Il nono Raduno dedicato ai veicoli 4×4 Suzuki esplora le bellezze dell’Appennino Parmense attraversando territori di straordinaria bellezza che caratterizzano la Via Francigena: borghi dimenticati, sapori autentici, paesaggi incantevoli da attraversare e scoprire a bordo della tua Suzuki 4×4. Potrai ammirare il panorama cambiare ad ogni chilometro, i campi coltivati della pianura piano piano lasciano lo spazio a colline e montagne, con boschi e campi incontaminati. L’Appennino parmense è un ambiente ancora prettamente naturale, uno spettacolo per tutti coloro che amano il verde, l’avventura ed il buon cibo. Al raduno possono partecipare tutti i veicoli della gamma Suzuki di qualsiasi tipologia purché siano 4×4. I percorsi a disposizione dei partecipanti metteranno alla prova le capacità off-road dei propri veicoli, con o senza marce ridotte ma sempre esclusivamente 4×4: uno sarà dedicato ai più esperti, l’altro accessibile a tutti i veicoli Suzuki 4×4 con circuiti di bassa difficoltà.
Costi partecipazione raduno
€ 90,00 per la partecipazione di ogni equipaggio composto da due persone
€ 35,00 per ogni partecipante adulto che si aggiunge ad un veicolo iscritto
€ 20,00 per i bambini da 7 a 10 anni
€ 15,00 per i bambini da 3 a 6 anni
IL PACCHETTO DÀ DIRITTO A:
Pranzo del sabato per i partecipanti
Kit di benvenuto per ogni partecipante
Parco giochi aperto a tutti gli iscritti
Programma
SABATO 26 SETTEMBRE:
8.30 – 9.30 Accoglienza iscritti e consegna kit di partecipazione presso il Castello di San Pellegrino o il Castello di Varano de Melegari 9.45 Briefing per la spiegazione del percorso 10.00 Partenza Raduno 13.00 Arrivo all’Agriturismo sul fiume Ceno – pranzo 15.00 – 17.30 Parco giochi Off Road con merenda alla Casa di Caccia 18.00 Saluti finali
L’evento si svolgerà nel totale rispetto delle norme anti Covid vigenti e dei provvedimenti approvati dal Governo, in seguito all’emergenza sanitaria internazionale.
PRENOTAZIONE
Per confermare la partecipazione al Raduno è sufficiente compilare il modulo d’iscrizione online. La conferma della partecipazione al Raduno è valida solo dopo aver versato l’importo totale. Il pagamento può essere fatto tramite bonifico o carta di credito. Non sarà possibile prenotarsi in loco il giorno dell’evento. Affrettati: l’iscrizione è soggetta a disponibilità limitata! Per garantire il rispetto delle norme anti Covid vigenti accetteremo iscrizioni fino ad un MASSIMO DI 50 EQUIPAGGI o 100 PERSONE.
Pagamento tramite bonifico bancario: drivEvent Sas di Briani Rudy & C. Agenzia Viaggi & Tour Operator Banca Intesa IBAN: IT24 M030 6970 1331 0000 0001 405 – BIC: BCITITMM Pagamento tramite Carta di Credito: contattare drivEvent Adventure al numero 0583.1531720 o 333.830.3079 e fornire il numero della carta di credito e la scadenza.
INFO & CONTATTI
SONO ESCLUSI DAL COSTO DI PARTECIPAZIONE: • Eventuali pernotti (l’organizzazione è a disposizione per suggerimenti su possibili accomodation) • Tutto ciò non espressamente indicato in precedenza
INFO AGGIUNTIVE PAGAMENTO (BONIFICO; CARTA etc.) Per maggiori dettagli e per richiedere la disponibilità di eventuali pernottamenti è possibile contattare drivEvent Adventure: TEL: 0583 153 1720 / CEL: 333 830 3079 / EMAIL: info@tour4x4.it
Non arrendersi mai. È stata la prima manche europea del circuito Rainforest Challenge Global Series (RFCGS), ideato dal patron Luis J.A. Wee, a svolgersi in questa difficile stagione motoristica 2020 rallentata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. I dintorni della seconda più grande città dell’Ucraina, Kharkhiv, hanno ospitato in un soleggiato week end d’inizio giugno un’avvincente due giorni all’insegna dell’offroad estremo, tra fangaie profonde e passaggi nell’acqua al limite dell’impossibile, con un tracciato degno di quello dell’evento finale che si svolge, ogni anno fra novembre e dicembre, in Malesia.
“Un fine settimana di grande successo per lo sport motoristico che, finalmente, dopo mesi di chiusura dovuti alla pandemia, ha ripreso il suo percorso permettendo a piloti, team e appassionati di 4×4 estremo di affrontarsi sui terreni più impegnativi – commenta entusiasta Luis J.A. Wee – Questo difficile periodo ha però dimostrato come l’uomo sia in grado di elaborare sempre modi e mezzi nuovi per superare le insidie incontrate sul proprio cammino. Un atteggiamento che vale nella vita di tutti i giorni così come nel fuoristrada dove gli ostacoli naturali devono essere superati per raggiungere il traguardo e la destinazione finale”.
Alla periferia di Kharkhiv, i campi di battaglia destinati alle prove speciali di questa prima manche europea del 2020 sono stati scelti privilegiando terreni ondulati caratterizzati in special modo da ripide salite e passaggi immersi letteralmente nell’acqua: nulla di semplice, insomma, come nella migliore tradizione del Rainforest Challenge nella giungla malese. Dopo mesi di inattività, gli equipaggi hanno dato il meglio di sé sfidandosi con le manovre più impensabili per conquistare il podio assoluto di categoria: R1 prototipi, R2 produzione modificata e R3 standard per i 4×4 affiancati anche da ATV, UTV e quad.
Abilità di guida e tecniche di recupero con il verricello hanno riscosso gli applausi di tanti appassionati che, nel rispetto delle distanze anti virus, hanno assistito a questa prova del Rainforest. A proposito, sapete che quest’anno l’RFC si è classificato come terza gara di offroad estremo più difficile al mondo dopo la Baja 1000 in Messico e la Dakar in Arabia Saudita? Un riconoscimento importante ottenuto, fra l’altro, in occasione del 25° anniversario del Rainforest che raggiunge così nel 2020 il quarto di secolo.
Tornando alla gara, fra gli iscritti 4×4 nei prototipi il primo gradino del podio è andato a Eugen Rakhmailov navigato da Nikolaii Shymeiko seguito da Treguba/Treguba e Burov/Ivchenko al secondo e terzo posto della generale. Nei modificati la medaglia d’oro l’ha conquistata Urii Salkov mentre in categoria standard ad avere la meglio sono stati Alexandr Domnikov e Serhiy Paladii. Fra gli UTV vittoria di Olexandr Cheromyhin seguito dall’equipaggio femminile Maria Petrova e Maria Volkovskaya; Fomenko/Bondarenko e Viunikov/Gryva si sono infine aggiudicati la piazza principale negli ATV e quad.
Un ringraziamento per l’ottima riuscita dell’evento va agli organizzatori della manche ucraina, (lo staff dello Slivia4x4), ai vincitori, al pubblico numeroso e agli sponsor che ne hanno permesso lo svolgimento.
Le prossime tappe del circuito internazionale RFCGS si svolgeranno a partire da questi mesi estivi (a settembre è in programma un’altra manche in Ucraina ancora nei dintorni di Kharkhiv) mentre l’evento finale sarà ospitato in terra malese dal 27 novembre all’8 dicembre.
Trenta equipaggi si sono sfidati in 42 prove speciali nella giungla del Kelantan per aggiudicarsi la vittoria di una delle gare off-road più dure al mondo. Ecco come è andata la passata edizione dell’evento malese che ripercorre le orme del Camel Trophy e che nel 2020 festeggerà i 25 anni.
Neanche Luis J.A Wee, patron del Rainforest Challenge Malesia, aveva mai visto una cerimonia d’apertura e un prologo così piovosi. Fra tutte le 24 edizioni dell’evento, quella del 2019, svoltasi dal 29 Novembre al 9 Dicembre nel territorio del Kelantan, è stata caratterizzata da una pioggia battente, come poche se ne erano avute. Nulla di così strano in realtà visto che il nome, Rainforest Challenge, significa per l’appunto “sfida della foresta pluviale”. Per 11 giorni, dall’inizio alla fine, 30 equipaggi provenienti da tre continenti – Asia, Europa e Sud America – si sono sfidati sotto un’acqua incessante, in mezzo al fango, per conquistare la vittoria assoluta di una delle più blasonate gare internazionali di off-road, una di quelle in cui se sei già allo start vuol dire che sei un vincitore. Una sfida contro madre natura, i suoi ritmi e le sue leggi (da rispettare); e se riesci a percorrere quelle centinaia di chilometri dalla partenza alla linea d’arrivo fra continue insidie e ostacoli naturali, vuol dire che sei uno in gamba. Perché qui, da sempre, arrivano “only the braves”, solo i più coraggiosi.
E ancora una volta, sin dall’inizio, protagonisti del challenge malesiano 2019 sono stati proprio quei tradizionali monsoni che hanno portato acqua, tanta acqua, già il 1° Dicembre a Panau Hill poco prima che i team iniziassero a sfidarsi più agguerriti che mai. Quattro differenti aree del Kelantan, territorio a nord-est della penisola malese, hanno ospitato i 42 settori selettivi (altro record di questa edizione) che si sono disputati in occasione del Prologo SS (Panau Hill e Tanah Merah), Predator (Air Naga e Tanah Merah), Terminator (Istana Sangkut, Sg Rek e Kuala Krai) e infine Gua Musang (RFC Kesdear). L’evento finale del Rainforest ha preso il via ufficialmente il 29 Novembre dall’Hotel Ibis KLCC di Kuala Lumpur alla presenza dei rappresentanti di Tourism Malaysia, preludio di quello che sarà Visit Malaysia Year 2020. Il percorso ha portato i partecipanti dalla capitale KL allo stato di Kelantan attraverso Kota Bahru, Tanah Merah e Kuala Krai per poi terminare nella città di Gua Musang. Il primo arrivo del monsone ha colpito duramente anche queste zone del paese con forti acquazzoni, specialmente durante i primi 3 giorni, rendendo tutto estremamente fangoso e ancora più complicato del normale.
La partenza degli equipaggi è avvenuta sotto la pioggia a Kota Bahru il 1° giorno di gara dal GRV Hotel in direzione di Bukit Panau per il Prologo SS a Tanah Merah: precipitazioni senza sosta, con forti venti che soffiavano da nord-est, hanno fatto ripensare al 2007, l’anno della grande alluvione. Nonostante la pioggia battente e la grande tensione d’inizio gara, piloti e veicoli hanno affrontato e completato le prime dieci prove speciali in programma l’1 e 2 Dicembre sempre sotto il costante supporto aereo e terrestre delle forze di polizia malese, schierate, come da tradizione, per garantire le comunicazioni e la sicurezza generale di questa importante gara di fuoristrada estremo. “Il Rainforest è un evento creato per testare uomini e macchine al cospetto della natura e delle sue insidie, è un test sulle tecniche di guida e di recupero attraverso i più differenti ostacoli dove si richiede la scelta delle giuste competenze e strategie – spiega Luis J.A Wee – Per superare tutto ciò è fondamentale anzitutto l’affiatamento tra guidatore e navigatore che permette di arrivare a fine giornata completando le prove. Questa è la routine quotidiana delle squadre durante l’intera durata dell’evento!”.
Dopo le estenuanti sfide a trazione integrale del prologo, gli equipaggi sono scesi in campo per affrontare la temibile Predator di Air Naga (“drago dell’acqua”) dove tutti i principali team di Russia, Malesia, Ucraina, Sri Lanka, Brunei, Indonesia e Mongolia hanno dimostrato di essere in ottima forma sin dai primi 4 giorni di gara. Da qui è stato un costante crescere di acrobazie immerse nel fango e nell’acqua prima di approdare al quinto giorno, nell’area dell’altrettanto famigerata Terminator Zone dove si è continuata la lotta per la supremazia in un terreno ondulato e roccioso attraversato dal ruggente fiume Rek. E proprio qui i piloti sono stati messi nuovamente alla prova per raggiungere Gua Musang. Nonostante le difficoltà legate al corso del fiume, i due giorni previsti qui (6 e 7 Dicembre) sono stati ricompensati dalla gentile ospitalità nel resort Istana Sangkut di proprietà di Ismail Manaf che ha accolto i partecipanti nel rispetto totale di cultura e tradizione locali. Alla fine, la sera del 7 Dicembre, tutti i team hanno raggiunto in sicurezza la zona della battaglia finale, nota come RFC Kesedar (Gua Musang): al termine della SS 42, l’ultima in programma, un grande entusiasmo ha animato chi, nonostante le mille difficoltà e insidie, è riuscito a completare il Rainforest Challenge. L’appuntamento è per Dicembre di quest’anno quando l’evento creato da Luis J.A Wee festeggerà i 25 anni con un programma che si preannuncia sin d’ora all’insegna di fango e acqua. Nella migliore tradizione del Rainforest.
Si
ringrazia:
Ministry of Tourism, Arts & Culture, Ministry of Federal
Territories, Ministry of Youth & Sports, Ministry of Rural
Development, Tourism Malaysia, City Hall Kuala Lumpur (DBKL), Visit
KL, Royal Malaysian Police (Air Wing, Traffic & Gen
Operations Force), Tourism Kelantan, KESEDAR (South Kelantan Dev
Authority), Kota Bahru District Council, Tanah Merah District
Council, Gua Musang District Council, Petron Malaysia, ibis KLCC
hotel, Explorer, Grand River View hotel, APM, 4WD
Equipment, Istana Sangkut (Catel, Kuala Krai), Magam, Q1 Academy,
Morakniv, Quicksand Ent, Pro-X, Stcrubej, Beaume, Moveon (Coilover
Specialist), Thunder 4×4, KMT, JIM projects/logistics & Kesedar
Inn Gua Musang.
Classifica
Rainforest Challenge – Malesia 2019
R1
– Categoria Prototipi
CampioneTeam
n°105 – Russia (Primorye): Valeriy
Lyubarenko
& Andrei Katkov
Team
n°118 – Malesia (Team
7 Café): Razuan
Bin Stafa Khairul
& Abdul Hadi Muhamad Syafiq
Team
n°112 – Ucraina (Team Shrek Odessa): Oleh Tryhuba & Roman
Gorbachenko
Team
n°129 – Malesia (Team RFC Kelate): Shafiq Md Rifin Mohd Shazrul &
Syafiq Ab Rahman Mohamad
Team
n°110 – Russia (Team Shakalin): Vadim Khmelev & Sergey Konev
R2
– Categoria Modificati di serie
Campione
Team n°137 – Malesia (Team Terbang): Heng Sik Hock & Eler
Long Chak
Team
n°117 – Malesia (Johor): Joo Tan Eng & Siang Tay Wei
Team
n° 123 – Malesia (Team Belantara): Samsudin Zaidi Mohamad &
Abd Sallam Mohd Muhaymin
Team
n°109 – Sri Lanka (Team Maxxis): Indika Sanjaya Kulugammanage &
Marapana Navin Surath
Team
n°125 – Malesia (Team Terbang): Azrey Ismail Mohd Zul &
Zakaria Mohd Nizarman
R3
– Categoria Produzione
Campione
Team n°126 – Malesia (Team Terbang): Ab Rahman Mohamad Rizal &
Abdullah Muhamad Fariqal
Team
n°122 – Malesia (Team RFC Kelate): Abd Razak Mohd Norulhafis &
Ameen Muhamad
Team
n°127 – Malesia (Team Terbang): Abd Hamid Ikhwan Nassier &
Faizul Abdullah Mohammad
Team
n° 101 – Brunei/Malesia (Team Comeup): Pek (Vance) Lee Khin &
Kiat Yong
Team
n° 102 – Malesia/Indonesia (Team Comeup): Peng Chee Mei &
Sushanty Arleli
Serge Cazaux, su Sierra Cosworth 4×4, si aggiudica la 18^ edizione del Tour de Corse Historique con un vantaggio di 2’10” su Didier Auriol. Al marchio Ford vanno i primi sei piazzamenti della generale VHC mentre a Porsche la top five della VHRS.
Alla fine la vittoria l’ha conquistata lui, Serge Cazaux, con la sua Ford Sierra Cosworth 4×4, firmando il podio della diciottesima edizione del Tour de Corse Historique, il prestigioso evento motoristico creato da José Andreani. Risultato a parte, a tenere tutti con il fiato sospeso è stata la straordinaria sfida che ha contrapposto per quattro giorni due celebri nomi di questa specialità motoristica: Cazaux e Auriol, da un lato il pilota originario di Dax, dall’altro quello di Montpellier. Entrambi francesi e grandi campioni, i due si sono affrontati sugli avvincenti percorsi della Corsica – cinque tappe con partenza e rientro su Porto-Vecchio passando per Bastia, Calvi e Ajaccio – con 340 km di prove cronometrate e 500 di trasferimento lungo gli asfalti di una delle più belle tappe del mondiale rally.
Un tracciato all’80% inedito con 17 speciali, di cui dieci completamente ridisegnate, che hanno permesso di percorrere in lungo e in largo quasi tutta quest’isola montuosa abbracciata dal Mediterraneo. Terra di una bellezza rara e selvaggia, la Corsica ha messo a dura prova equipaggi francesi, italiani, tedeschi, finlandesi, norvegesi, inglesi e anche argentini (Martin Sucari e Gustavo Pecoriff su Peugeot 205T16) riportando in auge una competizione che, unendo passato e presente, ha saputo ricreare il mito di un tempo.
115 i concorrenti della categoria VHC e 87 quelli in VHRS con un parco chiuso che ha accolto auto e piloti che hanno fatto la storia dell’automobilismo: un terzo dei partecipanti ha tagliato la linea di partenza alla guida di Porsche ma non sono mancate neppure Ford Escort Mk1 e Mk2, Lancia Stratos, Ford Sierra Cosworth, Alpine A110, Abarth 13, Renault 12 Gordini e Lancia Delta HF senza dimenticare alcune Morris Cooper e Cox 1303S.
Fra gli italiani al via: Silvio Perlino e Serena Giuliano su Opel Kadett GTE (#29); l’equipaggio femminile Luisa Zumelli e Paola Valmassoi (#68) su Porsche Carrera RS; Maurizio Elia e Corrado Ughetti su Ford Escort RS1600; Roberto Gorni con Angela Grasso su Fiat 124 Abarth Rally; Alessandro Olivieri su Ford Escort RS 2000; Giorgio Schon alla guida di una Porsche 911 SC; Eugenio Rossi, navigato da Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1.8.
Ad accogliere il via di questa edizione del TdCH, il 10 Ottobre, è stato Porto-Vecchio, suggestivo borgo del sud della Corsica con le mura della cittadella genovese del XVI° secolo. Dopo le verifiche tecniche e amministrative e lo shakedown della Palombaggia (4,10 km), lo start ufficiale ha visto i 202 equipaggi iscritti affrontare la prima tappa che da Porto-Vecchio ha raggiunto nel tardo pomeriggio Bastia con la chiesa a due torri di San Giovanni Battista, la cattedrale di Santa Maria e il palazzo del governatore, sede del museo di storia locale.
Gli asfalti del rally si sono poi diretti in direzione di Calvi, passando per il raggruppamento a La Porta, e infine ad Ajaccio con la spettacolare cronometrata di Notre-Dame-de-la-Serra, prima del rientro su Porto-Vecchio.
A infiammare gli animi del pubblico è stato anzitutto un grande Cazaux: “Sono molto contento del risultato ottenuto: abbiamo combattuto sin dalla prima cronometrata e la Cosworth si è comportata egregiamente – ha commentato soddisfatto sul podio finale – Non potevo sperare di meglio anche se fronteggiare Auriol è stato tutt’altro che semplice sia dal punto di vista competitivo che sul piano emozionale perché è un grande campione. E’ stato un bel rally con prove speciali fantastiche come Notre-Dame-de-la-Serra e La Porta che ci hanno permesso di guadagnare un buon vantaggio per il traguardo di Porto-Vecchio. Un grazie sincero va al mio navigatore Maxime Vilmot che ha fatto un eccellente lavoro e a tutto il team: questa vittoria è dedicata a loro”.
Nonostante nella terza tappa da Calvi a Ajaccio, il pilota della Ford #3, attuale leader del Campionato Europeo Storico, avesse già 1’52” di vantaggio sul “Lutin de Cévenol”, Auriol non ha certo abbandonato i suoi sogni di gloria a trent’anni dalla prima vittoria conquistata al Tour de Corse. Alla fine delle 4 prove speciali che da Ajaccio hanno infine riportato alla marina di Porto-Vecchio, la Cosworth 2 ruote motrici di Didier si è dovuta però accontentare di un secondo piazzamento nella J2 e nella generale del TdCH.
“E’ stata un’emozione incredibile, tanti ricordi si sono susseguiti dal 1988 a oggi e tornare qui al Tour de Corse per festeggiare i 30 anni dal primo podio è stato meraviglioso – ha raccontato Auriol – Stesso rally e soprattutto stessa vettura anche se il risultato finale non è stato il medesimo. Davvero bella la sfida con Cazaux anche se non ci è riuscito di strappargli il primo posto. Combattere con una quattro ruote motrici ci ha penalizzati non poco ma ciò che volevo più di ogni altra cosa era tornare a divertirmi alla guida su queste strade della Corsica ed è quello che ho fatto”.
Se Ford è stata protagonista assoluta della categoria VHC, Porsche lo è stata per la VHRS: al marchio tedesco di Zuffenhausen sono andati i primi 5 piazzamenti della generale con una bella vittoria assegnata a Christophe e Anne Baillet davanti agli italiani Giorgio Schon e Francesco Giammarino che sono stati autori di una gran bella prova. Il gentlemen driver di origini novaresi, da oltre 23 anni alla guida di splendide automobili sportive e storiche, ha dimostrato ancora una volta che la classe non è acqua portando in alto inostri colori.
E fra gli altri italiani a ben destreggiarsi in questa edizione del TdCH un particolare riconoscimento va anche a Eugenio Rossi e Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1800, al sesto posto dell’assoluta VHRS.
Con la vittoria alla Baja Portalegre 500, Peña Campo & Tornabell Cordoba conquistano il titolo T3 nella Coppa del Mondo FIA 2018. Gonzalez/Minaudier e Knight/Watson completano il podio dell’ultima manche del mondiale.
Portalegre – Portogallo (27 Ottobre) –Xtreme+ è campione del mondo di T3. L’equipaggio spagnolo José LuisPeña Campo e Rafael Tornabell Cordoba, su Polaris RZR 1000, si è aggiudicato il podio della Baja Portalegre 500, ultima tappa della FIA World Cup Cross Country Rally 2018, conquistando così il titolo assoluto di T3.
Quella in terra portoghese è stata una sfida avvincente fra Polaris e Yamaha con Peña Campo e il suo rivale Santiago Navarro protagonisti di un’eccellente stagione motoristica. Per la prima volta dalla nascita della Coppa del Mondo di categoria T3, le sorti del campionato si sono decise nell’ultima prova speciale della tappa conclusiva in Portogallo premiando alla fine grinta e determinazione di Xtreme+ con un importante titolo mondiale, il quinto dopo quelli conseguiti nel 2013, 2014, 2016 e 2017.
“Non è stato affatto semplice ma anche per questo la soddisfazione è ancora più grande commenta il team manager Marco Piana – I 18 minuti che Navarro aveva di vantaggio su Peña Campo si sono sciolti al sole nella SS4 quando il pilota della Yamaha è rimasto incastrato contro un albero. Con la tensione a mille, José Luis ha saputo però concludere alla perfezione la speciale senza prendere alcun rischio, tagliando il traguardo per primo e conquistando così il titolo mondiale di T3. Una bella vittoria resa possibile dalla collaborazione di tutta la squadra, dai meccanici agli autisti, sino a chi lavora dalla sede in Francia: grazie a Sylvain, Renato, Gilles, Freddo, Enzo, Alexis, Jesus, Cédric, Manu, Alain e a tutti gli altri ragazzi. A Ana che si occupa della logistica e dell’organizzazione, indispensabile aiuto per Xtreme+. Un grazie di cuore a tutti. Ecco, questa è una di quelle vittorie che mi piacciono perché è il successo di una squadra che ci mette cuore e anima…”.
Dopo una lunga stagione sportiva – il 2018 ha visto 11 gare svolgersi in 11 paesi e 3 continenti diversi – Peña Campo e Tornabell Cordoba sono i primi spagnoli a diventare Campioni del Mondo Cross Country in categoria T3 (solo il connazionale Carlos Sainz aveva conquistato il titolo assoluto in passato). “Non so cosa dire, non ho parole – spiega un emozionato José Luis – E’ un trionfo dedicato a Rafa perché senza il suo aiuto e la sua professionalità non avremmo mai raggiunto questo obbiettivo; a tutto il team Xtreme+ che ha reso perfetto il Polaris ad ogni gara; a Marco Piana che ha creduto in me; a mia moglie Balby e alla mia famiglia e naturalmente agli sponsor per il loro prezioso aiuto”.
Se l’equipaggio spagnolo ha riportato un brillante risultato anche gli altri due Polaris RZR 1000 in gara alla Baja Portalegre 500 non sono stati certo da meno. Vincent Gonzalez, navigato da Loic Minaudier, ha tagliato il traguardo della manche portoghese classificandosi al secondo posto e aggiudicandosi il terzo podio assoluto nella Coppa del Mondo T3. In questa stagione il pilota svizzero non ha solo dimostrato di possedere ottime doti da driver ma si è rivelato anche “il” perfetto compagno di squadra aiutando Peña Campo nella sua corsa al titolo mondiale. Senza dimenticare che è stato proprio Gonzalez ad aiutare Navarro quando con la sua Yamaha è uscito di pista nella SS4.
Questa 32^ edizione della Baja Portalegre 500 ha visto infine un altro equipaggio di Xtreme+ conquistare il podio: i britannici Graham Knight e David Watson si sono infatti classificati terzi dietro ai compagni di squadra Peña Campo e Gonzalez. Alla guida del loro Razor 1000 in alcune manche del 2018 per acquisire maggiore confidenza con il veicolo, Graham e David sono stati altrettanto indispensabili alla vittoria del pilota spagnolo e di tutto il team per l’allegria e il buonumore portati sempre con loro.
Prossimi impegni? “Dopo questa bella vittoria ci prepariamo ora per la Dakar in Perù dove Xtreme+ sarà presente con alcuni equipaggi – conclude Marco Piana, in gara alla Baja Portalegre 500 con Sébastien Delaunay – Faremo del nostro meglio: d’altronde dopo un anno indimenticabile come questo non si può fare diversamente!”.
Xtreme+ ringrazia per il prezioso supporto: Polaris Europa e Francia con Manu Péan e Rodrigo Lourenco per la fornitura dei ricambi originali; CST per gli pneumatici estremamente performanti e robusti che hanno permesso ottimi risultati su ogni tipologia di terreno; Motul per i prodotti lubrificanti; Galfer con dischi e pastiglie per frenate in assoluta sicurezza; Reiger Suspensions, con Henk Helleger, per l’indispensabile assistenza nell’assetto; Kutvek Kitgraphik per la realizzazione delle grafiche dei Polaris; Rouge Fusion per la fornitura di scarichi da competizione su misura; Lortec per la messa a punto del motore; Alves Torino, con Gabriele, Ezio e Sandro, per la realizzazione dei telai e lo sviluppo dei Polaris 1000; Maxiracing Component di Torino con Elvio per gli accessori in fibra, carbonio e kevlar.
Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus sonja.vietto@gmail.com + 39 333.3612248
Peña Campos/Tornabell Cordoba in pista per difendere la leadership di T3. Fra lo schieramento Xtreme+: Gonzalez/Minaudier, Knight/Watson e Piana/Delaunay. Start il 25 Ottobre nella cittadina di Portalegre.
Gorrevod – Francia (23 Ottobre) – Dopo gli ottimi risultati conquistati al Rallye du Maroc di inizio Ottobre, Xtreme+ scende nuovamente in campo per affrontare i tracciati portoghesi della Baja Portalegre 500 dove lo spagnolo José Luis Peña Campos cercherà di aggiudicarsi la Coppa del Mondo di T3 alla guida del suo Polaris RZR 1000.
Organizzata da José Megre (la prima edizione risale al 1987), questa gara di cross country rally vedrà ai nastri di partenza della sua 32^ edizione ben 4 equipaggi del Team Xtreme Plus.
Con il numero #613, gli spagnoli Peña Campos e Tornabell Cordoba, attualmente al comando della classifica T3 con 4 punti di vantaggio su Santiago Navarro: eccellenti protagonisti della stagione motoristica 2018 con primi e secondi piazzamenti in tutte le manche, pilota e co-pilota faranno l’impossibile per mantenere la leadership del campionato T3. La sfida con il connazionale Navarro, su Yamaha, si preannuncia dunque avvincente sin dai primi chilometri di gara.
Reduce dal terzo posto assoluto in T3 al Rallye du Maroc, Vincent Gonzalez sarà presente allo start della manche portoghese, navigato in quest’occasione dal francese Loic Minaudier; il loro Polaris #617 sarà inoltre di valido sostegno per Peña Campos come già nella gara svoltasi in Marocco. In pista per acquisire maggiore confidenza con il Razor 1000 ma anche per “divertirsi” sui suggestivi tracciati nei dintorni della cittadina di Portalegre, nell’Alto Alentejo, gli inglesi Graham Knight e David Watson (#621) che in Marocco hanno tagliato il traguardo della loro prima vera competizione motoristica.
Il team manager Marco Piana, con il co-driver Sébastien Delaunay, completerà lo schieramento Xtreme+ presentandosi alla linea di partenza della Baja Portalegre 500 con un Polaris RZR 1000 e il numero di gara #649. Obiettivo: dare supporto allo spagnolo José Luis.
“Quella in Portogallo sarà la sfida più avvincente della stagione visto che fra il primo e il secondo classificato della generale provvisoria di T3 (Peña Campos e Santiago Navarro, ndr)ci sono solo 4 punti di distacco – commenta Piana – Il nostro equipaggio farà del suo meglio per conquistare l’ambito titolo e gli altri iscritti Xtreme+ daranno il loro prezioso aiuto. Sui terreni del Portogallo gli pneumatici faranno sicuramente la differenza: le coperture CST che equipaggiano i nostri mezzi hanno sempre dimostrato grande robustezza e affidabilità rendendo la guida dei Polaris più confortevole e performante”.
Programma Baja Portalegre 500:
25 Ottobre: Verifiche tecniche e amministrative – Cerimonia di partenza (Jardim do Tarro/Portalegre)
26 Ottobre: prove speciali
27 Ottobre: prove speciali – Podio e premiazione
Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus sonja.vietto@gmail.com + 39 333.3612248
I francesi Eric Abel e Christian Manez (equipaggio ufficiale CST – Xtreme Plus) hanno testato il Polaris RZR XP Turbo S sulle dune marocchine di Merzouga
Merzouga (Marocco) – Trasferta in quel del Marocco per il Team Xtreme Plus che ha raggiunto l’oasi di Merzouga, nel Sahara marocchino al confine con l’Algeria, per effettuare gli ultimi test ai Polaris RZR in vista dei prossimi importanti impegni motoristici che lo vedranno allo start della Baja Portalegre (Portogallo) e della Dakar.
Una sessione di test tecnici per verificare performance e affidabilità degli SSV del brand americano costruiti negli ateliers francesi di Gorrevod, nei pressi di Mâcon, dagli esperti meccanici di Xtreme Plus. Il Factory Team di Marco Piana, pilota e team manager, è fra l’altro l’unico in assoluto a essere riconosciutoe supportato da Polaris USA e Europa per la professionalità e la qualità nella preparazione degli RZR destinati al Cross Country Rally.
A mettere alla prova l’RZR XP Turbo S è stato il francese Eric Abel navigato dal co-driver Christian Manez. Vincitore fra i debuttanti al Merzouga Rally 2018, il pilota di Perpignan si è aggiudicato l’iscrizione gratuita alla prossima Dakar. “Sono stato davvero impressionato dalla potenza di questo Polaris: il motore sprigiona 197 hp che spingono con grinta sulle dune – spiega Eric Abel – La preparazionedel mezzo è eccellente:su sterrati e piste dissestate gli pneumatici CST si sono dimostrati fantastici perché permettono di passare dalla sabbia più soffice al terreno impervio alla stessa pressione senza dover perdere tempo prezioso nel gonfiaggio e sgonfiaggio. Le sospensioni Reiger sono assolutamente divertenti e anche sui tracciati più impegnativi ti danno la possibilità di andare veloce ma in totale sicurezza. Non ho mai guidato un veicolo così performante e ne sono davvero entusiasta. All’ultima Dakar il Polaris Turbo di Xtreme Plus ha vinto 6 tappe e si è ben comportato in tutte le speciali sulla sabbia. Questo è ancora meglio…è una vera macchina da gara. Ci sarà da divertirsi!”.
Test superato a pieni voti dunque per l’RZR Turbo S. “E’ un piacere avere Eric e Christian fra le fila di Xtreme Plus come equipaggio ufficiale CST: nonostante non sia un professionista, Eric ha grande esperienza con i rally e gli SSV – commenta il team manager Marco Piana – Siamo orgogliosi che ci abbia scelto come assistenza per la Dakar e faremo del nostro meglio perché possa raggiungere il traguardo finale. Nei 4 giorni di test sulle dune di Merzouga ha acquisito grande destrezza alla guida di questo Polaris dimostrando di saper essere anche molto veloce”.
Le dune di Merzouga sono state anche perfetto terreno di prova per tre degli equipaggi che nei prossimi giorni saranno allo start del Rallye du Maroc. Il messicano Santiago Creel GarzaRios, navigato dal polacco Szymon Gospodarczyk, ha portato il Polaris Turbo (che sarà schierato in categoria SSV) fra la sabbia del deserto marocchino per mettere a punto le ultime migliorie apportate al veicolo e prendere confidenza con il mezzo.
Attuali leader di T3 nella Coppa del Mondo con 208 punti in classifica generale, gli spagnoli José Luis Peña Campos e Rafael Tornabell Cordoba hanno raggiunto il Team Xtreme Plus in occasione di questo test prima di schierarsi ai nastri di partenza della penultima tappa della FIA World Cup for Cross-Country Rallies 2018 in Marocco. Seppur vincitore dell’Abu Dhabi Desert Challenge di quest’anno, Peña Campos ha voluto acquisire ancora maggiora esperienza nella guida su sabbia testando le performance dell’RZR 1000.
Ad unirsi ai test pre Rallye du Maroc sono stati anche gli inglesi Graham Knight e David Watson, sempre su Polaris RZR 1000 T3. Dopo essersi aggiudicati la Dubai International Baja 2018, pilota e co-pilota saranno al via di questo nuovo rally-raid targato David Castera. Lo schieramento Xtreme Plus al rally-raid in Marocco sarà completato dall’equipaggio svizzero-francese con Vincent Gonzalez e Stephane Duple, anch’essi su RZR 1000 (T3). A fornire l’assistenza veloce in pista sarà infine Marco Piana, pilota e team manager di XT+, navigato dall’inglese Steven Griener su Toyota Land Cruiser.
Nani Roma (Mini) e Siarhei Viazovich (Maz) hanno conquistato la vittoria alla prima edizione della Turkmen Desert Race, il nuovo rally-raid targato Schlesser & Metge ospitato dall’11 al 15 Settembre nel deserto del Turkmenistan.
Turkmenbashi, costa del Mar Caspio. A salire sul gradino più alto del podio di questa nuova avventura off-road in terra turkmena è stato lui, il due volte vincitore della Dakar (in moto prima e in auto poi). Rispolverati tuta, guanti e casco dopo l’incidente di gennaio in Sudamerica, Nani Roma ha portato al successo la Mini #200 del team X-Raid John Cooper Works Rally aggiudicandosi la prima edizione della Turkmen Desert Race. Navigato da Alex Haro Bravo, il driver di Barcellona ha tagliato il traguardo finale in 13h46’39” davanti al ceco Miroslav Zapletal, su Hummer, secondo al finish con un ritardo di quasi 1 ora e 10 minuti. Terzo piazzamento nella generale per il Maz T4 di Siarhei Viazovich, in cabina con Haranin e Zhyhulin, che si è anche aggiudicato la vittoria assoluta nella categoria truck. Organizzato da Jean-Luis Schlesser e René Metge, questo rally-raid ha visto ai nastri di partenza 83 equipaggi (in 59 hanno tagliato il traguardo finale) provenienti da Europa e Asia: per loro, nei mesi scorsi gli organizzatori hanno tracciato più di 1600 chilometri da percorrere in 5 tappe, da est a ovest, attraverso il vasto deserto del Karakum fra dune, canyon, paesaggi lunari e montagne dai bizzarri scherzi cromatici. Qui, dove auto, camion e SSV hanno solcato con i loro pneumatici un terreno di 5 mila anni di storia, fra fortezze e caravanserragli crocevia lungo la Via della Seta, anche l’Italia si è presentata allo start. Tre i portacolori: Stefano Marrini e Roberto Musi (Toyota #233) schierati in T2, Dario e Aldo De Lorenzo (Proto #214) in T1 e Agostino Rizzardi e Luca Ornati (Porsche #209) in categoria OP. Nella classifica generale il miglior posizionamento è andato ai gemelli De Lorenzo, 56imi assoluti e venticinquesimi fra i veicoli modificati, al finish in 43h e 13 minuti. Ecco come è andata questa cinque giorni con partenza da Amul, a due passi dal confine con l’Uzbekisthan, e arrivo a Hazar, nei pressi di Turkmenbashi, con tre tappe di sabbia e dune e due speciali più scorrevoli.
Nani Roma e Dmitry Sotnikov si aggiudicano la prima tappa
Una boucle cronometrata di 9 km ha dato il via ufficiale al rally decretando l’ordine di partenza della prima speciale da Amul a Ikiuzak Plain. Ad attendere i partecipanti, un tracciato sabbioso con 247 km di prova selettiva che ha richiesto anche un’attenta navigazione in direzione del deserto del Karakum, una vasta zona arida dell’Asia Centrale che occupa i ¾ del Turkmenistan. La sabbia soffice dovuta all’elevata temperatura ha creato sin dall’inizio qualche problema, soprattutto legati agli elevati consumi di carburante, costringendo molti piloti a dosare il pedale dell’acceleratore. La vittoria di giornata, grazie a grinta e grande esperienza, è andata al catalano Nani Roma, il più veloce (meno di 4 ore) a tagliare il traguardo nonostante una foratura che gli ha fatto perdere tempo prezioso. “Il prologo è stato divertente mentre la prima speciale si è rivelata piuttosto difficile dall’inizio per via della sabbia molle – ha commentato Roma – Poi però abbiamo preso il ritmo e siamo riusciti a superare anche l’Hummer di Zapletal che era partito davanti a noi”. Al secondo posto un’altra Mini, quella dell’equipaggio turkmeno Annamammedow e Akmyradow (con un ritardo di circa 8 minuti su Roma) mentre terzo di giornata è stato il britannico Harry Hunt su Peugeot 3008 DKR Maxi. Il driver del team PH-Sport è stato attardato da una foratura nei primi chilometri del percorso: la scelta del luogo dove sostituire lo pneumatico non è stata però delle più fortunate perché la sabbia soffice ha costretto l’equipaggio a perdere ulteriore tempo utilizzando le piastre prima di poter ripartire. Buona manche anche per il francese Mathieu Serradori alla guida del buggy LCR30, giunto quarto di giornata, anche se costretto a rallentare dopo i primi 50 km per un eccessivo consumo di carburante. Fra i camion, miglior crono per Dmitry Sotnikov (Kamaz-Master Team) mentre fra gli SSV la vittoria è andata al Can-Am di Thierry Pitavy e Gilles Colombet.
La Peugeot di Hunt vince la seconda SS, il Kamaz di Mardeev s’impone fra i truck
Partiti alle 8 di mattina dal bivacco di Ikiuzak Plain, i concorrenti hanno affrontato 161 km di liason prima di raggiungere lo start della speciale giornaliera: un lungo tratto di asfalto dunque ha preceduto il tracciato di gara, sabbioso ma più veloce rispetto a quello di ieri. Solo 55 i veicoli allo start di questa seconda giornata dopo i ritiri della vigilia (fra cui due auto andate in fiamme) e qualche equipaggio ancora out alle prese con interventi di ripristino sui veicoli. Panorami del tutto atipici e variegati hanno accompagnato i 231 km del settore selettivo odierno fra piste rapide e giacimenti di gas (il Turkmenistan ne è ricco) prima di raggiungere la “porta dell’inferno” a Darwaza, un cratere di 60 metri di profondità da cui fuoriescono fiamme rosso fuoco da oltre 40 anni. Con un vantaggio di 2 minuti e 39 secondi sulla Mini di Roma, la Peugeot di Hunt ha conquistato il podio di giornata dopo aver doppiato lo spagnolo: nonostante qualche difficoltà per il guasto agli strumenti di navigazione e un problema alla pompa del carburante, il britannico navigato per la prima volta dall’olandese Wouter Rosegaar è salito sul gradino più alto del podio. Al terzo posto la Mini #100 al finish davanti all’Hummer di Zapletal. Noie meccaniche invece per Serradori attardato di oltre 1 ora prima di poter ripartire con il suo buggy. In T4 il podio di giornata è andato a Airat Mardeev #400, su Kamaz; il Can-Am dei francesi Pitavy-Colombet è stato ancora il più rapido mentre il primo veicolo in classe T2 di questa seconda tappa è stato il Toyota guidato dalla giovane Yulia Migunova.
A Roma e Mardeev la terza tappa
Poco meno di 240 km di speciale per la terza tappa della Turkmen Desert Race che ha offerto piste rapide ma sinuose, laghi in secca e un piccolo erg sabbioso prima di portare i concorrenti in direzione delle alture del lago del Karakum. Per alcuni piloti, Nani Roma in primis, la terza SS è stata piuttosto semplice: il catalano ha infatti potuto contare sul suo navigatore che gli ha indicato perfettamente le tracce da seguire. Problemi invece per Harry Hunt fermo in panne al km 105 e costretto addirittura a raggiungere il traguardo sul camion balai. Secondo piazzamento di giornata per il russo Mardeev che ha piazzato il suo Kamaz dietro a Roma con un ritardo di 17 minuti e 28 secondi. Dietro ancora, il ceco Zapletal, su Hummer, che ha approfittato di ritardi e noie meccaniche di altri equipaggi fra cui quelle della Mini del turkmeno Annamammedow protagonista di un rocambolesco fuori pista con cappottamento (per fortuna senza conseguenze). In T2, il miglior tempo lo ha fatto registrare il Nissan dei kazakhi Kiril Chernenkov e Alexey Mun. Fra gli SSV ottimo risultato per il Can-Am guidato da Jean-Claude Ruffier, 79enne pilota navigato da Jérome Bos. “E’ stata una speciale divertente con passaggi rapidi e tante dune affrontate senza grossi problemi dal nostro Can-Am. Abbiamo seguito il roadbook alla lettera e siamo contenti di essere arrivati primi fra gli SSV oggi” – ha spiegato Ruffier. Chapeau!
Hunt vince la quarta tappa, Roma comanda la generale
La quarta tappa del rally è iniziata con cinquanta km di asfalto per raggiungere lo start della prova speciale: un settore selettivo di 245 km con piste rapide in direzione dell’Uzbekisthan è stato scenario di questa penultima giornata di gara, impegnativa soprattutto per gli SSV costretti a prestare la massima attenzione per non finire in tratti con solchi profondi. Nonostante l’abbandono sulla speciale del giorno precedente, Hunt, partito oggi 11°, ha recuperato terreno mangiando la polvere degli avversari sino a doppiare auto e camion, aggiudicandosi alla fine la vittoria di tappa in poco più di 2 ore e 15 minuti. “E’ stata una buona speciale anche se verso la fine abbiamo forato. La navigazione non era affatto semplice perché si rischiava spesso di prendere la traccia sbagliata ma Wouter ancora una volta se l’è cavata molto bene!” – ha commentato Hunt. Dietro al britannico di 2 minuti e 22 secondi, Roma ha gestito alla perfezione la sua giornata di gara tagliando il traguardo per secondo ma conservando il primo posto nella generale provvisoria con un buon margine sugli avversari. Al terzo posto di questa penultima manche si è piazzato il Maz del bulgaro Siarhei Viazovich che ha attraversato la linea d’arrivo a 4 minuti da Hunt. Partiti dodicesimi, Serradori e Lurquin hanno concluso la speciale al 4° piazzamento anche se, spesso, la polvere sollevata dai camion davanti ha costretto il pilota alla guida del buggy MCM a fermarsi per ritrovare la visibilità. In categoria SSV il più veloce è stato il Can-Am di Hervé Diers e Alain Brousse mentre in T2 (veicoli di serie) sono stati ancora i kazakhi Chernenkov e Mun su Nissan a conquistare il miglior crono.
Hunt e Roma, gioco a due; Viazovich primo fra i camion
Piste sinuose e a tratti rapide per il quinto settore selettivo di questa edizione del rally: ai piloti sono toccati tole ondulée, woops e persino qualche tratto di trial. A partire dai primi km – 234 quelli in programma da Gamyshlyja Plain a Turkmenbashi – i leader della classifica hanno dato spettacolo sfrecciando veloci sul percorso e sollevando nuvoloni di polvere. I primi tre equipaggi in classifica si sono sorvegliati l’un l’altro mentre altri concorrenti sono stati attardati al finish cercando la pista giusta da seguire. Hunt e Roma hanno tagliato il traguardo con un distacco di 2 minuti e 53 secondi (prima il britannico, poi il catalano), davanti a Serradori/Lurquin a + 5 minuti e 57 secondi dalla Peugeot #205. Fra i camion, il bulgaro del Maz-Sport Rally, Viazovich, ha conquistato la vittoria di giornata davanti a Mardeev e Sotnikov (entrambi su Kamaz). Pitavy/Colomet sono stati ancora una volta gli autori del best lap a bordo del loro Can-Am mentre i turkmeni Hommadov/Annaberdiyev, su Toyota, hanno portato il loro Toyota T2 sul gradino più alto del podio di giornata.
Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally), in categoria auto, e Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion, hanno conquistato la vittoria di questa ottava edizione della Silk Way conclusasi dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca.
Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde con la shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo. Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way: anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini ha perso meno tempo rispetto alle rivali. “Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji – e dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”. Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati: passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way. Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Come molti altri partecipanti, Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore su un percorso ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah – Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione…quello l’avrei conquistato sicuramente io!”. Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento grazie a una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT: una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”. Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h): qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo. Quanto a Harry Hunt, il britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay, ha invece approfittato dell’ultimo settore selettivo della gara, accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, per aggiudicarsi la seconda vittoria di tappa su questo rally raid. Al termine di un’appassionante settimana di gara, con continui colpi di scena sportivi, la celebre Piazza Rossa moscovita ha accolto ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.
Categoria T2 e T3: Zi Yun Gang e Mariia Oparina
Allo start della Silk Way su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200) non potevano sperare in un risultato migliore dimostrando tutta la loro bravura sui percorsi impegnativi nel sud della Russia conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie. Già vittoriose a Xi’An in Cina durante l’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il loro Maverick X3 sul gradino più alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Il secondo piazzamento è andato al bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo davanti a Nicolas Duclos (Polaris RZR #117), compagno di scuderia fra le fila del Team Xtreme Plus.
L’Italia alla Silk Way: Marco Piana
Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana, pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Nicolas Duclos e Frédéric Chavigny e del polacco Robert Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore: come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana – Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono altrettanto impegnative, piene di woops e tratti veloci che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo invece è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.
Le donne in gara
Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie. Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento dello scorso anno ha riportato nuovamente sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) lo scorso anno: alla guida del loro Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo. Chapeau!
Camion: a Karginov la vittoria 2018
La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria. Il podio per il celebre marchio di Nabereznye Celny era fuori dubbio anche se in realtà gli occhi degli spettatori erano più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa: Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente e cambio automatico. Invece alla guida del suo Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio. “Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev. Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è meritatamente portato a casa il titolo di questa SWR: assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares. Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota alla guida del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia: a fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda. Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara: assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Mitsugu Takahashi, su Hino Ranger 500 Series, a scendere in campo è stato anche il padre Yoshimasa (con Ahito Sakurai): all’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.
Il percorso
Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia: oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa. Qui, ogni anno il campionato russo di tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle loro mani e la definiscono “il loro Merzouga”. Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk: start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi); tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km; Elista-Astrakhan (332 km di speciale); Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km; Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6); Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.