Fenekrally, il richiamo delle dune

Nel sud del Marocco, dal 5 al 13 Ottobre si è svolta l’edizione 2024 del rally-raid organizzato da Lluis Rosa. Ecco come è andata la gara a cui hanno partecipato anche due piloti italiani.

Il paesaggio è quello dell’Erg Chebbi, uno dei due erg del Sahara marocchino (l’altro è l’erg Chigaga nei pressi di M’Hamid El Ghizlane), con le sue dune alte sino a 150 metri. Qui, in questo lembo di terra desertica, è andata in scena l’edizione 2024 del FenekRally, competizione motoristica basata sulla navigazione a roadbook. Una sfida che ha messo a dura prova gli equipaggi, professionisti e amatoriali, a livello di guida e orientamento ma anche nella resistenza fisica, nella forza mentale e, non per ultima, nell’esperienza. A dare il via al rally sono state le formalità burocratiche e i controlli tecnici dei veicoli all’auberge-bivouac La Belle Etoile di Merzouga, base logistica dell’evento per la sua intera durata. Sulla linea di partenza si sono schierati 55 veicoli (11 moto, 12 auto, 10 SSV T3, 17 SSV T4, 1 camion e 4 iscritti in categoria Overland) protagonisti di un suggestivo percorso che si è snodato per circa 1300 km (di cui 893 di prove speciali) nei dintorni delle località di Merzouga, Ouzina, Ramlia, Rissani e Erfoud.

Il rally: prologo e cinque tappe a margherita

Dopo i 35 km di prova speciale (+ 14 di trasferimento) del prologo –un primo assaggio di piste rapide e tratti tecnici utili per prendere confidenza con il terreno di gara-, ad attendere i partecipanti è stata una prima tappa, con 180 km di speciale su pista, che ha subito messo in chiaro ciò che li avrebbe attesi nei giorni seguenti: una sfida dura e impegnativa. Il rally-raid è poi proseguito con una seconda stage di 250 km da percorrere su sterrate, fuori pista a CAP e dune e una terza (230 km di prova speciale) che ha iniziato a marcare la differenza fra gli equipaggi più esperti e gli altri. La quarta manche, poco meno di 200 km, è stata caratterizzata da alcuni guasti meccanici ai veicoli in gara, modificando la classifica provvisoria, mentre la quinta tappa, 100% dune, è stata fra le più combattute in assoluto. 

Le parole dell’organizzatore Lluis Rosa

“Siamo molto contenti del livello di soddisfazione dei partecipanti in tutte le categorie: moto, SSV, auto e camion hanno avuto ciò che si aspettavano e anche un po’ di più, complici le forti piogge che hanno preceduto la gara e hanno reso il tracciato ancora più impegnativo -commenta Lluis Rosa- In tutte le tappe la navigazione è stata fondamentale per raggiungere il traguardo per primi e mantenere una buona posizione in classifica. Ovviamente pilota e veicolo sono stati altrettanto importanti così come l’assistenza meccanica al bivacco: i rally-raid sono un mix di tanti elementi che devono amalgamarsi fra loro nel miglior modo possibile”. Come è stata questa edizione del FenekRally? “Impegnativa sin dal prologo per via dei terreni così diversi e del caldo ma anche delle piogge che hanno letteralmente trasformato il tradizionale paesaggio del deserto. A fare la differenza sono state però le dune, soprattutto nell’ultima tappa che le ha viste protagoniste al 100%. Stanchezza e guasti meccanici hanno poi rimescolato le carte, cambiando in alcuni casi le sorti della gara. Per il prossimo anno cercheremo di fare del nostro meglio per migliorare roadbook e sicurezza in modo da adeguarli alle aspettative dei partecipanti che, speriamo, siano ancor più numerosi. È stata una grande emozione vedere al traguardo i piloti gioire per la vittoria, magari inaspettata, ma anche per aver semplicemente tagliato il finish. Un grazie va a tutti i partecipanti, allo staff e agli sponsor (DEMCO, Metal Lube, SDT Brakes, Euro4x4parts, Gi-Rental, Gi4by4, PRT Offroad 4×4 e GPF Racing Products) senza i quali non avremmo potuto organizzare l’evento. Aspettiamo tutti all’edizione 2025!”. 

I vincitori di tutte le categorie

Dopo una sfida agguerrita, non senza difficoltà legate alle condizioni del terreno (per le piogge precedenti la gara) che hanno sorpreso gli equipaggi, il FenekRally ha incoronato i suoi vincitori. Fra le auto 4×4, il crono migliore è andato agli spagnoli Marcos Martinez Castro e Gerard Ribas Montemayor, su Nissan Patrol, al traguardo in 21h54’06”: autori di una bella prova, i portacolori della scuderia AST360 Motorsport hanno preceduto il Mitsubishi Montero V6 del Team Homologaciones 4×4 e il Toyota Land Cruiser dei francesi Jonchère/Rouvre (Altitude Racing). La medaglia d’oro fra gli SSV T3 è andata a Michel Salvatore, navigato da Peter Serra, su CAN-AM, davanti al GPR24 di Kersbergen/Goegebeur e ai francesi del Team Fesh-Fesh, Loic Frebourg e Aurelien Mina. Sempre in categoria SSV, ma fra i T4, ad aggiudicarsi il primo gradino del podio è stato l’equipaggio del The Buggy Xperience che ha preceduto di una manciata di minuti al traguardo i francesi Valusek/Breniere (Les Vosgiens du Desert). A completare il podio: Romain Ferry e Sandy Bayex, su Yamaha YXZ. Per gli Overland (categoria senza cronometro ma sempre con roadbook) a conquistare la vittoria sono stati gli spagnoli del Kun Fu Panda, protagonisti a bordo della loro inarrestabile Panda 4×4 di un’avventura unica. Il titolo di campione in categoria moto se lo è aggiudicato il francese Tom Deest, su Fantic XEF 450 Rally. Medaglia d’oro, infine, anche per il truck Iveco guidato da Helena T.Tibau: seppur l’unico in gara, è stato autore di una bella prova sportiva.

Tibau Team, equipaggio femminile in camion 

Se la Baja Aragon di luglio, in Spagna, ha segnato il debutto dell’equipaggio femminile del Tibau Team nel mondo delle competizioni, il primo rally-raid ufficiale in terra d’Africa per la squadra spagnola è stato il FenekRally. Nella cabina dell’Iveco Powerstar 1000 CV preparato da MM Technology c’erano Helena T.Tibau, pilota, Jaqueline Ricci, copilota, e Rebeca Aramburu, in veste di meccanico. “Dopo aver partecipato alla competizione in Spagna ci siamo iscritte al FenekRally per fare esperienza con il camion in vista di prossime gare a cui vorremmo partecipare, per poi realizzare il nostro sogno: prendere parte alla Dakar 2026 –spiega Helena, driver e team manager del Tibau Team –Il FenekRally ci ha permesso di perfezionare la tecnica di guida sui terreni più differenti, dalla sabbia alle piste veloci, di prendere confidenza con la navigazione e costruire un buon affiatamento fra noi tre. È stata una bella esperienza che senz’altro ripeteremo!”.

Podio assoluto in moto per la Francia

Una vittoria inaspettata. Tom Deest, 32 anni, francese di Bayonne (dipartimento dei Pirenei-Atlantici), sorride al traguardo finale del FenekRally. In sella al suo Fantic, dopo aver percorso oltre 1200 km nei dintorni di Merzouga, Deest ha conquistato il titolo assoluto delle 2 ruote con un tempo totale di 22h29’15”. “Il FenekRally è stata la mia prima esperienza in rally-raid. Mi sono iscritto per scoprire questa disciplina che mi ha sempre fatto sognare e per imparare le basi della navigazione nei grandi spazi! Per anni, ogni inverno, ho guardato la Dakar in televisione con mio padre, sperando un giorno di partecipare a un evento di questo genere – racconta Tom- L’inizio del Fenek è stato difficile. Nel prologo mi sono perso e ho preso una penalità, rendendomi conto che avevo, e ho, molto da imparare. Poi 5 speciali: la navigazione è migliorata ogni giorno sino a diventare davvero divertente. Il percorso è stato eccezionale con paesaggi molto vari: piste veloci, tratti tecnici, rocce, sabbia, letti di fiume in secca e dune”. Le avverse condizioni meteorologiche dei giorni precedenti la gara hanno reso le piste del sud del Marocco ancora più impegnative. “In alcune note il roadbook non era molto aggiornato e ci si è dovuti adattare: l’ho capito dopo un incidente, fortunatamente non molto grave, che mi ha visto protagonista –conclude Deest- Ma il rally-raid è anche questo: una gara di durata e resistenza, dove stare attenti sempre a tutto. Quello che mi è piaciuto molto è stata l’atmosfera familiare. Il FenekRally mi ha permesso di imparare a navigare e di realizzare un sogno d’infanzia oltre che d’incontrare altri motociclisti e piloti in SSV e auto, tutti molto gentili e disponibili. A dire il vero non me lo aspettavo in una gara: se questo è l’autentico spirito rally-raid, allora credo di aver trovato la disciplina sportiva perfetta per me”.

L’Italia in gara su due ruote

A schierarsi ai nastri di partenza di quest’edizione del FenekRally, in categoria moto, c’erano anche due piloti italiani: Gianluca Marchetto, ligure di Spotorno (Savona), e Simone Parca, emiliano di Valsamoggia (Bologna). “Un percorso bello e tecnico con tratti veloci alternati ad altri lenti e guidati, il tutto reso ancora più insidioso da piogge inusuali per questo paese –racconta Gianluca– Un’altra grande difficoltà è stata legata al caldo che ha segnato le giornate di gara, causa principale di numerosi abbandoni fra i partecipanti. Anche io, purtroppo, mentre ero in testa alla corsa, ho dovuto ritirarmi per una forte disidratazione”. Come si è comportata la tua moto sui percorsi del FenekRally? “Il mio Fantic 450 Rally Factory per le 3 tappe cui ho partecipato è andato davvero bene. L’unico problema che ho avuto è stato la rottura della staffa della marmitta. Peccato solo che la mia partecipazione sia finita in anticipo, il risultato era a portata di mano. Sarà per la prossima volta” conclude Marchetto. In sella a un’Husqvarna Rally 2024, Simone Parca è sceso in pista con i migliori presupposti anche se, per via di una caduta avvenuta alla penultima tappa, ha poi preferito non schierarsi allo start dell’ultima manche. “Purtroppo non è andata bene come avevo sperato, il mio obiettivo era riuscire almeno a finire la gara – spiega Simone, ingegnere informatico classe 1976 – Visti i primi giorni, potevo addirittura lottare per il podio ma dopo la caduta ho perso tempo e il podio si è allontanato troppo. Alla fine ho preferito la prudenza. La mia esperienza l’ho comunque fatta, e la considero ricca e memorabile, piena di insegnamenti”. Su un crepaccio che tagliava il percorso, il pilota di Valsamoggia è caduto dalla moto riuscendo però a completare i 130 km giornalieri rimanenti, anche se a velocità ridotta. “Avrei voluto partire anche per l’ultima tappa, una quarantina di 40 di asfalto e circa 45 di dune, la mia specialità, ma poi ho preferito non andare allo start e godermi invece con calma il tragitto di ritorno – conclude Simone – Se posso fare qualche critica costruttiva, essendo una gara a margherita, alcuni tratti di asfalto avrebbero potuto essere facilmente sostituiti da piste e il roadbook revisionato in alcuni tratti, viste le forti piogge precedenti. In eventi di questo genere la sicurezza è il primo aspetto cui dare assoluta importanza perché è purtroppo molto facile farsi male, soprattutto se si gareggia in moto. Come dotazione obbligatoria metterei l’airbag, forse avrebbe cambiato le sorti della mia gara”.

Classifica FenekRally 2024

AUTO 4×4

1 #212 Marcos Martinez Castro/Gerard Ribas Montemayor (Spagna) –Nissan Patrol- 21h54’06”
2 #204 Jose Guerra/Bernat Casals Torradeflot (Spagna) – Mitsubishi Montero V6- 22h44’00”
3 #203 Alexandre Jonchère/Fabien Rouvre (Francia) –Toyota Land Cruiser- 26h16’04”

SSV T3

1 #304 Michel Salvatore/Peter Serra (Francia) -CAN-AM- 17h58’20”
2 #308 Daniel Kersbergen/Michiel Goegebeur (Paesi Bassi) -GPR24- 19h39’03”
3 #301 Loic Frebourg/Aurelien Mina (Francia) -CAN-AM- 19h53’23”

SSV T4

1 #416 Jose Silverio Hoz Limon/Francisco J. Ferreira Segura (Spagna) –Polaris RZR PRO XP Ultimate- 19h56’29”
2 #407 Yohan Valusek/Delphine Breniere (Francia) –Yamaha YXZ- 20h03’02”
3 #406 Romain Ferry/Sandy Bayex (Francia) –Yamaha YXZ- 21h20’10”

OVERLAND

1 #602 Mariano de Quadros/Javier Gimeno (Spagna) –Panda 4×4- 573 punti
2 #603 David Ortiz de Loza/Miguel Angel Ortiz Moreno (Spagna) –Mitsubishi Montero V6- 448 punti

CAMION

1#501 Helena T.Tibau/Jaqueline Ricci/Rebeca Aramburu (Spagna) –Iveco Powerstar– 29h27’48”

MOTO

1 #106 Tom Deest (Francia) – Fantic XEF 450 Rally– 22h29’15”
2 #113 Geoffroy Lamacier (Francia) – KTM EXC-F 450 – 25h02’24”
3 #105 Frédéric Miramont (Francia) – KTM EXC-F 450 – 25h14’09”

www.fenekrally.com

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Tunisie challenge, la Tunisia che non ti aspetti

Sessanta equipaggi provenienti da diversi paesi d’Europa si sono sfidati nella 3^ edizione del raid andato in scena lo scorso ottobre: ecco il racconto della 5 giorni off road dove sabbia e amicizia sono state protagoniste assolute.

Alla sua terza edizione (quella di ottobre 2023), il Tunisie Challenge è diventato un importante evento di riferimento nel mondo delle competizioni automobilistiche amatoriali che si svolgono sul territorio tunisino. Un’avventura emozionante in cui si sono alternate differenti tipologie di tracciati: dune tecniche, piste veloci e tanta sabbia che le temperature elevate e la siccità hanno reso soffice e impegnativa da affrontare, tanto da costringere l’organizzazione – guidata dall’eccellente Rui Cabaco – a cancellare dal programma due tratti di altrettante tappe della categoria Raid (a fine terza e inizio quarta stage) per motivi di sicurezza e logistica. Con il patrocinio della Federazione Automobilistica Tunisina e dell’Ufficio Turistico Nazionale della Tunisia, la terza edizione dell’evento motoristico ha preso il via con un avvincente percorso offroad sulla spiaggia di Hammamet e ha visto i traguardi di fine tappa nelle località di Tozeur, Douz, Tembain (con il tradizionale bivacco tendato notturno), Matmata e Djerba dove è terminata con altri 30 km lungo il litorale. Dei 60 veicoli allo start del raid, 45 hanno raggiunto l’arrivo, partecipando ad un’avventura unica, circondati da un paesaggio maestoso, un vero paradiso per gli amanti del 4×4. Un’edizione con decine di iscritti (ben 35 equipaggi italiani seguiti da 10 francesi) a testimoniare la validità di un evento sportivo organizzato con cura nei minimi dettagli. “Il tracciato del 2023 è stato in gran parte rinnovato anche se la sabbia e le dune sono state sempre protagoniste assolute; durante il secondo scouting del percorso, poco prima dell’inizio del raid, abbiamo constatato che il caldo estremo dell’estate aveva reso la sabbia estremamente morbida rendendo le condizioni di guida molto complicate -spiega Rui Cabaco-  L’esperienza delle precedenti edizioni ci ha permesso di migliorare i percorsi, adattarli alle caratteristiche della prova oltre che scoprire nuovi suggestivi paesaggi del Grand Erg Orientale (parte centrale del deserto del Sahara). Abbiamo disegnato un itinerario per rispondere alle aspettative dei partecipanti, esperti e alle prime armi, che hanno così trovato piste di tutti i tipi e per tutti i gusti e, come sempre, adattate ad ogni categoria”.

L’edizione 2023

Ad ottobre dello scorso anno, la vittoria in categoria Adventure C3 è andata alla squadra croata Jura Se Fura, su Fiat Panda, mentre gli italiani del Similis Leonis Adventure 4×4, su Jeep Renegade, hanno vinto la Adventure Suv; gli svizzeri del Team Off Road (Suzuki Jimny) hanno conquistato il podio della Adventure TT1 e gli italiani Fun-Cool (Opel Frontera) quello della Adventure TT2. Primo piazzamento in Adventure TT3, categoria con la partecipazione più numerosa, per l’equipaggio francese SMAP I (Toyota Land Cruiser KDJ90). Gli italiani della squadra Overland 3000 4WD (Toyota Land Cruiser HDJ 80) hanno invece vinto l’agguerrita categoria Raid; medaglia d’oro anche per gli italiani del Raitec Racing (su Iveco Eurocargo) che si sono imposti nella nuova categoria Proto. Non sono mancati infine premi e riconoscimenti per il veicolo più d’epoca (un Land Rover Series 88) e per il partecipante più veterano (l’italiano Stefano Fazzini). “Un tracciato molto suggestivo con difficoltà tecniche maggiori rispetto a quelle affrontate in Marocco: della Tunisia ci sono piaciuti molto i terreni sabbiosi e i luoghi desertici e selvaggi dove sembra di essere soli al mondo –raccontano Thibault Lemasson e Adeline Prévost, vincitori dell’Adventure TT3- Oltre all’aspetto competitivo ciò che ci entusiasma è poter aiutare nel nostro piccolo la popolazione più bisognosa: in Tunisia abbiamo portato materiale scolastico per un’associazione di Hammamet (AERE)”. Allo start dell’evento con una Lada Niva del 1994, si sono schierati i francesi Remi Boulanger e Gabriel Delerue, che dopo l’esperienza all’edizione primaverile del Maroc Challenge (l’altro evento organizzato da Rui Cabaco), sono tornati in Africa: “L’ambiente del rally è molto famigliare e l’organizzazione attenta a tutto. Davvero suggestivi i tratti di sabbia e le dune più tecniche. La Niva, equipaggiata con molle più robuste e un rialzo di 2,5 cm, ammortizzatori Koni e rollbar, si è comportata benissimo”. In gara per la terza volta al Tunisie Challenge, con Ford Ranger Raptor, l’equipaggio francese composto da Carlos Lafabregue e Agnes Farges, cui va anche un applauso per aver più volte prestato aiuto ad altri partecipanti lungo il percorso. “Un grazie agli organizzatori per un tracciato così spettacolare e per i punti d’interesse visti ma anche un ringraziamento a Federazione Automobilistica, Ufficio Turismo e Governo tunisino per la sicurezza e per aver fornito un prezioso aiuto nelle pratiche burocratiche d’ingresso e uscita dal paese. Torneremo sicuramente la prossima edizione cercando di fare ancora meglio in classifica anche se ciò che conta più di tutto è il rapporto di amicizia che si è instaurato con gli altri iscritti e con il popolo tunisino” conclude Carlos. Esperienza da ripetere anche per Jean Pascal e Evelyne Matonti, al raid con una Jeep Wrangler Sahara: “Per chi, come noi, avrebbe voluto partecipare alla Dakar ma era troppo giovane o non poteva, il Tunisie Challenge è senza dubbio l’esperienza più vicina e più simile –spiega Jean Pascal- Anche se di fondo è una competizione, principi e regolamento sono assolutamente improntati alla sicurezza. La nostra partecipazione all’edizione del 2024 è già certa; nel frattempo speriamo di convincere alcuni nostri amici a condividere con noi questi meravigliosi momenti, unici e preziosi”.

L’Italia in gara

Sui tracciati tunisini sono stati davvero numerosi gli equipaggi italiani, tanti allo start con le intramontabili Fiat Panda. Fra questi William e Manuel Rossi: 21 anni il primo (Willy è stato il più giovane partecipante all’evento) e 32 anni il fratello. Floricoltori ingauni (di Albenga, in Liguria) nell’azienda di famiglia di piante aromatiche, i due hanno affrontato con grande entusiasmo i lunghi tracciati lunghi non sempre di facile percorrenza di questa edizione del raid. A bordo della Panda Trekking 4×4 1100 I^ serie, allestita completamente da loro (particolare l’alloggiamento delle ruote di scorta nel portellone posteriore), sono arrivati al traguardo concludendo così un’esperienza emozionante, a livello umano e motoristico. Accomunati dalla passione per i motori e le auto da corsa, ai nastri di partenza anche Fabio Alessandrini, classe 1980, e Stefano Ghiglione, classe 1970, su Fiat Panda 141 4×4. “Un’avventura fantastica sotto tutti i punti di vista: vivere il deserto è qualcosa di unico –raccontano- Ciò che ci è piaciuto di più? Pernottare nel campo tendato, conoscere persone nuove e far parte di un gruppo così unito sin dal primo giorno. Abbiamo apprezzato molto anche la macchina organizzativa: fortunatamente noi non ne abbiamo mai avuto bisogno ma abbiamo appurato che in caso di necessità sono stati pronti e disponibili a risolvere davvero qualsiasi problema”. A questa bella edizione del challenge hanno partecipato anche Lorenzo Di Meo e Beatrice Tenca: appassionati di motori, animali e viaggi, “George & Mildred” (chi non ricorda la serie televisiva britannica di metà anni ’70?), con la loro Fiat Panda 141 Climbing 4×4 del 1990, si sono divertiti fra dune e sterrati. “Il Tunisie Challenge è stata una sfida con noi stessi ma anche la piacevole scoperta di persone estremamente preparate, cortesi e competenti che hanno reso possibile questo evento -spiegano marito e moglie- Un percorso inconsueto con costante assistenza e tutta la sicurezza necessaria grazie al team organizzativo e quello meccanico che ha dimostrato impareggiabile professionalità in un ambiente ostile. In 10 giorni si è creata davvero una famiglia. Questo è un rally perfetto anche per chi è alle prime armi e per chi desidera misurare le proprie doti di guida nelle famose dune del deserto tunisino ma in tutta sicurezza”. Bandiera italiana anche per tre Land Rover iscritti al raid: due Series 88, con gli equipaggi toscani Sandro Moni/Guido Maltinti e Michele Calamai/Giorgio Frilli, e un Discovery td5 con a bordo Andrea e Mauro Mascarino, figlio e padre piemontesi. “Con mio papà ci siamo divertiti molto riuscendo anche a vincere 3 prove –spiega Andrea- Mi piace la formula del Tunisie Challenge perché è una gara di regolarità che richiede però velocità abbastanza sostenute per dei mezzi come il nostro, non preparato in modo specifico per le competizioni. Lo consiglio assolutamente a chi vuol mettersi alla prova dal punto di vista sportivo anche senza avere molta esperienza o un veicolo super equipaggiato”. Spirito (e look) decisamente vintage per il Series 88 del 1984 di Sandro Moni: “Un giorno mentre stavo aspettando di affrontare un percorso offroad tra fango e acqua mi sono chiesto come sarebbe stato correre in mezzo al deserto con un mezzo, diciamo, parecchio datato! -racconta sorridendo- Curiosando su internet ho individuato il Tunisie Challenge. Il mio vecchio Land con tanti segni di battaglia non poteva che essere il mezzo perfetto per parteciparvi. Il mio consiglio? Partire con una macchina in ordine dal punto di vista meccanico, dando priorità a sistema di raffreddamento e sospensioni, i più sotto stress in eventi di questo genere”. Al Tunisie Challenge l’Italia ha anche vinto. Ad aggiudicarsi la categoria Raid sono stati Stefano Fazzini (premiato anche come partecipante più veterano) e Franco de Simone su Toyota Land Cruiser HDJ80. “Partecipare a questo evento è stata una piacevole avventura: si respira un’atmosfera amichevole e competitiva al tempo stesso -spiega Stefano- Per gli iscritti al raid i tempi imposti da rispettare per non incorrere in penalità non permettono soste o distrazioni e sono assolutamente stimolanti per chi vuole una guida tecnica e veloce in fuoristrada. Per me è stata un’edizione molto felice perché siamo arrivati primi nella classifica generale in ogni tappa e abbiamo vinto anche due stage. I partecipanti erano molto agguerriti e con veicoli performanti: abbiamo combattuto sino alla fine e conquistato la vittoria con un vantaggio davvero esiguo!”. Una bella esperienza anche per Dario Reiser, meccanico di professione, e Jacqueline Lusenti, studentessa, svizzeri del Canton Ticino, che hanno partecipato con un Suzuki Jimny di serie (equipaggiato solo con protezioni supplementari ai differenziali e al cambio/riduttore). Come si è comportato il mezzo? “Benissimo, sia sulla sabbia che sulle piste sterrate: le ridotte tolgono da ogni impiccio e l’altezza da terra è più che sufficiente per non restare appesi a ostacoli naturali –racconta Dario- È un veicolo che consiglio a chi voglia cominciare questa tipologia di gare senza dover spendere troppi soldi: un veicolo di serie, con pochi giusti accorgimenti, ma sempre affidabile”. Ancoratoscano l’equipaggio di Daniele Pantini e Federico Feliciani a bordo di un Suzuki Jimny 1500 diesel con assetto + 4cm e snorkel. Che esperienza è stata Daniele? “…dune, sterrati, tratti veloci…nessun problema se non un po’ di inesperienza alla prima tappa, sulla spiaggia! A casa ci dicevano che saremmo tornati con il dromedario!!! Invece il Jimny si è comportato benissimo –assicura Daniele- Non è certo una passeggiata ma arrivare a fine tappa, dopo essere stati aiutati e aver aiutato, scambiare quattro chiacchiere e ridere assieme è davvero entusiasmante. C’è un bel clima di amicizia, l’organizzazione è di alto livello, i costi sufficientemente economici per chiunque, i paesaggi fantastici: non avrei mai pensato di vedere tanta bellezza in un deserto sempre immaginato spoglio”. A dire la sua in questa edizione del raid è stato anche il Nissan Patrol GR Y61 del team Run x Fun di Maurizio Farace navigato da Luca Viola. “Il GR è un veicolo ideale per chi vuole partecipare alla categoria raid, quella più impegnativa, che prevede passaggi complicati sulle dune dei deserti tunisini -spiega Luca- Ci è piaciuto molto il Tunisie Challenge perché è la manifestazione ideale per gli appassionati di guida in offroad light, per chi predilige gli sterrati, per chi usa il 4×4 per fare escursioni: insomma è perfetta per essere proiettati al 100% in una gara vera con un sano spirito agonistico. A tutti piace vincere quando si ha la possibilità di farlo ma il divertimento e l’atmosfera racing che si respira in un evento come il TC deve essere prioritario rispetto al tornare a casa con una coppa”. Sui tracciati del TC si è destreggiato alla perfezione anche l’Iveco Eurocargo di Fabrizio e Andrea Richiardi (Raitec Racing). “Ottima organizzazione sotto tutti i punti di vista, dalla sicurezza alla logistica. Consiglio questo evento a chi desidera partecipare ad un raid con percorsi ben studiati, divertendosi – racconta Fabrizio– Come pilota di camion sulle dune questa è stata la mia prima esperienza, solitamente ho fatto da navigatore su questi grandi mezzi. L’Iveco è stato eccezionale fra le dune, ha un galleggiamento e una potenza davvero impressionanti. Sono entusiasta di questa esperienza e non mancherò di tornare il prossimo anno al raid a cui spero prenderanno parte altri truck”.

Ottobre 2024: la quarta edizione

Il Tunisie Challenge si sta affermando come una fra le prove amatoriali di riferimento organizzate in nord Africa: dopo il successo di ottobre dello scorso anno, si sta già preparando la quartaedizione che verrà disputata dal 9 al 18 ottobre 2024. Segnatevi dunque la data sul calendario per non perdere quest’appassionante avventura a trazione integrale che prevede un itinerario rinnovato e tante novità; i percorsi, come sempre, verranno adattati e disegnati in modo specifico per ognuna delle categorie. Iscrizioni e info suwww.tunisiechallenge.com

Classifica Tunisie Challenge 2023

Categoria Adventure C3

1 #24 Team Jura Se Fura (Fiat Panda) – Croazia

2 #12 Team Atena (Fiat Panda) – Italia

3 #17 Team Rossopanda Squadra Corse (Fiat Panda) – Italia

Categoria Adventure Suv

1 #201 Similis Leonis Adventure 4×4 (Jeep Renegade) – Italia

Categoria Adventure TT1

1 #307 Team Off Road (Suzuki Jimny) – Svizzera

2 #325 Sgreppalò (Suzuki Jimny) – Italia

Categoria Adventure TT2

1 #318 Fun-Cool (Opel Frontera) – Italia

2 #313 Team Lange2 (Suzuki Vitara) – Regno Unito

Categoria Adventure TT3

1 #322 Smap I (Toyota Land Cruiser KDJ90) – Francia

2 #301 Zig Ezag (Toyota Land Cruiser KDJ95) – Francia

3 #303 Bergamo Team (Nissan Patrol) – Italia

Categoria Raid

1 #501 Overland 3000 4WD (Toyota Land Cruiser HDJ80) – Italia

2 #500 Run x Fun (Nissan Patrol GR Y61) – Italia

3 #504 Menicucci & Soto Team (Toyota Land Cruiser HDJ100) – Spagna

Categoria Proto

1 #900 Raitec Racing (Iveco Eurocargo) – Italia

Categoria Trofeo Panda

1 #24 Team Jura Se Fura (Fiat Panda) – Croazia

Trofeo veicolo d’epoca

#306 Land Rover 88 (Team Rhino) – Italia

Trofeo partecipante più veterano

#501 Stefano Fazzini (Overland 3000 4WD) – Italia

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto S.Vietto Ramus e Kiko Moncada

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Fenekrally, Avventura Offroad In Marocco

Fra dune e sterrati del Marocco si è svolta l’edizione 2023 del rally-raid organizzato dallo spagnolo Lluis Rosa. Ecco come è andata questa avvincente manifestazione motoristica.

Piloti e gentlemen drivers si sono dati appuntamento lo scorso ottobre in Marocco, a Erfoud, per partecipare a una nuova edizione del FenekRally, rally-raid organizzato dal pilota spagnolo Lluis Rosa. Cinque tappe alla scoperta del territorio marocchino hanno offerto un’esperienza indimenticabile ai partecipanti di questa competizione motoristica che deve il suo nome al fennec, la graziosa volpe originaria del Sahara. Ispirato al leggendario rally Dakar, quest’evento ha negli anni guadagnato l’apprezzamento di chi si diletta nella guida offroad. “Non è solo una gara –spiega Lluis Rosa– ma piuttosto una prova di coraggio e una sfida con se stessi, un’occasione per esplorare la bellezza e l’autenticità del deserto. Siamo felici di aver realizzato ancora una volta un evento di questo genere per tutti i partecipanti e speriamo che ogni anno un numero sempre maggiore di piloti creda nel nostro progetto”. Il rally, oltre 1.100 chilometri da percorrere nel deserto del Marocco, con 5 tappe “a margherita” ognuna con partenza e ritorno su Erfoud, ha offerto ai team una grande varietà di terreni su cui destreggiarsi: dune di sabbia, altipiani rocciosi e piste veloci, affrontate anche in condizioni meteorologiche estreme per via del grande caldo. Ai nastri di partenza dell’edizione di ottobre si sono schierati piloti professionisti ma anche semplici amatori, tutti motivati da un forte spirito di avventura. Oltre all’aspetto competitivo, il FenekRally ha permesso di immergersi nell’autentica vita marocchina grazie alla cucina locale e a iniziative culturali che si sono svolte in concomitanza del rally: i partecipanti hanno così avuto l’opportunità di vivere in prima persona usi, costumi e tradizioni di questo territorio e del suo popolo, arricchendo ulteriormente l’esperienza offroad. “Il rally ha svolto anche un importante ruolo di sensibilizzazione ambientale nel Sahara –sottolinea Lluis Rosa– promuovendo pratiche di guida responsabili. Quando ho ideato la prima edizione dell’evento, nel 2014, ho pensato a quali avrei voluto fossero stati i suoi punti di forza: passione per l’offroad e la natura, spirito di aggregazione e desiderio di mettersi in gioco. Questo è ciò che volevo fosse il FenekRally e questo è ciò che è oggi, anni dopo. Una gara trasversale in cui chi compete deve mettere alla prova le proprie abilità: dalla tecnica di guida alla capacità di orientamento, dalle nozioni base di conoscenza meccanica a forza mentale e resistenza fisica”. Come è andata quest’edizione della gara? “Direi che è stato un grande successo di cui andar fieri -conclude l’organizzatore spagnolo- Rispetto all’evento precedente, abbiamo raddoppiato il numero di equipaggi partecipanti che, provenendo da Spagna, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Italia, hanno reso il FenekRally una gara internazionale a tutti gli effetti. Per la prossima edizione ci auguriamo di avere ancora più piloti ai nastri di partenza e di migliorare alcuni aspetti organizzativi e di supporto medico prezioso in caso di necessità. L’obiettivo sarebbe raggiungere, per la categoria due ruote, i 30 iscritti, e di raddoppiare gli equipaggi a bordo di SSV e auto!”.

Edizione 2023: equipaggi in gara

A sfidarsi sugli sterrati del Marocco sono stati piloti professionisti e appassionati provenienti da diversi paesi d’Europa, alla guida di veicoli in assetto da gara o in versione quasi di serie. In categoria Rally TT si sono schierati Toyota (FJ Cruiser e Tacoma), Nissan (Patrol), Mitsubishi (Pajero MK1 e MK3), Suzuki (Jimny Gen 3) e Bowler; in T4 a farla da padroni sono stati gli SSV Can-Am cui si è affiancato un Polaris Razor Pro XP; prototipi motorizzati Ford invece fra gli iscritti in T3. Per le due ruote, la sfida ha visto affrontarsi Husqvarna e Honda. Con i colori della Spagna, Jose Antonio Ibáñez Pina, 50 anni, e Miguel Ángel Díaz López, 47 anni, hanno preso parte a questa edizione del rally a bordo di una Toyota FJ, del 2017, resa più performante, fra l’altro, da un rialzo dell’assetto originale e dall’installazione di sospensioni specifiche per offroad. “E’ la seconda volta che partecipiamo a questo evento motoristico e in entrambe l’esperienza è stata decisamente positiva –commenta l’equipaggio di Cartagena, città portuale nella regione spagnola di La Murcia- L’organizzazione è attenta a ogni dettaglio e lo spirito di sana competizione che si respira fra i partecipanti aggiunge quel giusto pizzico di adrenalina che non guasta mai. Sicuramente torneremo ad affrontare gli sterrati offroad e la sabbia del Marocco in un prossimo rally-raid organizzato da Lluis Rosa e il suo staff. In passato abbiamo partecipato a diversi raduni in Spagna ma il terreno che preferiamo è quello del Marocco dove abbiamo gareggiato in diverse competizioni fra cui il Panda Raid dedicato a sole vetture Fiat modello Panda: proprio da queste partecipazioni è nata l’origine dell’associazione cui siamo iscritti con grande orgoglio, il Cartagena Panda Racing, che ci ha permesso poi di sviluppare la nostra passione per il mondo 4×4 e che ci sta dando grande soddisfazione e tanti nuovi amici”. Fra gli equipaggi francesi allo start del FenekRally 2023 c’è stato anche quello composto da Loic Frebourg e Patrick Debaussage, rispettivamente pilota e navigatore, originari di due piccoli villaggi del dipartimento Loir-et-Cher, nella regione del Centro-Valle della Loira. Il team ha gareggiato a bordo di un Can-Am Maverick X3 del 2019, in allestimento FFSA (Federazione Francese Sport Automobilistico). “Ci è piaciuto molto lo spirito di questo rally così come la navigazione a roadbook; Lluis, l’organizzatore, è molto professionale e allo stesso tempo alla mano e disponibile con tutti.

E poi a bordo del nostro SSV ci siamo davvero divertiti molto sulle piste e le dune del Marocco: è stata una gran bella esperienza” – raccontano soddisfatti Patrick e Loic che aggiunge: “Prima di partecipare al Fenek ho preso parte 3 volte all’Africa Eco Race, da Monaco a Dakar, 5 volte al M’Hamid Express (in Marocco), una volta al Rally dell’Andalusia (in Spagna) e a qualche altro evento motoristico: tutte esperienze che rifarei ad occhi chiusi e che mi hanno lasciato forti emozioni, non solo sul piano sportivo ma soprattutto umano”. Allo start della gara anche Frits Hogen Esch, 48 anni, navigato dal codriver Merijn Tops, 46 anni, entrambi di Hilversum, un sobborgo di Amsterdam, in gara con il loro “Pocket Rocket” (dall’inglese “razzo tascabile”), uno scattante Suzuki Jimny. È stato un rally impegnativo ma davvero mozzafiato, un’esperienza che consigliamo a chi desidera un’avventura offroad di livello ma con uno spirito ancora autentico –commentano Frits e Merijn– Quello che ci è piaciuto di più? Sicuramente i paesaggi suggestivi, la gente amichevole incontrata lungo la strada e le imponenti dune di sabbia: è straordinario trovare tutto ciò in un unico paese! E poi è divertente guidare sugli sterrati, nel letto di fiumi in secca o lungo qualsiasi altro potenziale percorso di gara!”. Come si è comportato il Jimny? “Grazie alle dimensioni compatte e al peso perfetto, né troppo leggero né troppo pesante, il Jimny ha saputo gestire perfettamente le piccole e medie dune mentre per quelle più alte ha avuto qualche difficoltà in più risolta però facilmente riducendo la pressione dei pneumatici da 1 a 0,5 bar in modo da poter affrontare anche le salite più lunghe e insidiose”- conclude l’equipaggio che, prima di questa partecipazione al FenekRally, ha preso parte al famoso Rally Breslau, in Polonia, e al Rallye des 7 Vallées d’Artois Pas de Calais, nel nord della Francia.

Italia allo start con il motociclista Paolo Morabito

Se ad aggiudicarsi la vittoria in sella alla sua Husqvarna 450 FE è stato il francese Franck Ortega, a dire la sua fra le moto c’è stato anche l’italiano Paolo Morabito, medico veterinario di Vigevano, in provincia di Pavia. Con la sua Honda CRF 450 RX del 2023, Morabito ha conquistato il terzo piazzamento del FenekRally in categoria “due ruote”. Come è stata questa partecipazione al rally in Marocco? “Decisamente piacevole anche se avrei voluto avere ancora più sabbia! La moto nuova si è comportata egregiamente, cosa che purtroppo non posso dire della torre strumentazione (un supporto, con cupolino di protezione, alloggiato all’avantreno per permettere il montaggio della strumentazione di navigazione e dei sistemi di sicurezza), anch’essa nuova, che invece non ha retto alle sollecitazioni da 150 km orari della prima tappa: da quel momento in poi gli strumenti per la navigazione mi hanno dato costanti problemi a causa delle eccessive vibrazioni, incluso il sistema di localizzazione Stella Evo – spiega Paolo – Sono comunque riuscito a terminare il rally e con grandissima felicità anche a conquistare, nella terza tappa, unico giorno in cui gli strumenti hanno retto, il primo piazzamento assoluto in classifica”. Un’esperienza positiva per il motociclista italiano che non è nuovo all’ambiente delle competizioni: “Molti anni fa ho partecipato a un Rally di Tunisia Optic 2000 con un’Honda XR, arrivando 17esimo nella generale: davvero una bella soddisfazione! Mi piacerebbe tornare ad affrontare questi percorsi magari con il supporto di qualche sponsor: quest’anno al FenekRally ho avuto la collaborazione della concessionaria S.T.A.V. di Vigevano, che ringrazio, e quella di un’app, completamente gratuita, Petdicted, in realtà creata da me, utile per i proprietari degli amici a quattro”.

FenekRally: prossima edizione a ottobre 2024

Archiviata con successo la passata edizione autunnale, il FenekRally tornerà ad ottobre 2024, sempre in Marocco, dal 6 all’11. Ad attendere gli appassionati di guida offroad e deserto, che scenderanno in pista per sfidarsi, saranno ancora una volta i suggestivi percorsi del territorio marocchino. Per informazioni e iscrizioni www.fenekrally.com (anche in versione italiana).

Classifica FenekRally 2023

Categoria Rally TT:

1° Miguel Ángel Díaz López/ Jose Antonio Ibáñez Pina su Toyota FJ Cruiser (Spagna)

Categoria T3:

1° Henri Van Steenbergen/Daan Van Oijen su GPR (Paesi Bassi)

Categoria T4:

1° Loic Frebourg/Patrick Debaussage su Can-Am Maverick (Francia)

Categoria Moto:

1° Franck Ortega su Husqvarna 450 FE (Francia)

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Henrik Voss

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Ford vince il Tour de Corse Historique

Serge Cazaux, su Sierra Cosworth 4×4, si aggiudica la 18^ edizione del Tour de Corse Historique con un vantaggio di 2’10” su Didier Auriol. Al marchio Ford vanno i primi sei piazzamenti della generale VHC mentre a Porsche la top five della VHRS.

Alla fine la vittoria l’ha conquistata lui, Serge Cazaux, con la sua Ford Sierra Cosworth 4×4, firmando il podio della diciottesima edizione del Tour de Corse Historique, il prestigioso evento motoristico creato da José Andreani. Risultato a parte, a tenere tutti con il fiato sospeso è stata la straordinaria sfida che ha contrapposto per quattro giorni due celebri nomi di questa specialità motoristica: Cazaux e Auriol, da un lato il pilota originario di Dax, dall’altro quello di Montpellier. Entrambi francesi e grandi campioni, i due si sono affrontati sugli avvincenti percorsi della Corsica – cinque tappe con partenza e rientro su Porto-Vecchio passando per Bastia, Calvi e Ajaccio – con 340 km di prove cronometrate e 500 di trasferimento lungo gli asfalti di una delle più belle tappe del mondiale rally.

Un tracciato all’80% inedito con 17 speciali, di cui dieci completamente ridisegnate, che hanno permesso di percorrere in lungo e in largo quasi tutta quest’isola montuosa abbracciata dal Mediterraneo. Terra di una bellezza rara e selvaggia, la Corsica ha messo a dura prova equipaggi francesi, italiani, tedeschi, finlandesi, norvegesi, inglesi e anche argentini (Martin Sucari e Gustavo Pecoriff su Peugeot 205T16) riportando in auge una competizione che, unendo passato e presente, ha saputo ricreare il mito di un tempo.

115 i concorrenti della categoria VHC e 87 quelli in VHRS con un parco chiuso che ha accolto auto e piloti che hanno fatto la storia dell’automobilismo: un terzo dei partecipanti ha tagliato la linea di partenza alla guida di Porsche ma non sono mancate neppure Ford Escort Mk1 e Mk2, Lancia Stratos, Ford Sierra Cosworth, Alpine A110, Abarth 13, Renault 12 Gordini e Lancia Delta HF senza dimenticare alcune Morris Cooper e Cox 1303S.

Fra gli italiani al via: Silvio Perlino e Serena Giuliano su Opel Kadett GTE (#29); l’equipaggio femminile Luisa Zumelli e Paola Valmassoi (#68) su Porsche Carrera RS; Maurizio Elia e Corrado Ughetti su Ford Escort RS1600; Roberto Gorni con Angela Grasso su Fiat 124 Abarth Rally; Alessandro Olivieri su Ford Escort RS 2000; Giorgio Schon alla guida di una Porsche 911 SC; Eugenio Rossi, navigato da Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1.8.   

Ad accogliere il via di questa edizione del TdCH, il 10 Ottobre, è stato Porto-Vecchio, suggestivo borgo del sud della Corsica con le mura della cittadella genovese del XVI° secolo. Dopo le verifiche tecniche e amministrative e lo shakedown della Palombaggia (4,10 km), lo start ufficiale ha visto i 202 equipaggi iscritti affrontare la prima tappa che da Porto-Vecchio ha raggiunto nel tardo pomeriggio Bastia con la chiesa a due torri di San Giovanni Battista, la cattedrale di Santa Maria e il palazzo del governatore, sede del museo di storia locale.

Gli asfalti del rally si sono poi diretti in direzione di Calvi, passando per il raggruppamento a La Porta, e infine ad Ajaccio con la spettacolare cronometrata di Notre-Dame-de-la-Serra, prima del rientro su Porto-Vecchio.

A infiammare gli animi del pubblico è stato anzitutto un grande Cazaux: “Sono molto contento del risultato ottenuto: abbiamo combattuto sin dalla prima cronometrata e la Cosworth si è comportata egregiamente – ha commentato soddisfatto sul podio finale – Non potevo sperare di meglio anche se fronteggiare Auriol è stato tutt’altro che semplice sia dal punto di vista competitivo che sul piano emozionale perché è un grande campione. E’ stato un bel rally con prove speciali fantastiche come Notre-Dame-de-la-Serra e La Porta che ci hanno permesso di guadagnare un buon vantaggio per il traguardo di Porto-Vecchio. Un grazie sincero va al mio navigatore Maxime Vilmot che ha fatto un eccellente lavoro e a tutto il team: questa vittoria è dedicata a loro”.

Nonostante nella terza tappa da Calvi a Ajaccio, il pilota della Ford #3, attuale leader del Campionato Europeo Storico, avesse già 1’52” di vantaggio sul “Lutin de Cévenol”, Auriol non ha certo abbandonato i suoi sogni di gloria a trent’anni dalla prima vittoria conquistata al Tour de Corse. Alla fine delle 4 prove speciali che da Ajaccio hanno infine riportato alla marina di Porto-Vecchio, la Cosworth 2 ruote motrici di Didier si è dovuta però accontentare di un secondo piazzamento nella J2 e nella generale del TdCH.

“E’ stata un’emozione incredibile, tanti ricordi si sono susseguiti dal 1988 a oggi e tornare qui al Tour de Corse per festeggiare i 30 anni dal primo podio è stato meraviglioso – ha raccontato Auriol – Stesso rally e soprattutto stessa vettura anche se il risultato finale non è stato il medesimo. Davvero bella la sfida con Cazaux anche se non ci è riuscito di strappargli il primo posto. Combattere con una quattro ruote motrici ci ha penalizzati non poco ma ciò che volevo più di ogni altra cosa era tornare a divertirmi alla guida su queste strade della Corsica ed è quello che ho fatto”.

 

Se Ford è stata protagonista assoluta della categoria VHC, Porsche lo è stata per la VHRS: al marchio tedesco di Zuffenhausen sono andati i primi 5 piazzamenti della generale con una bella vittoria assegnata a Christophe e Anne Baillet davanti agli italiani Giorgio Schon e Francesco Giammarino che sono stati autori di una gran bella prova. Il gentlemen driver di origini novaresi, da oltre 23 anni alla guida di splendide automobili sportive e storiche, ha dimostrato ancora una volta che la classe non è acqua portando in alto inostri colori.

E fra gli altri italiani a ben destreggiarsi in questa edizione del TdCH un particolare riconoscimento va anche a Eugenio Rossi e Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1800, al sesto posto dell’assoluta VHRS.

www.tourdecorse-historique.fr

Classifica Tour de Corse Historique 2018 – VHC

  1. Cazaux-Vilmot (Ford Sierra Cosworth 4×4) 3h51’51”
  2. Auriol/Giraudet (Ford Sierra Cosworth) + 2’10”
  3. Jenot-Milosavljevic (Ford Mk2) + 4’42”
  4. Villa-Savignoni (Ford RS2000) + 6’39”
  5. Marchetti-Buresi (Ford Mk1) + 8’39”

Classifica Tour de Corse Historique 2018 – VHRS

  1. Baillet-Baillet (Porsche)
  2. Schon-Giammarino (Porsche)
  3. Euvrard-Paquier (Porsche)
  4. Maes-Pyck (Porsche)
  5. Figuière-Godin (Porsche)

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Testo e foto Sonja Vietto Ramus

 

Baja Portalegre 500: Xtreme Plus vince gara e coppa del mondo T3

Con la vittoria alla Baja Portalegre 500, Peña Campo & Tornabell Cordoba conquistano il titolo T3 nella Coppa del Mondo FIA 2018. Gonzalez/Minaudier e Knight/Watson completano il podio dell’ultima manche del mondiale.

Portalegre – Portogallo (27 Ottobre) – Xtreme+ è campione del mondo di T3. L’equipaggio spagnolo José Luis Peña Campo e Rafael Tornabell Cordoba, su Polaris RZR 1000, si è aggiudicato il podio della Baja Portalegre 500, ultima tappa della FIA World Cup Cross Country Rally 2018, conquistando così il titolo assoluto di T3.

Quella in terra portoghese è stata una sfida avvincente fra Polaris e Yamaha con Peña Campo e il suo rivale Santiago Navarro protagonisti di un’eccellente stagione motoristica. Per la prima volta dalla nascita della Coppa del Mondo di categoria T3, le sorti del campionato si sono decise nell’ultima prova speciale della tappa conclusiva in Portogallo premiando alla fine grinta e determinazione di Xtreme+ con un importante titolo mondiale, il quinto dopo quelli conseguiti nel 2013, 2014, 2016 e 2017.

“Non è stato affatto semplice ma anche per questo la soddisfazione è ancora più grande commenta il team manager Marco Piana –  I 18 minuti che Navarro aveva di vantaggio su Peña Campo si sono sciolti al sole nella SS4 quando il pilota della Yamaha è rimasto incastrato contro un albero. Con la tensione a mille, José Luis ha saputo però concludere alla perfezione la speciale senza prendere alcun rischio, tagliando il traguardo per primo e conquistando così  il titolo mondiale di T3. Una bella vittoria resa possibile dalla collaborazione di tutta la squadra, dai meccanici agli autisti, sino a chi lavora dalla sede in Francia: grazie a Sylvain, Renato, Gilles, Freddo, Enzo, Alexis, Jesus, Cédric, Manu, Alain e a tutti gli altri ragazzi. A Ana che si occupa della logistica e dell’organizzazione, indispensabile aiuto per Xtreme+. Un grazie di cuore a tutti. Ecco, questa è una di quelle vittorie che mi piacciono perché è il successo di una squadra che ci mette cuore e anima…”.

Dopo una lunga stagione sportiva – il 2018 ha visto 11 gare svolgersi in 11 paesi e 3 continenti diversi – Peña Campo e Tornabell Cordoba sono i primi spagnoli a diventare Campioni del Mondo Cross Country in categoria T3 (solo il connazionale Carlos Sainz aveva conquistato il titolo assoluto in passato). “Non so cosa dire, non ho parole – spiega un emozionato José Luis – E’ un trionfo dedicato a Rafa perché senza il suo aiuto e la sua professionalità non avremmo mai raggiunto questo obbiettivo; a tutto il team Xtreme+ che ha reso perfetto il Polaris ad ogni gara; a Marco Piana che ha creduto in me; a mia moglie Balby e alla mia famiglia e naturalmente agli sponsor per il loro prezioso aiuto”.

Se l’equipaggio spagnolo ha riportato un brillante risultato anche gli altri due Polaris RZR 1000 in gara alla Baja Portalegre 500 non sono stati certo da meno. Vincent Gonzalez, navigato da Loic Minaudier, ha tagliato il traguardo della manche portoghese classificandosi al secondo posto e aggiudicandosi il terzo podio assoluto nella Coppa del Mondo T3. In questa stagione il pilota svizzero non ha solo dimostrato di possedere ottime doti da driver ma si è rivelato anche “il” perfetto compagno di squadra aiutando Peña Campo nella sua corsa al titolo mondiale. Senza dimenticare che è stato proprio Gonzalez ad aiutare Navarro quando con la sua Yamaha è uscito di pista nella SS4.

Questa 32^ edizione della Baja Portalegre 500 ha visto infine un altro equipaggio di Xtreme+ conquistare il podio: i britannici Graham Knight e David Watson si sono infatti classificati terzi dietro ai compagni di squadra Peña Campo e Gonzalez. Alla guida del loro Razor 1000 in alcune manche del 2018 per acquisire maggiore confidenza con il veicolo, Graham e David sono stati altrettanto indispensabili alla vittoria del pilota spagnolo e di tutto il team per l’allegria e il buonumore portati sempre con loro.

Prossimi impegni? “Dopo questa bella vittoria ci prepariamo ora per la Dakar in Perù dove Xtreme+ sarà presente con alcuni equipaggi – conclude Marco Piana, in gara alla Baja Portalegre 500 con Sébastien DelaunayFaremo del nostro meglio: d’altronde dopo un anno indimenticabile come questo non si può fare diversamente!”.

Xtreme+ ringrazia per il prezioso supporto: Polaris Europa e Francia con Manu Péan e Rodrigo Lourenco per la fornitura dei ricambi originali; CST per gli pneumatici estremamente performanti e robusti che hanno permesso ottimi risultati su ogni tipologia di terreno; Motul per i prodotti lubrificanti; Galfer con dischi e pastiglie per frenate in assoluta sicurezza; Reiger Suspensions, con Henk Helleger, per l’indispensabile assistenza nell’assetto; Kutvek Kitgraphik per la realizzazione delle grafiche dei Polaris; Rouge Fusion per la fornitura di scarichi da competizione su misura; Lortec per la messa a punto del motore; Alves Torino, con Gabriele, Ezio e Sandro, per la realizzazione dei telai e lo sviluppo dei Polaris 1000; Maxiracing Component di Torino con Elvio per gli accessori in fibra, carbonio e kevlar.

 

Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus  so**********@gm***.com + 39 333.3612248

www.xtremeplus.fr

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Xtreme Plus alla Baja Portalegre 500

Peña Campos/Tornabell Cordoba in pista per difendere la leadership di T3. Fra lo schieramento Xtreme+: Gonzalez/Minaudier, Knight/Watson e Piana/Delaunay. Start il 25 Ottobre nella cittadina di Portalegre.

Gorrevod – Francia (23 Ottobre) – Dopo gli ottimi risultati conquistati al Rallye du Maroc di inizio Ottobre, Xtreme+ scende nuovamente in campo per affrontare i tracciati portoghesi della Baja Portalegre 500 dove lo spagnolo José Luis Peña Campos cercherà di aggiudicarsi la Coppa del Mondo di T3 alla guida del suo Polaris RZR 1000.

Organizzata da José Megre (la prima edizione risale al 1987), questa gara di cross country rally vedrà ai nastri di partenza della sua 32^ edizione ben 4 equipaggi del Team Xtreme Plus.

Con il numero #613, gli spagnoli Peña Campos e Tornabell Cordoba, attualmente al comando della classifica T3 con 4 punti di vantaggio su Santiago Navarro: eccellenti protagonisti della stagione motoristica 2018 con primi e secondi piazzamenti in tutte le manche, pilota e co-pilota faranno l’impossibile per mantenere la leadership del campionato T3. La sfida con il connazionale Navarro, su Yamaha, si preannuncia dunque avvincente sin dai primi chilometri di gara.

Reduce dal terzo posto assoluto in T3 al Rallye du Maroc, Vincent Gonzalez sarà presente allo start della manche portoghese, navigato in quest’occasione dal francese Loic Minaudier; il loro Polaris #617 sarà inoltre di valido sostegno per Peña Campos come già nella gara svoltasi in Marocco. In pista per acquisire maggiore confidenza con il Razor 1000 ma anche per “divertirsi” sui suggestivi tracciati nei dintorni della cittadina di Portalegre, nell’Alto Alentejo, gli inglesi Graham Knight e David Watson (#621) che in Marocco hanno tagliato il traguardo della loro prima vera competizione motoristica.

Il team manager Marco Piana, con il co-driver Sébastien Delaunay, completerà lo schieramento Xtreme+ presentandosi alla linea di partenza della Baja Portalegre 500 con un Polaris RZR 1000 e il numero di gara #649. Obiettivo: dare supporto allo spagnolo José Luis.

“Quella in Portogallo sarà la sfida più avvincente della stagione visto che fra il primo e il secondo classificato della generale provvisoria di T3 (Peña Campos e Santiago Navarro, ndr) ci sono solo 4 punti di distacco – commenta Piana – Il nostro equipaggio farà del suo meglio per conquistare l’ambito titolo e gli altri iscritti Xtreme+ daranno il loro prezioso aiuto. Sui terreni del Portogallo gli pneumatici faranno sicuramente la differenza: le coperture CST che equipaggiano i nostri mezzi hanno sempre dimostrato grande robustezza e affidabilità rendendo la guida dei Polaris più confortevole e performante”.

Programma Baja Portalegre 500:

25 Ottobre: Verifiche tecniche e amministrative – Cerimonia di partenza (Jardim do Tarro/Portalegre)

26 Ottobre: prove speciali

27 Ottobre: prove speciali – Podio e premiazione

 

Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus  so**********@gm***.com + 39 333.3612248

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Test a Merzouga per il Team Xtreme Plus

I francesi Eric Abel e Christian Manez (equipaggio ufficiale CST – Xtreme Plus) hanno testato il Polaris RZR XP Turbo S sulle dune marocchine di Merzouga

Merzouga (Marocco) – Trasferta in quel del Marocco per il Team Xtreme Plus che ha raggiunto l’oasi di Merzouga, nel Sahara marocchino al confine con l’Algeria, per effettuare gli ultimi test ai Polaris RZR in vista dei prossimi importanti impegni motoristici che lo vedranno allo start della Baja Portalegre (Portogallo) e della Dakar.

Una sessione di test tecnici per verificare performance e affidabilità degli SSV del brand americano costruiti negli ateliers francesi di Gorrevod, nei pressi di Mâcon, dagli esperti meccanici di Xtreme Plus. Il Factory Team di Marco Piana, pilota e team manager, è fra l’altro l’unico in assoluto a essere riconosciuto e supportato da Polaris USA e Europa per la professionalità e la qualità nella preparazione degli RZR destinati al Cross Country Rally.

A mettere alla prova l’RZR XP Turbo S è stato il francese Eric Abel navigato dal co-driver Christian Manez. Vincitore fra i debuttanti al Merzouga Rally 2018, il pilota di Perpignan si è aggiudicato l’iscrizione gratuita alla prossima Dakar. “Sono stato davvero impressionato dalla potenza di questo Polaris: il motore sprigiona 197 hp che spingono con grinta sulle dune – spiega Eric Abel – La preparazione del mezzo è eccellente: su sterrati e piste dissestate gli pneumatici CST si sono dimostrati fantastici perché permettono di passare dalla sabbia più soffice al terreno impervio alla stessa pressione senza dover perdere tempo prezioso nel gonfiaggio e sgonfiaggio. Le sospensioni Reiger sono assolutamente divertenti e anche sui tracciati più impegnativi ti danno la possibilità di andare veloce ma in totale sicurezza. Non ho mai guidato un veicolo così performante e ne sono davvero entusiasta. All’ultima Dakar il Polaris Turbo di Xtreme Plus ha vinto 6 tappe e si è ben comportato in tutte le speciali sulla sabbia. Questo è ancora meglio…è una vera macchina da gara. Ci sarà da divertirsi!”.

Test superato a pieni voti dunque per l’RZR Turbo S. “E’ un piacere avere Eric e Christian fra le fila di Xtreme Plus come equipaggio ufficiale CST: nonostante non sia un professionista, Eric ha grande esperienza con i rally e gli SSV – commenta il team manager Marco PianaSiamo orgogliosi che ci abbia scelto come assistenza per la Dakar e faremo del nostro meglio perché possa raggiungere il traguardo finale. Nei 4 giorni di test sulle dune di Merzouga ha acquisito grande destrezza alla guida di questo Polaris dimostrando di saper essere anche molto veloce”.

Le dune di Merzouga sono state anche perfetto terreno di prova per tre degli equipaggi che nei prossimi giorni saranno allo start del Rallye du Maroc. Il messicano Santiago Creel Garza Rios, navigato dal polacco Szymon Gospodarczyk, ha portato il Polaris Turbo (che sarà schierato in categoria SSV) fra la sabbia del deserto marocchino per mettere a punto le ultime migliorie apportate al veicolo e prendere confidenza con il mezzo.

Attuali leader di T3 nella Coppa del Mondo con 208 punti in classifica generale, gli spagnoli José Luis Peña Campos e Rafael Tornabell Cordoba hanno raggiunto il Team Xtreme Plus in occasione di questo test prima di schierarsi ai nastri di partenza della penultima tappa della FIA World Cup for Cross-Country Rallies 2018 in Marocco. Seppur vincitore dell’Abu Dhabi Desert Challenge di quest’anno, Peña Campos ha voluto acquisire ancora maggiora esperienza nella guida su sabbia testando le performance dell’RZR 1000.

Ad unirsi ai test pre Rallye du Maroc sono stati anche gli inglesi Graham Knight e David Watson, sempre su Polaris RZR 1000 T3. Dopo essersi aggiudicati la Dubai International Baja 2018, pilota e co-pilota saranno al via di questo nuovo rally-raid targato David Castera. Lo schieramento Xtreme Plus al rally-raid in Marocco sarà completato dall’equipaggio svizzero-francese con Vincent Gonzalez e Stephane Duple, anch’essi su RZR 1000 (T3). A fornire l’assistenza veloce in pista sarà infine Marco Piana, pilota e team manager di XT+, navigato dall’inglese Steven Griener su Toyota Land Cruiser.

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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Xtreme Plus

Turkmen Desert Race: nel Deserto del Karakum

Nani Roma (Mini) e Siarhei Viazovich (Maz) hanno conquistato la vittoria alla prima edizione della Turkmen Desert Race, il nuovo rally-raid targato Schlesser & Metge ospitato dall’11 al 15 Settembre nel deserto del Turkmenistan.

Turkmenbashi, costa del Mar Caspio. A salire sul gradino più alto del podio di questa nuova avventura off-road in terra turkmena è stato lui, il due volte vincitore della Dakar (in moto prima e in auto poi). Rispolverati tuta, guanti e casco dopo l’incidente di gennaio in Sudamerica, Nani Roma ha portato al successo la Mini #200 del team X-Raid John Cooper Works Rally aggiudicandosi la prima edizione della Turkmen Desert Race. Navigato da Alex Haro Bravo, il driver di Barcellona ha tagliato il traguardo finale in 13h46’39” davanti al ceco Miroslav Zapletal, su Hummer, secondo al finish con un ritardo di quasi 1 ora e 10 minuti. Terzo piazzamento nella generale per il Maz T4 di Siarhei Viazovich, in cabina con Haranin e Zhyhulin, che si è anche aggiudicato la vittoria assoluta nella categoria truck. Organizzato da Jean-Luis Schlesser e René Metge, questo rally-raid ha visto ai nastri di partenza 83 equipaggi (in 59 hanno tagliato il traguardo finale) provenienti da Europa e Asia: per loro, nei mesi scorsi gli organizzatori hanno tracciato più di 1600 chilometri da percorrere in 5 tappe, da est a ovest, attraverso il vasto deserto del Karakum fra dune, canyon, paesaggi lunari e montagne dai bizzarri scherzi cromatici. Qui, dove auto, camion e SSV hanno solcato con i loro pneumatici un terreno di 5 mila anni di storia, fra fortezze e caravanserragli crocevia lungo la Via della Seta, anche l’Italia si è presentata allo start. Tre i portacolori: Stefano Marrini e Roberto Musi (Toyota #233) schierati in T2, Dario e Aldo De Lorenzo (Proto #214) in T1 e Agostino Rizzardi e Luca Ornati (Porsche #209) in categoria OP. Nella classifica generale il miglior posizionamento è andato ai gemelli De Lorenzo, 56imi assoluti e venticinquesimi fra i veicoli modificati, al finish in 43h e 13 minuti. Ecco come è andata questa cinque giorni con partenza da Amul, a due passi dal confine con l’Uzbekisthan, e arrivo a Hazar, nei pressi di Turkmenbashi, con tre tappe di sabbia e dune e due speciali più scorrevoli.

Nani Roma e Dmitry Sotnikov si aggiudicano la prima tappa

Una boucle cronometrata di 9 km ha dato il via ufficiale al rally decretando l’ordine di partenza della prima speciale da Amul a Ikiuzak Plain. Ad attendere i partecipanti, un tracciato sabbioso con 247 km di prova selettiva che ha richiesto anche un’attenta navigazione in direzione del deserto del Karakum, una vasta zona arida dell’Asia Centrale che occupa i ¾ del Turkmenistan. La sabbia soffice dovuta all’elevata temperatura ha creato sin dall’inizio qualche problema, soprattutto legati agli elevati consumi di carburante, costringendo molti piloti a dosare il pedale dell’acceleratore. La vittoria di giornata, grazie a grinta e grande esperienza, è andata al catalano Nani Roma, il più veloce (meno di 4 ore) a tagliare il traguardo nonostante una foratura che gli ha fatto perdere tempo prezioso. “Il prologo è stato divertente mentre la prima speciale si è rivelata piuttosto difficile dall’inizio per via della sabbia molle – ha commentato Roma – Poi però abbiamo preso il ritmo e siamo riusciti a superare anche l’Hummer di Zapletal che era partito davanti a noi”. Al secondo posto un’altra Mini, quella dell’equipaggio turkmeno Annamammedow e Akmyradow (con un ritardo di circa 8 minuti su Roma) mentre terzo di giornata è stato il britannico Harry Hunt su Peugeot 3008 DKR Maxi. Il driver del team PH-Sport è stato attardato da una foratura nei primi chilometri del percorso: la scelta del luogo dove sostituire lo pneumatico non è stata però delle più fortunate perché la sabbia soffice ha costretto l’equipaggio a perdere ulteriore tempo utilizzando le piastre prima di poter ripartire. Buona manche anche per il francese Mathieu Serradori alla guida del buggy LCR30, giunto quarto di giornata, anche se costretto a rallentare dopo i primi 50 km per un eccessivo consumo di carburante. Fra i camion, miglior crono per Dmitry Sotnikov (Kamaz-Master Team) mentre fra gli SSV la vittoria è andata al Can-Am di Thierry Pitavy e Gilles Colombet.

La Peugeot di Hunt vince la seconda SS, il Kamaz di Mardeev s’impone fra i truck

Partiti alle 8 di mattina dal bivacco di Ikiuzak Plain, i concorrenti hanno affrontato 161 km di liason prima di raggiungere lo start della speciale giornaliera: un lungo tratto di asfalto dunque ha preceduto il tracciato di gara, sabbioso ma più veloce rispetto a quello di ieri. Solo 55 i veicoli allo start di questa seconda giornata dopo i ritiri della vigilia (fra cui due auto andate in fiamme) e qualche equipaggio ancora out alle prese con interventi di ripristino sui veicoli. Panorami del tutto atipici e variegati hanno accompagnato i 231 km del settore selettivo odierno fra piste rapide e giacimenti di gas (il Turkmenistan ne è ricco) prima di raggiungere la “porta dell’inferno” a Darwaza, un cratere di 60 metri di profondità da cui fuoriescono fiamme rosso fuoco da oltre 40 anni. Con un vantaggio di 2 minuti e 39 secondi sulla Mini di Roma, la Peugeot di Hunt ha conquistato il podio di giornata dopo aver doppiato lo spagnolo: nonostante qualche difficoltà per il guasto agli strumenti di navigazione e un problema alla pompa del carburante, il britannico navigato per la prima volta dall’olandese Wouter Rosegaar è salito sul gradino più alto del podio. Al terzo posto la Mini #100 al finish davanti all’Hummer di Zapletal. Noie meccaniche invece per Serradori attardato di oltre 1 ora prima di poter ripartire con il suo buggy. In T4 il podio di giornata è andato a Airat Mardeev #400, su Kamaz; il Can-Am dei francesi Pitavy-Colombet è stato ancora il più rapido mentre il primo veicolo in classe T2 di questa seconda tappa è stato il Toyota guidato dalla giovane Yulia Migunova.

A Roma e Mardeev la terza tappa

Poco meno di 240 km di speciale per la terza tappa della Turkmen Desert Race che ha offerto piste rapide ma sinuose, laghi in secca e un piccolo erg sabbioso prima di portare i concorrenti in direzione delle alture del lago del Karakum. Per alcuni piloti, Nani Roma in primis, la terza SS è stata piuttosto semplice: il catalano ha infatti potuto contare sul suo navigatore che gli ha indicato perfettamente le tracce da seguire. Problemi invece per Harry Hunt fermo in panne al km 105 e costretto addirittura a raggiungere il traguardo sul camion balai. Secondo piazzamento di giornata per il russo Mardeev che ha piazzato il suo Kamaz dietro a Roma con un ritardo di 17 minuti e 28 secondi. Dietro ancora, il ceco Zapletal, su Hummer, che ha approfittato di ritardi e noie meccaniche di altri equipaggi fra cui quelle della Mini del turkmeno Annamammedow protagonista di un rocambolesco fuori pista con cappottamento (per fortuna senza conseguenze). In T2, il miglior tempo lo ha fatto registrare il Nissan dei kazakhi Kiril Chernenkov e Alexey Mun. Fra gli SSV ottimo risultato per il Can-Am guidato da Jean-Claude Ruffier, 79enne pilota navigato da Jérome Bos. “E’ stata una speciale divertente con passaggi rapidi e tante dune affrontate senza grossi problemi dal nostro Can-Am. Abbiamo seguito il roadbook alla lettera e siamo contenti di essere arrivati primi fra gli SSV oggi” – ha spiegato Ruffier. Chapeau!

Hunt vince la quarta tappa, Roma comanda la generale

La quarta tappa del rally è iniziata con cinquanta km di asfalto per raggiungere lo start della prova speciale: un settore selettivo di 245 km con piste rapide in direzione dell’Uzbekisthan è stato scenario di questa penultima giornata di gara, impegnativa soprattutto per gli SSV costretti a prestare la massima attenzione per non finire in tratti con solchi profondi. Nonostante l’abbandono sulla speciale del giorno precedente, Hunt, partito oggi 11°, ha recuperato terreno mangiando la polvere degli avversari sino a doppiare auto e camion, aggiudicandosi alla fine la vittoria di tappa in poco più di 2 ore e 15 minuti. “E’ stata una buona speciale anche se verso la fine abbiamo forato. La navigazione non era affatto semplice perché si rischiava spesso di prendere la traccia sbagliata ma Wouter ancora una volta se l’è cavata molto bene!” – ha commentato Hunt. Dietro al britannico di 2 minuti e 22 secondi, Roma ha gestito alla perfezione la sua giornata di gara tagliando il traguardo per secondo ma conservando il primo posto nella generale provvisoria con un buon margine sugli avversari. Al terzo posto di questa penultima manche si è piazzato il Maz del bulgaro Siarhei Viazovich che ha attraversato la linea d’arrivo a 4 minuti da Hunt. Partiti dodicesimi, Serradori e Lurquin hanno concluso la speciale al 4° piazzamento anche se, spesso, la polvere sollevata dai camion davanti ha costretto il pilota alla guida del buggy MCM a fermarsi per ritrovare la visibilità. In categoria SSV il più veloce è stato il Can-Am di Hervé Diers e Alain Brousse mentre in T2 (veicoli di serie) sono stati ancora i kazakhi Chernenkov e Mun su Nissan a conquistare il miglior crono.

Hunt e Roma, gioco a due; Viazovich primo fra i camion

Piste sinuose e a tratti rapide per il quinto settore selettivo di questa edizione del rally: ai piloti sono toccati tole ondulée, woops e persino qualche tratto di trial. A partire dai primi km – 234 quelli in programma da Gamyshlyja Plain a Turkmenbashi – i leader della classifica hanno dato spettacolo sfrecciando veloci sul percorso e sollevando nuvoloni di polvere. I primi tre equipaggi in classifica si sono sorvegliati l’un l’altro mentre altri concorrenti sono stati attardati al finish cercando la pista giusta da seguire. Hunt e Roma hanno tagliato il traguardo con un distacco di 2 minuti e 53 secondi (prima il britannico, poi il catalano), davanti a Serradori/Lurquin a + 5 minuti e 57 secondi dalla Peugeot #205. Fra i camion, il bulgaro del Maz-Sport Rally, Viazovich, ha conquistato la vittoria di giornata davanti a Mardeev e Sotnikov (entrambi su Kamaz). Pitavy/Colomet sono stati ancora una volta gli autori del best lap a bordo del loro Can-Am mentre i turkmeni Hommadov/Annaberdiyev, su Toyota, hanno portato il loro Toyota T2 sul gradino più alto del podio di giornata.

 

Classifica Turkmen Desert Race 2018

  1. #200 Nani Roma/Alex Haro Bravo – Spagna – Mini – T1 – 13h46’39”
  2. #201 Miroslav Zapletal/Marek Sykora – Repubblica Ceca – Hummer – T1 – + 01h08’47”
  3. #401 Siarhei Viazovich/Pavel Haranin/Andrei Zhyhulin – Bielorussia – Maz – T4 – +01h27’38”
  4. #100 Hojaguly Annamammedow/Gaygysyz Akmyradow – Turkmenistan – Mini – T1 -+01h43’54”
  5. #400 Airat Mardeev/Dmitrii Svistunov/Akhmet Galiautdinov – Russia – Kamaz – T4 -+01h48’17”
  6. #402 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilgiz Akhmetzianov – Russia – Kamaz – T4 – +01h48’17”
  7. #202 Denis Krotov/Dmytro Tsyro – Russia – Bmw – T1 – +02h02’47”
  8. #403 Aliaksei Vishneuski/Maksim Novikau/Andrei Neviarovich – Bielorussia – Maz – T4 – +02h16’17”
  9. #218 Vincent Thijs/Tom De Leeuw – Belgio – Toyota – T1 – +02h23’29”
  10. #208 Balazs Szalay/Laszlo Bunkoczi – Ungheria – Opel – +03h29’04”
  1. #214 Dario De Lorenzo/Aldo De Lorenzo – Italia – Proto – T1 – +29h26’21”

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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Jorge Cunha

Alrajhi e Karginov: la Russia ha i suoi nuovi Zar

 

Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally), in categoria auto, e Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion, hanno conquistato la vittoria di questa ottava edizione della Silk Way conclusasi dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca.

Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde con la shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo. Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way: anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini ha perso meno tempo rispetto alle rivali. “Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji – e dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”. Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati: passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way. Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Come molti altri partecipanti, Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore su un percorso ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah – Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione…quello l’avrei conquistato sicuramente io!”. Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento grazie a una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT: una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”. Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h): qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo. Quanto a Harry Hunt, il britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay, ha invece approfittato dell’ultimo settore selettivo della gara, accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, per aggiudicarsi la seconda vittoria di tappa su questo rally raid. Al termine di un’appassionante settimana di gara, con continui colpi di scena sportivi, la celebre Piazza Rossa moscovita ha accolto ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.

Categoria T2 e T3: Zi Yun Gang e Mariia Oparina

Allo start della Silk Way su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200) non potevano sperare in un risultato migliore dimostrando tutta la loro bravura sui percorsi impegnativi nel sud della Russia conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie. Già vittoriose a Xi’An in Cina durante l’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il loro Maverick X3 sul gradino più alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Il secondo piazzamento è andato al bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo davanti a Nicolas Duclos (Polaris RZR #117), compagno di scuderia fra le fila del Team Xtreme Plus.

L’Italia alla Silk Way: Marco Piana

Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana, pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Nicolas Duclos e Frédéric Chavigny e del polacco Robert Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore: come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana – Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono altrettanto impegnative, piene di woops e tratti veloci che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo invece  è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.

 

Le donne in gara

Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie. Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento dello scorso anno ha riportato nuovamente sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) lo scorso anno: alla guida del loro Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo. Chapeau!

Camion: a Karginov la vittoria 2018

La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria. Il podio per il celebre marchio di Nabereznye Celny era fuori dubbio anche se in realtà gli occhi degli spettatori erano più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa: Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente e cambio automatico. Invece alla guida del suo Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio. “Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev. Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è meritatamente portato a casa il titolo di questa SWR: assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares. Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota alla guida del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia: a fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda. Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara: assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Mitsugu Takahashi, su Hino Ranger 500 Series, a scendere in campo è stato anche il padre Yoshimasa (con Ahito Sakurai): all’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.

Il percorso

Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia: oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa. Qui, ogni anno il campionato russo di tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle loro mani e la definiscono “il loro Merzouga”. Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk: start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi); tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km; Elista-Astrakhan (332 km di speciale); Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km; Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6); Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.

Info su www.silkwayrally.com

Classifica Silk Way Rally – auto

  1. #103 Yazeed Alrajhi/Timo Gottschalk (SAU-DEU) – Mini John Cooper Works Rally – 23h49m14s
  2. #101 Nasser Al-Attiyah/Mathieu Baumel (QAT-FRA) – Toyota Hilux – +1h08m12s
  3. #108 Mathieu Serradori/Fabian Lurquin (FRA-BEL) – MCM Original – +5h07m07s
  4. #116 Sergei Kariakin/Anton Vlasiuk (RUS) – Maverick X3 903TCIC Can-Am – +7h33m13s
  5. #115 Mariia Oparina/Taisiia Shtaneva (RUS) – Maverick X3 Atmo BRP – +8h43m43s
  6. #130 Petar Cenkov/ Plamen Nikolov (BGR) – Quaddy YXZ1000R – +8h56m39s
  7. #124 Alexey Berdinskikh/Kiril Shubin (RUS) – BRP Can-Am Maverick X3 XRS – +9h05m20s
  8. #134 Yun Gang Zi/Song Jun (CHN) – Toyota Land Cruiser 200 – +9h37m44s
  9. #110 Andrey Rudskoy/Evgenii Zagorodniuk (RUS) – G-Force Bars – +9h41m33s
  10. #122 Alexander Rusanov/Alexsei Maltsev (RUS) – Gaz 23107 – +10h41m22s
  1. 18. #137 Marco Piana/David Giovannetti (ITA) – Toyota Land Cruiser – +34h33m35s

Classifica Silk Way Rally – camion

  1. #309 Andrey Karginov/Andrey Mokeev/Igor Leonov (RUS) – Kamaz 43509 – 25h26m12s
  2. #303 Airat Mardeev/Aydar Belyaev/Akhmet Galiautdinov (RUS) – Kamaz 43269 – +18m02s
  3. #306 Anton Shibalov/Dmitrii Nikitin/Ivan Romanov (RUS) – Kamaz 43269 – +1h03m29s
  4. #311 Sergey Kupriyanov/Alexandr Kupriyanov/Dmitrii Svistunov (RUS) – Kamaz 4326 – +1h51m29s
  5. #301 Eduard Nikolaev/Evgenii Iakovlev/Vladimir Rybakov (RUS) – Kamaz 43509 – +2h19m14s
  6. #308 Teruhito Sugawara/Mitsugu Takahashi (JPN) – Hino Ranger 500 Series – +3h01m35s
  7. #312 Mikhail Shklyaev/Alexsandr Laguta (RUS) – Gaz C41R13 – +12h32m17s
  8. #317 Boleslav Levitskii/ Stanislav Dolgov (RUS) – Gaz C41R13 – +13h14m10s
  9. #314 Yoshimasa Sugawara/ Ahito Sakurai (JPN) – Hino Ranger – +23h00m52s
  10. #300 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilnur Mustafin (RUS) – Kamaz 43509 – +104h59m43s

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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto S. Vietto Ramus e MCH Photo