catania racchiude un centro storico dichiarato Patrimonio Unesco: riprogettata dopo il terremoto del 1693 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini secondo lo stile dell’epoca, è una città che incanta per la sua architettura barocca e non solo. Non poteva allora che partire da qui l’on the road protagonista di questo itinerario che, per una settimana e qualche centinaia di chilometri a bordo di un Fiat Ducato Active Plus camperizzato, preso a noleggio da Indie Campers, accompagna alla scoperta di uno degli angoli più suggestivi della Sicilia: quello a sud ovest (ma con tanto di tappa anche a Taormina e Agrigento). Piazza Duomo, su cui si affacciano palazzi antichi e al cui centro s’innalza l’elefante in basalto, è il cuore di Catania. Da qui si diramano le vie dello shopping, fra cui l’Etnea, e sempre da qui, percorrendo pochi passi, si può raggiungere il mercato del pesce, a Porta Uzeda, nel quartiere Pescheria, che con le sue bancarelle, i profumi della gastronomia millenaria e le urla di venditori pittoreschi è un concentrato vero di Sicilia. Ci sono poi il castello Ursino con i suoi blocchi squadrati di lava e le massicce torri angolari, la cattedrale di Sant’Agata con le reliquie della santa patrona della città, villa Bellini con giardini, fontane e un padiglione in stile liberty. E se si viene colti da un languorino mentre si passeggia, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ci si può fermare ad esempio da Scirocco, un piccolo locale informale con tavolini all’aperto che serve pesce fritto nei coni di carta. Si trova in piazza Alonzo di Benedetto 7, proprio di fronte al mercato del pesce, ed è uno dei migliori “street food” mai provati: il “cartoccio” con il pescato del giorno o quello di terra (con verdure in pastella e arancinetto al pistacchio), le polpettine di pesce e le sarde a beccafico meritano da soli la visita di Catania (e pure il viaggio in Sicilia). Cento metri più in là c’è invece l’osteria Antica Marina, in via Pardo 29, dove si possono assaporare i piatti della cucina siciliana di mare, dall’antipasto (con varietà di pesce cotto e crudo) al tris di carpacci (tonno, baccalà e pesce spada), dalla catalana di crostacei alle lasagne al pesto di mandorle di Avola e gambero rosso di Sicilia. Una delizia per il palato. E se ai dolci non si vuole rinunciare si può andare ai civici 300/304 di via Etnea per gustare cannoli, marzapane, frutta martorana e cassate della Pasticceria Savia, fondata nel 1987 da Angelo e la moglie Elisabetta. Per dormire, a due passi dalla cattedrale c’è Al Duomo Inn, ospitato in un edificio storico con tanto di loggia del XVIII secolo: dai balconi di questo B&B di via Vittorio Emanuele II 120, gestito dal signor Massimiliano (chiedetegli informazioni su cosa fare nella vostra permanenza in città, non ve ne pentirete), si vede il duomo. 

Percorrendo per una cinquantina di chilometri la A18, ecco Taormina, a nord di Catania, forse la più turistica località siciliana, con una vista impareggiabile sull’Etna e sul mare. La strada che si percorre, con i suoi stretti tornanti, anticipa le meraviglie che si vedranno di lì a poco: dimore ornate di merli, il duomo, palazzo Corvaja con il museo siciliano di arte e tradizioni popolari e piazza IX Aprile, a metà di corso Umberto (fra Porta Messina e Porta Catania). E poi lui, il teatro greco-romano, costruito nel III secolo con una struttura che all’epoca poteva accogliere sino a 20mila spettatori: dalle gradinate si può godere di un panorama mozzafiato sulla costa e chiudendo gli occhi sembrerà quasi di sentire le voci e le urla dei combattimenti dei gladiatori. Per una pausa pranzo c’è il ristorante Museo della Pasta al civico 42 di corso Umberto dove oltre a assaporare i piatti della cucina locale si può anche partecipare (su prenotazione) a una cooking class o degustare vini con formaggi e salumi. Per dormire, fra le tante proposte, c’è Vilagos Apartments & Loft, nel cuore della cittadina: alcune delle loro soluzioni includono terrazza con vista mare e centro storico. 

Una sosta la merita anche il minuscolo borgo di Castelmola, distante appena 5 km, abbarbicato sulla montagna, celebre per il vino dolce alla mandorla e i merletti fatti a mano. Per chi è amante del barocco, il sud est della Sicilia è imperdibile perché proprio qui s’incontra il trionfo di uno stile che ha fatto delle curve fluide e degli effetti di luce e ombra le sue caratteristiche più preziose. Punto di partenza Siracusa (a poco più di 65 km da Catania), antica capitale della Magna Grecia che, nonostante il trascorrere del tempo, è riuscita a mantenere intatto il suo fascino. Ecco allora che passeggiare alla scoperta di Ortigia, cuore storico della città, con le viuzze dove oggi hanno aperto boutique di stilisti emergenti, hotel di charme e ristoranti che puntano al biologico, è assolutamente da fare così come sorseggiare un aperitivo, o perché no, una gustosa granita al limone, in piazza Duomo e lungo il porto. In meno di un km quadrato ci sono resti antichi, medievali e barocchi, il teatro dell’Opera dei Pupi, il museo Leonardo da Vinci e Archimede e tanto altro. Per chi viaggia in camper o con auto attrezzate di tenda si può scegliere di appoggiarsi al Camping Rinaura (SS115 km 4 da Siracusa – strada Laganelli, 8), una suggestiva area verde con ulivi secolari.

Proseguendo verso sud, costeggiando il Mediterraneo, s’incontra poi una pianura coltivata a mandorli e limoni che arriva sino al mare. Si raggiugono Avola, famosa per il vino  prodotto da vitigni a bacca nera; la riserva naturale di Vendicari, un vero paradiso per gli appassionati di birdwatching (ospita più di 250 specie differenti di volatili fra cui fenicotteri, ibis e spatole); Marzamemi, borgo marinaro e frazione del Comune di Pachino, splendido con la tonnara che per secoli è stata la principale della Sicilia orientale, le case dei pescatori e le due chiese dedicate entrambe al patrono San Francesco di Paola in piazza Regina Margherita. Proprio qui, seduti in un set fotografico a cielo aperto, si può gustare non solo la più conosciuta granita siciliana ma anche la “cremolata”, dalla consistenza più cremosa perché ottenuta frullando la frutta (provate quella con fichi e ricotta). Se poi volete deliziarvi con una delle migliori cucine siciliane in assoluto, sempre in piazza Regina Margherita, sedetevi a un tavolo della Taverna La Cialoma (in Sicilia, la cialoma è il termine usato per indicare il canto con cui i pescatori della tonnara si davano ritmo durante le varie fasi della pesca): pesce, verdure, vini, olio e dolci sono frutto di antiche e sapienti preparazioni legate alla tradizione del luogo. 

Meno di 5 km più a sud, nell’entroterra, ecco Pachino, terra cantata da Virgilio nell’Eneide e da Dante nella Divina Commedia, nota al mondo per il suo pomodoro ciliegino e le acque verde smeraldo che ne lambiscono gli 8 km di spiaggia. Lungo la costa, percorrendo alcune strade provinciali, si raggiunge Portopalo di Capo Passero nella punta a sud della Sicilia, vivace porto di pescatori con calette di sabbia e spiagge di dune. Qui le coste, battute dai venti, sono molto amate dai surfisti. Per dormire a due passi dal mare con lo sciabordio delle onde in sottofondo, c’è l’area di sosta camper Club Dragomar sulla strada comunale Marzamemi-Portopalo: il panorama sullo Ionio è davvero unico. 

Allontanandosi dal mare per approdare alla Sicilia arsa dal sole ecco città d’arte come Noto, Modica e Ragusa, dominate da veri e propri gioielli di architettura barocca, pietra calcarea, fregi e colonne. Patrimonio Unesco per il suo splendido centro con chiese, palazzi, piazze e scalinate, a Noto sembra di passeggiare all’interno di un teatro lirico abbracciato da uliveti, su una propaggine dei Monti Iblei. Maestosi, l’uno di fronte all’altro, Palazzo Ducezio e il Duomo, l’uno simbolo del potere temporale e l’altro religioso. E poi ancora i balconi della dimora Nicolaci di Villadorata, sorretti da mensoloni in pietra con forme di cavalli, angeli, sfingi e leoni. Via Nicolaci ospita anche la celebre Infiorata di Noto, la manifestazione floreale che si tiene la terza domenica di maggio in occasione della processione del Corpus Domini. In via Ducezio 2, da Pippo Mangiafico, si possono gustare granite, cannoli alla ricotta e altri dolci della tradizione siciliana (tutti buonissimi) mentre in via S. La Rosa 17 alla trattoria Toccammia di Salvatore Rizza c’è da assaggiare, fra l’altro, la frittura di paranza, la pasta alla Norma e l’antipasto siciliano: stratosferici! 

Tramite la SS115 si percorrono poco più di 35 km per arrivare a Modica, antica capitale dell’omonima contea, che sorge alla base di due gole carsiche. Anche qui, patria del cioccolato (è conosciuta a livello mondiale per una ricetta ispano-azteca del XVI secolo), a dominare palazzi e chiese è il barocco, a cominciare da quella di San Giorgio con i suoi 5 portali e la maestosa scalinata. 

Sempre sulla SS115, attraversando suggestivi scorci panoramici, si raggiunge in poco meno di mezz’ora Ragusa in cui perdersi a piedi fra le vie e le piazze della piccola Ibla, l’antico nucleo cittadino, dove dall’alto appare imponente il duomo di San Giorgio, eccellente esempio di barocco siciliano. Una sessantina di km in direzione nord ovest portano a Caltagirone, in cima a una montagna, visibile già da lontano per le cupole e i campanili. All’imbrunire (ma a dire il vero sempre) una passeggiata la merita la scalinata di Santa Maria del Monte costruita nel 1606 con 142 gradini decorati poi nell’alzata da maioliche smaltate, con soggetti e colori della tradizione.

Prima di dirigersi a Agrigento, un’ultima deviazione di 30 km conduce a Piazza Armerina, circondata da boschi di eucalipto e frutteti. La città, che sorge su un’altura dei monti Erei meridionali, è dominata da splendide chiese austere, sparse un po’ ovunque; peccato il grigiore e lo stato di abbandono che s’incontrano passeggiando per il centro storico di quest’antica città d’impianto medievale. 

Dopo aver ammirato le pareti bianche di marna della Scala dei Turchi a Realmonte, è la splendida Valle dei Templi con il suo paesaggio costellato di ulivi e mandorli, a due passi dai moderni palazzi di Agrigento, a concludere questo “on the road” in terra di Sicilia. Il tempio di Era, quello della Concordia (in stile dorico, è il meglio conservato al mondo assieme al Partenone), le rovine del tempio di Eracle di cui restano solo 8 colonne e il colossale tempio di Zeus Olimpio sono alcune delle intramontabili testimonianze della civiltà greca classica, che dal 1998 fanno di questo luogo un Patrimonio Mondiale Unesco. Quello alla scoperta dell’area archeologica ai piedi della medievale Girgenti (antico nome di Agrigento) è un viaggio nell’antichità che da secoli non smette di incuriosire appassionati di tutto il mondo. Ad accompagnare nella visita sono stati cielo azzurro intenso e un sole splendente e pure un gruppo di amici a quattro zampe che, varcato l’ingresso del parco, diventano una sorta di guida turistica in questo percorso d’arte all’aperto. Se si ha un po’ di tempo si può infine visitare anche il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo con i suoi quasi 5700 reperti che raccontano la storia del territorio. Per dormire, affacciato sulla costa c’è l’area sosta camper Alba Chiara, a San Leone (sempre in provincia di Agrigento), prima di ripercorrere sud ovest e sud est dell’isola lungo il litorale e risalire in direzione di Catania. 

Testo e foto Sonja Vietto Ramus

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Fenek Rally, al via dal 24 al 28 Maggio l’edizione in Tunisia

Organizzato dallo spagnolo Lluis Rosa, è uno degli eventi offroad dedicati agli appassionati di guida e navigazione nel deserto

Riconosciuto come uno dei migliori rally raid ospitati in Tunisia (e dal 2018 anche in Marocco con l’edizione autunnale), il Fenek Rally (www.fenekrally.com) è uno degli eventi offroad che più si avvicina ai grandi appuntamenti motoristici ufficiali del panorama internazionale. Più che una semplice gara, questo rally raid rappresenta un’avventura sportiva e umana che si svolge nell’arco di poco più di una decina di giorni attraverso centinaia di chilometri in alcuni dei territori più difficili ma altrettanto maestosi del nord Africa.

Ognuno degli eventi organizzati dallo spagnolo Lluis Rosa (quest’anno partecipante in Arabia Saudita alla Dakar di cui ha tagliato il traguardo finale) riunisce da anni in una sfida di resistenza, guida e navigazione sia partecipanti alle prime esperienze sulla sabbia che professionisti di questa disciplina 4×4. L’uomo, la macchina e la natura l’uno impegnato con l’altro in un’avventura mozzafiato dove solo tagliare il traguardo è un grande risultato.

Cosa rende il Fenek Rally così unico? “La resistenza, la sfida di affrontare un itinerario in alcuni dei luoghi più ostili del pianeta: un impegno fisico e mentale che rende questo evento davvero speciale. Tutti i partecipanti condividono il desiderio comune di tagliare il traguardo finale ma sempre accompagnati da quello spirito di fratellanza che il Fenek Rally impone – spiega Lluis Rosa – In effetti anche se ci si mette in gioco per arrivare primi, il cameratismo è essenziale. I concorrenti devono fermarsi e aiutarsi quando incontrano difficoltà lungo il percorso. E alla sera, arrivati al bivacco dove attende il campo, questo spirito di reciproca collaborazione trova la sua massima espressione!”. 

Come si svolge il Fenek Rally? “Questa edizione ospitata in Tunisia è in programma dal 24 al 28 maggio, 5 emozionanti tappe che porteranno da Hammamet sino a Tozeur in un suggestivo percorso 4×4 aperto a tutte le tipologie di veicolo, due e quattro ruote – prosegue Rosa – Più in generale, ogni giorno di gara il Fenek Rally inizia (e termina) da un campo ed è composto da 2 sezioni differenti chiamate speciali e trasferimenti, le prime da effettuarsi in offroad e le seconde su asfalto su cui, ovviamente, è necessario rispettare tutte le regole della circolazione stradale. La special stage è la parte più emozionante di un qualsiasi evento di questo genere: si tratta infatti di sezioni cronometrate da percorrere su terreni ostili in cui i concorrenti tentano di arrivare al finish il prima possibile. I tempi stabiliti nelle speciali, dove tra l’altro è possibile essere penalizzati in caso di mancato rispetto di alcune regole, determinano le posizioni generali nella classifica”.

Tre le categorie fra cui scegliere per iscriversi alla guida di un 4×4, una moto o un camion al Fenek Rally: “rally” caratterizzata da velocità limitata a 90 km/h (per i veicoli buggy limite a 110 km/h) e “FIA/FIM” senza limite di velocità; “overland”, invece, senza cronometro. In tutte e tre le opzioni di iscrizione l’itinerario è da affrontare seguendo il “road book”, una sorta di libro di diagrammi con coordinate GPS e istruzioni scritte per aiutare durante la navigazione che accompagnano dalla partenza sino al punto di arrivo. 

“La navigazione è un elemento cruciale per il successo nelle sezioni speciali in quanto il Fenek Rally è essenzialmente una gara di orientamento – conclude Lluis Rosa – I partecipanti devono trovare il modo di attraversare o di aggirare i numerosi ostacoli naturali presenti sul percorso nel minor tempo possibile, facendolo in modo da preservare sia il veicolo su cui viaggiano che i componenti stessi del mezzo”. 

Pronti a partire?

Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Archivio Fenek Rally

RCF Never Give Up

Non arrendersi mai. È stata la prima manche europea del circuito Rainforest Challenge Global Series (RFCGS), ideato dal patron Luis J.A. Wee, a svolgersi in questa difficile stagione motoristica 2020 rallentata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. I dintorni della seconda più grande città dell’Ucraina, Kharkhiv, hanno ospitato in un soleggiato week end d’inizio giugno un’avvincente due giorni all’insegna dell’offroad estremo, tra fangaie profonde e passaggi nell’acqua al limite dell’impossibile, con un tracciato degno di quello dell’evento finale che si svolge, ogni anno fra novembre e dicembre, in Malesia.

Un fine settimana di grande successo per lo sport motoristico che, finalmente, dopo mesi di chiusura dovuti alla pandemia, ha ripreso il suo percorso permettendo a piloti, team e appassionati di 4×4 estremo di affrontarsi sui terreni più impegnativi – commenta entusiasta Luis J.A. Wee – Questo difficile periodo ha però dimostrato come l’uomo sia in grado di elaborare sempre modi e mezzi nuovi per superare le insidie incontrate sul proprio cammino. Un atteggiamento che vale nella vita di tutti i giorni così come nel fuoristrada dove gli ostacoli naturali devono essere superati per raggiungere il traguardo e la destinazione finale”.

Alla periferia di Kharkhiv, i campi di battaglia destinati alle prove speciali di questa prima manche europea del 2020 sono stati scelti privilegiando terreni ondulati caratterizzati in special modo da ripide salite e passaggi immersi letteralmente nell’acqua: nulla di semplice, insomma, come nella migliore tradizione del Rainforest Challenge nella giungla malese. Dopo mesi di inattività, gli equipaggi hanno dato il meglio di sé sfidandosi con le manovre più impensabili per conquistare il podio assoluto di categoria: R1 prototipi, R2 produzione modificata e R3 standard per i 4×4 affiancati anche da ATV, UTV e quad.

Abilità di guida e tecniche di recupero con il verricello hanno riscosso gli applausi di tanti appassionati che, nel rispetto delle distanze anti virus, hanno assistito a questa prova del Rainforest. A proposito, sapete che quest’anno l’RFC si è classificato come terza gara di offroad estremo più difficile al mondo dopo la Baja 1000 in Messico e la Dakar in Arabia Saudita? Un riconoscimento importante ottenuto, fra l’altro, in occasione del 25° anniversario del Rainforest che raggiunge così nel 2020 il quarto di secolo.

Tornando alla gara, fra gli iscritti 4×4 nei prototipi il primo gradino del podio è andato a Eugen Rakhmailov navigato da Nikolaii Shymeiko seguito da Treguba/Treguba e Burov/Ivchenko al secondo e terzo posto della generale. Nei modificati la medaglia d’oro l’ha conquistata Urii Salkov mentre in categoria standard ad avere la meglio sono stati Alexandr Domnikov e Serhiy Paladii. Fra gli UTV vittoria di Olexandr Cheromyhin seguito dall’equipaggio femminile Maria Petrova e Maria Volkovskaya; Fomenko/Bondarenko e Viunikov/Gryva si sono infine aggiudicati la piazza principale negli ATV e quad.

Un ringraziamento per l’ottima riuscita dell’evento va agli organizzatori della manche ucraina, (lo staff dello Slivia4x4), ai vincitori, al pubblico numeroso e agli sponsor che ne hanno permesso lo svolgimento.

Le prossime tappe del circuito internazionale RFCGS si svolgeranno a partire da questi mesi estivi (a settembre è in programma un’altra manche in Ucraina ancora nei dintorni di Kharkhiv) mentre l’evento finale sarà ospitato in terra malese dal 27 novembre all’8 dicembre.

Informazioni su www.rfc-global.com

Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Katerina Shchedraya

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Rainforest Challenge, La sfida ai Monsoni

Trenta equipaggi si sono sfidati in 42 prove speciali nella giungla del Kelantan per aggiudicarsi la vittoria di una delle gare off-road più dure al mondo. Ecco come è andata la passata edizione dell’evento malese che ripercorre le orme del Camel Trophy e che nel 2020 festeggerà i 25 anni.

Neanche Luis J.A Wee, patron del Rainforest Challenge Malesia, aveva mai visto una cerimonia d’apertura e un prologo così piovosi. Fra tutte le 24 edizioni dell’evento, quella del 2019, svoltasi dal 29 Novembre al 9 Dicembre nel territorio del Kelantan, è stata caratterizzata da una pioggia battente, come poche se ne erano avute. Nulla di così strano in realtà visto che il nome, Rainforest Challenge, significa per l’appunto “sfida della foresta pluviale”. Per 11 giorni, dall’inizio alla fine, 30 equipaggi provenienti da tre continenti – Asia, Europa e Sud America – si sono sfidati sotto un’acqua incessante, in mezzo al fango, per conquistare la vittoria assoluta di una delle più blasonate gare internazionali di off-road, una di quelle in cui se sei già allo start vuol dire che sei un vincitore. Una sfida contro madre natura, i suoi ritmi e le sue leggi (da rispettare); e se riesci a percorrere quelle centinaia di chilometri dalla partenza alla linea d’arrivo fra continue insidie e ostacoli naturali, vuol dire che sei uno in gamba. Perché qui, da sempre, arrivano “only the braves”, solo i più coraggiosi.

E ancora una volta, sin dall’inizio, protagonisti del challenge malesiano 2019 sono stati proprio quei tradizionali monsoni che hanno portato acqua, tanta acqua, già il 1° Dicembre a Panau Hill poco prima che i team iniziassero a sfidarsi più agguerriti che mai. Quattro differenti aree del Kelantan, territorio a nord-est della penisola malese, hanno ospitato i 42 settori selettivi (altro record di questa edizione) che si sono disputati in occasione del Prologo SS (Panau Hill e Tanah Merah), Predator (Air Naga e Tanah Merah), Terminator (Istana Sangkut, Sg Rek e Kuala Krai) e infine Gua Musang (RFC Kesdear). L’evento finale del Rainforest ha preso il via ufficialmente il 29 Novembre dall’Hotel Ibis KLCC di Kuala Lumpur alla presenza dei rappresentanti di Tourism Malaysia, preludio di quello che sarà Visit Malaysia Year 2020. Il percorso ha portato i partecipanti dalla capitale KL allo stato di Kelantan attraverso Kota Bahru, Tanah Merah e Kuala Krai per poi terminare nella città di Gua Musang. Il primo arrivo del monsone ha colpito duramente anche queste zone del paese con forti acquazzoni, specialmente durante i primi 3 giorni, rendendo tutto estremamente fangoso e ancora più complicato del normale.

La partenza degli equipaggi è avvenuta sotto la pioggia a Kota Bahru il 1° giorno di gara dal GRV Hotel in direzione di Bukit Panau per il Prologo SS a Tanah Merah: precipitazioni senza sosta, con forti venti che soffiavano da nord-est, hanno fatto ripensare al 2007, l’anno della grande alluvione. Nonostante la pioggia battente e la grande tensione d’inizio gara, piloti e veicoli hanno affrontato e completato le prime dieci prove speciali in programma l’1 e 2 Dicembre sempre sotto il costante supporto aereo e terrestre delle forze di polizia malese, schierate, come da tradizione, per garantire le comunicazioni e la sicurezza generale di questa importante gara di fuoristrada estremo. “Il Rainforest è un evento creato per testare uomini e macchine al cospetto della natura e delle sue insidie, è un test sulle tecniche di guida e di recupero attraverso i più differenti ostacoli dove si richiede la scelta delle giuste competenze e strategie – spiega Luis J.A Wee – Per superare tutto ciò è fondamentale anzitutto l’affiatamento tra guidatore e navigatore che permette di arrivare a fine giornata completando le prove. Questa è la routine quotidiana delle squadre durante l’intera durata dell’evento!”.

Dopo le estenuanti sfide a trazione integrale del prologo, gli equipaggi sono scesi in campo per affrontare la temibile Predator di Air Naga (“drago dell’acqua”) dove tutti i principali team di Russia, Malesia, Ucraina, Sri Lanka, Brunei, Indonesia e Mongolia hanno dimostrato di essere in ottima forma sin dai primi 4 giorni di gara. Da qui è stato un costante crescere di acrobazie immerse nel fango e nell’acqua prima di approdare al quinto giorno, nell’area dell’altrettanto famigerata Terminator Zone dove si è continuata la lotta per la supremazia in un terreno ondulato e roccioso attraversato dal ruggente fiume Rek. E proprio qui i piloti sono stati messi nuovamente alla prova per raggiungere Gua Musang. Nonostante le difficoltà legate al corso del fiume, i due giorni previsti qui (6 e 7 Dicembre) sono stati ricompensati dalla gentile ospitalità nel resort Istana Sangkut di proprietà di Ismail Manaf che ha accolto i partecipanti nel rispetto totale di cultura e tradizione locali. Alla fine, la sera del 7 Dicembre, tutti i team hanno raggiunto in sicurezza la zona della battaglia finale, nota come RFC Kesedar (Gua Musang): al termine della SS 42, l’ultima in programma, un grande entusiasmo ha animato chi, nonostante le mille difficoltà e insidie, è riuscito a completare il Rainforest Challenge. L’appuntamento è per Dicembre di quest’anno quando l’evento creato da Luis J.A Wee festeggerà i 25 anni con un programma che si preannuncia sin d’ora all’insegna di fango e acqua. Nella migliore tradizione del Rainforest.

Informazioni su www.rfc-global.com

Si ringrazia: Ministry of Tourism, Arts & Culture, Ministry of Federal Territories, Ministry of Youth & Sports, Ministry of Rural Development, Tourism Malaysia, City Hall Kuala Lumpur (DBKL), Visit KL, Royal Malaysian Police (Air Wing, Traffic & Gen Operations Force), Tourism Kelantan, KESEDAR (South Kelantan Dev Authority), Kota Bahru District Council, Tanah Merah District Council, Gua Musang District Council, Petron Malaysia, ibis KLCC hotel, Explorer, Grand River View  hotel,  APM, 4WD Equipment, Istana Sangkut (Catel, Kuala Krai), Magam, Q1 Academy, Morakniv, Quicksand Ent, Pro-X, Stcrubej, Beaume, Moveon (Coilover Specialist), Thunder 4×4, KMT, JIM projects/logistics & Kesedar Inn Gua Musang.

Classifica Rainforest Challenge – Malesia 2019

R1 – Categoria Prototipi

  • CampioneTeam n°105 – Russia (Primorye)Valeriy Lyubarenko & Andrei Katkov
  • Team n°118 – Malesia (Team 7 Café)Razuan Bin Stafa Khairul & Abdul Hadi Muhamad Syafiq
  • Team n°112 – Ucraina (Team Shrek Odessa): Oleh Tryhuba & Roman Gorbachenko
  • Team n°129 – Malesia (Team RFC Kelate): Shafiq Md Rifin Mohd Shazrul & Syafiq Ab Rahman Mohamad
  • Team n°110 – Russia (Team Shakalin): Vadim Khmelev & Sergey Konev

R2 – Categoria Modificati di serie

  • Campione Team n°137 – Malesia (Team Terbang): Heng Sik Hock & Eler Long Chak
  • Team n°117 – Malesia (Johor): Joo Tan Eng & Siang Tay Wei
  • Team n° 123 – Malesia (Team Belantara): Samsudin Zaidi Mohamad & Abd Sallam Mohd Muhaymin
  • Team n°109 – Sri Lanka (Team Maxxis): Indika Sanjaya Kulugammanage & Marapana Navin Surath
  • Team n°125 – Malesia (Team Terbang): Azrey Ismail Mohd Zul & Zakaria Mohd Nizarman

R3 – Categoria Produzione

  • Campione Team n°126 – Malesia (Team Terbang): Ab Rahman Mohamad Rizal & Abdullah Muhamad Fariqal
  • Team n°122 – Malesia (Team RFC Kelate): Abd Razak Mohd Norulhafis & Ameen Muhamad
  • Team n°127 – Malesia (Team Terbang): Abd Hamid Ikhwan Nassier & Faizul Abdullah Mohammad
  • Team n° 101 – Brunei/Malesia (Team Comeup): Pek (Vance) Lee Khin & Kiat Yong
  • Team n° 102 – Malesia/Indonesia (Team Comeup): Peng Chee Mei & Sushanty Arleli

Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Pavel Mothejl

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