I francesi Eric Abel e Christian Manez (equipaggio ufficiale CST – Xtreme Plus) hanno testato il Polaris RZR XP Turbo S sulle dune marocchine di Merzouga
Merzouga (Marocco) – Trasferta in quel del Marocco per il Team Xtreme Plus che ha raggiunto l’oasi di Merzouga, nel Sahara marocchino al confine con l’Algeria, per effettuare gli ultimi test ai Polaris RZR in vista dei prossimi importanti impegni motoristici che lo vedranno allo start della Baja Portalegre (Portogallo) e della Dakar.
Una sessione di test tecnici per verificare performance e affidabilità degli SSV del brand americano costruiti negli ateliers francesi di Gorrevod, nei pressi di Mâcon, dagli esperti meccanici di Xtreme Plus. Il Factory Team di Marco Piana, pilota e team manager, è fra l’altro l’unico in assoluto a essere riconosciutoe supportato da Polaris USA e Europa per la professionalità e la qualità nella preparazione degli RZR destinati al Cross Country Rally.
A mettere alla prova l’RZR XP Turbo S è stato il francese Eric Abel navigato dal co-driver Christian Manez. Vincitore fra i debuttanti al Merzouga Rally 2018, il pilota di Perpignan si è aggiudicato l’iscrizione gratuita alla prossima Dakar. “Sono stato davvero impressionato dalla potenza di questo Polaris: il motore sprigiona 197 hp che spingono con grinta sulle dune – spiega Eric Abel – La preparazionedel mezzo è eccellente:su sterrati e piste dissestate gli pneumatici CST si sono dimostrati fantastici perché permettono di passare dalla sabbia più soffice al terreno impervio alla stessa pressione senza dover perdere tempo prezioso nel gonfiaggio e sgonfiaggio. Le sospensioni Reiger sono assolutamente divertenti e anche sui tracciati più impegnativi ti danno la possibilità di andare veloce ma in totale sicurezza. Non ho mai guidato un veicolo così performante e ne sono davvero entusiasta. All’ultima Dakar il Polaris Turbo di Xtreme Plus ha vinto 6 tappe e si è ben comportato in tutte le speciali sulla sabbia. Questo è ancora meglio…è una vera macchina da gara. Ci sarà da divertirsi!”.
Test superato a pieni voti dunque per l’RZR Turbo S. “E’ un piacere avere Eric e Christian fra le fila di Xtreme Plus come equipaggio ufficiale CST: nonostante non sia un professionista, Eric ha grande esperienza con i rally e gli SSV – commenta il team manager Marco Piana – Siamo orgogliosi che ci abbia scelto come assistenza per la Dakar e faremo del nostro meglio perché possa raggiungere il traguardo finale. Nei 4 giorni di test sulle dune di Merzouga ha acquisito grande destrezza alla guida di questo Polaris dimostrando di saper essere anche molto veloce”.
Le dune di Merzouga sono state anche perfetto terreno di prova per tre degli equipaggi che nei prossimi giorni saranno allo start del Rallye du Maroc. Il messicano Santiago Creel GarzaRios, navigato dal polacco Szymon Gospodarczyk, ha portato il Polaris Turbo (che sarà schierato in categoria SSV) fra la sabbia del deserto marocchino per mettere a punto le ultime migliorie apportate al veicolo e prendere confidenza con il mezzo.
Attuali leader di T3 nella Coppa del Mondo con 208 punti in classifica generale, gli spagnoli José Luis Peña Campos e Rafael Tornabell Cordoba hanno raggiunto il Team Xtreme Plus in occasione di questo test prima di schierarsi ai nastri di partenza della penultima tappa della FIA World Cup for Cross-Country Rallies 2018 in Marocco. Seppur vincitore dell’Abu Dhabi Desert Challenge di quest’anno, Peña Campos ha voluto acquisire ancora maggiora esperienza nella guida su sabbia testando le performance dell’RZR 1000.
Ad unirsi ai test pre Rallye du Maroc sono stati anche gli inglesi Graham Knight e David Watson, sempre su Polaris RZR 1000 T3. Dopo essersi aggiudicati la Dubai International Baja 2018, pilota e co-pilota saranno al via di questo nuovo rally-raid targato David Castera. Lo schieramento Xtreme Plus al rally-raid in Marocco sarà completato dall’equipaggio svizzero-francese con Vincent Gonzalez e Stephane Duple, anch’essi su RZR 1000 (T3). A fornire l’assistenza veloce in pista sarà infine Marco Piana, pilota e team manager di XT+, navigato dall’inglese Steven Griener su Toyota Land Cruiser.
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Nani Roma (Mini) e Siarhei Viazovich (Maz) hanno conquistato la vittoria alla prima edizione della Turkmen Desert Race, il nuovo rally-raid targato Schlesser & Metge ospitato dall’11 al 15 Settembre nel deserto del Turkmenistan.
Turkmenbashi, costa del Mar Caspio. A salire sul gradino più alto del podio di questa nuova avventura off-road in terra turkmena è stato lui, il due volte vincitore della Dakar (in moto prima e in auto poi). Rispolverati tuta, guanti e casco dopo l’incidente di gennaio in Sudamerica, Nani Roma ha portato al successo la Mini #200 del team X-Raid John Cooper Works Rally aggiudicandosi la prima edizione della Turkmen Desert Race. Navigato da Alex Haro Bravo, il driver di Barcellona ha tagliato il traguardo finale in 13h46’39” davanti al ceco Miroslav Zapletal, su Hummer, secondo al finish con un ritardo di quasi 1 ora e 10 minuti. Terzo piazzamento nella generale per il Maz T4 di Siarhei Viazovich, in cabina con Haranin e Zhyhulin, che si è anche aggiudicato la vittoria assoluta nella categoria truck. Organizzato da Jean-Luis Schlesser e René Metge, questo rally-raid ha visto ai nastri di partenza 83 equipaggi (in 59 hanno tagliato il traguardo finale) provenienti da Europa e Asia: per loro, nei mesi scorsi gli organizzatori hanno tracciato più di 1600 chilometri da percorrere in 5 tappe, da est a ovest, attraverso il vasto deserto del Karakum fra dune, canyon, paesaggi lunari e montagne dai bizzarri scherzi cromatici. Qui, dove auto, camion e SSV hanno solcato con i loro pneumatici un terreno di 5 mila anni di storia, fra fortezze e caravanserragli crocevia lungo la Via della Seta, anche l’Italia si è presentata allo start. Tre i portacolori: Stefano Marrini e Roberto Musi (Toyota #233) schierati in T2, Dario e Aldo De Lorenzo (Proto #214) in T1 e Agostino Rizzardi e Luca Ornati (Porsche #209) in categoria OP. Nella classifica generale il miglior posizionamento è andato ai gemelli De Lorenzo, 56imi assoluti e venticinquesimi fra i veicoli modificati, al finish in 43h e 13 minuti. Ecco come è andata questa cinque giorni con partenza da Amul, a due passi dal confine con l’Uzbekisthan, e arrivo a Hazar, nei pressi di Turkmenbashi, con tre tappe di sabbia e dune e due speciali più scorrevoli.
Nani Roma e Dmitry Sotnikov si aggiudicano la prima tappa
Una boucle cronometrata di 9 km ha dato il via ufficiale al rally decretando l’ordine di partenza della prima speciale da Amul a Ikiuzak Plain. Ad attendere i partecipanti, un tracciato sabbioso con 247 km di prova selettiva che ha richiesto anche un’attenta navigazione in direzione del deserto del Karakum, una vasta zona arida dell’Asia Centrale che occupa i ¾ del Turkmenistan. La sabbia soffice dovuta all’elevata temperatura ha creato sin dall’inizio qualche problema, soprattutto legati agli elevati consumi di carburante, costringendo molti piloti a dosare il pedale dell’acceleratore. La vittoria di giornata, grazie a grinta e grande esperienza, è andata al catalano Nani Roma, il più veloce (meno di 4 ore) a tagliare il traguardo nonostante una foratura che gli ha fatto perdere tempo prezioso. “Il prologo è stato divertente mentre la prima speciale si è rivelata piuttosto difficile dall’inizio per via della sabbia molle – ha commentato Roma – Poi però abbiamo preso il ritmo e siamo riusciti a superare anche l’Hummer di Zapletal che era partito davanti a noi”. Al secondo posto un’altra Mini, quella dell’equipaggio turkmeno Annamammedow e Akmyradow (con un ritardo di circa 8 minuti su Roma) mentre terzo di giornata è stato il britannico Harry Hunt su Peugeot 3008 DKR Maxi. Il driver del team PH-Sport è stato attardato da una foratura nei primi chilometri del percorso: la scelta del luogo dove sostituire lo pneumatico non è stata però delle più fortunate perché la sabbia soffice ha costretto l’equipaggio a perdere ulteriore tempo utilizzando le piastre prima di poter ripartire. Buona manche anche per il francese Mathieu Serradori alla guida del buggy LCR30, giunto quarto di giornata, anche se costretto a rallentare dopo i primi 50 km per un eccessivo consumo di carburante. Fra i camion, miglior crono per Dmitry Sotnikov (Kamaz-Master Team) mentre fra gli SSV la vittoria è andata al Can-Am di Thierry Pitavy e Gilles Colombet.
La Peugeot di Hunt vince la seconda SS, il Kamaz di Mardeev s’impone fra i truck
Partiti alle 8 di mattina dal bivacco di Ikiuzak Plain, i concorrenti hanno affrontato 161 km di liason prima di raggiungere lo start della speciale giornaliera: un lungo tratto di asfalto dunque ha preceduto il tracciato di gara, sabbioso ma più veloce rispetto a quello di ieri. Solo 55 i veicoli allo start di questa seconda giornata dopo i ritiri della vigilia (fra cui due auto andate in fiamme) e qualche equipaggio ancora out alle prese con interventi di ripristino sui veicoli. Panorami del tutto atipici e variegati hanno accompagnato i 231 km del settore selettivo odierno fra piste rapide e giacimenti di gas (il Turkmenistan ne è ricco) prima di raggiungere la “porta dell’inferno” a Darwaza, un cratere di 60 metri di profondità da cui fuoriescono fiamme rosso fuoco da oltre 40 anni. Con un vantaggio di 2 minuti e 39 secondi sulla Mini di Roma, la Peugeot di Hunt ha conquistato il podio di giornata dopo aver doppiato lo spagnolo: nonostante qualche difficoltà per il guasto agli strumenti di navigazione e un problema alla pompa del carburante, il britannico navigato per la prima volta dall’olandese Wouter Rosegaar è salito sul gradino più alto del podio. Al terzo posto la Mini #100 al finish davanti all’Hummer di Zapletal. Noie meccaniche invece per Serradori attardato di oltre 1 ora prima di poter ripartire con il suo buggy. In T4 il podio di giornata è andato a Airat Mardeev #400, su Kamaz; il Can-Am dei francesi Pitavy-Colombet è stato ancora il più rapido mentre il primo veicolo in classe T2 di questa seconda tappa è stato il Toyota guidato dalla giovane Yulia Migunova.
A Roma e Mardeev la terza tappa
Poco meno di 240 km di speciale per la terza tappa della Turkmen Desert Race che ha offerto piste rapide ma sinuose, laghi in secca e un piccolo erg sabbioso prima di portare i concorrenti in direzione delle alture del lago del Karakum. Per alcuni piloti, Nani Roma in primis, la terza SS è stata piuttosto semplice: il catalano ha infatti potuto contare sul suo navigatore che gli ha indicato perfettamente le tracce da seguire. Problemi invece per Harry Hunt fermo in panne al km 105 e costretto addirittura a raggiungere il traguardo sul camion balai. Secondo piazzamento di giornata per il russo Mardeev che ha piazzato il suo Kamaz dietro a Roma con un ritardo di 17 minuti e 28 secondi. Dietro ancora, il ceco Zapletal, su Hummer, che ha approfittato di ritardi e noie meccaniche di altri equipaggi fra cui quelle della Mini del turkmeno Annamammedow protagonista di un rocambolesco fuori pista con cappottamento (per fortuna senza conseguenze). In T2, il miglior tempo lo ha fatto registrare il Nissan dei kazakhi Kiril Chernenkov e Alexey Mun. Fra gli SSV ottimo risultato per il Can-Am guidato da Jean-Claude Ruffier, 79enne pilota navigato da Jérome Bos. “E’ stata una speciale divertente con passaggi rapidi e tante dune affrontate senza grossi problemi dal nostro Can-Am. Abbiamo seguito il roadbook alla lettera e siamo contenti di essere arrivati primi fra gli SSV oggi” – ha spiegato Ruffier. Chapeau!
Hunt vince la quarta tappa, Roma comanda la generale
La quarta tappa del rally è iniziata con cinquanta km di asfalto per raggiungere lo start della prova speciale: un settore selettivo di 245 km con piste rapide in direzione dell’Uzbekisthan è stato scenario di questa penultima giornata di gara, impegnativa soprattutto per gli SSV costretti a prestare la massima attenzione per non finire in tratti con solchi profondi. Nonostante l’abbandono sulla speciale del giorno precedente, Hunt, partito oggi 11°, ha recuperato terreno mangiando la polvere degli avversari sino a doppiare auto e camion, aggiudicandosi alla fine la vittoria di tappa in poco più di 2 ore e 15 minuti. “E’ stata una buona speciale anche se verso la fine abbiamo forato. La navigazione non era affatto semplice perché si rischiava spesso di prendere la traccia sbagliata ma Wouter ancora una volta se l’è cavata molto bene!” – ha commentato Hunt. Dietro al britannico di 2 minuti e 22 secondi, Roma ha gestito alla perfezione la sua giornata di gara tagliando il traguardo per secondo ma conservando il primo posto nella generale provvisoria con un buon margine sugli avversari. Al terzo posto di questa penultima manche si è piazzato il Maz del bulgaro Siarhei Viazovich che ha attraversato la linea d’arrivo a 4 minuti da Hunt. Partiti dodicesimi, Serradori e Lurquin hanno concluso la speciale al 4° piazzamento anche se, spesso, la polvere sollevata dai camion davanti ha costretto il pilota alla guida del buggy MCM a fermarsi per ritrovare la visibilità. In categoria SSV il più veloce è stato il Can-Am di Hervé Diers e Alain Brousse mentre in T2 (veicoli di serie) sono stati ancora i kazakhi Chernenkov e Mun su Nissan a conquistare il miglior crono.
Hunt e Roma, gioco a due; Viazovich primo fra i camion
Piste sinuose e a tratti rapide per il quinto settore selettivo di questa edizione del rally: ai piloti sono toccati tole ondulée, woops e persino qualche tratto di trial. A partire dai primi km – 234 quelli in programma da Gamyshlyja Plain a Turkmenbashi – i leader della classifica hanno dato spettacolo sfrecciando veloci sul percorso e sollevando nuvoloni di polvere. I primi tre equipaggi in classifica si sono sorvegliati l’un l’altro mentre altri concorrenti sono stati attardati al finish cercando la pista giusta da seguire. Hunt e Roma hanno tagliato il traguardo con un distacco di 2 minuti e 53 secondi (prima il britannico, poi il catalano), davanti a Serradori/Lurquin a + 5 minuti e 57 secondi dalla Peugeot #205. Fra i camion, il bulgaro del Maz-Sport Rally, Viazovich, ha conquistato la vittoria di giornata davanti a Mardeev e Sotnikov (entrambi su Kamaz). Pitavy/Colomet sono stati ancora una volta gli autori del best lap a bordo del loro Can-Am mentre i turkmeni Hommadov/Annaberdiyev, su Toyota, hanno portato il loro Toyota T2 sul gradino più alto del podio di giornata.
Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally), in categoria auto, e Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion, hanno conquistato la vittoria di questa ottava edizione della Silk Way conclusasi dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca.
Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde con la shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo. Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way: anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini ha perso meno tempo rispetto alle rivali. “Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji – e dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”. Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati: passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way. Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Come molti altri partecipanti, Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore su un percorso ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah – Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione…quello l’avrei conquistato sicuramente io!”. Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento grazie a una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT: una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”. Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h): qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo. Quanto a Harry Hunt, il britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay, ha invece approfittato dell’ultimo settore selettivo della gara, accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, per aggiudicarsi la seconda vittoria di tappa su questo rally raid. Al termine di un’appassionante settimana di gara, con continui colpi di scena sportivi, la celebre Piazza Rossa moscovita ha accolto ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.
Categoria T2 e T3: Zi Yun Gang e Mariia Oparina
Allo start della Silk Way su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200) non potevano sperare in un risultato migliore dimostrando tutta la loro bravura sui percorsi impegnativi nel sud della Russia conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie. Già vittoriose a Xi’An in Cina durante l’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il loro Maverick X3 sul gradino più alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Il secondo piazzamento è andato al bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo davanti a Nicolas Duclos (Polaris RZR #117), compagno di scuderia fra le fila del Team Xtreme Plus.
L’Italia alla Silk Way: Marco Piana
Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana, pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Nicolas Duclos e Frédéric Chavigny e del polacco Robert Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore: come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana – Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono altrettanto impegnative, piene di woops e tratti veloci che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo invece è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.
Le donne in gara
Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie. Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento dello scorso anno ha riportato nuovamente sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) lo scorso anno: alla guida del loro Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo. Chapeau!
Camion: a Karginov la vittoria 2018
La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria. Il podio per il celebre marchio di Nabereznye Celny era fuori dubbio anche se in realtà gli occhi degli spettatori erano più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa: Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente e cambio automatico. Invece alla guida del suo Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio. “Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev. Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è meritatamente portato a casa il titolo di questa SWR: assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares. Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota alla guida del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia: a fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda. Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara: assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Mitsugu Takahashi, su Hino Ranger 500 Series, a scendere in campo è stato anche il padre Yoshimasa (con Ahito Sakurai): all’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.
Il percorso
Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia: oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa. Qui, ogni anno il campionato russo di tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle loro mani e la definiscono “il loro Merzouga”. Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk: start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi); tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km; Elista-Astrakhan (332 km di speciale); Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km; Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6); Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.
Dorin Toma/Jan Willem Eek (Adventure) e Gordan Krota/Robert Prodan (Trophy): sono loro i vincitori di quest’avvincente challenge offroad che si è svolto sui tracciati della terra di Dracula, fra vampiri e castelli. Vi raccontiamo come è andato.
Trial, fango e rock crawling: dopo sei giorni di offroad nella misteriosa “terra di Dracula” il Transsylvania Trophy, uno dei più blasonati challenge 4×4 dell’est Europa, ha incoronato i suoi vincitori. A conquistare il podio assoluto nella categoria Adventure sono stati il pilota romeno Dorin Toma, navigato dall’olandese Jan Willem Eek, su un performante Patrol, al traguardo in poco più di 20 ore mentre l’equipaggio ungherese #110 composto da Gordan Krota e Robert Prodan (Proto) si è aggiudicato il primo piazzamento fra gli iscritti della Trophy. A fare da scenario a questa bella gara di fuoristrada estremo, ancora una volta egregiamente organizzata da Sorin Parvulescu e dal club ACS Transsylvania Off Road, i dintorni del villaggio di Hunedoara, nella regione storica della Transilvania. Qui, dal 17 al 23 Giugno, quasi 40 team provenienti da mezz’Europa e non solo (Romania, Ungheria, Austria, Italia, Francia, Portogallo, Olanda, Danimarca, Belgio, Germania, Svezia e Israele) si sono sfidati su un tracciato a margherita con oltre 600 km di prove speciali a road book.
Dopo le formalità d’iscrizione e il briefing al campo base Casiana a Ciulpaz (Hunedoara), il challenge ha preso il via con il prologo che ha decretato l’ordine di partenza per la prima giornata di gara dove Toma/Willem Eek (Adventure) e Pestean/Suciu (Trophy) hanno fatto registrare i migliori tempi, rispettivamente 5h44’02 e 2h56’47”. Altrettanto tecnica e impegnativa, complice anche la pioggia torrenziale, si è rivelata la seconda tappa di questa edizione del Transsylvania Trophy che ha visto il team romeno/olandese #201 aggiudicarsi il best lap con 4h56’02” mentre fra gli schieramenti della Trophy i vincitori di giornata sono stati Krota & Prodan al finish in poco meno di 3 ore con un importante vantaggio di oltre mezz’ora sui romeni alla guida del Proto #119. Una divertente prova speciale su circuito ha invece impegnato gli iscritti delle due categorie nella terza manche del TT2018: a fine tracciato i più veloci sono stati gli austriaci dell’equipaggio #103, Christian Wulz e Marcel Koban (Trophy) con 32 minuti, e gli svedesi Kristian Larsson e Olof Lagerqvist (Land Rover Defender) al traguardo in 31’20” fra le fila dell’Adventure. Eccellenti anche i tempi registrati nelle ultime due PS con i team più agguerriti che mai per salire sul podio e portarsi a casa la vittoria di questa edizione del trofeo. Nella Trophy il primo piazzamento provvisorio della 4 PS è andato nuovamente al duo Krota/Prodan, ben determinati ad aggiudicarsi il traguardo finale, mentre a strappare il miglior crono della SS5 è stato il Proto #103 di Wulz e Koban davanti a un nutrito gruppo di team al finish uno dietro l’altro in un manciata di secondi. Per l’Adventure il Patrol #201 di Dorin Toma si è aggiudicato il best lap della prova 4 conquistando un ottimo 3h43’49 e distanziando di oltre 30 minuti l’equipaggio di un altro Patrol in gara, quello dei romeni Cornea/Sze; la quinta special stage è andata invece all’equipaggio belga di Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel su Defender che ha completato la prova in meno di 4 ore. Schierati nella categoria Trophy anche due team con co-driver italiani: Maurilio Zani, navigatore di Marian Andreev, su Jeep, e Thomas Tonicello, seduto alla destra di Pedro Pinto, su Pink Panther. Per loro il Transsylvania Trophy si è concluso con un 6° e 11° piazzamento nella classifica generale dopo aver superato passaggi insidiosi fra rocce e tratti di terreno quasi impraticabile per via del fango. Le premiazioni finali con le foto di rito ai vincitori e il ringraziamento a sponsor (fra cui Banca Transilvania e Triax Premium Lubricants) e partecipanti hanno concluso quest’avvincente competizione motoristica che negli ultimi anni si è rivelata una delle più interessanti del panorama europeo grazie alla varietà dei percorsi e ai costi d’iscrizione contenuti. Senza dimenticare i panorami misteriosi su cui gareggiare, da sempre celebri per la leggenda del conte Dracula. Pronti per la sfida del prossimo anno? Informazioni suwww.transsylvaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).
Classifica categoria Adventure
#201 Dorin Toma e Jan Willem Eek – RO/NL – Patrol – 20h05’20”
#218 Ciprian Gavrila e Catalin Sas – RO – Defender – 24h33’14”
#215 Mario Bijeljencevic e Zdenko Blazevic – BIH – Defender – 25h28’55”
#203 Mihai Cornea e Stefan-Eugen Sze – RO – Patrol – 26h34’42”
#214 Thomas Lecluyse e Wubo Van Braekel – BE – Defender – 27h47’43”
#216 Jimmy Vanderstraeten e Thibaut Schra – BE – Defender – 28h26’37”
#220 Zoltan Ferencz e Stefan Ivascu – HU/RO – Patrol – 28h42’04”
#210 Tibor Baroti e Szabolcs Gabos – HU – Hajdu G – 29h46’46”
#209 Galle Yves e Devoldere Brecht – BE – Tot – 33h29’13”
#219 Kristian Larsson e Olof Lagerqvist – SE – Defender – 34h16’49”
Classifica categoria Trophy
#110 Gordan Krota e Robert Prodan – HR – Proto -14h07’45”
#119 Andi Visoiu e Costin Fantana – RO – Proto – 15h28’26”
#101 Claudiu Pestean e Gelu Suciu – RO – Proto – 16h26’48”
#115 Johann Eibensteiner e Harry Deutschmann – AT – Proto – 17h42’42”
#123 Tudor Mircea e Marius Pop – RO – Gekko -17h57’25”
#130 Marian Andreev e Maurilio Zani – RO/IT – Jeep – 18h27’05”
#103 Christian Wulz e Marcel Koban – AT – Proto – 18h35’33”
#Robert Hajdu e Viktor Szopkp – HU – Hajdu Proto – 21h10’54”
#121 Andrei Museteanu e Sorin Melente – RO – G Proto – 21h48’39”
#128 Radu Gusat e Sorin Vasinc – RO – Jeep – 22h09’56”
#112 Pedro Pinto e Thomas Tonicello – PT/IT – Pink Panther – 22h33’12”
Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Inge Bloeming
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Si è svolta dal 24 al 27 Maggio la 3^ edizione del Rainforest South Europe, manche italiana del circuito Rainforest organizzata dal club FLS Offroad fra colline e vitigni del Friuli. Gli italiani del Red Team e l’equipaggio austriaco X-Iron hanno conquistato la vittoria delle categorie “Preparati” e “Proto”.
Il percorso raddoppiato e gli inediti passaggi extreme fra roccia e fiume non hanno scoraggiato piloti e co-driver provenienti da tutt’Italia (Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio e Marche), Francia, Austria e Ucraina. Organizzata dal club FLS Offroad con il patrocinio del Comune di Corno di Rosazzo, in provincia di Udine, questa terza edizione del Rainforest South Europe è stata fra le più belle di sempre. Dopo mesi di duro lavoro fra ricognizioni del percorso e logistica delle prove speciali, gli organizzatori hanno saputo offrire ai team partecipanti una gara degna del nome Rainforest: il Collio friulano, fra le sue dolci colline di vitigni, ha sfoggiato scenari malesiani grazie anche alle aziende vinicole Perusini, Viarte e Cadibon che hanno ospitato evento e equipaggi nelle loro tenute. Il prologo del giovedì pomeriggio ha dato inizio ai giochi off-road proseguiti poi con 4 settori selettivi e qualche “crono” in prova speciale fra il venerdì e sabato (alternando le 13 squadre iscritte); a concludere l’appuntamento sportivo un’emozionante prova “oneshot” di due giri nella mattinata di domenica.
I terreni dell’azienda Perusini sono stati lo scenario perfetto per il prologo che si è rivelato, sin dall’inizio, all’altezza di questo evento: se l’equipaggio ucraino Sahaidak/Kozdoba, alla guida del Daihatsu Feroza, è stato messo in seria difficoltà da qualche noia meccanica al motore, l’italiano Steven Giusti, navigato da Mirko Alba, pilota del Red Team #33 ha dimostrato performance e affidabilità del suo Suzuki Samurai piazzandolo sul podio provvisorio di giornata. Nella categoria “Proto” a conquistare il punteggio più alto (1000 pt.) è stato il Team Red “Bumba” con Cognini/Aguzzi e il loro Land Rover seguiti dal Team SRM 4×4 Garage di Giaccaglia e Pelliccioni con Toyota BJ e dagli austriaci Patrick/Martin della Jeep #51. Nonostante i primi passaggi impegnativi del prologo tutti gli iscritti hanno completato questo avvio di gara e per brindare alla terza edizione del South Europe i partecipanti, in compagnia del patron dell’RFC, Luis J.A. Wee, hanno partecipato alla serata organizzata presso il ristorante Cabelon di Dolegnano (UD) per assaporare i tipici piatti della gastronomia friulana con applausi per il frico con polenta e gli eccellenti vini del Collio. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Per dirla alla John Belushi la prima giornata di gara, venerdì, ha messo duramente alla prova tutti i team mietendo peraltro anche le prime vittime di questo RFC. Il torrente della prova 2 e i passaggi rocciosi della 4 hanno caratterizzato la giornata che ha proposto salite ripide e lunghe nella SS3: proprio qui i francesi del Team Savoyard, Mathieu e Julien, su Toyota BJ Proto, hanno dato il via alla serie dei roll over della gara, fortunatamente senza alcuna conseguenza per loro e subito pronti per proseguire la manche.
Per la prima volta sui tracciati del Friuli, l’equipaggio #41 ha amministrato la gara con grande bravura raggiungendo passo dopo passo il quarto piazzamento assoluto nella categoria “Proto”. Ben determinati a conquistare la vetta assoluta gli austriaci dell’X-Iron su Jeep che già nella stage 1 hanno totalizzato il punteggio più alto pur se tallonati costantemente da Cognini & Aguzzi che hanno concluso a 1870 punti (stesso risultato per il Team Meo Max Max 4×4): il Land Rover #53 ha tenuto testa a Eibensteiner/Werner in tutte le speciali attardato solo da una serie di forature che lo hanno infine piazzato al secondo gradino della generale con un distacco di soli 270 punti. Ottima anche la prestazione del team campione in carica 2017: Christian Wulz e Marcel Koban, con il loro prototipo Jeep Prolog GM LS1 motorizzato 5.7 V8, hanno però portato a termine la prova crono attardati da alcuni problemi all’acceleratore dovuti al passaggio nell’acqua alta. Recuperando posizioni nelle altre prove, i due austriaci dell’equipaggio #53 si sono piazzati saldamente sul terzo gradino del podio con 8980 punti totali, risultato che non ha nascosto il loro desiderio di rivincita che li porterà sicuramente a schierarsi alla partenza della prossima edizione. Partecipazione sfortunata invece per i romani del Meo Max Max 4×4 con Massimiliano Meoni e Gianmario Giliucci che hanno portato sui tracciati del Collio la mitica Jeep “Black Jaws” rimessa a nuovo per l’occasione: l’equipaggio del TJ V8 ha completato il prologo e la prima prova senza però poter ripartire in quelle successive per le noie meccaniche riscontrate all’impianto del verricello.
Il quinto piazzamento della generale “Proto” è andato a Stefano e Ettore Scaglione, padre e figlio, del Team Ciuenda Garage Energit che oltre alle buone performance della loro Jeep hanno dimostrato, come sempre, grande simpatia. Per loro nonostante qualche inconveniente al verricello e al motore (nel fiume alla stage 2) il risultato ottenuto è stato più che soddisfacente considerando anche i due ribaltamenti che li hanno visti protagonisti, il primo in un passaggio fra le rocce alla PS 4 e l’altro nella cronometrata di domenica. A loro, non può che andare il premio simpatia. Alessio Marchiori e Moreno Segat, su TJ 4.0 (Team Omega), hanno dimostrato ancora una volta grandi doti di affiatamento e conoscenza del territorio portando a termine questa loro partecipazione al quinto posto della generale. Ai nastri di partenza di questa terza edizione del South Europe non sono mancati neppure i campioni del 2016, Alessandro Guidoni e Sergio Moccia, portacolori del Team SRM 4×4 Garage arrivati da Roma assieme ai compagni di scuderia Giaccaglia/Pelliccioni. Entrambi gli equipaggi hanno condotto bene la gara a parte un cappottamento del #45 nella prova cronometrata di domenica e problemi, con successiva rottura, ai verricelli anteriori per tutti e due i team: la loro tappa italiana del Rainforest si è conclusa rispettivamente con un settimo e ottavo posto. Bella esperienza anche per Gianni Penna, navigato da Jan Furlan, che in questa “prima” all’RFC ha concluso tutte le prove superando anche gli ostacoli più impegnativi con il suo Suzuki Samurai (Team Schiacciasassi). Sfortunata infine la gara per il team austriaco Hot Rod Garage con Patrick Schoffmann e Martin Glanzer: noie al winch della loro Jeep Proto li hanno costretti a ritirarsi sulla prova 1 dopo un ottimo punteggio conquistato al prologo e nella manche 2 obbligandoli poi però al ritiro definitivo. Fra applausi e foto ricordo, domenica si sono svolte le premiazioni finali: Luis J.A. Wee ha consegnato ai vincitori delle due categorie l’iscrizione gratuita per l’evento in programma a fine Novembre/inizio Dicembre in terra malese e un buono del valore del 50% e del 30% di sconto ai secondi e terzi classificati. A tutti è stato inoltre assegnato un voucher di 300$ per poter raggiungere la Malesia e seguire di persona il Rainforest.
Il primo dei “Prototipi” ha inoltre ricevuto un motore per verricello offerto da MBCorse 8274 Power mentre al vincitore dei “Preparati” è andata una scatola relay sempre per winch MBCorse. Infine RM Custom ha omaggiato con un premio speciale l’equipaggio che più si è distinto per aiutare gli altri concorrenti in difficoltà durante le special stages: Marchiori & Segat. Per l’ottima riuscita del Rainforest South Europe si ringraziano: gli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni; le aziende vinicole di Corno di Rosazzo (Cadibon, Perusini e Viarte) per aver messo a disposizione le loro tenute in occasione dello svolgimento della gara; lo sponsor ufficiale Il Maialotto Gradisca d’Isonzo (GO); gli sponsor Ciemme Liquori, Coop, Cortem Group, Felcaro, RM Custom, MB Corse, TLT, Birra Agricola, Mi Libertad, Compagnia Arceri, Corte di Castello, Cottali Installazioni, Progetti e Caffè Hausbrandt; lo staff e i collaboratori dell’FLS Offroad; gli equipaggi partecipanti al Rainforest e il pubblico presente.
Classifica RFC South Europe categoria “Preparati”
#33 Red Team – Steven Giusti/Mirko Alba – Italia – Suzuki Samurai – 10000 pt.
Si è svolta dal 17 al 31 Marzo la 28esima edizione del rally femminile organizzato da Dominique Serra. Dalla Promenade des Anglais di Nizza alla spiaggia marocchina di Essaouira ecco come è andato l’evento dedicato alle appassionate di off-road.
Hanno percorso più di 1300 chilometri nel deserto del Marocco solo con righello, cartina e bussola, come si faceva una volta. Alla fine, i 165 equipaggi femminili del Rallye Aicha des Gazelles, quest’anno alla sua 28esima edizione, hanno festeggiato la meritata vittoria sulla spiaggia di Essaouira a cui è seguito un elegante gala di chiusura la sera del 31 Marzo. Provenienti da 16 paesi differenti, queste donne (dai 20 agli oltre 60 anni di età) hanno sfidato la sabbia del nord Africa a bordo di 4×4, crossover, moto, quad e auto elettriche. Un traguardo tutto meritato per le 330 partecipanti di cui l’80% ha scoperto qui per la prima volta principi e valori di un rally fuori dal comune: con difficoltà hanno dovuto individuare la giusta rotta da seguire affidandosi alla navigazione all’antica e sfidando se stesse. Senza telefono, GPS e altri ausili tecnologici, hanno affrontato tensioni e problemi ma anche momenti di gioia e di meraviglia davanti alla vastità del deserto che si è presentato ai loro occhi. Un’esperienza unica, fuori dal tempo, difficile da dimenticare: emozionate, dopo 1 prologo e 6 tappe di cui 2 marathon (senza rientro al bivacco e con notte in autonomia nel deserto), all’arrivo sono diventate tutte “gazelles”.
Un rally creato per le donne
È il 1990 quando Dominique Serra immagina il primo raid 4×4 tutto femminile. In quell’anno in Marocco nasce la prima edizione del rally Aicha che diffonde un’immagine diversa dei rally automobilistici: niente velocità né GPS. Solo navigazione alla vecchia maniera e fuoripista impegnativo per un ritorno alle origini più autentiche dell’avventura. “La mia idea? Permettere alle donne di mettersi a confronto in una disciplina solitamente maschile: il bello è che non avevano la minima idea di cosa sarebbero state in grado di fare! E senza perdere mai la loro femminilità!” – racconta entusiasta la fondatrice francese, insignita nel 2013 della croce di cavaliere della Legione d’Onore. Unico evento motoristico al mondo a essere certificato ISO 14001 (norme per l’ambiente), ogni anno l’Aicha des Gazelles riunisce nel deserto del Marocco qualcosa come 300 donne differenti per età, professione, nazionalità e appartenenza sociale. Senza alcuna selezione se non quella basata sulla loro grinta e determinazione, partecipano a una sfida che si fonda su tre grandi principi: tolleranza, solidarietà e perseveranza. Sport e avventura in primo piano dunque ma anche aiuto alle popolazioni bisognose del paese attraversato con azioni concrete portate in campo dall’associazione Coeur de Gazelles che si prodiga per fornire consulenze mediche (da quelle pediatriche alle oftalmologiche) nei villaggi più poveri.
La sfida dei veicoli elettrici: un successo!
Nel 2017, gli organizzatori del rally in collaborazione con Solutions-VE hanno messo alla prova una Citroen E-Mehari per lanciare la nuova categoria E-Gazelles, elettrica al 100%: per la prima volta al mondo, un rally-raid, tra l’altro tutto al femminile, ha visto la presenza di uno schieramento “ecologico”. Una sfida nella sfida che ha richiesto all’equipaggio in gara non solo doti di orientamento ma anche attitudini di eco-guida oltre a una rigorosa gestione dell’autonomia durante ogni tappa del percorso. Forti del risultato ottenuto, quest’anno, 6 veicoli hanno partecipato al rally Aicha schierandosi fra gli eco-veicol: una Citroen E-Mehari, 4 Bluesummer Bolloré e 1 Renault ZOE. Tutti hanno tagliato il traguardo di Essaouira senza alcun problema percorrendo una media di 110 chilometri al giorno e utilizzando circa l’80% della batteria disponibile. “Per le E-Gazelles la principale difficoltà è stata proprio non avere soluzioni per la ricarica dei veicoli durante il giorno: dopo una prima fase di adattamento alle capacità e ai limiti dei mezzi elettrici, le ragazze si sono divertite lungo il percorso tracciato appositamente per loro fra uadi e dunette di sabbia – spiegano gli organizzatori – E’ stato un importante banco di prova per equipaggiamento, autonomia e metodi di ricarica”. La E-Mehari è riuscita a ricaricarsi in totale autonomia grazie a 18 pannelli fotovoltaici. E la Renault ZOE? E’ stata la prima vettura totalmente elettrica a iscriversi nella categoria “crossover” del rally: dotata di minima preparazione (rialzo, pneumatici da sabbia e poco di più) ma completamente di serie per il resto a cominciare da batteria, motore e trazione, rigorosamente a 2 ruote motrici. A Essaouira, la Renault ha superato ogni più rosea aspettativa conquistando il secondo piazzamento nella classifica del suo gruppo: alla fine ha percorso più di 1300 km di sterrato ricaricandosi alla fine di ogni tappa in poco più di un’ora di tempo. Il prossimo anno il gruppo E-Gazelles sarà ulteriormente migliorato: l’obiettivo è ora ottimizzare, per i veicoli iscritti, la capacità di carico e le distanze da percorrere.
Come si è svolta l’edizione 2018
Doppia partenza sabato 17 Marzo, prima dal Palazzo Reale del Principato di Monaco, e poi da Nizza, sulla Promenade des Anglais, per questa avvincente edizione del rally: dopo lo start ufficiale della categoria E-Gazelles con la principessa Stéphanie di Monaco, “madrina” d’eccezione, nel pomeriggio è stato il sindaco nizzardo Christian Estrosi a dare il via all’evento motoristico. Fra gli applausi del pubblico presente, gli equipaggi rosa hanno sfilato con i loro veicoli su uno dei lungomare più celebri al mondo. Dopo la traversata del Mediterraneo e l’arrivo in Marocco a Tangeri, la carovana ha raggiunto Rabat, Meknes e Nejjack da dove ha preso inizio il rally. Un prologo, il 21 Marzo, a cui sono seguite le tappe – alcune a margherita – in direzione di Oulad Driss e Foumzguid prima della liason verso Essaouira. Tutti francesi (o quasi) gli equipaggi che si sono aggiudicati il podio assoluto: Hélène Grand’Eury e Charlotte Zucconi nella categoria 4×4/Camion; Laetitia Giraud e Sarah Sourbier fra i crossover/SUV; Elisabeth Kraft e Sonia Baudoin-Guerard fra Quad/Moto/SSV; Natacha Bordry (Svizzera) e Clothilde Hamion per la E-Gazelles. A distinguersi fra gli equipaggi di questa edizione sono state anche Jazmin Grace Grimaldi, la 25enne figlia del principe Alberto di Monaco, alla sua prima partecipazione, in coppia con l’inglese Kiera Chaplin, attrice e nipote di Charlie Chaplin. A bordo di una Jeep Wrangler sono scese in pista Pauline Ducret, figlia della principessa Stéphanie di Monaco, con l’amica e copilota Schanel Bakkouche, stilista di moda. Ancora da Monaco il team con Sophie Richard e Sarah Es Seddiqui, due giovani infermiere del centro cardio-toracico della città monegasca, portacolari dell’associazione Monaco Collectif Humanitaire che ogni anno permette di guarire più di 200 bambini del Terzo Mondo affetti da gravi malattie. E ancora Sandrine Martial e Isabelle Faust che hanno scelto di vivere questa esperienza nel deserto per festeggiare i loro 50 anni (51 e 53 per l’esattezza). Maggiori informazioni su www.rallyeaichadesgazelles.com
Classifica Rallye Aicha des Gazelles 2018
Categoria 4×4/Camion
1. #438 Hélène Grand’Eury e Charlotte Zucconi (Francia)
2. #246 Carole Montillet e Sylvie Godeau Gellie (Francia)
3. #153 Fabienne Galidie (Francia) e Tania Lio-Martinez (Svizzera)
Categoria Crossover/SUV
1. #312 Laetitia Giraud e Sarah Sourbier (Francia)
2. #313 Solen Kerleroux e Carine Poisson (Francia)
3. #310 Sandrine Martial e Isabelle Faust (Francia)
Categoria Quad/Moto/SSV
1. #28 Elisabeth Kraft e Sonia Baudoin-Guerard (Francia)
2. #27 Prune Salti e Elisa Bouland (Francia)
3. #26 Amélie Delachesnais e Emilie Cazal (Francia)
Categoria E-Gazelles
1. #503 Natacha Bordry (Svizzera) e Clothilde Hamion (Francia)
2. #502 Mélanie Mor e Delphine Miquel (Francia)
3. #504 Kiera Chaplin (Regno Unito) e Jazmin Grimaldi (USA)
Categoria 1^ partecipazione al Rallye Aicha des Gazelles
• 4×4/Camion: #139 Léo Gourlieux e Laetitia Bertin (Francia)
• Crossover/SUV: #312 Laetitia Giraud e Sarah Sourbier (Francia)
• Quad/Moto/SSV: #22 Tracy Morandin e Valérie Roche (Francia)
Foto di @Maienga
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La ricetta magica per una buona gara? Organizzazione efficiente, esperienza off-road, percorsi mozzafiato e atmosfera amichevole. In due parole: il Transsylvania Trophy. Torna anche quest’anno l’avvincente challenge a trazione integrale dedicato ai veicoli a quattro ruote motrici (auto, quad e buggy) in programma in Romania dal 17 al 23 Giugno. Cornice di questa sfida motoristica saranno gli impegnativi tracciati nei pressi del villaggio di Hunedoara, nella regione storica della Transilvania, dove sei tappe in condizioni ambientali estreme attenderanno gli equipaggi provenienti da tutt’Europa. Due categorie – adventure e trophy – e qualcosa come più di 600 km di prove speciali a road book (e se trovate errori, l’organizzazione vi rimborserà 20 € per ogni punto del RB sbagliato!). Paesaggi mozzafiato avvolti da leggende e misteri, con immense foreste e vallate, saranno ancora una volta lo scenario di quest’appuntamento motoristico che è ben più di un semplice rally, come spiega Sorin Parvulescu, pilota e organizzatore. “E’ una vera e propria combinazione che mescola trial, Ultra4 racing, fango e rock crawling. Grazie all’esperienza in anni e anni di gare in fuoristrada, abbiamo ideato un evento per chi si diverte con passeggiate turistiche ma anche per chi predilige invece l’aspetto agonistico. Scelta la categoria a cui iscriversi, l’adventure o la più impegnativa trophy, è sufficiente equipaggiare il proprio fuoristrada con la dotazione di sicurezza richiesta e mettersi alla prova sui tracciati delle nostre bellissime montagne”. Insomma, se volete andare in Romania e non essere semplici turisti ma vestire i panni da pilota (o da navigatore) non dovete far altro che iscrivervi al Transsylvania Trophy 2018. E per gli accompagnatori più esigenti? Hunedora e i suoi dintorni offrono monumenti e luoghi d’interesse da visitare come il castello dei Corvino, col grande ponte levatoio, e il lago artificiale Cincis. Il Transsylvania Trophy avrà come base il camping Casiana a Ciulpaz (Hunedora) da cui ogni giorno partirà un percorso a margherita con rientro in serata al quartier generale.
Fra le gare più tecniche dell’est Europa, il TT ha richiamato nel corso degli anni un numero sempre crescente di team romeni e stranieri affascinati dalla formula del challenge e dai paesaggi incontaminati; quest’anno allo start ci saranno team provenienti, oltre che dalla Romania, da Austria, Ungheria, Germania, Francia, Portogallo, Italia, Olanda, Danimarca, Belgio e Israele. La gara prenderà il via domenica 17 Giugno con le registrazioni e il briefing a cui seguirà il prologo (con ordine casuale di partenza per gli iscritti). Per lunedì e martedì manche con navigazione a road book mentre mercoledì 20 andrà in scena una divertente prova speciale su circuito. A concludere questa edizione del challenge, le giornate del 21 e 22 con le ultime due prove previste prima della cerimonia di premiazione (alle ore 22 del 22 giugno). Sabato 23, colazione e saluti finali. I partecipanti all’adventure dovranno essere in regola con l’assicurazione del veicolo e la licenza di guida oltre che disporre della normale dotazione in regola con il codice stradale (luci anteriori e posteriori in primis), pneumatici con misura non superiore a 35’’ (89 mm di diametro) e roll-bar con arco di protezione almeno sino a dietro i sedili anteriori (simile a quello della Jeep Wrangler) con diametro del tubolare non inferiore a 30 mm e spessore 2,5 mm. Per gli schieramenti della categoria trophy sono richiesti equipaggiamenti con gabbie protettive complete (archi singoli o differenti non saranno accettati); nessuna restrizione invece per la gommatura dei mezzi iscritti a questa classe che dovranno però essere rigorosamente mud terrain o con disegno aggressivo (Simex, Booger, Maxxis Trepador,…): AT (al terrain) o invernali, come da regolamento, non saranno invece accettate. Ogni veicolo dovrà inoltre disporre di un verricello (per chi gareggia nella trophy ne sono consigliati due) equipaggiato indifferentemente con cavo in acciaio o tessile (diametro minimo richiesto: 8 mm).
Regolamento di partecipazione e maggiori informazioni sul sito ufficiale www.transsylvaniatrophy.ro (disponibile anche nella versione in italiano).
Foto di INGE BLOEMING
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Fra i più blasonati rally raid del panorama internazionale, il Silk Way Rally ha assegnato la vittoria 2017 a due storici marchi del motorsport: Peugeot e Kamaz. Ecco come si è svolta questa settima edizione attraverso Russia, Kazakhstan e Cina.
Tredici tappe (l’ultima, da Zhongwei a Xi’An, annullata per maltempo), 3 paesi attraversati – Russia, Kazakhstan e Cina -, quasi diecimila km totali di percorso di cui 4.094 di prove cronometrate. Poco più di 10° la temperatura minima registrata e oltre 42° la massima. La settima edizione del Silk Way, uno fra i rally raid più lunghi e impegnativi al mondo, ha preso il via il 7 luglio dalla splendida cornice della Piazza Rossa di Mosca, patrimonio mondiale Unesco, ai piedi del Cremlino, dopo le verifiche tecniche e amministrative svoltesi nel complesso olimpico cittadino Luzniki. Due settimane più tardi, il 22 luglio, gli equipaggi hanno raggiuto la città fortezza di Xi’An, punto di partenza della celebre Via della Seta. Un itinerario in parte inedito con le grandi dune del deserto del Gobi e le speciali di Dunhuang e Alashan Youqi protagoniste assolute. Tappa dopo tappa, da Cheboksary a Ufa passando per Kostanay, Astana (con la sua Expo 2017), Semey, Urdzhar e Karamay, la carovana del Silk Way si è fermata a Urumqi per il day off prima di riprendere la propria corsa e raggiungere la celebre terra dell’Esercito di Terracotta per il podio finale e le premiazioni di quello che è stato definito “More than rally, brighter than adventure”. E il prossimo anno questa immensa avventura aprirà le porte anche alle due ruote. Info su www.silkwayrally.com
Cyril Despres, Mr. Silk Way Rally
Ancora loro. I francesi Cyril Despres e David Castera, su Peugeot 3008 DKR, ripetono l’impresa e conquistano per la seconda volta consecutiva la vittoria del Silk Way Rally dopo 13 tappe da Mosca a Xi’An, in Cina. “E’ stata un’avventura immensa: partire dalla Piazza Rossa e arrivare nell’antica capitale delle 13 dinastie è un’emozione indescrivibile – commenta Despres – La chiave per vincere? Non commettere errori (o commetterne pochi) e poter contare su una vettura affidabile. Ho ancora molto da imparare come pilota di auto ma misuro i miei progressi di anno in anno. Vincere qui è stata la miglior preparazione in vista della Dakar”. A bordo della 3008 DKR #100, l’equipaggio del Team Peugeot Total ha conquistato il podio assoluto con un vantaggio di 1 ora e quasi 5 minuti sui connazionali Christian Lavieille/Jean-Pierre Garcin dietro al volante di una BJ40L, performante vettura del nuovo costruttore cinese Baicmotor, al suo esordio proprio al Silk Way. Sfortunata invece la partecipazione di Sébastien Loeb, navigato dal monegasco Daniel Elena: dopo aver condotto la gara in testa alla classifica tutta la prima settimana con un ritmo impressionante e conquistando ben 4 vittorie di tappa, il nove volte campione del mondo rally alla guida della Peugeot #104 è stato costretto al ritiro in seguito a un incidente accorso nella tappa Urumqi-Hami dopo essser finito ad alta velocità in un canale di scolo e aver riportato una brutta contusione a un dito.
Quinto importante piazzamento nella generale invece per l’altro portacolori del Team Peugeot, quello Stéphane Peterhansel, in coppia con Jean-Paul Cottret, vincitore della Dakar 2017 (oltre che del maggior numero di Dakar nella storia di questo rally). Dopo aver perso due ore per un incidente nella 4 giornata di gara (la sua Peugeot ha cappottato diverse volte), il francese è risalito dal fondo della classifica sino alla top 5 finale aggiudicandosi più prove cronometrate di tutti gli altri piloti in questa edizione della gara. “Angelo custode” di Despres, Mr. Peter ha però dovuto abbandonare ogni velleità di vittoria assoluta dimostrando un grande spirito di squadra nell’aiutare il compagno a mantenere il comando della generale arrivando così tranquillamente sino a Xi’An. Sul terzo gradino del podio è salito invece il cinese Wei Han, con il co-driver Liao Min: la sua guida “pulita” dietro al volante del Geely SMG Buggy #107 gli è valsa una meritatissima medaglia di bronzo che lo ha portato alla finish-line con un gap di circa 1 ora e 11 minuti dal primo classificato. Ma la settima edizione del Silk Way Rally parla anche italiano grazie alla splendida vittoria riportata da Eugenio Amos su Ford TRX08LMOD con i colori del Team 2 Wheels Drive: il giovane pilota di Varese, classe 1985, navigato dal francese Sébastien Delaunay, è stato fra i protagonisti di questo rally raid conquistando un primo piazzamento nella SS 10 da Hami a Dunhuang (con un tempo di 3h24m24s e a +46s dal saudita Alrajhi su Mini).
Dopo aver percorso gli 87 km di trasferimento, Amos, con una carriera decennale alle spalle da pilota semiprofessionista su pista, ha iniziato la speciale in 6^ posizione: “Un centinaio di km dopo mi sono reso conto che la polvere degli equipaggi davanti a me non era così lontana e mi sono detto che forse potevamo farcela – racconta Eugenio – Ho cercato di guidare al meglio e Sébastien non ha commesso alcun errore di navigazione: non ci siamo mai persi e quando io ho mostrato qualche segnale di nervosismo dietro al volante, lui è sempre rimasto calmo. Dopo aver sorpassato la Peugeot di Peterhansel a 5 km dal traguardo mi sono reso conto di quello che stava realmente accadendo. Un’emozione incredibile, difficile da spiegare. Il nostro è un piccolo team famigliare dove tutti lavorano ogni minuto per far sì che il buggy sia pronto al meglio delle condizioni ogni giorno per lo start. Quella vittoria è per tutti noi!”. Grazie a questo risultato e ai buoni piazzamenti ottenuti nelle altre tappe, Amos – primo italiano a vincere una speciale in un rally blasonato come il Silk Way dopo anni – ha concluso la sua partecipazione al quarto posto della generale. Rallentata invece da alcuni inconvenienti (fra cui la sfortunata foratura di due pneumatici nell’arco di 50 metri nella stage da Alashan Youqy a Zhongwei) la corsa al traguardo dell’altro equipaggio tricolore, Pietro Cinotto/Fulvio Zini: per il Polaris RZR 900EBO del Team Xtreme Plus solo un 23° piazzamento nonostante tanta grinta e determinazione. Se i francesi Pelichet/Decre su Toyota Hilux (Team Raid Lynx) si sono piazzati ottavi con un ritardo di poco più di 1 minuto dai cinesi Liu/Fang con l’altro Geely SMG Buggy, nella top ten della overall si sono anche classificati gli equipaggi X-Raid Mini John Cooper Works Rally: nono posto per gli americani Bryce Menzies e Peter Mortensen, che hanno conquistato alcuni buoni piazzamenti di tappa, al traguardo davanti ai compagni di squadra Jazeed Alrajhi e Tom Colsoul con un vantaggio di 1 ora e venti minuti. Forte del record del mondo nel salto in lungo in 4×4 (15 metri), il giovane Menzies ha dato prova di ottime doti da driver in questo rally dalle grandi distanze piazzandosi davanti all’esperto Alrajhi, secondo assoluto alla scorsa edizione del Silk Way. Da segnalare anche il 15° piazzamento dell’unico equipaggio femminile in gara composto dalle russe Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva con il loro Maverick X3 XRS DPS. A conquistare invece il podio assoluto nel China Grand Rally, svoltosi nell’ambito del SWR, sono stati Feng Chen & Yi Cheng Wang su Toyota Hilux al finish in 22h05m02s davanti a Wang/Lian (MRP11) a +11m38s e ai terzi classificati Zhang/Wang su Han Wei Racing Car SMG (+1h21m48s).
E l’armata Kamaz domina fra i trucks
Se la Casa del Leone ha dettato legge nella categoria auto, in quella truck il colore vincente è stato il “blu Kamaz”. L’armata di Naberejnye Tchelny è stata infatti protagonista indiscussa del SWR aggiudicandosi i primi tre posti della generale e piazzando il quarto camion (guidato da Eduard Nikolaev, vincitore dell’ultima Dakar) nella top ten. Una sfida interessante quella all’interno della stessa equipe russa che dopo 13 lunghi giorni ha visto Dmitry Sotnikov conquistare la medaglia d’oro in 43 h45m38s davanti al compagno di squadra Anton Shibalov al traguardo con un distacco di soli 6m04s. Terzo piazzamento infine per il detentore del podio della passata edizione, Airat Mardeev – in cabina con Aydar Belyaev e Dmitrii Svistunov – al finish con un ritardo di 23m12s. A infastidire la casa costruttrice fondata nel 1969 ci ha pensato il pilota kazako Artur Ardavichus, new entry del Petronas De Rooy Iveco Team alla guida del Powerstar #310. Navigato dal belga Serge Bruynkens (e a partire dalla tappa 11 dallo spagnolo Marco Ferran Alcayna, fino a quel momento co-driver di Ton Van Genugten), Ardavichus si è evidenziato per una guida lineare e improntata a non assumere rischi che alla fine ha premiato la tattica adottata consegnandogli un meritato e prestigioso 4° piazzamento a +2h40m27s dal primo classificato.
Anche nei trucks dunque la classifica finale parla italiano con il marchio Iveco presente nella top ten con un altro equipaggio, quello del driver olandese Ton Van Genugten (assieme a Bart De Gooyert e Bernard der Kinderen) dietro al volante del Trakker #306, 6° nella overall. Buona la prova anche per il bulgaro Viazovich, su Maz 5309RR, quinto al traguardo davanti di due posizioni al compagno Vishneuski e di tre dall’altro teammate, Aleksandr Vasilevsk. Meno brillante purtroppo, per via di alcune noie meccaniche, la partecipazione al Silk Way Rally di uno dei grandi favoriti alla vittoria di questa 7^ edizione, l’olandese Gerard De Rooy (in cabina con Moi Torrallardona e Darius Rodewald), dietro al volante del rinnovato Iveco Powerstar. “Il nostro obiettivo principale al Silk Way è stato quello di testare il nuovo camion e tutte le modifiche apportate in vista della Dakar – spiega De Rooy – Il Silk Way è un rally lungo e impegnativo con tappe difficili, occasione perfetta dunque per un test degno di tale nome. Un terreno vario ad ogni tappa con tratti tecnici alternati ad altri di guida veloce. Un’esperienza importante indipendentemente dal risultato finale”. Undicesimo e dodicesimo posto infine per altri due nomi blasonati della categoria: il ceco Martin Kolomy, su Tatra Phoenix, e il giapponese Teruhito Suguwara alla guida del suo Hino 500 Series.
Per il sesto anno consecutivo l’Expo Valpellice ha richiamato centinaia di visitatori che dal 21 al 23 Luglio si sono dati appuntamento a Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, per partecipare all’evento fieristico organizzato dal Tribulu Ma Muntu 4×4 Team.
Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Igor Fenti e Valentina De Leo
La formula è sempre la stessa, d’altronde squadra (e programma) che vince non si cambia. I percorsi off-road sono quelli che piacciono alle famiglie in Suv ma anche agli irriducibili della guida più estrema perché i tracciati della Val Pellice accompagnano alla scoperta delle celebri cave di pietra di Luserna San Giovanni, accessibili al transito veicolare solo in occasione della fiera. Gli equipaggi provengono da ogni parte d’Italia per divertirsi in un week end all’insegna del 4×4 in un angolo di Piemonte fra i più suggestivi. Gli stand, allestiti da alcune fra le più note aziende italiane del settore a trazione integrale (ma non solo), presentano ogni anno accessori e novità in fatto di preparazioni a quattro ruote motrici; la manche di fuoristrada estremo, valida come prova per il campionato nazionale Warn Trophy Italia, schiera ai nastri di partenza piloti fra i migliori di questa specialità giunti da nord e sud Italia per esibirsi su tracciati tecnici al limite del ribaltamento.
Infine, ma non ultima, la gastronomia locale fatta di eccellenti prodotti tipici piemontesi e sin dalla prima edizione abbinata sapientemente a musica e altre interessanti iniziative per tutti i gusti. Gli ingredienti dell’Expo Valpellice, uniti a grinta e determinazione del sodalizio organizzatore guidato dal nuovo presidente Walter Buffa, ancora una volta hanno fatto approdare in provincia di Torino espositori, club, associazioni, appassionati di questa disciplina motoristica e semplici curiosi che per tre giorni – da venerdì 21 a domenica 23 Luglio – sono stati i veri protagonisti di quello che è ormai considerato, a buona ragione, un collaudato evento del panorama nazionale 4×4, giunto nel 2017 alla sua sesta edizione. Con la perfetta regia del dinamico club Tribulu Ma Muntu 4×4 Team, in collaborazione con Comune e Amministrazione, Pro Loco e Regione Piemonte oltre che con il prezioso supporto dei Comuni di Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, la fiera outdoor è stata anche quest’anno un successo.
A inaugurare l’Expo ci ha pensato la giornata di venerdì dedicata principalmente alle aziende del settore che hanno allestito i loro stand presentando equipaggiamenti 4WD per tutti i gusti (e tutte le tasche). Non sono mancati i marchi storici che da anni seguono fedelmente l’evento fieristico fra cui Brunatti Off Road Equipment e XQuattro con prodotti specifici per le 4×4 di casa Toyota e Jeep; Mudrolling e Ceramic Power Liquid, leader nella distribuzione di ricambi per fuoristrada di qualunque marca il primo e negli additivi e trattamenti per i motori il secondo. E poi ancora Italgiunti con i suoi alberi di trasmissione intercambiabili e i giunti cardanici e Air Line con decine di modelli di compressori adatti a ogni esigenza. E per chi in fiera è andato alla ricerca di un’idea originale da regalare alla propria 4×4 non c’è stato che l’imbarazzo della scelta: dalle livree più suggestive proposte dalla Urban Wrap Design di Torino per trasformare l’auto in una vera opera d’arte sino ai raid più avventurosi nel deserto in compagnia degli amici di Sahara Desert Challenge. Cos’altro? I visitatori hanno potuto ammirare gli interessanti video extreme realizzati dalla Raffo Racing, specializzata in documentari on the road e in reportage su team, officine e mezzi estremi; curiosare fra gli accessori Land Rover con North Wolf e scegliere quelli per Suzuki preparati dalla CMT srl.
Tante aziende e realtà (Cardip Piemonte, Dave 4×4, Jack 4×4, Panda 4×4 Club Aosta, DoctorGlass, XQuattro, Martin 4×4, Automobili Coero Borga, Panda Raid Italia e Race4Tech per citarne alcune) che nuovamente o per la prima volta hanno aderito all’Expo Valpellice con prodotti di qualità e soluzioni innovative per l’allestimento del proprio veicolo. A rendere ancora più frizzante la prima giornata di questa edizione dell’Expo ci hanno pensato le 4×4, sia quelle protagoniste delle piste trial preparate con tanto di dossi, twist, passaggi in laterale e guadi artificiali che quelle impegnate nel prologo del WTI, svoltosi per stabilire l’ordine di partenza della prima prova, prevista, come già l’anno scorso, in notturna e illuminata dalle stelle di un limpido cielo estivo oltre che dai potenti fari dei veicoli. Sabato 22 l’apertura dell’area fieristica ha preceduto la partenza del primo tour nelle cave di pietra: un emozionante percorso di circa 30 chilometri nel sottobosco di Luserna San Giovanni, Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, fra scenari mozzafiato a cavallo delle province di Torino e Cuneo.
Ben 120 gli equipaggi arrivati da ogni luogo d’Italia (fra cui Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Trentino Alto Adige e Toscana) sin qui nel cuore della Val Pellice per affrontare uno dei tracciati a trazione integrale più interessante del panorama motoristico italiano, nella terra che deve la propria celebrità alle pietre ricavate dalle rocce lamellari utilizzate per la costruzione di edifici e arredi urbani. In mattinata gli equipaggi del campionato italiano estremo, per il secondo anno impegnati sugli impervi e rocciosi tracciati di Luserna, sono stati protagonisti di una sfilata nel centro cittadino che fra i suoi monumenti più preziosi annovera il bel Palazzo Civico eretto nel 1872 con il porticato e la decorazione a bande orizzontali rosse e gialle che ricorda lo stile gotico. Un singolare incontro fra tecnologia moderna, quella delle preparazioni 4×4, e architettura del passato che ha sottolineato, ancora una volta, come le discipline sportive possano essere un metodo moderno e alternativo ma altrettanto efficace per la promozione turistica del territorio.
Indossato il casco e allacciate le cinture, piloti e navigatori WTI sono scesi in pista per conquistare la vittoria di giornata fra gli applausi del pubblico presente. Tradizione ormai imperdibile per i partecipanti e i visitatori all’Expo, la gustosa spaghettata di mezzanotte offerta a tutti dallo staff del Tribulu Ma Muntu 4×4 Team. Domenica, giornata clou dell’evento, gli iscritti al campionato targato DeadDogs si sono schierati ai nastri di partenza per la loro terza e ultima prova così come allo start del raduno si sono ritrovati tutti gli altri equipaggi che hanno potuto scegliere se destreggiarsi fra l’emozionante tracciato con ostacoli artificiali o il giro turistico in cava affrontando il grado di difficoltà più appropriato alle proprie abilità di guida. E se è vero che fuoristrada e buona cucina da sempre formano un eccellente connubio, anche in questa edizione dell’Expo Valpellice non sono mancati gli appuntamenti gastronomici a partire dalla grande grigliata a base di carne preparata dai cuochi della Pro Loco per il pranzo di domenica.
A concludere la sesta edizione dell’evento sono state infine l’estrazione dei biglietti della lotteria che ha assegnato gadget e accessori messi in palio dagli sponsor e la premiazione dei vincitori della manche Warn Trophy che ha visto salire sul gradino più alto del podio il team Black Devil davanti a Rutam Black e Rutam Orange nella categoria Extreme mentre la Limited 38 ha consegnato la medaglia d’oro al Team Spider seguito da Mc Gyver e dal Savona Fuoristrada 1. Gli organizzatori ringraziano il Comando per la Tutela Forestale dell’Arma dei Carabinieri, la Protezione Civile di Luserna e Lusernetta per la sicurezza notturna, sponsor, espositori, partecipanti, pubblico e tutti quanti hanno reso possibile la perfetta riuscita dell’Expo Valpellice, ogni anno dedicata al mondo degli appassionati di 4×4. Appuntamento alla prossima edizione!
Evento in collaborazione con: Comune e Amministrazione di Luserna San Giovanni, Pro Loco di Luserna San Giovanni, Comuni di Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte, Regione Piemonte.
Durata dell’Expo Valpellice: tre giorni (21-22-23 Luglio)
Edizione: sesta
Equipaggi partecipanti: oltre 120
Regioni di provenienza: Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Toscana e Valle d’Aosta
Comuni interessati dal passaggio del tour: Luserna San Giovanni, Lusernetta, Bibiana e Bagnolo Piemonte.
Lunghezza tour off road nelle cave: 30 chilometri
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