Alrajhi e Karginov: la Russia ha i suoi nuovi Zar

 

Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally), in categoria auto, e Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion, hanno conquistato la vittoria di questa ottava edizione della Silk Way conclusasi dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca.

Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde con la shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo. Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way: anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini ha perso meno tempo rispetto alle rivali. “Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji – e dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”. Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati: passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way. Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Come molti altri partecipanti, Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore su un percorso ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah – Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione…quello l’avrei conquistato sicuramente io!”. Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento grazie a una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT: una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”. Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h): qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo. Quanto a Harry Hunt, il britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay, ha invece approfittato dell’ultimo settore selettivo della gara, accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, per aggiudicarsi la seconda vittoria di tappa su questo rally raid. Al termine di un’appassionante settimana di gara, con continui colpi di scena sportivi, la celebre Piazza Rossa moscovita ha accolto ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.

Categoria T2 e T3: Zi Yun Gang e Mariia Oparina

Allo start della Silk Way su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200) non potevano sperare in un risultato migliore dimostrando tutta la loro bravura sui percorsi impegnativi nel sud della Russia conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie. Già vittoriose a Xi’An in Cina durante l’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il loro Maverick X3 sul gradino più alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Il secondo piazzamento è andato al bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo davanti a Nicolas Duclos (Polaris RZR #117), compagno di scuderia fra le fila del Team Xtreme Plus.

L’Italia alla Silk Way: Marco Piana

Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana, pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Nicolas Duclos e Frédéric Chavigny e del polacco Robert Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore: come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana – Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono altrettanto impegnative, piene di woops e tratti veloci che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo invece  è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.

 

Le donne in gara

Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie. Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento dello scorso anno ha riportato nuovamente sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) lo scorso anno: alla guida del loro Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo. Chapeau!

Camion: a Karginov la vittoria 2018

La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria. Il podio per il celebre marchio di Nabereznye Celny era fuori dubbio anche se in realtà gli occhi degli spettatori erano più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa: Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente e cambio automatico. Invece alla guida del suo Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio. “Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev. Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è meritatamente portato a casa il titolo di questa SWR: assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares. Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota alla guida del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia: a fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda. Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara: assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Mitsugu Takahashi, su Hino Ranger 500 Series, a scendere in campo è stato anche il padre Yoshimasa (con Ahito Sakurai): all’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.

Il percorso

Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia: oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa. Qui, ogni anno il campionato russo di tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle loro mani e la definiscono “il loro Merzouga”. Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk: start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi); tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km; Elista-Astrakhan (332 km di speciale); Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km; Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6); Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.

Info su www.silkwayrally.com

Classifica Silk Way Rally – auto

  1. #103 Yazeed Alrajhi/Timo Gottschalk (SAU-DEU) – Mini John Cooper Works Rally – 23h49m14s
  2. #101 Nasser Al-Attiyah/Mathieu Baumel (QAT-FRA) – Toyota Hilux – +1h08m12s
  3. #108 Mathieu Serradori/Fabian Lurquin (FRA-BEL) – MCM Original – +5h07m07s
  4. #116 Sergei Kariakin/Anton Vlasiuk (RUS) – Maverick X3 903TCIC Can-Am – +7h33m13s
  5. #115 Mariia Oparina/Taisiia Shtaneva (RUS) – Maverick X3 Atmo BRP – +8h43m43s
  6. #130 Petar Cenkov/ Plamen Nikolov (BGR) – Quaddy YXZ1000R – +8h56m39s
  7. #124 Alexey Berdinskikh/Kiril Shubin (RUS) – BRP Can-Am Maverick X3 XRS – +9h05m20s
  8. #134 Yun Gang Zi/Song Jun (CHN) – Toyota Land Cruiser 200 – +9h37m44s
  9. #110 Andrey Rudskoy/Evgenii Zagorodniuk (RUS) – G-Force Bars – +9h41m33s
  10. #122 Alexander Rusanov/Alexsei Maltsev (RUS) – Gaz 23107 – +10h41m22s
  1. 18. #137 Marco Piana/David Giovannetti (ITA) – Toyota Land Cruiser – +34h33m35s

Classifica Silk Way Rally – camion

  1. #309 Andrey Karginov/Andrey Mokeev/Igor Leonov (RUS) – Kamaz 43509 – 25h26m12s
  2. #303 Airat Mardeev/Aydar Belyaev/Akhmet Galiautdinov (RUS) – Kamaz 43269 – +18m02s
  3. #306 Anton Shibalov/Dmitrii Nikitin/Ivan Romanov (RUS) – Kamaz 43269 – +1h03m29s
  4. #311 Sergey Kupriyanov/Alexandr Kupriyanov/Dmitrii Svistunov (RUS) – Kamaz 4326 – +1h51m29s
  5. #301 Eduard Nikolaev/Evgenii Iakovlev/Vladimir Rybakov (RUS) – Kamaz 43509 – +2h19m14s
  6. #308 Teruhito Sugawara/Mitsugu Takahashi (JPN) – Hino Ranger 500 Series – +3h01m35s
  7. #312 Mikhail Shklyaev/Alexsandr Laguta (RUS) – Gaz C41R13 – +12h32m17s
  8. #317 Boleslav Levitskii/ Stanislav Dolgov (RUS) – Gaz C41R13 – +13h14m10s
  9. #314 Yoshimasa Sugawara/ Ahito Sakurai (JPN) – Hino Ranger – +23h00m52s
  10. #300 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilnur Mustafin (RUS) – Kamaz 43509 – +104h59m43s
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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto S. Vietto Ramus e MCH Photo

TranssylvaniaTrophy 2018, ultimate adventure

Dorin Toma/Jan Willem Eek (Adventure) e Gordan Krota/Robert Prodan (Trophy): sono loro i vincitori di quest’avvincente challenge offroad che si è svolto sui tracciati della terra di Dracula, fra vampiri e castelli. Vi raccontiamo come è andato.

 

Trial, fango e rock crawling: dopo sei giorni di offroad nella misteriosa “terra di Dracula” il Transsylvania Trophy, uno dei più blasonati challenge 4×4 dell’est Europa, ha incoronato i suoi vincitori. A conquistare il podio assoluto nella categoria Adventure sono stati il pilota romeno Dorin Toma, navigato dall’olandese Jan Willem Eek, su un performante Patrol, al traguardo in poco più di 20 ore mentre l’equipaggio ungherese #110 composto da Gordan Krota e Robert Prodan (Proto) si è aggiudicato il primo piazzamento fra gli iscritti della Trophy. A fare da scenario a questa bella gara di fuoristrada estremo, ancora una volta egregiamente organizzata da Sorin Parvulescu e dal club ACS Transsylvania Off Road, i dintorni del villaggio di Hunedoara, nella regione storica della Transilvania. Qui, dal 17 al 23 Giugno, quasi 40 team provenienti da mezz’Europa e non solo (Romania, Ungheria, Austria, Italia, Francia, Portogallo, Olanda, Danimarca, Belgio, Germania, Svezia e Israele) si sono sfidati su un tracciato a margherita con oltre 600 km di prove speciali a road book.

Dopo le formalità d’iscrizione e il briefing al campo base Casiana a Ciulpaz (Hunedoara), il challenge ha preso il via con il prologo che ha decretato l’ordine di partenza per la prima giornata di gara dove Toma/Willem Eek (Adventure) e Pestean/Suciu (Trophy) hanno fatto registrare i migliori tempi, rispettivamente 5h44’02 e 2h56’47”. Altrettanto tecnica e impegnativa, complice anche la pioggia torrenziale, si è rivelata la seconda tappa di questa edizione del Transsylvania Trophy che ha visto il team romeno/olandese #201 aggiudicarsi il best lap con 4h56’02” mentre fra gli schieramenti della Trophy i vincitori di giornata sono stati Krota & Prodan al finish in poco meno di 3 ore con un importante vantaggio di oltre mezz’ora sui romeni alla guida del Proto #119. Una divertente prova speciale su circuito ha invece impegnato gli iscritti delle due categorie nella terza manche del TT2018: a fine tracciato i più veloci sono stati gli austriaci dell’equipaggio #103, Christian Wulz e Marcel Koban (Trophy) con 32 minuti, e gli svedesi Kristian Larsson e Olof Lagerqvist (Land Rover Defender) al traguardo in 31’20” fra le fila dell’Adventure. Eccellenti anche i tempi registrati nelle ultime due PS con i team più agguerriti che mai per salire sul podio e portarsi a casa la vittoria di questa edizione del trofeo. Nella Trophy il primo piazzamento provvisorio della 4 PS è andato nuovamente al duo Krota/Prodan, ben determinati ad aggiudicarsi il traguardo finale, mentre a strappare il miglior crono della SS5 è stato il Proto #103 di Wulz e Koban davanti a un nutrito gruppo di team al finish uno dietro l’altro in un manciata di secondi. Per l’Adventure il Patrol #201 di Dorin Toma si è aggiudicato il best lap della prova 4 conquistando un ottimo 3h43’49 e distanziando di oltre 30 minuti l’equipaggio di un altro Patrol in gara, quello dei romeni Cornea/Sze; la quinta special stage è andata invece all’equipaggio belga di Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel su Defender che ha completato la prova in meno di 4 ore. Schierati nella categoria Trophy anche due team con co-driver italiani: Maurilio Zani, navigatore di Marian Andreev, su Jeep, e Thomas Tonicello, seduto alla destra di Pedro Pinto, su Pink Panther. Per loro il Transsylvania Trophy si è concluso con un 6° e 11° piazzamento nella classifica generale dopo aver superato passaggi insidiosi fra rocce e tratti di terreno quasi impraticabile per via del fango. Le premiazioni finali con le foto di rito ai vincitori e il ringraziamento a sponsor (fra cui Banca Transilvania e Triax Premium Lubricants) e partecipanti hanno concluso quest’avvincente competizione motoristica che negli ultimi anni si è rivelata una delle più interessanti del panorama europeo grazie alla varietà dei percorsi e ai costi d’iscrizione contenuti. Senza dimenticare i panorami misteriosi su cui gareggiare, da sempre celebri per la leggenda del conte Dracula. Pronti per la sfida del prossimo anno? Informazioni su www.transsylvaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).

Classifica categoria Adventure

  1. #201 Dorin Toma e Jan Willem Eek – RO/NL – Patrol – 20h05’20”
  2. #218 Ciprian Gavrila e Catalin Sas – RO – Defender – 24h33’14”
  3. #215 Mario Bijeljencevic e Zdenko Blazevic – BIH – Defender – 25h28’55”
  4. #203 Mihai Cornea e Stefan-Eugen Sze – RO – Patrol – 26h34’42”
  5. #214 Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel – BE – Defender – 27h47’43”
  6. #216 Jimmy Vanderstraeten e Thibaut Schra – BE – Defender – 28h26’37”
  7. #220 Zoltan Ferencz e Stefan Ivascu – HU/RO – Patrol – 28h42’04”
  8. #210 Tibor Baroti e Szabolcs Gabos – HU – Hajdu G – 29h46’46”
  9. #209 Galle Yves e Devoldere Brecht – BE – Tot – 33h29’13”
  10. #219 Kristian Larsson e Olof Lagerqvist – SE – Defender – 34h16’49”

 

Classifica categoria Trophy

  1. #110 Gordan Krota e Robert Prodan – HR – Proto -14h07’45”
  2. #119 Andi Visoiu e Costin Fantana – RO – Proto – 15h28’26”
  3. #101 Claudiu Pestean e Gelu Suciu – RO – Proto – 16h26’48”
  4. #115 Johann Eibensteiner e Harry Deutschmann – AT – Proto – 17h42’42”
  5. #123 Tudor Mircea e Marius Pop – RO – Gekko -17h57’25”
  6. #130 Marian Andreev e Maurilio Zani – RO/IT – Jeep – 18h27’05”
  7. #103 Christian Wulz e Marcel Koban – AT – Proto – 18h35’33”
  8. #Robert Hajdu e Viktor Szopkp – HU – Hajdu Proto – 21h10’54”
  9. #121 Andrei Museteanu e Sorin Melente – RO – G Proto – 21h48’39”
  10. #128 Radu Gusat e Sorin Vasinc – RO – Jeep – 22h09’56”
  11. #112 Pedro Pinto e Thomas Tonicello – PT/IT – Pink Panther – 22h33’12”

 

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Inge Bloeming

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Il collio friulano, Malesia d’Italia

Si è svolta dal 24 al 27 Maggio la 3^ edizione del Rainforest South Europe, manche italiana del circuito Rainforest organizzata dal club FLS Offroad fra colline e vitigni del Friuli. Gli italiani del Red Team e l’equipaggio austriaco X-Iron hanno conquistato la vittoria delle categorie “Preparati” e “Proto”. 

Il percorso raddoppiato e gli inediti passaggi extreme fra roccia e fiume non hanno scoraggiato piloti e co-driver provenienti da tutt’Italia (Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio e Marche), Francia, Austria e Ucraina. Organizzata dal club FLS Offroad con il patrocinio del Comune di Corno di Rosazzo, in provincia di Udine, questa terza edizione del Rainforest South Europe è stata fra le più belle di sempre. Dopo mesi di duro lavoro fra ricognizioni del percorso e logistica delle prove speciali, gli organizzatori hanno saputo offrire ai team partecipanti una gara degna del nome Rainforest: il Collio friulano, fra le sue dolci colline di vitigni, ha sfoggiato scenari malesiani grazie anche alle aziende vinicole Perusini, Viarte e Cadibon che hanno ospitato evento e equipaggi nelle loro tenute. Il prologo del giovedì pomeriggio ha dato inizio ai giochi off-road proseguiti poi con 4 settori selettivi e qualche “crono” in prova speciale fra il venerdì e sabato (alternando le 13 squadre iscritte); a concludere l’appuntamento sportivo un’emozionante prova “one shot” di due giri nella mattinata di domenica.

I terreni dell’azienda Perusini sono stati lo scenario perfetto per il prologo che si è rivelato, sin dall’inizio, all’altezza di questo evento: se l’equipaggio ucraino Sahaidak/Kozdoba, alla guida del Daihatsu Feroza, è stato messo in seria difficoltà da qualche noia meccanica al motore, l’italiano Steven Giusti, navigato da Mirko Alba, pilota del Red Team #33 ha dimostrato performance e affidabilità del suo Suzuki Samurai piazzandolo sul podio provvisorio di giornata. Nella categoria “Proto” a conquistare il punteggio più alto (1000 pt.) è stato il Team Red “Bumba” con Cognini/Aguzzi e il loro Land Rover seguiti dal Team SRM 4×4 Garage di Giaccaglia e Pelliccioni con Toyota BJ e dagli austriaci Patrick/Martin della Jeep #51. Nonostante i primi passaggi impegnativi del prologo tutti gli iscritti hanno completato questo avvio di gara e per brindare alla terza edizione del South Europe i partecipanti, in compagnia del patron dell’RFC, Luis J.A. Wee, hanno partecipato alla serata organizzata presso il ristorante Cabelon di Dolegnano (UD) per assaporare i tipici piatti della gastronomia friulana con applausi per il frico con polenta e gli eccellenti vini del Collio. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Per dirla alla John Belushi la prima giornata di gara, venerdì, ha messo duramente alla prova tutti i team mietendo peraltro anche le prime vittime di questo RFC. Il torrente della prova 2 e i passaggi rocciosi della 4 hanno caratterizzato la giornata che ha proposto salite ripide e lunghe nella SS3: proprio qui i francesi del Team Savoyard, Mathieu e Julien, su Toyota BJ Proto, hanno dato il via alla serie dei roll over della gara, fortunatamente senza alcuna conseguenza per loro e subito pronti per proseguire la manche.

Per la prima volta sui tracciati del Friuli, l’equipaggio #41 ha amministrato la gara con grande bravura raggiungendo passo dopo passo il quarto piazzamento assoluto nella categoria “Proto”. Ben determinati a conquistare la vetta assoluta gli austriaci dell’X-Iron su Jeep che già nella stage 1 hanno totalizzato il punteggio più alto pur se tallonati costantemente da Cognini & Aguzzi che hanno concluso a 1870 punti (stesso risultato per il Team Meo Max Max 4×4): il Land Rover #53 ha tenuto testa a Eibensteiner/Werner in tutte le speciali attardato solo da una serie di forature che lo hanno infine piazzato al secondo gradino della generale con un distacco di soli 270 punti. Ottima anche la prestazione del team campione in carica 2017: Christian Wulz e Marcel Koban, con il loro prototipo Jeep Prolog GM LS1 motorizzato 5.7 V8, hanno però portato a termine la prova crono attardati da alcuni problemi all’acceleratore dovuti al passaggio nell’acqua alta. Recuperando posizioni nelle altre prove, i due austriaci dell’equipaggio #53 si sono piazzati saldamente sul terzo gradino del podio con 8980 punti totali, risultato che non ha nascosto il loro desiderio di rivincita che li porterà sicuramente a schierarsi alla partenza della prossima edizione. Partecipazione sfortunata invece per i romani del Meo Max Max 4×4 con Massimiliano Meoni e Gianmario Giliucci che hanno portato sui tracciati del Collio la mitica Jeep “Black Jaws” rimessa a nuovo per l’occasione: l’equipaggio del TJ V8 ha completato il prologo e la prima prova senza però poter ripartire in quelle successive per le noie meccaniche riscontrate all’impianto del verricello.

Il quinto piazzamento della generale “Proto” è andato a Stefano e Ettore Scaglione, padre e figlio, del Team Ciuenda Garage Energit che oltre alle buone performance della loro Jeep hanno dimostrato, come sempre, grande simpatia. Per loro nonostante qualche inconveniente al verricello e al motore (nel fiume alla stage 2) il risultato ottenuto è stato più che soddisfacente considerando anche i due ribaltamenti che li hanno visti protagonisti, il primo in un passaggio fra le rocce alla PS 4 e l’altro nella cronometrata di domenica. A loro, non può che andare il premio simpatia. Alessio Marchiori e Moreno Segat, su TJ 4.0 (Team Omega), hanno dimostrato ancora una volta grandi doti di affiatamento e conoscenza del territorio portando a termine questa loro partecipazione al quinto posto della generale. Ai nastri di partenza di questa terza edizione del South Europe non sono mancati neppure i campioni del 2016, Alessandro Guidoni e Sergio Moccia, portacolori del Team SRM 4×4 Garage arrivati da Roma assieme ai compagni di scuderia Giaccaglia/Pelliccioni. Entrambi gli equipaggi hanno condotto bene la gara a parte un cappottamento del #45 nella prova cronometrata di domenica e problemi, con successiva rottura, ai verricelli anteriori per tutti e due i team: la loro tappa italiana del Rainforest si è conclusa rispettivamente con un settimo e ottavo posto. Bella esperienza anche per Gianni Penna, navigato da Jan Furlan, che in questa “prima” all’RFC ha concluso tutte le prove superando anche gli ostacoli più impegnativi con il suo Suzuki Samurai (Team Schiacciasassi). Sfortunata infine la gara per il team austriaco Hot Rod Garage con Patrick Schoffmann e Martin Glanzer: noie al winch della loro Jeep Proto li hanno costretti a ritirarsi sulla prova 1 dopo un ottimo punteggio conquistato al prologo e nella manche 2 obbligandoli poi però al ritiro definitivo. Fra applausi e foto ricordo, domenica si sono svolte le premiazioni finali: Luis J.A. Wee ha consegnato ai vincitori delle due categorie l’iscrizione gratuita per l’evento in programma a fine Novembre/inizio Dicembre in terra malese e un buono del valore del 50% e del 30% di sconto ai secondi e terzi classificati. A tutti è stato inoltre assegnato un voucher di 300$ per poter raggiungere la Malesia e seguire di persona il Rainforest.

Il primo dei “Prototipi” ha inoltre ricevuto un motore per verricello offerto da MBCorse 8274 Power mentre al vincitore dei “Preparati” è andata una scatola relay sempre per winch MBCorse. Infine RM Custom ha omaggiato con un premio speciale l’equipaggio che più si è distinto per aiutare gli altri concorrenti in difficoltà durante le special stages: Marchiori & Segat. Per l’ottima riuscita del Rainforest South Europe si ringraziano: gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni; le aziende vinicole di Corno di Rosazzo (Cadibon, Perusini e Viarte) per aver messo a disposizione le loro tenute in occasione dello svolgimento della gara; lo sponsor ufficiale Il Maialotto Gradisca d’Isonzo (GO); gli sponsor Ciemme Liquori, Coop, Cortem Group, Felcaro, RM Custom, MB Corse, TLT, Birra Agricola, Mi Libertad, Compagnia Arceri, Corte di Castello, Cottali Installazioni, Progetti e Caffè Hausbrandt; lo staff e i collaboratori dell’FLS Offroad; gli equipaggi partecipanti al Rainforest e il pubblico presente.

Classifica RFC South Europe categoria “Preparati”

  1. #33 Red Team – Steven Giusti/Mirko Alba – Italia – Suzuki Samurai – 10000 pt.
  2. #32 Ukrainian Bogatyr – Oleg Sahaidak/Viktor Kozdoba – Ucraina – Daihatsu Feroza – 2010 pt.

Classifica RFC South Europe categoria “Proto”

  1. #52 Team X-Iron – Johann Eibensteiner/Werner Kopeinig – Austria – Jeep Proto 6.1 HEMI V8 – 9660 pt.
  2. #53 Team Red “Bumba” – Simone Cognini/Andrea Aguzzi – Italia – Land Rover – 9390 pt.
  3. #42 Team Wulz Koban – Christian Wulz/Marcel Koban – Austria – Jeep Prolog GM LS1 5.7 V8 – 8980 pt.
  4. #41 Team BJ Savoyard – Mathieu Chapuis/Julien Moro – Francia – Toyota BJ – 8490 pt.
  5. #44 Team Ciuenda Garage Energit – Stefano Scaglione/Ettore Scaglione – Italia – Jeep Proto – 8140 pt.
  6. #50 Team Omega – Alessio Marchiori/Moreno Segat – Italia – Jeep TJ 4.0 6L – 7290 pt.
  7. #45 Team SRM 4×4 Garage – Alessandro Guidoni/Sergio Moccia – Italia – Jeep TJ GM 5.3 Vortec V8 – 6690 pt.
  8. #46 Team SRM4x4 Garage – Andrea Giaccaglia/Patrizio Pelliccioni – Italia – Toyota BJ Proto 4.2 TD 6L – 4640 pt.
  9. #43 Team Schiacciasassi – Gianni Penna/Jan Furlan – Italia – Suzuki Samurai – 4150 pt.
  10. #47 Team Meo Max Max 4×4 – Massimiliano Meoni/Gianmario Giliucci – Italia – Jeep TJ V8 Black Jaws – RITIRATO
  11. #51 Team Hot Rod Garage – Patrick Schoffmann/Martin Glanzer – Austria – Jeep Proto – RITIRATO

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Gianna Vardanega e Inge Bloeming

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Rallye Aicha: le “Gazelles” del Marocco 2018

Si è svolta dal 17 al 31 Marzo la 28esima edizione del rally femminile organizzato da Dominique Serra. Dalla Promenade des Anglais di Nizza alla spiaggia marocchina di Essaouira ecco come è andato l’evento dedicato alle appassionate di off-road.

Hanno percorso più di 1300 chilometri nel deserto del Marocco solo con righello, cartina e bussola, come si faceva una volta. Alla fine, i 165 equipaggi femminili del Rallye Aicha des Gazelles, quest’anno alla sua 28esima edizione, hanno festeggiato la meritata vittoria sulla spiaggia di Essaouira a cui è seguito un elegante gala di chiusura la sera del 31 Marzo. Provenienti da 16 paesi differenti, queste donne (dai 20 agli oltre 60 anni di età) hanno sfidato la sabbia del nord Africa a bordo di 4×4, crossover, moto, quad e auto elettriche. Un traguardo tutto meritato per le 330 partecipanti di cui l’80% ha scoperto qui per la prima volta principi e valori di un rally fuori dal comune: con difficoltà hanno dovuto individuare la giusta rotta da seguire affidandosi alla navigazione all’antica e sfidando se stesse. Senza telefono, GPS e altri ausili tecnologici, hanno affrontato tensioni e problemi ma anche momenti di gioia e di meraviglia davanti alla vastità del deserto che si è presentato ai loro occhi. Un’esperienza unica, fuori dal tempo, difficile da dimenticare: emozionate, dopo 1 prologo e 6 tappe di cui 2 marathon (senza rientro al bivacco e con notte in autonomia nel deserto), all’arrivo sono diventate tutte “gazelles”.

Un rally creato per le donne
È il 1990 quando Dominique Serra immagina il primo raid 4×4 tutto femminile. In quell’anno in Marocco nasce la prima edizione del rally Aicha che diffonde un’immagine diversa dei rally automobilistici: niente velocità né GPS. Solo navigazione alla vecchia maniera e fuoripista impegnativo per un ritorno alle origini più autentiche dell’avventura. “La mia idea? Permettere alle donne di mettersi a confronto in una disciplina solitamente maschile: il bello è che non avevano la minima idea di cosa sarebbero state in grado di fare! E senza perdere mai la loro femminilità!” – racconta entusiasta la fondatrice francese, insignita nel 2013 della croce di cavaliere della Legione d’Onore. Unico evento motoristico al mondo a essere certificato ISO 14001 (norme per l’ambiente), ogni anno l’Aicha des Gazelles riunisce nel deserto del Marocco qualcosa come 300 donne differenti per età, professione, nazionalità e appartenenza sociale. Senza alcuna selezione se non quella basata sulla loro grinta e determinazione, partecipano a una sfida che si fonda su tre grandi principi: tolleranza, solidarietà e perseveranza. Sport e avventura in primo piano dunque ma anche aiuto alle popolazioni bisognose del paese attraversato con azioni concrete portate in campo dall’associazione Coeur de Gazelles che si prodiga per fornire consulenze mediche (da quelle pediatriche alle oftalmologiche) nei villaggi più poveri.

La sfida dei veicoli elettrici: un successo!
Nel 2017, gli organizzatori del rally in collaborazione con Solutions-VE hanno messo alla prova una Citroen E-Mehari per lanciare la nuova categoria E-Gazelles, elettrica al 100%: per la prima volta al mondo, un rally-raid, tra l’altro tutto al femminile, ha visto la presenza di uno schieramento “ecologico”. Una sfida nella sfida che ha richiesto all’equipaggio in gara non solo doti di orientamento ma anche attitudini di eco-guida oltre a una rigorosa gestione dell’autonomia durante ogni tappa del percorso. Forti del risultato ottenuto, quest’anno, 6 veicoli hanno partecipato al rally Aicha schierandosi fra gli eco-veicol: una Citroen E-Mehari, 4 Bluesummer Bolloré e 1 Renault ZOE. Tutti hanno tagliato il traguardo di Essaouira senza alcun problema percorrendo una media di 110 chilometri al giorno e utilizzando circa l’80% della batteria disponibile. “Per le E-Gazelles la principale difficoltà è stata proprio non avere soluzioni per la ricarica dei veicoli durante il giorno: dopo una prima fase di adattamento alle capacità e ai limiti dei mezzi elettrici, le ragazze si sono divertite lungo il percorso tracciato appositamente per loro fra uadi e dunette di sabbia – spiegano gli organizzatori – E’ stato un importante banco di prova per equipaggiamento, autonomia e metodi di ricarica”. La E-Mehari è riuscita a ricaricarsi in totale autonomia grazie a 18 pannelli fotovoltaici. E la Renault ZOE? E’ stata la prima vettura totalmente elettrica a iscriversi nella categoria “crossover” del rally: dotata di minima preparazione (rialzo, pneumatici da sabbia e poco di più) ma completamente di serie per il resto a cominciare da batteria, motore e trazione, rigorosamente a 2 ruote motrici. A Essaouira, la Renault ha superato ogni più rosea aspettativa conquistando il secondo piazzamento nella classifica del suo gruppo: alla fine ha percorso più di 1300 km di sterrato ricaricandosi alla fine di ogni tappa in poco più di un’ora di tempo. Il prossimo anno il gruppo E-Gazelles sarà ulteriormente migliorato: l’obiettivo è ora ottimizzare, per i veicoli iscritti, la capacità di carico e le distanze da percorrere.

Come si è svolta l’edizione 2018
Doppia partenza sabato 17 Marzo, prima dal Palazzo Reale del Principato di Monaco, e poi da Nizza, sulla Promenade des Anglais, per questa avvincente edizione del rally: dopo lo start ufficiale della categoria E-Gazelles con la principessa Stéphanie di Monaco, “madrina” d’eccezione, nel pomeriggio è stato il sindaco nizzardo Christian Estrosi a dare il via all’evento motoristico. Fra gli applausi del pubblico presente, gli equipaggi rosa hanno sfilato con i loro veicoli su uno dei lungomare più celebri al mondo. Dopo la traversata del Mediterraneo e l’arrivo in Marocco a Tangeri, la carovana ha raggiunto Rabat, Meknes e Nejjack da dove ha preso inizio il rally. Un prologo, il 21 Marzo, a cui sono seguite le tappe – alcune a margherita – in direzione di Oulad Driss e Foumzguid prima della liason verso Essaouira. Tutti francesi (o quasi) gli equipaggi che si sono aggiudicati il podio assoluto: Hélène Grand’Eury e Charlotte Zucconi nella categoria 4×4/Camion; Laetitia Giraud e Sarah Sourbier fra i crossover/SUV; Elisabeth Kraft e Sonia Baudoin-Guerard fra Quad/Moto/SSV; Natacha Bordry (Svizzera) e Clothilde Hamion per la E-Gazelles. A distinguersi fra gli equipaggi di questa edizione sono state anche Jazmin Grace Grimaldi, la 25enne figlia del principe Alberto di Monaco, alla sua prima partecipazione, in coppia con l’inglese Kiera Chaplin, attrice e nipote di Charlie Chaplin. A bordo di una Jeep Wrangler sono scese in pista Pauline Ducret, figlia della principessa Stéphanie di Monaco, con l’amica e copilota Schanel Bakkouche, stilista di moda. Ancora da Monaco il team con Sophie Richard e Sarah Es Seddiqui, due giovani infermiere del centro cardio-toracico della città monegasca, portacolari dell’associazione Monaco Collectif Humanitaire che ogni anno permette di guarire più di 200 bambini del Terzo Mondo affetti da gravi malattie. E ancora Sandrine Martial e Isabelle Faust che hanno scelto di vivere questa esperienza nel deserto per festeggiare i loro 50 anni (51 e 53 per l’esattezza). Maggiori informazioni su www.rallyeaichadesgazelles.com

Classifica Rallye Aicha des Gazelles 2018

Categoria 4×4/Camion
1. #438 Hélène Grand’Eury e Charlotte Zucconi (Francia)
2. #246 Carole Montillet e Sylvie Godeau Gellie (Francia)
3. #153 Fabienne Galidie (Francia) e Tania Lio-Martinez (Svizzera)

Categoria Crossover/SUV
1. #312 Laetitia Giraud e Sarah Sourbier (Francia)
2. #313 Solen Kerleroux e Carine Poisson (Francia)
3. #310 Sandrine Martial e Isabelle Faust (Francia)

Categoria Quad/Moto/SSV
1. #28 Elisabeth Kraft e Sonia Baudoin-Guerard (Francia)
2. #27 Prune Salti e Elisa Bouland (Francia)
3. #26 Amélie Delachesnais e Emilie Cazal (Francia)

Categoria E-Gazelles
1. #503 Natacha Bordry (Svizzera) e Clothilde Hamion (Francia)
2. #502 Mélanie Mor e Delphine Miquel (Francia)
3. #504 Kiera Chaplin (Regno Unito) e Jazmin Grimaldi (USA)

Categoria 1^ partecipazione al Rallye Aicha des Gazelles
• 4×4/Camion: #139 Léo Gourlieux e Laetitia Bertin (Francia)
• Crossover/SUV: #312 Laetitia Giraud e Sarah Sourbier (Francia)
• Quad/Moto/SSV: #22 Tracy Morandin e Valérie Roche (Francia)

Foto di @Maienga

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Transsylvania Trophy 2018: Are you ready?

La ricetta magica per una buona gara? Organizzazione efficiente, esperienza off-road, percorsi mozzafiato e atmosfera amichevole. In due parole: il Transsylvania Trophy. Torna anche quest’anno l’avvincente challenge a trazione integrale dedicato ai veicoli a quattro ruote motrici (auto, quad e buggy) in programma in Romania dal 17 al 23 Giugno. Cornice di questa sfida motoristica saranno gli impegnativi tracciati nei pressi del villaggio di Hunedoara, nella regione storica della Transilvania, dove sei tappe in condizioni ambientali estreme attenderanno gli equipaggi provenienti da tutt’Europa. Due categorie – adventure e trophy – e qualcosa come più di 600 km di prove speciali a road book (e se trovate errori, l’organizzazione vi rimborserà 20 € per ogni punto del RB sbagliato!). Paesaggi mozzafiato avvolti da leggende e misteri, con immense foreste e vallate, saranno ancora una volta lo scenario di quest’appuntamento motoristico che è ben più di un semplice rally, come spiega Sorin Parvulescu, pilota e organizzatore. “E’ una vera e propria combinazione che mescola trial, Ultra4 racing, fango e rock crawling. Grazie all’esperienza in anni e anni di gare in fuoristrada, abbiamo ideato un evento per chi si diverte con passeggiate turistiche ma anche per chi predilige invece l’aspetto agonistico. Scelta la categoria a cui iscriversi, l’adventure o la più impegnativa trophy, è sufficiente equipaggiare il proprio fuoristrada con la dotazione di sicurezza richiesta e mettersi alla prova sui tracciati delle nostre bellissime montagne”. Insomma, se volete andare in Romania e non essere semplici turisti ma vestire i panni da pilota (o da navigatore) non dovete far altro che iscrivervi al Transsylvania Trophy 2018. E per gli accompagnatori più esigenti? Hunedora e i suoi dintorni offrono monumenti e luoghi d’interesse da visitare come il castello dei Corvino, col grande ponte levatoio, e il lago artificiale Cincis. Il Transsylvania Trophy avrà come base il camping Casiana a Ciulpaz (Hunedora) da cui ogni giorno partirà un percorso a margherita con rientro in serata al quartier generale.

Fra le gare più tecniche dell’est Europa, il TT ha richiamato nel corso degli anni un numero sempre crescente di team romeni e stranieri affascinati dalla formula del challenge e dai paesaggi incontaminati; quest’anno allo start ci saranno team provenienti, oltre che dalla Romania, da Austria, Ungheria, Germania, Francia, Portogallo, Italia, Olanda, Danimarca, Belgio e Israele. La gara prenderà il via domenica 17 Giugno con le registrazioni e il briefing a cui seguirà il prologo (con ordine casuale di partenza per gli iscritti). Per lunedì e martedì manche con navigazione a road book mentre mercoledì 20 andrà in scena una divertente prova speciale su circuito. A concludere questa edizione del challenge, le giornate del 21 e 22 con le ultime due prove previste prima della cerimonia di premiazione (alle ore 22 del 22 giugno). Sabato 23, colazione e saluti finali. I partecipanti all’adventure dovranno essere in regola con l’assicurazione del veicolo e la licenza di guida oltre che disporre della normale dotazione in regola con il codice stradale (luci anteriori e posteriori in primis), pneumatici con misura non superiore a 35’’ (89 mm di diametro) e roll-bar con arco di protezione almeno sino a dietro i sedili anteriori (simile a quello della Jeep Wrangler) con diametro del tubolare non inferiore a 30 mm e spessore 2,5 mm. Per gli schieramenti della categoria trophy sono richiesti equipaggiamenti con gabbie protettive complete (archi singoli o differenti non saranno accettati); nessuna restrizione invece per la gommatura dei mezzi iscritti a questa classe che dovranno però essere rigorosamente mud terrain o con disegno aggressivo (Simex, Booger, Maxxis Trepador,…): AT (al terrain) o invernali, come da regolamento, non saranno invece accettate. Ogni veicolo dovrà inoltre disporre di un verricello (per chi gareggia nella trophy ne sono consigliati due) equipaggiato indifferentemente con cavo in acciaio o tessile (diametro minimo richiesto: 8 mm).

Regolamento di partecipazione e maggiori informazioni sul sito ufficiale www.transsylvaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).

Foto di INGE BLOEMING

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Alla Conquista della Via della Seta

Fra i più blasonati rally raid del panorama internazionale, il Silk Way Rally ha assegnato la vittoria 2017 a due storici marchi del motorsport: Peugeot e Kamaz. Ecco come si è svolta questa settima edizione attraverso Russia, Kazakhstan e Cina.

Tredici tappe (l’ultima, da Zhongwei a Xi’An, annullata per maltempo), 3 paesi attraversati – Russia, Kazakhstan e Cina -, quasi diecimila km totali di percorso di cui 4.094 di prove cronometrate. Poco più di 10° la temperatura minima registrata e oltre 42° la massima. La settima edizione del Silk Way, uno fra i rally raid più lunghi e impegnativi al mondo, ha preso il via il 7 luglio dalla splendida cornice della Piazza Rossa di Mosca, patrimonio mondiale Unesco, ai piedi del Cremlino, dopo le verifiche tecniche e amministrative svoltesi nel complesso olimpico cittadino Luzniki. Due settimane più tardi, il 22 luglio, gli equipaggi hanno raggiuto la città fortezza di Xi’An, punto di partenza della celebre Via della Seta. Un itinerario in parte inedito con le grandi dune del deserto del Gobi e le speciali di Dunhuang e Alashan Youqi protagoniste assolute. Tappa dopo tappa, da Cheboksary a Ufa passando per Kostanay, Astana (con la sua Expo 2017), Semey, Urdzhar e Karamay, la carovana del Silk Way si è fermata a Urumqi per il day off prima di riprendere la propria corsa e raggiungere la celebre terra dell’Esercito di Terracotta per il podio finale e le premiazioni di quello che è stato definito “More than rally, brighter than adventure”. E il prossimo anno questa immensa avventura aprirà le porte anche alle due ruote. Info su www.silkwayrally.com

Cyril Despres, Mr. Silk Way Rally

Ancora loro. I francesi Cyril Despres e David Castera, su Peugeot 3008 DKR, ripetono l’impresa e conquistano per la seconda volta consecutiva la vittoria del Silk Way Rally dopo 13 tappe da Mosca a Xi’An, in Cina. “E’ stata un’avventura immensa: partire dalla Piazza Rossa e arrivare nell’antica capitale delle 13 dinastie è un’emozione indescrivibile – commenta Despres – La chiave per vincere? Non commettere errori (o commetterne pochi) e poter contare su una vettura affidabile. Ho ancora molto da imparare come pilota di auto ma misuro i miei progressi di anno in anno. Vincere qui è stata la miglior preparazione in vista della Dakar”. A bordo della 3008 DKR #100, l’equipaggio del Team Peugeot Total ha conquistato il podio assoluto con un vantaggio di 1 ora e quasi 5 minuti sui connazionali Christian Lavieille/Jean-Pierre Garcin dietro al volante di una BJ40L, performante vettura del nuovo costruttore cinese Baicmotor, al suo esordio proprio al Silk Way. Sfortunata invece la partecipazione di Sébastien Loeb, navigato dal monegasco Daniel Elena: dopo aver condotto la gara in testa alla classifica tutta la prima settimana con un ritmo impressionante e conquistando ben 4 vittorie di tappa, il nove volte campione del mondo rally alla guida della Peugeot #104 è stato costretto al ritiro in seguito a un incidente accorso nella tappa Urumqi-Hami dopo essser finito ad alta velocità in un canale di scolo e aver riportato una brutta contusione a un dito.

Quinto importante piazzamento nella generale invece per l’altro portacolori del Team Peugeot, quello Stéphane Peterhansel, in coppia con Jean-Paul Cottret, vincitore della Dakar 2017 (oltre che del maggior numero di Dakar nella storia di questo rally). Dopo aver perso due ore per un incidente nella 4 giornata di gara (la sua Peugeot ha cappottato diverse volte), il francese è risalito dal fondo della classifica sino alla top 5 finale aggiudicandosi più prove cronometrate di tutti gli altri piloti in questa edizione della gara. “Angelo custode” di Despres, Mr. Peter ha però dovuto abbandonare ogni velleità di vittoria assoluta dimostrando un grande spirito di squadra nell’aiutare il compagno a mantenere il comando della generale arrivando così tranquillamente sino a Xi’An. Sul terzo gradino del podio è salito invece il cinese Wei Han, con il co-driver Liao Min: la sua guida “pulita” dietro al volante del Geely SMG Buggy #107 gli è valsa una meritatissima medaglia di bronzo che lo ha portato alla finish-line con un gap di circa 1 ora e 11 minuti dal primo classificato. Ma la settima edizione del Silk Way Rally parla anche italiano grazie alla splendida vittoria riportata da Eugenio Amos su Ford TRX08LMOD con i colori del Team 2 Wheels Drive: il giovane pilota di Varese, classe 1985, navigato dal francese Sébastien Delaunay, è stato fra i protagonisti di questo rally raid conquistando un primo piazzamento nella SS 10 da Hami a Dunhuang (con un tempo di 3h24m24s e a +46s dal saudita Alrajhi su Mini).

Dopo aver percorso gli 87 km di trasferimento, Amos, con una carriera decennale alle spalle da pilota semiprofessionista su pista, ha iniziato la speciale in 6^ posizione: “Un centinaio di km dopo mi sono reso conto che la polvere degli equipaggi davanti a me non era così lontana e mi sono detto che forse potevamo farcela – racconta Eugenio – Ho cercato di guidare al meglio e Sébastien non ha commesso alcun errore di navigazione: non ci siamo mai persi e quando io ho mostrato qualche segnale di nervosismo dietro al volante, lui è sempre rimasto calmo. Dopo aver sorpassato la Peugeot di Peterhansel a 5 km dal traguardo mi sono reso conto di quello che stava realmente accadendo. Un’emozione incredibile, difficile da spiegare. Il nostro è un piccolo team famigliare dove tutti lavorano ogni minuto per far sì che il buggy sia pronto al meglio delle condizioni ogni giorno per lo start. Quella vittoria è per tutti noi!”. Grazie a questo risultato e ai buoni piazzamenti ottenuti nelle altre tappe, Amos – primo italiano a vincere una speciale in un rally blasonato come il Silk Way dopo anni – ha concluso la sua partecipazione al quarto posto della generale. Rallentata invece da alcuni inconvenienti (fra cui la sfortunata foratura di due pneumatici nell’arco di 50 metri nella stage da Alashan Youqy a Zhongwei) la corsa al traguardo dell’altro equipaggio tricolore, Pietro Cinotto/Fulvio Zini: per il Polaris RZR 900EBO del Team Xtreme Plus solo un 23° piazzamento nonostante tanta grinta e determinazione. Se i francesi Pelichet/Decre su Toyota Hilux (Team Raid Lynx) si sono piazzati ottavi con un ritardo di poco più di 1 minuto dai cinesi Liu/Fang con l’altro Geely SMG Buggy, nella top ten della overall si sono anche classificati gli equipaggi X-Raid Mini John Cooper Works Rally: nono posto per gli americani Bryce Menzies e Peter Mortensen, che hanno conquistato alcuni buoni piazzamenti di tappa, al traguardo davanti ai compagni di squadra Jazeed Alrajhi e Tom Colsoul con un vantaggio di 1 ora e venti minuti. Forte del record del mondo nel salto in lungo in 4×4 (15 metri), il giovane Menzies ha dato prova di ottime doti da driver in questo rally dalle grandi distanze piazzandosi davanti all’esperto Alrajhi, secondo assoluto alla scorsa edizione del Silk Way. Da segnalare anche il 15° piazzamento dell’unico equipaggio femminile in gara composto dalle russe Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva con il loro Maverick X3 XRS DPS. A conquistare invece il podio assoluto nel China Grand Rally, svoltosi nell’ambito del SWR, sono stati Feng Chen & Yi Cheng Wang su Toyota Hilux al finish in 22h05m02s davanti a Wang/Lian (MRP11) a +11m38s e ai terzi classificati Zhang/Wang su Han Wei Racing Car SMG (+1h21m48s).

E l’armata Kamaz domina fra i trucks

Se la Casa del Leone ha dettato legge nella categoria auto, in quella truck il colore vincente è stato il “blu Kamaz”. L’armata di Naberejnye Tchelny è stata infatti protagonista indiscussa del SWR aggiudicandosi i primi tre posti della generale e piazzando il quarto camion (guidato da Eduard Nikolaev, vincitore dell’ultima Dakar) nella top ten. Una sfida interessante quella all’interno della stessa equipe russa che dopo 13 lunghi giorni ha visto Dmitry Sotnikov conquistare la medaglia d’oro in 43 h45m38s davanti al compagno di squadra Anton Shibalov al traguardo con un distacco di soli 6m04s. Terzo piazzamento infine per il detentore del podio della passata edizione, Airat Mardeev – in cabina con Aydar Belyaev e Dmitrii Svistunov – al finish con un ritardo di 23m12s. A infastidire la casa costruttrice fondata nel 1969 ci ha pensato il pilota kazako Artur Ardavichus, new entry del Petronas De Rooy Iveco Team alla guida del Powerstar #310. Navigato dal belga Serge Bruynkens (e a partire dalla tappa 11 dallo spagnolo Marco Ferran Alcayna, fino a quel momento co-driver di Ton Van Genugten), Ardavichus si è evidenziato per una guida lineare e improntata a non assumere rischi che alla fine ha premiato la tattica adottata consegnandogli un meritato e prestigioso 4° piazzamento a +2h40m27s dal primo classificato.

Anche nei trucks dunque la classifica finale parla italiano con il marchio Iveco presente nella top ten con un altro equipaggio, quello del driver olandese Ton Van Genugten (assieme a Bart De Gooyert e Bernard der Kinderen) dietro al volante del Trakker #306, 6° nella overall. Buona la prova anche per il bulgaro Viazovich, su Maz 5309RR, quinto al traguardo davanti di due posizioni al compagno Vishneuski e di tre dall’altro teammate, Aleksandr Vasilevsk. Meno brillante purtroppo, per via di alcune noie meccaniche, la partecipazione al Silk Way Rally di uno dei grandi favoriti alla vittoria di questa 7^ edizione, l’olandese Gerard De Rooy (in cabina con Moi Torrallardona e Darius Rodewald), dietro al volante del rinnovato Iveco Powerstar. “Il nostro obiettivo principale al Silk Way è stato quello di testare il nuovo camion e tutte le modifiche apportate in vista della Dakar – spiega De Rooy – Il Silk Way è un rally lungo e impegnativo con tappe difficili, occasione perfetta dunque per un test degno di tale nome. Un terreno vario ad ogni tappa con tratti tecnici alternati ad altri di guida veloce. Un’esperienza importante indipendentemente dal risultato finale”. Undicesimo e dodicesimo posto infine per altri due nomi blasonati della categoria: il ceco Martin Kolomy, su Tatra Phoenix, e il giapponese Teruhito Suguwara alla guida del suo Hino 500 Series.

Classifica Silk Way Rally 2017 – AUTO

1. Cyril Despres/David Castera (FRA) – Peugeot 3008 DKR – 41h46m25s

2. Christian Lavieille/Jean-Pierre Garcin (FRA) – Baicmotor BJ40L – +1h04m39s

3. Wei Han/Liao Min (CHN) – Geely SMG Buggy – +1h11m29s

4. Eugenio Amos/Sébastien Delaunay (ITA-FRA) – Ford TRX08LMOD – +2h12m12s

5. Stéphane Peterhansel/Jean-Paul Cottret (FRA) – Peugeot 3008 DKR – +2h37m27s

6. Binglong Liu/He Sha (CHN) – Baicmotor BJ40L – +3h13m49s

7. Kun Liu/Mingji Fang (CHN) – Geely SMG Buggy – +3h26m07s

8. Jérome Pelichet/Eugénie Decre (FRA) – Toyota Hilux – +3h27m46s

9. Bryce Menzies/Peter Mortensen (USA) – Mini John Cooper Works Rally – +4h05m502

10. Jazeed Alrajhi/Tom Colsoul (SAU-BEL) – Mini John Cooper Works Rally – +5h29m19s

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15. Mariia Oparina/Taisiia Shtaneva (RUS) – Maverick X3 XRS DPS – +27h33m20s

23. Pietro Cinotto/Fulvio Zini (ITA) – Polaris RZR 900EB0 +138h42m37s

 

Classifica Silk Way Rally 2017 – CAMION

1. Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/ Ilnur Mustafin (RUS) – Kamaz 43509 – 43h45m38s

2. Anton Shibalov/Andrey Mokeev/Dmitrii Nikitin (RUS) – Kamaz 43269 – +6m04s

3. Airat Mardeev/Aydar Belyaev/ Dmitrii Svistunov (RUS) – Kamaz 43269 – +23m12s

4. Artur Ardavichus/Marco Ferran Alcayna/ Michel Huisman (KAZ/ESP/NLD) – Iveco Powerstar – +2h40m27s

5. Siarhei Viazovich/Pavel Haranin/Andrei Zhyhulin (BLR) – Maz 5309RR – +6h28m56s

6. Ton Van Genugten/Bart De Gooyert/Bernard der Kinderen (NLD) – Iveco Trakker – +9h39m10s

7. Aliaksei Vishneuski/Maksim Novikau/Andrei Neviarovich (BLR) – Maz 5309RR – +9h57m27s

8. Aleksandr Vasilevsk/Dzmitry Vikhrenka/Anton Zaparoshchanka (BLR) – Maz 5309RR – +10h37m07s

9. Miklos Kovacs/Peter Czgledi/Laszlo Acs (HUN) – Scania Qualisport Torpedo – +17h53m15s

10. Eduard Nikolaev/Evgenii Iakovlev/Vladimir Rybakov (RUS) – Kamaz43269 – +108h16m53s

—-

16. Gerard De Rooy/Moi Torrallardona/Darius Rodewald – (NLD/ESP/NLD) – Iveco Powerstar – +321h25m54s

 

Classifica Silk Way Rally 2017 – China Grand Rally – AUTO

1. Feng Chen/Yi Cheng Wang (CHN) – Hilux – 22h05m02s

2. Xin Gang Wang/Jun Tao Lian (CHN) – MRP11 – +11m38s

3. Ming Zhang/Zeng Rong Wang (CHN) – Han Wei Racing Car SMG – +1h21m48s

 

Leggi l’articolo di anteprima: http://www.offroadweb.it/silk-way-rally-2017/

 

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EXPO, Happy Birthday to You!

Per il sesto anno consecutivo l’Expo Valpellice ha richiamato centinaia di visitatori che dal 21 al 23 Luglio si sono dati appuntamento a Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, per partecipare all’evento fieristico organizzato dal Tribulu Ma Muntu 4×4 Team.

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Igor Fenti e Valentina De Leo

La formula è sempre la stessa, d’altronde squadra (e programma) che vince non si cambia. I percorsi off-road sono quelli che piacciono alle famiglie in Suv ma anche agli irriducibili della guida più estrema perché i tracciati della Val Pellice accompagnano alla scoperta delle celebri cave di pietra di Luserna San Giovanni, accessibili al transito veicolare solo in occasione della fiera. Gli equipaggi provengono da ogni parte d’Italia per divertirsi in un week end all’insegna del 4×4 in un angolo di Piemonte fra i più suggestivi. Gli stand, allestiti da alcune fra le più note aziende italiane del settore a trazione integrale (ma non solo), presentano ogni anno accessori e novità in fatto di preparazioni a quattro ruote motrici; la manche di fuoristrada estremo, valida come prova per il campionato nazionale Warn Trophy Italia, schiera ai nastri di partenza piloti fra i migliori di questa specialità giunti da nord e sud Italia per esibirsi su tracciati tecnici al limite del ribaltamento.

Infine, ma non ultima, la gastronomia locale fatta di eccellenti prodotti tipici piemontesi e sin dalla prima edizione abbinata sapientemente a musica e altre interessanti iniziative per tutti i gusti. Gli ingredienti dell’Expo Valpellice, uniti a grinta e determinazione del sodalizio organizzatore guidato dal nuovo presidente Walter Buffa, ancora una volta hanno fatto approdare in provincia di Torino espositori, club, associazioni, appassionati di questa disciplina motoristica e semplici curiosi che per tre giorni – da venerdì 21 a domenica 23 Luglio – sono stati i veri protagonisti di quello che è ormai considerato, a buona ragione, un collaudato evento del panorama nazionale 4×4, giunto nel 2017 alla sua sesta edizione. Con la perfetta regia del dinamico club Tribulu Ma Muntu 4×4 Team, in collaborazione con Comune e Amministrazione, Pro Loco e Regione Piemonte oltre che con il prezioso supporto dei Comuni di Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, la fiera outdoor è stata anche quest’anno un successo.

A inaugurare l’Expo ci ha pensato la giornata di venerdì dedicata principalmente alle aziende del settore che hanno allestito i loro stand presentando equipaggiamenti 4WD per tutti i gusti (e tutte le tasche). Non sono mancati i marchi storici che da anni seguono fedelmente l’evento fieristico fra cui Brunatti Off Road Equipment e XQuattro con prodotti specifici per le 4×4 di casa Toyota e Jeep; Mudrolling e Ceramic Power Liquid, leader nella distribuzione di ricambi per fuoristrada di qualunque marca il primo e negli additivi e trattamenti per i motori il secondo. E poi ancora Italgiunti con i suoi alberi di trasmissione intercambiabili e i giunti cardanici e Air Line con decine di modelli di compressori adatti a ogni esigenza. E per chi in fiera è andato alla ricerca di un’idea originale da regalare alla propria 4×4 non c’è stato che l’imbarazzo della scelta: dalle livree più suggestive proposte dalla Urban Wrap Design di Torino per trasformare l’auto in una vera opera d’arte sino ai raid più avventurosi nel deserto in compagnia degli amici di Sahara Desert Challenge. Cos’altro? I visitatori hanno potuto ammirare gli interessanti video extreme realizzati dalla Raffo Racing, specializzata in documentari on the road e in reportage su team, officine e mezzi estremi; curiosare fra gli accessori Land Rover con North Wolf e scegliere quelli per Suzuki preparati dalla CMT srl.

Tante aziende e realtà (Cardip Piemonte, Dave 4×4, Jack 4×4, Panda 4×4 Club Aosta, DoctorGlass, XQuattro, Martin 4×4, Automobili Coero Borga, Panda Raid Italia e Race4Tech per citarne alcune) che nuovamente o per la prima volta hanno aderito all’Expo Valpellice con prodotti di qualità e soluzioni innovative per l’allestimento del proprio veicolo. A rendere ancora più frizzante la prima giornata di questa edizione dell’Expo ci hanno pensato le 4×4, sia quelle protagoniste delle piste trial preparate con tanto di dossi, twist, passaggi in laterale e guadi artificiali che quelle impegnate nel prologo del WTI, svoltosi per stabilire l’ordine di partenza della prima prova, prevista, come già l’anno scorso, in notturna e illuminata dalle stelle di un limpido cielo estivo oltre che dai potenti fari dei veicoli. Sabato 22 l’apertura dell’area fieristica ha preceduto la partenza del primo tour nelle cave di pietra: un emozionante percorso di circa 30 chilometri nel sottobosco di Luserna San Giovanni, Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, fra scenari mozzafiato a cavallo delle province di Torino e Cuneo.

Ben 120 gli equipaggi arrivati da ogni luogo d’Italia (fra cui Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Trentino Alto Adige e Toscana) sin qui nel cuore della Val Pellice per affrontare uno dei tracciati a trazione integrale più interessante del panorama motoristico italiano, nella terra che deve la propria celebrità alle pietre ricavate dalle rocce lamellari utilizzate per la costruzione di edifici e arredi urbani. In mattinata gli equipaggi del campionato italiano estremo, per il secondo anno impegnati sugli impervi e rocciosi tracciati di Luserna, sono stati protagonisti di una sfilata nel centro cittadino che fra i suoi monumenti più preziosi annovera il bel Palazzo Civico eretto nel 1872 con il porticato e la decorazione a bande orizzontali rosse e gialle che ricorda lo stile gotico. Un singolare incontro fra tecnologia moderna, quella delle preparazioni 4×4, e architettura del passato che ha sottolineato, ancora una volta, come le discipline sportive possano essere un metodo moderno e alternativo ma altrettanto efficace per la promozione turistica del territorio.

Indossato il casco e allacciate le cinture, piloti e navigatori WTI sono scesi in pista per conquistare la vittoria di giornata fra gli applausi del pubblico presente. Tradizione ormai imperdibile per i partecipanti e i visitatori all’Expo, la gustosa spaghettata di mezzanotte offerta a tutti dallo staff del Tribulu Ma Muntu 4×4 Team. Domenica, giornata clou dell’evento, gli iscritti al campionato targato DeadDogs si sono schierati ai nastri di partenza per la loro terza e ultima prova così come allo start del raduno si sono ritrovati tutti gli altri equipaggi che hanno potuto scegliere se destreggiarsi fra l’emozionante tracciato con ostacoli artificiali o il giro turistico in cava affrontando il grado di difficoltà più appropriato alle proprie abilità di guida. E se è vero che fuoristrada e buona cucina da sempre formano un eccellente connubio, anche in questa edizione dell’Expo Valpellice non sono mancati gli appuntamenti gastronomici a partire dalla grande grigliata a base di carne preparata dai cuochi della Pro Loco per il pranzo di domenica.

A concludere la sesta edizione dell’evento sono state infine l’estrazione dei biglietti della lotteria che ha assegnato gadget e accessori messi in palio dagli sponsor e la premiazione dei vincitori della manche Warn Trophy che ha visto salire sul gradino più alto del podio il team Black Devil davanti a Rutam Black e Rutam Orange nella categoria Extreme mentre la Limited 38 ha consegnato la medaglia d’oro al Team Spider seguito da Mc Gyver e dal Savona Fuoristrada 1. Gli organizzatori ringraziano il Comando per la Tutela Forestale dell’Arma dei Carabinieri, la Protezione Civile di Luserna e Lusernetta per la sicurezza notturna, sponsor, espositori, partecipanti, pubblico e tutti quanti hanno reso possibile la perfetta riuscita dell’Expo Valpellice, ogni anno dedicata al mondo degli appassionati di 4×4. Appuntamento alla prossima edizione!

 

Club organizzatore:

Tribulu Ma Muntu 4×4 Team

Presidente Walter Buffa

Cell. + 39 340 2632016

www.expo4x4valpellice.it

info@expo4x4valpellice.it

 

Evento in collaborazione con: Comune e Amministrazione di Luserna San Giovanni, Pro Loco di Luserna San Giovanni, Comuni di Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, Regione Piemonte.

Durata dell’Expo Valpellice: tre giorni (21-22-23 Luglio)

Edizione: sesta

Equipaggi partecipanti: oltre 120

Regioni di provenienza: Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Toscana e Valle d’Aosta

Comuni interessati dal passaggio del tour: Luserna San Giovanni, Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte.

Lunghezza tour off road nelle cave: 30 chilometri

 

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La Tigre della Malesia

Dopo 26 speciali fra acqua e fango, la foresta pluviale ha assegnato il podio 2017 del Rainforest Challenge al Team Maxxis, l’equipaggio malese già vincitore della passata edizione. Ecco come si è svolta, sotto una pioggia battente, una delle dieci gare off-road più impegnative al mondo.

Verricelli e ancore. Per affrontare i tracciati del Rainforest Challenge, ospitato dal 24 Novembre al 5 Dicembre nello stato malese di Pahang, i partecipanti hanno dovuto sfidare le leggi della natura con l’ausilio di qualche accessorio 4×4. E alla fine la storia si è ripetuta. L’anno scorso un solo punto ha separato il vincitore assoluto dal secondo classificato; quest’anno il distacco è stato più ampio ma i protagonisti sempre gli stessi: Chang Chiew Shen, con il navigatore August Rambil, su proto Suzuki Jimny del Team Maxxis (Malesia) e Kulbak Roman/Pavel Kovalenko, i russi d’acciaio dell’equipaggio #104 alla guida di un altrettanto performante Suzuki. Un’edizione avvincente, fra le più difficili in assoluto della storia ventennale di questa competizione erede del Camel Trophy, come ha raccontato entusiasta Luis J.A. Wee, fondatore del circuito RFC: “Le prove speciali, la pioggia monsonica del nord-est e i fiumi in piena hanno messo a dura prova gli equipaggi di questo Rainforest che sono riusciti però a superare con grinta e caparbietà gli ostacoli messi in campo da Madre Natura. Dallo start iniziale all’uscita dalla famigerata Twilight Zone si sono fatti onore dimostrando di essere dei veri eroi. Qui, nella foresta pluviale della Malesia, fra boscaglie impenetrabili, guadi e fangaie, arrivano e gareggiano solo i più coraggiosi: già essere al via dell’evento significa far parte di quei temerari che hanno l’off-road nel dna”. Più di 30 (33 per l’esattezza) i “competitors” nazionali e internazionali schierati ai nastri di partenza dell’evento che ha preso il via nei pressi del lago artificiale Titiwangsa, a Kuala Lumpur, con la cerimonia di apertura scandita dalle danze locali e dal tradizionale flag-off. Accanto ai volti noti di piloti e navigatori non sono mancate new entry dall’America meridionale: dall’Ecuador, Michael Ribadeneira, con il co-driver Pablo Contreras Mora, su proto Toyota LC, secondi classificati all’RFC Ecuador e, dalla Colombia, Jorge Humberto Sanchez con Ferney Chavarro Amado. E poi ancora le Filippine, rappresentate da ben 3 equipaggi di cui due alla guida di prototipi Land Rover Discovery: Hilario e Hirryan Mendiola, Johnny Sambo e Glen Buena e Karen Soliva Pagquil con Maila Manera Alivia, quest’ultime “ladies of steel” di questo RFC assieme a Nur Aina/Nurul Izzatie (Malaysia – Selangor) e Yeo Kwee con Vivian Chong (Team Blazers), ancora con i colori della Malesia. I partecipanti al RFC hanno ricevuto un caloroso benvenuto dalla capitale malese così come da Kuantan, affacciata sulle rive dell’omonimo fiume alla foce del mar Cinese Meridionale, e da Pekan, la città imperiale che ha accolto la cerimonia di premiazione dell’evento; una pacifica invasione di 4×4, supportata via terra e via aerea dalla Royal Malaysian Police e dalla Police Air Wing, che ha seguito in ogni trasferimento la carovana del Rainforest. Le 8 SS del prologo, nella grande area allestita a Pantai Balok, non hanno deluso le aspettative degli appassionati presenti per assistere allo spettacolo a trazione integrale: a farla da padrone il Team #104 che ha conquistato il podio provvisorio di ben 4 prove speciali mentre il Team Maxxis 119 e l’equipaggio 117 (su Jeep CJ7) hanno fatto registrare 100 punti rispettivamente in 3 e 1 delle speciali.

 

 

Il 26 Novembre il Rainforest ha puntato il gps in direzione di Sg Lambing dove le acque del fiume hanno visto lo svolgimento di alcune prove in notturna prima di essere scenario, nella giornata successiva, delle acrobazie integrali dei concorrenti impegnati nelle SS dalla 13 alle 18; la pioggia incessante della notte e della mattina ha reso difficoltosi persino gli spostamenti fra il campo base, sulle sponde del fiume ormai ingrossato dall’acqua piovana e non di rado visitato dagli elefanti per abbeverarsi, e le prove speciali. Qui la sfida con le forze della natura ha richiesto un grande sforzo nel superare ostacoli naturali e prove di abilità e avanzamento prima di ripartire per Jeram Buluh raggiunta dopo diversi chilometri di asfalto che hanno accompagnato verso i luoghi più selvaggi del territorio di Pahang, attraverso villaggi di case rurali. Le 4 SS “Terminator” hanno nuovamente messo a dura prova gli equipaggi in gara che per procedere sul terreno argilloso della giungla malese hanno dovuto utilizzare, a più riprese, verricelli e ancore. A conquistare il miglior tempo sono stati ancora una volta il Team Maxxis, l’equipaggio malese/vietnamita #117 e i russi dei proto #105 e #103. Per tutti – piloti, media e organizzazione – uscire dalla foresta di Jeram Buluh è stato tutt’altro che semplice a causa del fango dovuto alle avverse condizioni meteo. Il 1° Dicembre il villaggio di Selancar ha dato il benvenuto ai concorrenti con una bella cerimonia alla presenza delle autorità locali e un gustoso rinfresco con i piatti della cucina malese, preludio delle verifiche tecniche ai prototipi da gara che il giorno successivo entreranno nella Twilight Zone di Hulu Pukin, ultima grande battaglia per conquistare il podio finale di questa avvincente sfida con se stessi e la natura. Per due giorni la fitta vegetazione di questa terra ha visto i partecipanti impegnarsi come non mai per attraversare fiumi ingrossati contro corrente, ponti in legno e fangaie interminabili. Quasi 25 i chilometri da affrontare con tiri di verricello, recuperi a prima vista impossibili e tanto fango: ogni squadra ha cercato di completare il percorso per aggiudicarsi i punti in palio. E chi è uscito indenne dalla Twilight Zone” ha meritato, risultato a parte, un posto d’onore nella storia del Rainforest Challenge. Al traguardo delle 4 speciali della TZ, dove gli equipaggi si sono addentrati a gruppi di tre e dove il gioco di squadra è stato indispensabile per conquistare punti preziosi per la classifica finale, il Rainforest ha assegnato il podio 2017. Ai due volte campioni in carica del Team Maxxis è andato, per il terzo anno consecutivo, il gradino più alto del podio con 2486 punti davanti ai russi Kulbak Roman/Pavel Kovalenko, medaglia d’argento con 2383 punti. A completare la top five: Tan Eng Joo/Nguyen Duy Phuong su proto #117, i russi Sergei e Valerii Paniushkin (#107) e Valeriy Lyubarenko/Andrei Katkov, entrambi su Suzuki. Pekan, villaggio malese punteggiato di vecchie costruzioni in legno e case su palafitta, fra orti e palmeti, ha accolto il Rainforest con i suoi edifici coloniali, le botteghe e il colorato mercato del sabato. Qui, dove sorge anche la bianca moschea-museo nota come piccolo Taj Mahal, un “tour imperiale” organizzato grazie alla collaborazione fra autorità locali e l’associazione locale di promozione del territorio è stato cerimonia di chiusura di questa edizione 2017.

 

 

CLASSIFICA GENERALE (primi dieci)
1. Chang Chiew Shen/August Rambil – Malaysia (Sabah)– Team Maxxis – 2486 pt
2. Kulbak Roman/Pavel Kovalenko – Russia – 2383 pt
3. Tan Eng Joo/Nguyen Duy Phuong – Malaysia/Vietnam – 2380 pt
4. Sergei Paniushkin/Valerii Paniushkin – Russia (Sakhalin) – 2019 pt
5. Valeriy Lyubarenko/Andrei Katkov – Russia – 1980 pt
6. Mohd Rasyidi Azni Awang/Zameri Mat Saje – Malaysia (Pahang) – Team Sek Karaa – 1941 pt
7. Hanipa Hamzah/ Mohd Hafizi Che Muhammad – Malaysia (Ranggok Terengganu) – 1868 pt
8. Aleksandr Krutkin/Vsevolod Vorobev – Russia (Sakhalin) – 1834 pt
9. Hilario T. Mendiola/Hirryan V. Mendiola – Philippines – 1687 pt
10. Mohd Fadzil Ahmad/Mohd Hanafi Mohd Hassan – Malaysia (Pahang) – 1396 pt

BOX
Organizzazione: Luis J.A. Wee
Paese: Pahang (Malesia)
Edizione 2017: 24 Novembre – 5 Dicembre
Equipaggi: 33 provenienti da Malesia, Russia, Vietnam, Filippine, Sri Lanka, Colombia, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese, Ecuador, Brunei e India.
Categorie: fino a 3050 cc. diesel, fino a 3050 cc. benzina, da 3051 cc. diesel, da 3051 cc. benzina, pick up di serie.
Si ringraziano: Tourism Malaysia, Government of Pahang, Tourism Pahang, City Hall Kuala Lumpur (DBKL), Petron Malaysia, AENO, Tan Chong, FBlife, Race Auto, Racing Planet, Explorer, Come Up Winch, Tri-Mus Motorsports, ARB 4×4 Accessories, 4WD Equipment, Royal Malaysian Police, General Operations Force (PGA), Police Air Wing, Fire, Medic & Rescue Brigade (Bomba), Rela (Home Guards), Immigration Dept (Pahang & Immigration HQ Putrajaya), Pahang State Forestry Dept, Kuantan Town Council (MPK), Land Office Pekan & Bera, Health Dept Bera, Felda Malaysia Youth Movement (MBFM) Selancar 2, Felda Selancar Dua, Pahang 4×4 Club, Belantara 4×4 Adv Club, Le Apple Klcc Hotel, Swiss Garden Hotel, Kuantan, AnCasa Royale Hotel Pekan, Mutiara Seafood & Bakticon Engineering (Prologue SS), ECERDC (Journeys2Pekan), VIP Guests of Honour for Pekan (Datò Ali Syahbana bin Sabarudin) & Tourism Pahang (Datò Ishak bin Mokhtar).
Albo d’oro Rainforest: Hiew Vui Leong/Liew Siak Kiong (Malesia – 1997); Roger Smith/Paul Van Der Horst (Australia – 1998); Trent Leen/Wayne Smith (Australia – 1999); Michael John Smith/Wayne Richard Smith (Australia – 2000); Steven Tjepkema/Steven Hudson (Australia – 2001); Simon Buck/Matthew J.Cook (Regno Unito – 2002); Tan Kiam Peng/Wong Van Man (Malesia – 2003); Chang Ket Kuin/Chang Ket Viu (Malesia – 2004); Tan Eng Joo/Lee Yit Kiang (Malesia – 2005); Tan Eng Joo/Lee Yit Kiang (Malesia – 2006); Gee Len Fatt/Chiah Kam Chui (Malesia – 2007); Wong Kock Phin/Mak Chee Ming (Malesia – 2008); Loo Fu Siong/Edward Benggon (Malesia – 2009); Chai Mun Shin/Linus Ngieng Hok Taur (Malesia – 2010); Mervin Lim/Hamizan Abdul Hamid (Malesia – 2011); Kulbak Roman/leonav Alexander (Russia – 2012); Tan Eng Joo/Tan Choon Hong (Malesia – 2013); Kulbak Roman/Kovalenko Evgenii (Russia – 2014); Chang Chiew Shen/Lo Fui Min (Malesia – 2015); Chang Chiew Shen/Edward Benggon (Malesia – 2016).

Web: http://www.rainforest-challenge.com

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Suzuki, la Regina dei Balcani

RFC Balkans: le Suzuki Samurai e Jimny degli equipaggi Pavlov/Bankov e Kirov/Tuhchieva si aggiudicano la vittoria di categoria (Competitors e Adventure Sport) nella manche bulgara del Rainforest Challenge. Ecco come è andata questa prova della Global Series.
Sui pendii meridionali dei monti Balcani, a 70 km dalla capitale Sofia, il villaggio di Chelopech è terra di off-road. Qui, dove sorge una delle più grandi miniere d’oro del paese e del mondo intero, strane formazioni rocciose erose dal lento trascorrere del tempo sono state la cornice del Rainforest Challenge Balkans, tappa della Global Series ideata da Luis J.A. Wee, fondatore vent’anni fa delle competizioni eredi del celebre Camel Trophy. Per tre giorni, dal 13 al 15 Ottobre, questo territorio fatto di paesaggi selvaggi immersi nelle sfumature dei colori autunnali ha visto 11 equipaggi bulgari affrontare alla guida delle loro 4×4 i tracciati disegnati dalla locale organizzazione
RFC in collaborazione con il club off-road Srednogorie. Una terza edizione che ha richiamato ai nastri di partenza piloti e navigatori provenienti da tutta la regione di Sofia: per loro la manche RFC Balkans si è svolta fra prove speciali tecniche intervallate da tratti veloci, roccia e passaggi su fango in un terreno reso ancora più scivoloso dalle foglie che hanno ricoperto la prima nevicata della stagione. “Questa competizione motoristica combina due elementi essenziali: da un lato i paesaggi e i territori unici del nostro paese e dall’altro le prove speciali fatte di ostacoli naturali e artificiali – spiegano Peter e Ivaylo Tsanov, organizzatori, assieme a Teodora Veleva, della gara – La vera sfida off-road non è affrontare la natura ma accettarla e rispettarla per come ti si presenta. Questo è il vero spirito del Rainforest…”. Qualche inevitabile noia meccanica ai veicoli in gara (fra cui rottura di sospensioni, alberi di trasmissione e cavi winch) non ha però impedito agli equipaggi di esibirsi fra gli applausi di tanti appassionati accorsi lungo il percorso, complice anche un caldo sole di fine autunno. Ad aggiudicarsi il podio assoluto nella categoria Competitors (che prevede diametro massimo di 40” per gli pneumatici, verricello anteriore minimo 8000 lb, roll cage a 6 punti e altre dotazioni) è stato il team di Ivaylo Pavlov e Stefan Bankov, su Suzuki Samurai, dopo una gara combattuta sino all’ultimo. L’Adventure Sport (ai veicoli iscritti in questa classe sono richiesti cage, cinture e casco) ha invece consegnato la vittoria all’esuberante Kiril Kirov con la co-driver Sevda Tuhchieva al finish su Suzuki Jimny con 567 punti. All’equipaggio Vladislav Gospodinov e Kiril Nikolaev su Jimny #204 è andato invece il prestigioso riconoscimento “Team Spirit”. Ma vediamo come si è svolto l’evento targato RFC, uno degli ultimi nel calendario 2017 prima del gran finale in programma a fine Novembre/inizio Dicembre in Malesia.
Competitors Class: una manche all’ultimo respiro
Quattro, agguerriti come pochi altri, i team Competitors Class allo start di Chelopech. Fra i veterani, Nikolay Assov e Stoyan Frantsov, su UAZ Hunter con motore benzina 2.7 cc. di cilindrata: al via per la terza volta in questa prova balcanica dell’RFC, la loro storia motoristica risale a una decina di anni fa con la partecipazione al Bulgarian Trophy prima e al campionato trial (fra i modificati) poi. Vincitori del premio “Unique 4×4” nel 2015 (e di nuovo nel 2017) e di “Team Spirit” l’edizione passata, Kiril Tsvetanov e Anton Dimov sono diventati una vera e propria leggenda dell’off-road locale, e non solo: il loro veicolo, un GAZ 69 fabbricato in Russia nel lontano 1964, è stato di recente potenziato con un motore benzina 2.0 cc. I numerosi problemi meccanici riscontrati dall’equipaggio #102, non ultimi quelli al sistema sospensivo durante la partecipazione alla Twilight Zone del sabato sera, non hanno tuttavia mai scalfito sorriso e buonumore di pilota e co-driver che si sono destreggiati con manovre spettacolari. Debutto importante invece in questa manche RFC per il team #105 di Stefan Stoyanovski e Krum Alexiev che dopo aver frequentato i tracciati delle competizioni trial della Bulgaria hanno deciso di scendere in campo nel Rainforest Challenge portandosi a casa alla fine un terzo piazzamento assoluto alla guida del loro Samurai 1.3 cc. di cilindrata. Seconda partecipazione al Balkans per Pavlov/Bankov che il loro Suzuki lo hanno preparato ispirandosi a quelli di Malesia e Thailandia: motore potenziato, trasmissione rinforzata e nuova idroguida sono state solo alcune delle armi vincenti adottate da questo giovane e affiatato equipaggio, in futuro (lo speriamo) protagonista dell’evento madre RFC nel continente asiatico. Dopo le verifiche tecniche e amministrative, la gara è entrata nel vivo con 7 special stages allestite per la giornata di venerdì: a conquistare la vittoria provvisoria è stato il team Pavlov/Bankov con 650 punti davanti agli agguerriti Assov/Frantsov, secondi con un distacco di soli 3 punti. Tre primi piazzamenti nelle 4 SS del sabato hanno confermato la leadership del team #104 che proprio con l’equipaggio rivale Assov/Frantsov (a –33 nella overall del secondo giorno) ha partecipato a quella da sempre considerata la prova per eccellenza del Rainforest Challenge, in grado di riassumere lo spirito più puro di questa competizione off-road: la Twilight Zone. Affrontata in un team di due (a volte tre) equipaggi che devono tagliare entrambi il finish, aiutandosi reciprocamente, per aggiudicarsi il punteggio finale, la “zona crepuscolare” è un’insidia per la guida a trazione integrale su tracciati sconosciuti. Unici ausili permessi: la luce dei fari dei 4×4 e il verricello. Il terreno scivoloso e i ripidi tratti fangosi in salita e discesa hanno richiesto infatti numerose manovre di winching per permettere ai due equipaggi di raggiungere la fine della TZ conquistando i 200 punti in palio. Sorte avversa invece per Stoyanovski/Alexiev e Tsvetanov/Dimov che non sono riusciti a completare la prova per via della rottura alle sospensioni del GAZ 69. La giornata di domenica ha visto la UAZ Hunter #101 aggiudicarsi la SS12 mentre gli altri due settori selettivi sono stati abilmente conquistati da Stoyanovski/Alexiev alla guida del loro Samurai. I buoni risultati ottenuti comunque da Pavlov e Bankov anche nel rush finale della gara hanno assegnato loro la medaglia d’oro di questa terza edizione RFC Balkans.
A Kiril & Sevda il titolo di campioni Adventure Sport
Fra gli equipaggi dell’Adventure Sport la bagarre a trazione integrale non è stata certo meno entusiasmante tanto da concludersi con un punteggio pari merito fra primo e secondo classificato (567 punti) ma che in base al regolamento di gara ha assegnato il podio al team che ha ottenuto il maggior numero di vittorie nelle singole speciali. Con tre primi posti (contro i due dell’altro team), Kirov/Tuhchieva si sono aggiudicati il titolo di campioni assoluti alla guida della loro agile Jimny. Se nella giornata di venerdì il team #207 è stato attardato al traguardo piazzandosi al limite del podio, sabato i giochi hanno preso una piega diversa consegnando alla coppia (in off-road e nella vita) bulgara i migliori crono delle prove speciali. Il Mitsubishi Pajero #205 di Zhekov & Apostolov ha conquistato il best lap di venerdì nella stage 1 (01:13.00) mentre nella SS successiva a staccare il miglior tempo sono stati Danailov/Draganov su Suzuki Samurai (01:18.11). La vittoria provvisoria giornaliera è andata però al performante Nissan Patrol di Shopov/Simeonov grazie ai risultati accumulati nelle varie prove. Protagonista assoluto del sabato è tornato ad essere il Jimny guidato da Kiril Kirov che non si è lasciato sfuggire nemmeno un podio concludendo così la seconda giornata al vertice della classifica. A parte i ritiri anticipati di Danailov/Draganov e di Mihail Bankov (entrambi su Samurai) già dal sabato, la sfida si è rivelata agguerrita sino all’ultimo quando la vittoria di Zhekov/Apostolov ha riportato in perfetta parità gli equipaggi del Jimny e del Pajero. Al termine delle prove tracciate nel sottobosco e sui crinali dei monti (le SS si sono sviluppate su lunghezze fra i 200 e i 450 metri), dopo aver attraversato torrenti ed essersi arrampicati fra rocce e tronchi abbattuti, anche l’Adventure Sport ha assegnato il podio 2017: Kiril e Sevda sul loro Jimny color blu sono stati incoronati vincitori.
Si ringraziano: il sindaco di Chelopech Aleksi Kesyakov; i Comuni di Chelopech, Zlatitsa e Pirdop; off-road club Srednogorie; Plamen Petkov e Boyan Popov; Moto Pfohe (rivenditore ufficiale Ford); Zundert Extreme e Can Am; Devin (acque minerali); commissari di gara; equipaggi partecipanti; tutti quanti hanno collaborato.

Classifica RFC Balkans – categoria Competitors
1. (#104) Ivaylo Pavlov/Stefan Bankov (Bulgaria) – Suzuki Samurai – 1520 pt.
2. (#101) Nikolay Assov/Stoyan Frantsov (Bulgaria) – UAZ Hunter – 1487 pt.
3. (#105) Stefan Stoyanovski/Krum Alexiev (Bulgaria) – Suzuki Samurai – 1255 pt.
4. (#102) Kiril Tsvetanov/Anton Dimov (Bulgaria) – GAZ 69 – 1109 pt.
Classifica RFC Balkans – categoria Adventure Sport
1. (#207) Kiril Kirov/Sevda Tuhchieva (Bulgaria) – Suzuki Jimny – 567 pt.
2. (#205) Zhivko Zhekov/Apostol Apostolov (Bulgaria) – Mitsubishi Pajero – 567 pt.
3. (#206) Vladimir Shopov/Martin Simeonov (Bulgaria) – Nissan Patrol – 546 pt.
4. (#204) Vladislav Gospodinov/Kiril Nikolaev (Bulgaria) – Suzuki Jimny – 450 pt.
5. (#202) Radi Milanov/Georgi Badzhalov (Bulgaria) – Jeep Wrangler – 436 pt.
6. (#201) Krasimir Danailov/Ivan Draganov (Bulgaria) – Suzuki Samurai – 100 pt.
7. (#203) Mihail Bankov (Bulgaria) – Suzuki Samurai – 10 pt.