Ford vince il Tour de Corse Historique

Serge Cazaux, su Sierra Cosworth 4×4, si aggiudica la 18^ edizione del Tour de Corse Historique con un vantaggio di 2’10” su Didier Auriol. Al marchio Ford vanno i primi sei piazzamenti della generale VHC mentre a Porsche la top five della VHRS.

Alla fine la vittoria l’ha conquistata lui, Serge Cazaux, con la sua Ford Sierra Cosworth 4×4, firmando il podio della diciottesima edizione del Tour de Corse Historique, il prestigioso evento motoristico creato da José Andreani. Risultato a parte, a tenere tutti con il fiato sospeso è stata la straordinaria sfida che ha contrapposto per quattro giorni due celebri nomi di questa specialità motoristica: Cazaux e Auriol, da un lato il pilota originario di Dax, dall’altro quello di Montpellier. Entrambi francesi e grandi campioni, i due si sono affrontati sugli avvincenti percorsi della Corsica – cinque tappe con partenza e rientro su Porto-Vecchio passando per Bastia, Calvi e Ajaccio – con 340 km di prove cronometrate e 500 di trasferimento lungo gli asfalti di una delle più belle tappe del mondiale rally.

Un tracciato all’80% inedito con 17 speciali, di cui dieci completamente ridisegnate, che hanno permesso di percorrere in lungo e in largo quasi tutta quest’isola montuosa abbracciata dal Mediterraneo. Terra di una bellezza rara e selvaggia, la Corsica ha messo a dura prova equipaggi francesi, italiani, tedeschi, finlandesi, norvegesi, inglesi e anche argentini (Martin Sucari e Gustavo Pecoriff su Peugeot 205T16) riportando in auge una competizione che, unendo passato e presente, ha saputo ricreare il mito di un tempo.

115 i concorrenti della categoria VHC e 87 quelli in VHRS con un parco chiuso che ha accolto auto e piloti che hanno fatto la storia dell’automobilismo: un terzo dei partecipanti ha tagliato la linea di partenza alla guida di Porsche ma non sono mancate neppure Ford Escort Mk1 e Mk2, Lancia Stratos, Ford Sierra Cosworth, Alpine A110, Abarth 13, Renault 12 Gordini e Lancia Delta HF senza dimenticare alcune Morris Cooper e Cox 1303S.

Fra gli italiani al via: Silvio Perlino e Serena Giuliano su Opel Kadett GTE (#29); l’equipaggio femminile Luisa Zumelli e Paola Valmassoi (#68) su Porsche Carrera RS; Maurizio Elia e Corrado Ughetti su Ford Escort RS1600; Roberto Gorni con Angela Grasso su Fiat 124 Abarth Rally; Alessandro Olivieri su Ford Escort RS 2000; Giorgio Schon alla guida di una Porsche 911 SC; Eugenio Rossi, navigato da Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1.8.   

Ad accogliere il via di questa edizione del TdCH, il 10 Ottobre, è stato Porto-Vecchio, suggestivo borgo del sud della Corsica con le mura della cittadella genovese del XVI° secolo. Dopo le verifiche tecniche e amministrative e lo shakedown della Palombaggia (4,10 km), lo start ufficiale ha visto i 202 equipaggi iscritti affrontare la prima tappa che da Porto-Vecchio ha raggiunto nel tardo pomeriggio Bastia con la chiesa a due torri di San Giovanni Battista, la cattedrale di Santa Maria e il palazzo del governatore, sede del museo di storia locale.

Gli asfalti del rally si sono poi diretti in direzione di Calvi, passando per il raggruppamento a La Porta, e infine ad Ajaccio con la spettacolare cronometrata di Notre-Dame-de-la-Serra, prima del rientro su Porto-Vecchio.

A infiammare gli animi del pubblico è stato anzitutto un grande Cazaux: “Sono molto contento del risultato ottenuto: abbiamo combattuto sin dalla prima cronometrata e la Cosworth si è comportata egregiamente – ha commentato soddisfatto sul podio finale – Non potevo sperare di meglio anche se fronteggiare Auriol è stato tutt’altro che semplice sia dal punto di vista competitivo che sul piano emozionale perché è un grande campione. E’ stato un bel rally con prove speciali fantastiche come Notre-Dame-de-la-Serra e La Porta che ci hanno permesso di guadagnare un buon vantaggio per il traguardo di Porto-Vecchio. Un grazie sincero va al mio navigatore Maxime Vilmot che ha fatto un eccellente lavoro e a tutto il team: questa vittoria è dedicata a loro”.

Nonostante nella terza tappa da Calvi a Ajaccio, il pilota della Ford #3, attuale leader del Campionato Europeo Storico, avesse già 1’52” di vantaggio sul “Lutin de Cévenol”, Auriol non ha certo abbandonato i suoi sogni di gloria a trent’anni dalla prima vittoria conquistata al Tour de Corse. Alla fine delle 4 prove speciali che da Ajaccio hanno infine riportato alla marina di Porto-Vecchio, la Cosworth 2 ruote motrici di Didier si è dovuta però accontentare di un secondo piazzamento nella J2 e nella generale del TdCH.

“E’ stata un’emozione incredibile, tanti ricordi si sono susseguiti dal 1988 a oggi e tornare qui al Tour de Corse per festeggiare i 30 anni dal primo podio è stato meraviglioso – ha raccontato Auriol – Stesso rally e soprattutto stessa vettura anche se il risultato finale non è stato il medesimo. Davvero bella la sfida con Cazaux anche se non ci è riuscito di strappargli il primo posto. Combattere con una quattro ruote motrici ci ha penalizzati non poco ma ciò che volevo più di ogni altra cosa era tornare a divertirmi alla guida su queste strade della Corsica ed è quello che ho fatto”.

 

Se Ford è stata protagonista assoluta della categoria VHC, Porsche lo è stata per la VHRS: al marchio tedesco di Zuffenhausen sono andati i primi 5 piazzamenti della generale con una bella vittoria assegnata a Christophe e Anne Baillet davanti agli italiani Giorgio Schon e Francesco Giammarino che sono stati autori di una gran bella prova. Il gentlemen driver di origini novaresi, da oltre 23 anni alla guida di splendide automobili sportive e storiche, ha dimostrato ancora una volta che la classe non è acqua portando in alto inostri colori.

E fra gli altri italiani a ben destreggiarsi in questa edizione del TdCH un particolare riconoscimento va anche a Eugenio Rossi e Michelle Perlino, su Lancia Flavia Coupé 1800, al sesto posto dell’assoluta VHRS.

www.tourdecorse-historique.fr

Classifica Tour de Corse Historique 2018 – VHC

  1. Cazaux-Vilmot (Ford Sierra Cosworth 4×4) 3h51’51”
  2. Auriol/Giraudet (Ford Sierra Cosworth) + 2’10”
  3. Jenot-Milosavljevic (Ford Mk2) + 4’42”
  4. Villa-Savignoni (Ford RS2000) + 6’39”
  5. Marchetti-Buresi (Ford Mk1) + 8’39”

Classifica Tour de Corse Historique 2018 – VHRS

  1. Baillet-Baillet (Porsche)
  2. Schon-Giammarino (Porsche)
  3. Euvrard-Paquier (Porsche)
  4. Maes-Pyck (Porsche)
  5. Figuière-Godin (Porsche)
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Testo e foto Sonja Vietto Ramus

 

Baja Portalegre 500: Xtreme Plus vince gara e coppa del mondo T3

Con la vittoria alla Baja Portalegre 500, Peña Campo & Tornabell Cordoba conquistano il titolo T3 nella Coppa del Mondo FIA 2018. Gonzalez/Minaudier e Knight/Watson completano il podio dell’ultima manche del mondiale.

Portalegre – Portogallo (27 Ottobre) – Xtreme+ è campione del mondo di T3. L’equipaggio spagnolo José Luis Peña Campo e Rafael Tornabell Cordoba, su Polaris RZR 1000, si è aggiudicato il podio della Baja Portalegre 500, ultima tappa della FIA World Cup Cross Country Rally 2018, conquistando così il titolo assoluto di T3.

Quella in terra portoghese è stata una sfida avvincente fra Polaris e Yamaha con Peña Campo e il suo rivale Santiago Navarro protagonisti di un’eccellente stagione motoristica. Per la prima volta dalla nascita della Coppa del Mondo di categoria T3, le sorti del campionato si sono decise nell’ultima prova speciale della tappa conclusiva in Portogallo premiando alla fine grinta e determinazione di Xtreme+ con un importante titolo mondiale, il quinto dopo quelli conseguiti nel 2013, 2014, 2016 e 2017.

“Non è stato affatto semplice ma anche per questo la soddisfazione è ancora più grande commenta il team manager Marco Piana –  I 18 minuti che Navarro aveva di vantaggio su Peña Campo si sono sciolti al sole nella SS4 quando il pilota della Yamaha è rimasto incastrato contro un albero. Con la tensione a mille, José Luis ha saputo però concludere alla perfezione la speciale senza prendere alcun rischio, tagliando il traguardo per primo e conquistando così  il titolo mondiale di T3. Una bella vittoria resa possibile dalla collaborazione di tutta la squadra, dai meccanici agli autisti, sino a chi lavora dalla sede in Francia: grazie a Sylvain, Renato, Gilles, Freddo, Enzo, Alexis, Jesus, Cédric, Manu, Alain e a tutti gli altri ragazzi. A Ana che si occupa della logistica e dell’organizzazione, indispensabile aiuto per Xtreme+. Un grazie di cuore a tutti. Ecco, questa è una di quelle vittorie che mi piacciono perché è il successo di una squadra che ci mette cuore e anima…”.

Dopo una lunga stagione sportiva – il 2018 ha visto 11 gare svolgersi in 11 paesi e 3 continenti diversi – Peña Campo e Tornabell Cordoba sono i primi spagnoli a diventare Campioni del Mondo Cross Country in categoria T3 (solo il connazionale Carlos Sainz aveva conquistato il titolo assoluto in passato). “Non so cosa dire, non ho parole – spiega un emozionato José Luis – E’ un trionfo dedicato a Rafa perché senza il suo aiuto e la sua professionalità non avremmo mai raggiunto questo obbiettivo; a tutto il team Xtreme+ che ha reso perfetto il Polaris ad ogni gara; a Marco Piana che ha creduto in me; a mia moglie Balby e alla mia famiglia e naturalmente agli sponsor per il loro prezioso aiuto”.

Se l’equipaggio spagnolo ha riportato un brillante risultato anche gli altri due Polaris RZR 1000 in gara alla Baja Portalegre 500 non sono stati certo da meno. Vincent Gonzalez, navigato da Loic Minaudier, ha tagliato il traguardo della manche portoghese classificandosi al secondo posto e aggiudicandosi il terzo podio assoluto nella Coppa del Mondo T3. In questa stagione il pilota svizzero non ha solo dimostrato di possedere ottime doti da driver ma si è rivelato anche “il” perfetto compagno di squadra aiutando Peña Campo nella sua corsa al titolo mondiale. Senza dimenticare che è stato proprio Gonzalez ad aiutare Navarro quando con la sua Yamaha è uscito di pista nella SS4.

Questa 32^ edizione della Baja Portalegre 500 ha visto infine un altro equipaggio di Xtreme+ conquistare il podio: i britannici Graham Knight e David Watson si sono infatti classificati terzi dietro ai compagni di squadra Peña Campo e Gonzalez. Alla guida del loro Razor 1000 in alcune manche del 2018 per acquisire maggiore confidenza con il veicolo, Graham e David sono stati altrettanto indispensabili alla vittoria del pilota spagnolo e di tutto il team per l’allegria e il buonumore portati sempre con loro.

Prossimi impegni? “Dopo questa bella vittoria ci prepariamo ora per la Dakar in Perù dove Xtreme+ sarà presente con alcuni equipaggi – conclude Marco Piana, in gara alla Baja Portalegre 500 con Sébastien DelaunayFaremo del nostro meglio: d’altronde dopo un anno indimenticabile come questo non si può fare diversamente!”.

Xtreme+ ringrazia per il prezioso supporto: Polaris Europa e Francia con Manu Péan e Rodrigo Lourenco per la fornitura dei ricambi originali; CST per gli pneumatici estremamente performanti e robusti che hanno permesso ottimi risultati su ogni tipologia di terreno; Motul per i prodotti lubrificanti; Galfer con dischi e pastiglie per frenate in assoluta sicurezza; Reiger Suspensions, con Henk Helleger, per l’indispensabile assistenza nell’assetto; Kutvek Kitgraphik per la realizzazione delle grafiche dei Polaris; Rouge Fusion per la fornitura di scarichi da competizione su misura; Lortec per la messa a punto del motore; Alves Torino, con Gabriele, Ezio e Sandro, per la realizzazione dei telai e lo sviluppo dei Polaris 1000; Maxiracing Component di Torino con Elvio per gli accessori in fibra, carbonio e kevlar.

 

Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus  sonja.vietto@gmail.com + 39 333.3612248

www.xtremeplus.fr

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Xtreme Plus alla Baja Portalegre 500

Peña Campos/Tornabell Cordoba in pista per difendere la leadership di T3. Fra lo schieramento Xtreme+: Gonzalez/Minaudier, Knight/Watson e Piana/Delaunay. Start il 25 Ottobre nella cittadina di Portalegre.

Gorrevod – Francia (23 Ottobre) – Dopo gli ottimi risultati conquistati al Rallye du Maroc di inizio Ottobre, Xtreme+ scende nuovamente in campo per affrontare i tracciati portoghesi della Baja Portalegre 500 dove lo spagnolo José Luis Peña Campos cercherà di aggiudicarsi la Coppa del Mondo di T3 alla guida del suo Polaris RZR 1000.

Organizzata da José Megre (la prima edizione risale al 1987), questa gara di cross country rally vedrà ai nastri di partenza della sua 32^ edizione ben 4 equipaggi del Team Xtreme Plus.

Con il numero #613, gli spagnoli Peña Campos e Tornabell Cordoba, attualmente al comando della classifica T3 con 4 punti di vantaggio su Santiago Navarro: eccellenti protagonisti della stagione motoristica 2018 con primi e secondi piazzamenti in tutte le manche, pilota e co-pilota faranno l’impossibile per mantenere la leadership del campionato T3. La sfida con il connazionale Navarro, su Yamaha, si preannuncia dunque avvincente sin dai primi chilometri di gara.

Reduce dal terzo posto assoluto in T3 al Rallye du Maroc, Vincent Gonzalez sarà presente allo start della manche portoghese, navigato in quest’occasione dal francese Loic Minaudier; il loro Polaris #617 sarà inoltre di valido sostegno per Peña Campos come già nella gara svoltasi in Marocco. In pista per acquisire maggiore confidenza con il Razor 1000 ma anche per “divertirsi” sui suggestivi tracciati nei dintorni della cittadina di Portalegre, nell’Alto Alentejo, gli inglesi Graham Knight e David Watson (#621) che in Marocco hanno tagliato il traguardo della loro prima vera competizione motoristica.

Il team manager Marco Piana, con il co-driver Sébastien Delaunay, completerà lo schieramento Xtreme+ presentandosi alla linea di partenza della Baja Portalegre 500 con un Polaris RZR 1000 e il numero di gara #649. Obiettivo: dare supporto allo spagnolo José Luis.

“Quella in Portogallo sarà la sfida più avvincente della stagione visto che fra il primo e il secondo classificato della generale provvisoria di T3 (Peña Campos e Santiago Navarro, ndr) ci sono solo 4 punti di distacco – commenta Piana – Il nostro equipaggio farà del suo meglio per conquistare l’ambito titolo e gli altri iscritti Xtreme+ daranno il loro prezioso aiuto. Sui terreni del Portogallo gli pneumatici faranno sicuramente la differenza: le coperture CST che equipaggiano i nostri mezzi hanno sempre dimostrato grande robustezza e affidabilità rendendo la guida dei Polaris più confortevole e performante”.

Programma Baja Portalegre 500:

25 Ottobre: Verifiche tecniche e amministrative – Cerimonia di partenza (Jardim do Tarro/Portalegre)

26 Ottobre: prove speciali

27 Ottobre: prove speciali – Podio e premiazione

 

Ufficio Stampa Team Xtreme Plus – Sonja Vietto Ramus  sonja.vietto@gmail.com + 39 333.3612248

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Test a Merzouga per il Team Xtreme Plus

I francesi Eric Abel e Christian Manez (equipaggio ufficiale CST – Xtreme Plus) hanno testato il Polaris RZR XP Turbo S sulle dune marocchine di Merzouga

Merzouga (Marocco) – Trasferta in quel del Marocco per il Team Xtreme Plus che ha raggiunto l’oasi di Merzouga, nel Sahara marocchino al confine con l’Algeria, per effettuare gli ultimi test ai Polaris RZR in vista dei prossimi importanti impegni motoristici che lo vedranno allo start della Baja Portalegre (Portogallo) e della Dakar.

Una sessione di test tecnici per verificare performance e affidabilità degli SSV del brand americano costruiti negli ateliers francesi di Gorrevod, nei pressi di Mâcon, dagli esperti meccanici di Xtreme Plus. Il Factory Team di Marco Piana, pilota e team manager, è fra l’altro l’unico in assoluto a essere riconosciuto e supportato da Polaris USA e Europa per la professionalità e la qualità nella preparazione degli RZR destinati al Cross Country Rally.

A mettere alla prova l’RZR XP Turbo S è stato il francese Eric Abel navigato dal co-driver Christian Manez. Vincitore fra i debuttanti al Merzouga Rally 2018, il pilota di Perpignan si è aggiudicato l’iscrizione gratuita alla prossima Dakar. “Sono stato davvero impressionato dalla potenza di questo Polaris: il motore sprigiona 197 hp che spingono con grinta sulle dune – spiega Eric Abel – La preparazione del mezzo è eccellente: su sterrati e piste dissestate gli pneumatici CST si sono dimostrati fantastici perché permettono di passare dalla sabbia più soffice al terreno impervio alla stessa pressione senza dover perdere tempo prezioso nel gonfiaggio e sgonfiaggio. Le sospensioni Reiger sono assolutamente divertenti e anche sui tracciati più impegnativi ti danno la possibilità di andare veloce ma in totale sicurezza. Non ho mai guidato un veicolo così performante e ne sono davvero entusiasta. All’ultima Dakar il Polaris Turbo di Xtreme Plus ha vinto 6 tappe e si è ben comportato in tutte le speciali sulla sabbia. Questo è ancora meglio…è una vera macchina da gara. Ci sarà da divertirsi!”.

Test superato a pieni voti dunque per l’RZR Turbo S. “E’ un piacere avere Eric e Christian fra le fila di Xtreme Plus come equipaggio ufficiale CST: nonostante non sia un professionista, Eric ha grande esperienza con i rally e gli SSV – commenta il team manager Marco PianaSiamo orgogliosi che ci abbia scelto come assistenza per la Dakar e faremo del nostro meglio perché possa raggiungere il traguardo finale. Nei 4 giorni di test sulle dune di Merzouga ha acquisito grande destrezza alla guida di questo Polaris dimostrando di saper essere anche molto veloce”.

Le dune di Merzouga sono state anche perfetto terreno di prova per tre degli equipaggi che nei prossimi giorni saranno allo start del Rallye du Maroc. Il messicano Santiago Creel Garza Rios, navigato dal polacco Szymon Gospodarczyk, ha portato il Polaris Turbo (che sarà schierato in categoria SSV) fra la sabbia del deserto marocchino per mettere a punto le ultime migliorie apportate al veicolo e prendere confidenza con il mezzo.

Attuali leader di T3 nella Coppa del Mondo con 208 punti in classifica generale, gli spagnoli José Luis Peña Campos e Rafael Tornabell Cordoba hanno raggiunto il Team Xtreme Plus in occasione di questo test prima di schierarsi ai nastri di partenza della penultima tappa della FIA World Cup for Cross-Country Rallies 2018 in Marocco. Seppur vincitore dell’Abu Dhabi Desert Challenge di quest’anno, Peña Campos ha voluto acquisire ancora maggiora esperienza nella guida su sabbia testando le performance dell’RZR 1000.

Ad unirsi ai test pre Rallye du Maroc sono stati anche gli inglesi Graham Knight e David Watson, sempre su Polaris RZR 1000 T3. Dopo essersi aggiudicati la Dubai International Baja 2018, pilota e co-pilota saranno al via di questo nuovo rally-raid targato David Castera. Lo schieramento Xtreme Plus al rally-raid in Marocco sarà completato dall’equipaggio svizzero-francese con Vincent Gonzalez e Stephane Duple, anch’essi su RZR 1000 (T3). A fornire l’assistenza veloce in pista sarà infine Marco Piana, pilota e team manager di XT+, navigato dall’inglese Steven Griener su Toyota Land Cruiser.

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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Xtreme Plus

Turkmen Desert Race: nel Deserto del Karakum

Nani Roma (Mini) e Siarhei Viazovich (Maz) hanno conquistato la vittoria alla prima edizione della Turkmen Desert Race, il nuovo rally-raid targato Schlesser & Metge ospitato dall’11 al 15 Settembre nel deserto del Turkmenistan.

Turkmenbashi, costa del Mar Caspio. A salire sul gradino più alto del podio di questa nuova avventura off-road in terra turkmena è stato lui, il due volte vincitore della Dakar (in moto prima e in auto poi). Rispolverati tuta, guanti e casco dopo l’incidente di gennaio in Sudamerica, Nani Roma ha portato al successo la Mini #200 del team X-Raid John Cooper Works Rally aggiudicandosi la prima edizione della Turkmen Desert Race. Navigato da Alex Haro Bravo, il driver di Barcellona ha tagliato il traguardo finale in 13h46’39” davanti al ceco Miroslav Zapletal, su Hummer, secondo al finish con un ritardo di quasi 1 ora e 10 minuti. Terzo piazzamento nella generale per il Maz T4 di Siarhei Viazovich, in cabina con Haranin e Zhyhulin, che si è anche aggiudicato la vittoria assoluta nella categoria truck. Organizzato da Jean-Luis Schlesser e René Metge, questo rally-raid ha visto ai nastri di partenza 83 equipaggi (in 59 hanno tagliato il traguardo finale) provenienti da Europa e Asia: per loro, nei mesi scorsi gli organizzatori hanno tracciato più di 1600 chilometri da percorrere in 5 tappe, da est a ovest, attraverso il vasto deserto del Karakum fra dune, canyon, paesaggi lunari e montagne dai bizzarri scherzi cromatici. Qui, dove auto, camion e SSV hanno solcato con i loro pneumatici un terreno di 5 mila anni di storia, fra fortezze e caravanserragli crocevia lungo la Via della Seta, anche l’Italia si è presentata allo start. Tre i portacolori: Stefano Marrini e Roberto Musi (Toyota #233) schierati in T2, Dario e Aldo De Lorenzo (Proto #214) in T1 e Agostino Rizzardi e Luca Ornati (Porsche #209) in categoria OP. Nella classifica generale il miglior posizionamento è andato ai gemelli De Lorenzo, 56imi assoluti e venticinquesimi fra i veicoli modificati, al finish in 43h e 13 minuti. Ecco come è andata questa cinque giorni con partenza da Amul, a due passi dal confine con l’Uzbekisthan, e arrivo a Hazar, nei pressi di Turkmenbashi, con tre tappe di sabbia e dune e due speciali più scorrevoli.

Nani Roma e Dmitry Sotnikov si aggiudicano la prima tappa

Una boucle cronometrata di 9 km ha dato il via ufficiale al rally decretando l’ordine di partenza della prima speciale da Amul a Ikiuzak Plain. Ad attendere i partecipanti, un tracciato sabbioso con 247 km di prova selettiva che ha richiesto anche un’attenta navigazione in direzione del deserto del Karakum, una vasta zona arida dell’Asia Centrale che occupa i ¾ del Turkmenistan. La sabbia soffice dovuta all’elevata temperatura ha creato sin dall’inizio qualche problema, soprattutto legati agli elevati consumi di carburante, costringendo molti piloti a dosare il pedale dell’acceleratore. La vittoria di giornata, grazie a grinta e grande esperienza, è andata al catalano Nani Roma, il più veloce (meno di 4 ore) a tagliare il traguardo nonostante una foratura che gli ha fatto perdere tempo prezioso. “Il prologo è stato divertente mentre la prima speciale si è rivelata piuttosto difficile dall’inizio per via della sabbia molle – ha commentato Roma – Poi però abbiamo preso il ritmo e siamo riusciti a superare anche l’Hummer di Zapletal che era partito davanti a noi”. Al secondo posto un’altra Mini, quella dell’equipaggio turkmeno Annamammedow e Akmyradow (con un ritardo di circa 8 minuti su Roma) mentre terzo di giornata è stato il britannico Harry Hunt su Peugeot 3008 DKR Maxi. Il driver del team PH-Sport è stato attardato da una foratura nei primi chilometri del percorso: la scelta del luogo dove sostituire lo pneumatico non è stata però delle più fortunate perché la sabbia soffice ha costretto l’equipaggio a perdere ulteriore tempo utilizzando le piastre prima di poter ripartire. Buona manche anche per il francese Mathieu Serradori alla guida del buggy LCR30, giunto quarto di giornata, anche se costretto a rallentare dopo i primi 50 km per un eccessivo consumo di carburante. Fra i camion, miglior crono per Dmitry Sotnikov (Kamaz-Master Team) mentre fra gli SSV la vittoria è andata al Can-Am di Thierry Pitavy e Gilles Colombet.

La Peugeot di Hunt vince la seconda SS, il Kamaz di Mardeev s’impone fra i truck

Partiti alle 8 di mattina dal bivacco di Ikiuzak Plain, i concorrenti hanno affrontato 161 km di liason prima di raggiungere lo start della speciale giornaliera: un lungo tratto di asfalto dunque ha preceduto il tracciato di gara, sabbioso ma più veloce rispetto a quello di ieri. Solo 55 i veicoli allo start di questa seconda giornata dopo i ritiri della vigilia (fra cui due auto andate in fiamme) e qualche equipaggio ancora out alle prese con interventi di ripristino sui veicoli. Panorami del tutto atipici e variegati hanno accompagnato i 231 km del settore selettivo odierno fra piste rapide e giacimenti di gas (il Turkmenistan ne è ricco) prima di raggiungere la “porta dell’inferno” a Darwaza, un cratere di 60 metri di profondità da cui fuoriescono fiamme rosso fuoco da oltre 40 anni. Con un vantaggio di 2 minuti e 39 secondi sulla Mini di Roma, la Peugeot di Hunt ha conquistato il podio di giornata dopo aver doppiato lo spagnolo: nonostante qualche difficoltà per il guasto agli strumenti di navigazione e un problema alla pompa del carburante, il britannico navigato per la prima volta dall’olandese Wouter Rosegaar è salito sul gradino più alto del podio. Al terzo posto la Mini #100 al finish davanti all’Hummer di Zapletal. Noie meccaniche invece per Serradori attardato di oltre 1 ora prima di poter ripartire con il suo buggy. In T4 il podio di giornata è andato a Airat Mardeev #400, su Kamaz; il Can-Am dei francesi Pitavy-Colombet è stato ancora il più rapido mentre il primo veicolo in classe T2 di questa seconda tappa è stato il Toyota guidato dalla giovane Yulia Migunova.

A Roma e Mardeev la terza tappa

Poco meno di 240 km di speciale per la terza tappa della Turkmen Desert Race che ha offerto piste rapide ma sinuose, laghi in secca e un piccolo erg sabbioso prima di portare i concorrenti in direzione delle alture del lago del Karakum. Per alcuni piloti, Nani Roma in primis, la terza SS è stata piuttosto semplice: il catalano ha infatti potuto contare sul suo navigatore che gli ha indicato perfettamente le tracce da seguire. Problemi invece per Harry Hunt fermo in panne al km 105 e costretto addirittura a raggiungere il traguardo sul camion balai. Secondo piazzamento di giornata per il russo Mardeev che ha piazzato il suo Kamaz dietro a Roma con un ritardo di 17 minuti e 28 secondi. Dietro ancora, il ceco Zapletal, su Hummer, che ha approfittato di ritardi e noie meccaniche di altri equipaggi fra cui quelle della Mini del turkmeno Annamammedow protagonista di un rocambolesco fuori pista con cappottamento (per fortuna senza conseguenze). In T2, il miglior tempo lo ha fatto registrare il Nissan dei kazakhi Kiril Chernenkov e Alexey Mun. Fra gli SSV ottimo risultato per il Can-Am guidato da Jean-Claude Ruffier, 79enne pilota navigato da Jérome Bos. “E’ stata una speciale divertente con passaggi rapidi e tante dune affrontate senza grossi problemi dal nostro Can-Am. Abbiamo seguito il roadbook alla lettera e siamo contenti di essere arrivati primi fra gli SSV oggi” – ha spiegato Ruffier. Chapeau!

Hunt vince la quarta tappa, Roma comanda la generale

La quarta tappa del rally è iniziata con cinquanta km di asfalto per raggiungere lo start della prova speciale: un settore selettivo di 245 km con piste rapide in direzione dell’Uzbekisthan è stato scenario di questa penultima giornata di gara, impegnativa soprattutto per gli SSV costretti a prestare la massima attenzione per non finire in tratti con solchi profondi. Nonostante l’abbandono sulla speciale del giorno precedente, Hunt, partito oggi 11°, ha recuperato terreno mangiando la polvere degli avversari sino a doppiare auto e camion, aggiudicandosi alla fine la vittoria di tappa in poco più di 2 ore e 15 minuti. “E’ stata una buona speciale anche se verso la fine abbiamo forato. La navigazione non era affatto semplice perché si rischiava spesso di prendere la traccia sbagliata ma Wouter ancora una volta se l’è cavata molto bene!” – ha commentato Hunt. Dietro al britannico di 2 minuti e 22 secondi, Roma ha gestito alla perfezione la sua giornata di gara tagliando il traguardo per secondo ma conservando il primo posto nella generale provvisoria con un buon margine sugli avversari. Al terzo posto di questa penultima manche si è piazzato il Maz del bulgaro Siarhei Viazovich che ha attraversato la linea d’arrivo a 4 minuti da Hunt. Partiti dodicesimi, Serradori e Lurquin hanno concluso la speciale al 4° piazzamento anche se, spesso, la polvere sollevata dai camion davanti ha costretto il pilota alla guida del buggy MCM a fermarsi per ritrovare la visibilità. In categoria SSV il più veloce è stato il Can-Am di Hervé Diers e Alain Brousse mentre in T2 (veicoli di serie) sono stati ancora i kazakhi Chernenkov e Mun su Nissan a conquistare il miglior crono.

Hunt e Roma, gioco a due; Viazovich primo fra i camion

Piste sinuose e a tratti rapide per il quinto settore selettivo di questa edizione del rally: ai piloti sono toccati tole ondulée, woops e persino qualche tratto di trial. A partire dai primi km – 234 quelli in programma da Gamyshlyja Plain a Turkmenbashi – i leader della classifica hanno dato spettacolo sfrecciando veloci sul percorso e sollevando nuvoloni di polvere. I primi tre equipaggi in classifica si sono sorvegliati l’un l’altro mentre altri concorrenti sono stati attardati al finish cercando la pista giusta da seguire. Hunt e Roma hanno tagliato il traguardo con un distacco di 2 minuti e 53 secondi (prima il britannico, poi il catalano), davanti a Serradori/Lurquin a + 5 minuti e 57 secondi dalla Peugeot #205. Fra i camion, il bulgaro del Maz-Sport Rally, Viazovich, ha conquistato la vittoria di giornata davanti a Mardeev e Sotnikov (entrambi su Kamaz). Pitavy/Colomet sono stati ancora una volta gli autori del best lap a bordo del loro Can-Am mentre i turkmeni Hommadov/Annaberdiyev, su Toyota, hanno portato il loro Toyota T2 sul gradino più alto del podio di giornata.

 

Classifica Turkmen Desert Race 2018

  1. #200 Nani Roma/Alex Haro Bravo – Spagna – Mini – T1 – 13h46’39”
  2. #201 Miroslav Zapletal/Marek Sykora – Repubblica Ceca – Hummer – T1 – + 01h08’47”
  3. #401 Siarhei Viazovich/Pavel Haranin/Andrei Zhyhulin – Bielorussia – Maz – T4 – +01h27’38”
  4. #100 Hojaguly Annamammedow/Gaygysyz Akmyradow – Turkmenistan – Mini – T1 -+01h43’54”
  5. #400 Airat Mardeev/Dmitrii Svistunov/Akhmet Galiautdinov – Russia – Kamaz – T4 -+01h48’17”
  6. #402 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilgiz Akhmetzianov – Russia – Kamaz – T4 – +01h48’17”
  7. #202 Denis Krotov/Dmytro Tsyro – Russia – Bmw – T1 – +02h02’47”
  8. #403 Aliaksei Vishneuski/Maksim Novikau/Andrei Neviarovich – Bielorussia – Maz – T4 – +02h16’17”
  9. #218 Vincent Thijs/Tom De Leeuw – Belgio – Toyota – T1 – +02h23’29”
  10. #208 Balazs Szalay/Laszlo Bunkoczi – Ungheria – Opel – +03h29’04”
  1. #214 Dario De Lorenzo/Aldo De Lorenzo – Italia – Proto – T1 – +29h26’21”
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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Jorge Cunha

Alrajhi e Karginov: la Russia ha i suoi nuovi Zar

 

Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally), in categoria auto, e Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion, hanno conquistato la vittoria di questa ottava edizione della Silk Way conclusasi dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca.

Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde con la shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo. Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way: anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini ha perso meno tempo rispetto alle rivali. “Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji – e dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”. Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati: passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way. Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Come molti altri partecipanti, Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore su un percorso ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah – Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione…quello l’avrei conquistato sicuramente io!”. Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento grazie a una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT: una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”. Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h): qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo. Quanto a Harry Hunt, il britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay, ha invece approfittato dell’ultimo settore selettivo della gara, accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, per aggiudicarsi la seconda vittoria di tappa su questo rally raid. Al termine di un’appassionante settimana di gara, con continui colpi di scena sportivi, la celebre Piazza Rossa moscovita ha accolto ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.

Categoria T2 e T3: Zi Yun Gang e Mariia Oparina

Allo start della Silk Way su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200) non potevano sperare in un risultato migliore dimostrando tutta la loro bravura sui percorsi impegnativi nel sud della Russia conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie. Già vittoriose a Xi’An in Cina durante l’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il loro Maverick X3 sul gradino più alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Il secondo piazzamento è andato al bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo davanti a Nicolas Duclos (Polaris RZR #117), compagno di scuderia fra le fila del Team Xtreme Plus.

L’Italia alla Silk Way: Marco Piana

Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana, pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Nicolas Duclos e Frédéric Chavigny e del polacco Robert Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore: come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana – Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono altrettanto impegnative, piene di woops e tratti veloci che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo invece  è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.

 

Le donne in gara

Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie. Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento dello scorso anno ha riportato nuovamente sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) lo scorso anno: alla guida del loro Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo. Chapeau!

Camion: a Karginov la vittoria 2018

La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria. Il podio per il celebre marchio di Nabereznye Celny era fuori dubbio anche se in realtà gli occhi degli spettatori erano più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa: Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente e cambio automatico. Invece alla guida del suo Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio. “Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev. Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è meritatamente portato a casa il titolo di questa SWR: assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares. Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota alla guida del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia: a fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda. Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara: assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Mitsugu Takahashi, su Hino Ranger 500 Series, a scendere in campo è stato anche il padre Yoshimasa (con Ahito Sakurai): all’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.

Il percorso

Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia: oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa. Qui, ogni anno il campionato russo di tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle loro mani e la definiscono “il loro Merzouga”. Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk: start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi); tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km; Elista-Astrakhan (332 km di speciale); Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km; Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6); Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.

Info su www.silkwayrally.com

Classifica Silk Way Rally – auto

  1. #103 Yazeed Alrajhi/Timo Gottschalk (SAU-DEU) – Mini John Cooper Works Rally – 23h49m14s
  2. #101 Nasser Al-Attiyah/Mathieu Baumel (QAT-FRA) – Toyota Hilux – +1h08m12s
  3. #108 Mathieu Serradori/Fabian Lurquin (FRA-BEL) – MCM Original – +5h07m07s
  4. #116 Sergei Kariakin/Anton Vlasiuk (RUS) – Maverick X3 903TCIC Can-Am – +7h33m13s
  5. #115 Mariia Oparina/Taisiia Shtaneva (RUS) – Maverick X3 Atmo BRP – +8h43m43s
  6. #130 Petar Cenkov/ Plamen Nikolov (BGR) – Quaddy YXZ1000R – +8h56m39s
  7. #124 Alexey Berdinskikh/Kiril Shubin (RUS) – BRP Can-Am Maverick X3 XRS – +9h05m20s
  8. #134 Yun Gang Zi/Song Jun (CHN) – Toyota Land Cruiser 200 – +9h37m44s
  9. #110 Andrey Rudskoy/Evgenii Zagorodniuk (RUS) – G-Force Bars – +9h41m33s
  10. #122 Alexander Rusanov/Alexsei Maltsev (RUS) – Gaz 23107 – +10h41m22s
  1. 18. #137 Marco Piana/David Giovannetti (ITA) – Toyota Land Cruiser – +34h33m35s

Classifica Silk Way Rally – camion

  1. #309 Andrey Karginov/Andrey Mokeev/Igor Leonov (RUS) – Kamaz 43509 – 25h26m12s
  2. #303 Airat Mardeev/Aydar Belyaev/Akhmet Galiautdinov (RUS) – Kamaz 43269 – +18m02s
  3. #306 Anton Shibalov/Dmitrii Nikitin/Ivan Romanov (RUS) – Kamaz 43269 – +1h03m29s
  4. #311 Sergey Kupriyanov/Alexandr Kupriyanov/Dmitrii Svistunov (RUS) – Kamaz 4326 – +1h51m29s
  5. #301 Eduard Nikolaev/Evgenii Iakovlev/Vladimir Rybakov (RUS) – Kamaz 43509 – +2h19m14s
  6. #308 Teruhito Sugawara/Mitsugu Takahashi (JPN) – Hino Ranger 500 Series – +3h01m35s
  7. #312 Mikhail Shklyaev/Alexsandr Laguta (RUS) – Gaz C41R13 – +12h32m17s
  8. #317 Boleslav Levitskii/ Stanislav Dolgov (RUS) – Gaz C41R13 – +13h14m10s
  9. #314 Yoshimasa Sugawara/ Ahito Sakurai (JPN) – Hino Ranger – +23h00m52s
  10. #300 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilnur Mustafin (RUS) – Kamaz 43509 – +104h59m43s
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Testo Sonja Vietto Ramus

Foto S. Vietto Ramus e MCH Photo

TranssylvaniaTrophy 2018, ultimate adventure

Dorin Toma/Jan Willem Eek (Adventure) e Gordan Krota/Robert Prodan (Trophy): sono loro i vincitori di quest’avvincente challenge offroad che si è svolto sui tracciati della terra di Dracula, fra vampiri e castelli. Vi raccontiamo come è andato.

 

Trial, fango e rock crawling: dopo sei giorni di offroad nella misteriosa “terra di Dracula” il Transsylvania Trophy, uno dei più blasonati challenge 4×4 dell’est Europa, ha incoronato i suoi vincitori. A conquistare il podio assoluto nella categoria Adventure sono stati il pilota romeno Dorin Toma, navigato dall’olandese Jan Willem Eek, su un performante Patrol, al traguardo in poco più di 20 ore mentre l’equipaggio ungherese #110 composto da Gordan Krota e Robert Prodan (Proto) si è aggiudicato il primo piazzamento fra gli iscritti della Trophy. A fare da scenario a questa bella gara di fuoristrada estremo, ancora una volta egregiamente organizzata da Sorin Parvulescu e dal club ACS Transsylvania Off Road, i dintorni del villaggio di Hunedoara, nella regione storica della Transilvania. Qui, dal 17 al 23 Giugno, quasi 40 team provenienti da mezz’Europa e non solo (Romania, Ungheria, Austria, Italia, Francia, Portogallo, Olanda, Danimarca, Belgio, Germania, Svezia e Israele) si sono sfidati su un tracciato a margherita con oltre 600 km di prove speciali a road book.

Dopo le formalità d’iscrizione e il briefing al campo base Casiana a Ciulpaz (Hunedoara), il challenge ha preso il via con il prologo che ha decretato l’ordine di partenza per la prima giornata di gara dove Toma/Willem Eek (Adventure) e Pestean/Suciu (Trophy) hanno fatto registrare i migliori tempi, rispettivamente 5h44’02 e 2h56’47”. Altrettanto tecnica e impegnativa, complice anche la pioggia torrenziale, si è rivelata la seconda tappa di questa edizione del Transsylvania Trophy che ha visto il team romeno/olandese #201 aggiudicarsi il best lap con 4h56’02” mentre fra gli schieramenti della Trophy i vincitori di giornata sono stati Krota & Prodan al finish in poco meno di 3 ore con un importante vantaggio di oltre mezz’ora sui romeni alla guida del Proto #119. Una divertente prova speciale su circuito ha invece impegnato gli iscritti delle due categorie nella terza manche del TT2018: a fine tracciato i più veloci sono stati gli austriaci dell’equipaggio #103, Christian Wulz e Marcel Koban (Trophy) con 32 minuti, e gli svedesi Kristian Larsson e Olof Lagerqvist (Land Rover Defender) al traguardo in 31’20” fra le fila dell’Adventure. Eccellenti anche i tempi registrati nelle ultime due PS con i team più agguerriti che mai per salire sul podio e portarsi a casa la vittoria di questa edizione del trofeo. Nella Trophy il primo piazzamento provvisorio della 4 PS è andato nuovamente al duo Krota/Prodan, ben determinati ad aggiudicarsi il traguardo finale, mentre a strappare il miglior crono della SS5 è stato il Proto #103 di Wulz e Koban davanti a un nutrito gruppo di team al finish uno dietro l’altro in un manciata di secondi. Per l’Adventure il Patrol #201 di Dorin Toma si è aggiudicato il best lap della prova 4 conquistando un ottimo 3h43’49 e distanziando di oltre 30 minuti l’equipaggio di un altro Patrol in gara, quello dei romeni Cornea/Sze; la quinta special stage è andata invece all’equipaggio belga di Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel su Defender che ha completato la prova in meno di 4 ore. Schierati nella categoria Trophy anche due team con co-driver italiani: Maurilio Zani, navigatore di Marian Andreev, su Jeep, e Thomas Tonicello, seduto alla destra di Pedro Pinto, su Pink Panther. Per loro il Transsylvania Trophy si è concluso con un 6° e 11° piazzamento nella classifica generale dopo aver superato passaggi insidiosi fra rocce e tratti di terreno quasi impraticabile per via del fango. Le premiazioni finali con le foto di rito ai vincitori e il ringraziamento a sponsor (fra cui Banca Transilvania e Triax Premium Lubricants) e partecipanti hanno concluso quest’avvincente competizione motoristica che negli ultimi anni si è rivelata una delle più interessanti del panorama europeo grazie alla varietà dei percorsi e ai costi d’iscrizione contenuti. Senza dimenticare i panorami misteriosi su cui gareggiare, da sempre celebri per la leggenda del conte Dracula. Pronti per la sfida del prossimo anno? Informazioni su www.transsylvaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).

Classifica categoria Adventure

  1. #201 Dorin Toma e Jan Willem Eek – RO/NL – Patrol – 20h05’20”
  2. #218 Ciprian Gavrila e Catalin Sas – RO – Defender – 24h33’14”
  3. #215 Mario Bijeljencevic e Zdenko Blazevic – BIH – Defender – 25h28’55”
  4. #203 Mihai Cornea e Stefan-Eugen Sze – RO – Patrol – 26h34’42”
  5. #214 Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel – BE – Defender – 27h47’43”
  6. #216 Jimmy Vanderstraeten e Thibaut Schra – BE – Defender – 28h26’37”
  7. #220 Zoltan Ferencz e Stefan Ivascu – HU/RO – Patrol – 28h42’04”
  8. #210 Tibor Baroti e Szabolcs Gabos – HU – Hajdu G – 29h46’46”
  9. #209 Galle Yves e Devoldere Brecht – BE – Tot – 33h29’13”
  10. #219 Kristian Larsson e Olof Lagerqvist – SE – Defender – 34h16’49”

 

Classifica categoria Trophy

  1. #110 Gordan Krota e Robert Prodan – HR – Proto -14h07’45”
  2. #119 Andi Visoiu e Costin Fantana – RO – Proto – 15h28’26”
  3. #101 Claudiu Pestean e Gelu Suciu – RO – Proto – 16h26’48”
  4. #115 Johann Eibensteiner e Harry Deutschmann – AT – Proto – 17h42’42”
  5. #123 Tudor Mircea e Marius Pop – RO – Gekko -17h57’25”
  6. #130 Marian Andreev e Maurilio Zani – RO/IT – Jeep – 18h27’05”
  7. #103 Christian Wulz e Marcel Koban – AT – Proto – 18h35’33”
  8. #Robert Hajdu e Viktor Szopkp – HU – Hajdu Proto – 21h10’54”
  9. #121 Andrei Museteanu e Sorin Melente – RO – G Proto – 21h48’39”
  10. #128 Radu Gusat e Sorin Vasinc – RO – Jeep – 22h09’56”
  11. #112 Pedro Pinto e Thomas Tonicello – PT/IT – Pink Panther – 22h33’12”

 

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Inge Bloeming

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Il collio friulano, Malesia d’Italia

Si è svolta dal 24 al 27 Maggio la 3^ edizione del Rainforest South Europe, manche italiana del circuito Rainforest organizzata dal club FLS Offroad fra colline e vitigni del Friuli. Gli italiani del Red Team e l’equipaggio austriaco X-Iron hanno conquistato la vittoria delle categorie “Preparati” e “Proto”. 

Il percorso raddoppiato e gli inediti passaggi extreme fra roccia e fiume non hanno scoraggiato piloti e co-driver provenienti da tutt’Italia (Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio e Marche), Francia, Austria e Ucraina. Organizzata dal club FLS Offroad con il patrocinio del Comune di Corno di Rosazzo, in provincia di Udine, questa terza edizione del Rainforest South Europe è stata fra le più belle di sempre. Dopo mesi di duro lavoro fra ricognizioni del percorso e logistica delle prove speciali, gli organizzatori hanno saputo offrire ai team partecipanti una gara degna del nome Rainforest: il Collio friulano, fra le sue dolci colline di vitigni, ha sfoggiato scenari malesiani grazie anche alle aziende vinicole Perusini, Viarte e Cadibon che hanno ospitato evento e equipaggi nelle loro tenute. Il prologo del giovedì pomeriggio ha dato inizio ai giochi off-road proseguiti poi con 4 settori selettivi e qualche “crono” in prova speciale fra il venerdì e sabato (alternando le 13 squadre iscritte); a concludere l’appuntamento sportivo un’emozionante prova “one shot” di due giri nella mattinata di domenica.

I terreni dell’azienda Perusini sono stati lo scenario perfetto per il prologo che si è rivelato, sin dall’inizio, all’altezza di questo evento: se l’equipaggio ucraino Sahaidak/Kozdoba, alla guida del Daihatsu Feroza, è stato messo in seria difficoltà da qualche noia meccanica al motore, l’italiano Steven Giusti, navigato da Mirko Alba, pilota del Red Team #33 ha dimostrato performance e affidabilità del suo Suzuki Samurai piazzandolo sul podio provvisorio di giornata. Nella categoria “Proto” a conquistare il punteggio più alto (1000 pt.) è stato il Team Red “Bumba” con Cognini/Aguzzi e il loro Land Rover seguiti dal Team SRM 4×4 Garage di Giaccaglia e Pelliccioni con Toyota BJ e dagli austriaci Patrick/Martin della Jeep #51. Nonostante i primi passaggi impegnativi del prologo tutti gli iscritti hanno completato questo avvio di gara e per brindare alla terza edizione del South Europe i partecipanti, in compagnia del patron dell’RFC, Luis J.A. Wee, hanno partecipato alla serata organizzata presso il ristorante Cabelon di Dolegnano (UD) per assaporare i tipici piatti della gastronomia friulana con applausi per il frico con polenta e gli eccellenti vini del Collio. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Per dirla alla John Belushi la prima giornata di gara, venerdì, ha messo duramente alla prova tutti i team mietendo peraltro anche le prime vittime di questo RFC. Il torrente della prova 2 e i passaggi rocciosi della 4 hanno caratterizzato la giornata che ha proposto salite ripide e lunghe nella SS3: proprio qui i francesi del Team Savoyard, Mathieu e Julien, su Toyota BJ Proto, hanno dato il via alla serie dei roll over della gara, fortunatamente senza alcuna conseguenza per loro e subito pronti per proseguire la manche.

Per la prima volta sui tracciati del Friuli, l’equipaggio #41 ha amministrato la gara con grande bravura raggiungendo passo dopo passo il quarto piazzamento assoluto nella categoria “Proto”. Ben determinati a conquistare la vetta assoluta gli austriaci dell’X-Iron su Jeep che già nella stage 1 hanno totalizzato il punteggio più alto pur se tallonati costantemente da Cognini & Aguzzi che hanno concluso a 1870 punti (stesso risultato per il Team Meo Max Max 4×4): il Land Rover #53 ha tenuto testa a Eibensteiner/Werner in tutte le speciali attardato solo da una serie di forature che lo hanno infine piazzato al secondo gradino della generale con un distacco di soli 270 punti. Ottima anche la prestazione del team campione in carica 2017: Christian Wulz e Marcel Koban, con il loro prototipo Jeep Prolog GM LS1 motorizzato 5.7 V8, hanno però portato a termine la prova crono attardati da alcuni problemi all’acceleratore dovuti al passaggio nell’acqua alta. Recuperando posizioni nelle altre prove, i due austriaci dell’equipaggio #53 si sono piazzati saldamente sul terzo gradino del podio con 8980 punti totali, risultato che non ha nascosto il loro desiderio di rivincita che li porterà sicuramente a schierarsi alla partenza della prossima edizione. Partecipazione sfortunata invece per i romani del Meo Max Max 4×4 con Massimiliano Meoni e Gianmario Giliucci che hanno portato sui tracciati del Collio la mitica Jeep “Black Jaws” rimessa a nuovo per l’occasione: l’equipaggio del TJ V8 ha completato il prologo e la prima prova senza però poter ripartire in quelle successive per le noie meccaniche riscontrate all’impianto del verricello.

Il quinto piazzamento della generale “Proto” è andato a Stefano e Ettore Scaglione, padre e figlio, del Team Ciuenda Garage Energit che oltre alle buone performance della loro Jeep hanno dimostrato, come sempre, grande simpatia. Per loro nonostante qualche inconveniente al verricello e al motore (nel fiume alla stage 2) il risultato ottenuto è stato più che soddisfacente considerando anche i due ribaltamenti che li hanno visti protagonisti, il primo in un passaggio fra le rocce alla PS 4 e l’altro nella cronometrata di domenica. A loro, non può che andare il premio simpatia. Alessio Marchiori e Moreno Segat, su TJ 4.0 (Team Omega), hanno dimostrato ancora una volta grandi doti di affiatamento e conoscenza del territorio portando a termine questa loro partecipazione al quinto posto della generale. Ai nastri di partenza di questa terza edizione del South Europe non sono mancati neppure i campioni del 2016, Alessandro Guidoni e Sergio Moccia, portacolori del Team SRM 4×4 Garage arrivati da Roma assieme ai compagni di scuderia Giaccaglia/Pelliccioni. Entrambi gli equipaggi hanno condotto bene la gara a parte un cappottamento del #45 nella prova cronometrata di domenica e problemi, con successiva rottura, ai verricelli anteriori per tutti e due i team: la loro tappa italiana del Rainforest si è conclusa rispettivamente con un settimo e ottavo posto. Bella esperienza anche per Gianni Penna, navigato da Jan Furlan, che in questa “prima” all’RFC ha concluso tutte le prove superando anche gli ostacoli più impegnativi con il suo Suzuki Samurai (Team Schiacciasassi). Sfortunata infine la gara per il team austriaco Hot Rod Garage con Patrick Schoffmann e Martin Glanzer: noie al winch della loro Jeep Proto li hanno costretti a ritirarsi sulla prova 1 dopo un ottimo punteggio conquistato al prologo e nella manche 2 obbligandoli poi però al ritiro definitivo. Fra applausi e foto ricordo, domenica si sono svolte le premiazioni finali: Luis J.A. Wee ha consegnato ai vincitori delle due categorie l’iscrizione gratuita per l’evento in programma a fine Novembre/inizio Dicembre in terra malese e un buono del valore del 50% e del 30% di sconto ai secondi e terzi classificati. A tutti è stato inoltre assegnato un voucher di 300$ per poter raggiungere la Malesia e seguire di persona il Rainforest.

Il primo dei “Prototipi” ha inoltre ricevuto un motore per verricello offerto da MBCorse 8274 Power mentre al vincitore dei “Preparati” è andata una scatola relay sempre per winch MBCorse. Infine RM Custom ha omaggiato con un premio speciale l’equipaggio che più si è distinto per aiutare gli altri concorrenti in difficoltà durante le special stages: Marchiori & Segat. Per l’ottima riuscita del Rainforest South Europe si ringraziano: gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni; le aziende vinicole di Corno di Rosazzo (Cadibon, Perusini e Viarte) per aver messo a disposizione le loro tenute in occasione dello svolgimento della gara; lo sponsor ufficiale Il Maialotto Gradisca d’Isonzo (GO); gli sponsor Ciemme Liquori, Coop, Cortem Group, Felcaro, RM Custom, MB Corse, TLT, Birra Agricola, Mi Libertad, Compagnia Arceri, Corte di Castello, Cottali Installazioni, Progetti e Caffè Hausbrandt; lo staff e i collaboratori dell’FLS Offroad; gli equipaggi partecipanti al Rainforest e il pubblico presente.

Classifica RFC South Europe categoria “Preparati”

  1. #33 Red Team – Steven Giusti/Mirko Alba – Italia – Suzuki Samurai – 10000 pt.
  2. #32 Ukrainian Bogatyr – Oleg Sahaidak/Viktor Kozdoba – Ucraina – Daihatsu Feroza – 2010 pt.

Classifica RFC South Europe categoria “Proto”

  1. #52 Team X-Iron – Johann Eibensteiner/Werner Kopeinig – Austria – Jeep Proto 6.1 HEMI V8 – 9660 pt.
  2. #53 Team Red “Bumba” – Simone Cognini/Andrea Aguzzi – Italia – Land Rover – 9390 pt.
  3. #42 Team Wulz Koban – Christian Wulz/Marcel Koban – Austria – Jeep Prolog GM LS1 5.7 V8 – 8980 pt.
  4. #41 Team BJ Savoyard – Mathieu Chapuis/Julien Moro – Francia – Toyota BJ – 8490 pt.
  5. #44 Team Ciuenda Garage Energit – Stefano Scaglione/Ettore Scaglione – Italia – Jeep Proto – 8140 pt.
  6. #50 Team Omega – Alessio Marchiori/Moreno Segat – Italia – Jeep TJ 4.0 6L – 7290 pt.
  7. #45 Team SRM 4×4 Garage – Alessandro Guidoni/Sergio Moccia – Italia – Jeep TJ GM 5.3 Vortec V8 – 6690 pt.
  8. #46 Team SRM4x4 Garage – Andrea Giaccaglia/Patrizio Pelliccioni – Italia – Toyota BJ Proto 4.2 TD 6L – 4640 pt.
  9. #43 Team Schiacciasassi – Gianni Penna/Jan Furlan – Italia – Suzuki Samurai – 4150 pt.
  10. #47 Team Meo Max Max 4×4 – Massimiliano Meoni/Gianmario Giliucci – Italia – Jeep TJ V8 Black Jaws – RITIRATO
  11. #51 Team Hot Rod Garage – Patrick Schoffmann/Martin Glanzer – Austria – Jeep Proto – RITIRATO

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Gianna Vardanega e Inge Bloeming

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Mister Land Rover, 70 sfumature di… Off-Road!

Settanta equipaggi in Land Rover hanno partecipato alla Spring Edition 2018 del raduno riservato agli iscritti di Africaland. Un incontro a carattere storico, gastronomico e turistico alla scoperta delle colline fra Romagna e Toscana.

Sono arrivati da tutt’Italia – Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche e Lazio – a bordo delle loro inseparabili Land Rover per partecipare alla sesta edizione dell’incontro a trazione integrale di Africaland, il forum nazionale che riunisce gli appassionati dell’ovale verde. Organizzato in collaborazione con il club 4×4 Cinghiali del Santerno e con il patrocinio del Comune di Castel del Rio, l’evento si è svolto presso il complesso turistico Le Selve nel week end del 27-29 Aprile fra le colline che circondano questo antico borgo della provincia di Bologna, adagiato lungo il corso del fiume Santerno. Tre giorni all’insegna di natura e gastronomia in un territorio dove la promozione turistica, nel pieno rispetto dell’ambiente, è ancora in grado di abbinare sapientemente storia, tradizioni e fuoristrada. Equipaggiati da viaggio ma anche di serie, Discovery e Defender sono stati protagonisti di una passeggiata che per un centinaio di chilometri ha portato le 4×4 a percorrere sterrati e sentieri a cavallo fra Romagna e Toscana.

Per loro, un tracciato a GPS che ha permesso di ammirare paesaggi in fioritura e anche di sedersi all’ombra dei castagni secolari per un pic-nic con prodotti locali. A dare il via ufficiale al raduno è stato il briefing del sabato che ha preceduto la partenza in direzione di Monte Battaglia, nell’Appennino tosco-romagnolo, per una foto ricordo davanti ai resti della torre di epoca longobarda, parte di un’antica linea difensiva, prima di ripartire verso la chiesa duecentesca di Valmaggiore, sul crinale fra la valle del Santerno e quella del Senio. Sapevate che proprio qui nel 1506 transitò papa Giulio III°? L’edificio in pietra, con il tetto in vetro, è stata perfetta cornice per una sosta prima di raggiungere Castel del Rio. Qui ad attendere la carovana 4×4 un altro passaggio suggestivo: quello sul ponte Alidosi, a schiena d’asino e a una sola arcata di 42 metri, costruito nel 1499 da mastro Andrea Guerrieri. Dall’alto di quest’architettura rinascimentale, monumento nazionale dal 1897, si ammira riflesso nell’acqua verde smeraldo del Santerno il simbolo del genio dell’uomo che ha contribuito a rendere celebre il paese. Ancora in off-road il tour è proseguito attraverso il parco eolico e fra guadi lungo il fiume con qualche tratto più impegnativo su un terreno reso scivoloso dalla pioggia dei giorni precedenti. Alla sera, bracieri e fornelli da campo hanno sprigionato deliziosi profumi di differenti cucine regionali creando un grande ristorante all’aperto sotto un cielo stellato d’altri tempi. La mattina di domenica le Land Rover hanno invece preso parte al giro guidato che dal campeggio de Le Selve ha attraversato castagneti e sterrate per raggiungere la chiesetta di Monte Fune, l’antica borgata di Castel del Rio con la sua manciata di belle case in pietra, per poi scendere in paese.

Il parco del Palazzo Alidosi, grandiosa opera progettata dal Bramante e miglior esempio architettonico del Rinascimento Fiorentino in Romagna, ha ospitato l’esposizione dei veicoli 4×4 mentre gli equipaggi hanno potuto visitare il Museo della Guerra, con i suoi oltre 1600 preziosi reperti bellici, accompagnati da narrazioni e aneddoti del primo cittadino in persona, e La Cantinaccia, al piano terra dell’edificio alidosiano, la bottega della Pro Loco con i prodotti enogastronomici del territorio. Una passeggiata fra le viuzze del centro storico di origine medievale e l’immancabile sosta per l’aperitivo fra i suoi caffè hanno preceduto il rientro a Le Selve dove un gustoso pranzo a buffet ha accolto oltre 120 persone con antipasti, “strozzapreti” farciti con pancetta e formaggio di Fossa, piadina e Sangiovese e Pignoletto a volontà. A concludere l’evento, come ormai da tradizione, il sorteggio e la consegna dei premi messi a disposizione da sponsor 4×4 e aziende della zona: il verricello T-Max di Aylmer Motors vinto da Alessio De Cianni, il buono valido per un week end a Le Selve a Ruggero Viganò, il porta Terratrip a Flavio Andres e gli abbonamenti alla rivista Land Italia Magazine a Alessandro Bandera, Federico Mattia Frasca e Michael Fiamozzi. Il prossimo appuntamento per gli iscritti al forum degli appassionati di Land Rover e Africa (ma non solo)? Quello in programma il week end dell’8 e 9 Settembre con la prima edizione di “Africaland – Porcino Day” con nuovi itinerari off-road e degustazioni gastronomiche a base del pregiato prodotto del bosco: cornice dell’evento ancora una volta il complesso turistico Le Selve con i suoi castagneti secolari. Si ringraziano per l’ottima riuscita dello Spring Jamboree di Aprile: Comune Castel del Rio con il sindaco Alberto Baldazzi, Carabinieri Comando Stazione Castel del Rio, IF ImolaFaenza Tourism Company, Multi Car 4×4 (main sponsor), Aylmer Motors, Mabe 4×4, Land Italia Magazine, Tarroni Vigneti & Vini, Piadinaland di Marta Zuffa e esercizi commerciali di Castel del Rio.

Foto S. Vietto Ramus e Forum Africaland

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