Sicilia on the road fra mandorli e barocco

Pubblicato il 5 Luglio 2021 Categorie: Raduni 4x4Viaggi 4x4

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di Sonja Vietto

Alla scoperta di una terra immersa nel cuore del Mediterraneo a bordo di un Fiat Ducato camperizzato

Adagiata ai piedi dell’Etna, Catania racchiude un centro storico dichiarato Patrimonio Unesco: riprogettata dopo il terremoto del 1693 dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini secondo lo stile dell’epoca, è una città che incanta per la sua architettura barocca e non solo. Non poteva allora che partire da qui l’on the road protagonista di questo itinerario che, per una settimana e qualche centinaia di chilometri a bordo di un Fiat Ducato Active Plus camperizzato, preso a noleggio da Indie Campers, accompagna alla scoperta di uno degli angoli più suggestivi della Sicilia: quello a sud ovest (ma con tanto di tappa anche a Taormina e Agrigento). Piazza Duomo, su cui si affacciano palazzi antichi e al cui centro s’innalza l’elefante in basalto, è il cuore di Catania. Da qui si diramano le vie dello shopping, fra cui l’Etnea, e sempre da qui, percorrendo pochi passi, si può raggiungere il mercato del pesce, a Porta Uzeda, nel quartiere Pescheria, che con le sue bancarelle, i profumi della gastronomia millenaria e le urla di venditori pittoreschi è un concentrato vero di Sicilia. Ci sono poi il castello Ursino con i suoi blocchi squadrati di lava e le massicce torri angolari, la cattedrale di Sant’Agata con le reliquie della santa patrona della città, villa Bellini con giardini, fontane e un padiglione in stile liberty. E se si viene colti da un languorino mentre si passeggia, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ci si può fermare ad esempio da Scirocco, un piccolo locale informale con tavolini all’aperto che serve pesce fritto nei coni di carta. Si trova in piazza Alonzo di Benedetto 7, proprio di fronte al mercato del pesce, ed è uno dei migliori “street food” mai provati: il “cartoccio” con il pescato del giorno o quello di terra (con verdure in pastella e arancinetto al pistacchio), le polpettine di pesce e le sarde a beccafico meritano da soli la visita di Catania (e pure il viaggio in Sicilia). Cento metri più in là c’è invece l’osteria Antica Marina, in via Pardo 29, dove si possono assaporare i piatti della cucina siciliana di mare, dall’antipasto (con varietà di pesce cotto e crudo) al tris di carpacci (tonno, baccalà e pesce spada), dalla catalana di crostacei alle lasagne al pesto di mandorle di Avola e gambero rosso di Sicilia. Una delizia per il palato. E se ai dolci non si vuole rinunciare si può andare ai civici 300/304 di via Etnea per gustare cannoli, marzapane, frutta martorana e cassate della Pasticceria Savia, fondata nel 1987 da Angelo e la moglie Elisabetta. Per dormire, a due passi dalla cattedrale c’è Al Duomo Inn, ospitato in un edificio storico con tanto di loggia del XVIII secolo: dai balconi di questo B&B di via Vittorio Emanuele II 120, gestito dal signor Massimiliano (chiedetegli informazioni su cosa fare nella vostra permanenza in città, non ve ne pentirete), si vede il duomo. 

Percorrendo per una cinquantina di chilometri la A18, ecco Taormina, a nord di Catania, forse la più turistica località siciliana, con una vista impareggiabile sull’Etna e sul mare. La strada che si percorre, con i suoi stretti tornanti, anticipa le meraviglie che si vedranno di lì a poco: dimore ornate di merli, il duomo, palazzo Corvaja con il museo siciliano di arte e tradizioni popolari e piazza IX Aprile, a metà di corso Umberto (fra Porta Messina e Porta Catania). E poi lui, il teatro greco-romano, costruito nel III secolo con una struttura che all’epoca poteva accogliere sino a 20mila spettatori: dalle gradinate si può godere di un panorama mozzafiato sulla costa e chiudendo gli occhi sembrerà quasi di sentire le voci e le urla dei combattimenti dei gladiatori. Per una pausa pranzo c’è il ristorante Museo della Pasta al civico 42 di corso Umberto dove oltre a assaporare i piatti della cucina locale si può anche partecipare (su prenotazione) a una cooking class o degustare vini con formaggi e salumi. Per dormire, fra le tante proposte, c’è Vilagos Apartments & Loft, nel cuore della cittadina: alcune delle loro soluzioni includono terrazza con vista mare e centro storico. 

Una sosta la merita anche il minuscolo borgo di Castelmola, distante appena 5 km, abbarbicato sulla montagna, celebre per il vino dolce alla mandorla e i merletti fatti a mano. Per chi è amante del barocco, il sud est della Sicilia è imperdibile perché proprio qui s’incontra il trionfo di uno stile che ha fatto delle curve fluide e degli effetti di luce e ombra le sue caratteristiche più preziose. Punto di partenza Siracusa (a poco più di 65 km da Catania), antica capitale della Magna Grecia che, nonostante il trascorrere del tempo, è riuscita a mantenere intatto il suo fascino. Ecco allora che passeggiare alla scoperta di Ortigia, cuore storico della città, con le viuzze dove oggi hanno aperto boutique di stilisti emergenti, hotel di charme e ristoranti che puntano al biologico, è assolutamente da fare così come sorseggiare un aperitivo, o perché no, una gustosa granita al limone, in piazza Duomo e lungo il porto. In meno di un km quadrato ci sono resti antichi, medievali e barocchi, il teatro dell’Opera dei Pupi, il museo Leonardo da Vinci e Archimede e tanto altro. Per chi viaggia in camper o con auto attrezzate di tenda si può scegliere di appoggiarsi al Camping Rinaura (SS115 km 4 da Siracusa – strada Laganelli, 8), una suggestiva area verde con ulivi secolari.

Proseguendo verso sud, costeggiando il Mediterraneo, s’incontra poi una pianura coltivata a mandorli e limoni che arriva sino al mare. Si raggiugono Avola, famosa per il vino  prodotto da vitigni a bacca nera; la riserva naturale di Vendicari, un vero paradiso per gli appassionati di birdwatching (ospita più di 250 specie differenti di volatili fra cui fenicotteri, ibis e spatole); Marzamemi, borgo marinaro e frazione del Comune di Pachino, splendido con la tonnara che per secoli è stata la principale della Sicilia orientale, le case dei pescatori e le due chiese dedicate entrambe al patrono San Francesco di Paola in piazza Regina Margherita. Proprio qui, seduti in un set fotografico a cielo aperto, si può gustare non solo la più conosciuta granita siciliana ma anche la “cremolata”, dalla consistenza più cremosa perché ottenuta frullando la frutta (provate quella con fichi e ricotta). Se poi volete deliziarvi con una delle migliori cucine siciliane in assoluto, sempre in piazza Regina Margherita, sedetevi a un tavolo della Taverna La Cialoma (in Sicilia, la cialoma è il termine usato per indicare il canto con cui i pescatori della tonnara si davano ritmo durante le varie fasi della pesca): pesce, verdure, vini, olio e dolci sono frutto di antiche e sapienti preparazioni legate alla tradizione del luogo. 

Meno di 5 km più a sud, nell’entroterra, ecco Pachino, terra cantata da Virgilio nell’Eneide e da Dante nella Divina Commedia, nota al mondo per il suo pomodoro ciliegino e le acque verde smeraldo che ne lambiscono gli 8 km di spiaggia. Lungo la costa, percorrendo alcune strade provinciali, si raggiunge Portopalo di Capo Passero nella punta a sud della Sicilia, vivace porto di pescatori con calette di sabbia e spiagge di dune. Qui le coste, battute dai venti, sono molto amate dai surfisti. Per dormire a due passi dal mare con lo sciabordio delle onde in sottofondo, c’è l’area di sosta camper Club Dragomar sulla strada comunale Marzamemi-Portopalo: il panorama sullo Ionio è davvero unico. 

Allontanandosi dal mare per approdare alla Sicilia arsa dal sole ecco città d’arte come Noto, Modica e Ragusa, dominate da veri e propri gioielli di architettura barocca, pietra calcarea, fregi e colonne. Patrimonio Unesco per il suo splendido centro con chiese, palazzi, piazze e scalinate, a Noto sembra di passeggiare all’interno di un teatro lirico abbracciato da uliveti, su una propaggine dei Monti Iblei. Maestosi, l’uno di fronte all’altro, Palazzo Ducezio e il Duomo, l’uno simbolo del potere temporale e l’altro religioso. E poi ancora i balconi della dimora Nicolaci di Villadorata, sorretti da mensoloni in pietra con forme di cavalli, angeli, sfingi e leoni. Via Nicolaci ospita anche la celebre Infiorata di Noto, la manifestazione floreale che si tiene la terza domenica di maggio in occasione della processione del Corpus Domini. In via Ducezio 2, da Pippo Mangiafico, si possono gustare granite, cannoli alla ricotta e altri dolci della tradizione siciliana (tutti buonissimi) mentre in via S. La Rosa 17 alla trattoria Toccammia di Salvatore Rizza c’è da assaggiare, fra l’altro, la frittura di paranza, la pasta alla Norma e l’antipasto siciliano: stratosferici! 

Tramite la SS115 si percorrono poco più di 35 km per arrivare a Modica, antica capitale dell’omonima contea, che sorge alla base di due gole carsiche. Anche qui, patria del cioccolato (è conosciuta a livello mondiale per una ricetta ispano-azteca del XVI secolo), a dominare palazzi e chiese è il barocco, a cominciare da quella di San Giorgio con i suoi 5 portali e la maestosa scalinata. 

Sempre sulla SS115, attraversando suggestivi scorci panoramici, si raggiunge in poco meno di mezz’ora Ragusa in cui perdersi a piedi fra le vie e le piazze della piccola Ibla, l’antico nucleo cittadino, dove dall’alto appare imponente il duomo di San Giorgio, eccellente esempio di barocco siciliano. Una sessantina di km in direzione nord ovest portano a Caltagirone, in cima a una montagna, visibile già da lontano per le cupole e i campanili. All’imbrunire (ma a dire il vero sempre) una passeggiata la merita la scalinata di Santa Maria del Monte costruita nel 1606 con 142 gradini decorati poi nell’alzata da maioliche smaltate, con soggetti e colori della tradizione.

Prima di dirigersi a Agrigento, un’ultima deviazione di 30 km conduce a Piazza Armerina, circondata da boschi di eucalipto e frutteti. La città, che sorge su un’altura dei monti Erei meridionali, è dominata da splendide chiese austere, sparse un po’ ovunque; peccato il grigiore e lo stato di abbandono che s’incontrano passeggiando per il centro storico di quest’antica città d’impianto medievale. 

Dopo aver ammirato le pareti bianche di marna della Scala dei Turchi a Realmonte, è la splendida Valle dei Templi con il suo paesaggio costellato di ulivi e mandorli, a due passi dai moderni palazzi di Agrigento, a concludere questo “on the road” in terra di Sicilia. Il tempio di Era, quello della Concordia (in stile dorico, è il meglio conservato al mondo assieme al Partenone), le rovine del tempio di Eracle di cui restano solo 8 colonne e il colossale tempio di Zeus Olimpio sono alcune delle intramontabili testimonianze della civiltà greca classica, che dal 1998 fanno di questo luogo un Patrimonio Mondiale Unesco. Quello alla scoperta dell’area archeologica ai piedi della medievale Girgenti (antico nome di Agrigento) è un viaggio nell’antichità che da secoli non smette di incuriosire appassionati di tutto il mondo. Ad accompagnare nella visita sono stati cielo azzurro intenso e un sole splendente e pure un gruppo di amici a quattro zampe che, varcato l’ingresso del parco, diventano una sorta di guida turistica in questo percorso d’arte all’aperto. Se si ha un po’ di tempo si può infine visitare anche il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo con i suoi quasi 5700 reperti che raccontano la storia del territorio. Per dormire, affacciato sulla costa c’è l’area sosta camper Alba Chiara, a San Leone (sempre in provincia di Agrigento), prima di ripercorrere sud ovest e sud est dell’isola lungo il litorale e risalire in direzione di Catania. 

Testo e foto Sonja Vietto Ramus

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