Lentini Fuoristrada Club 4×4 Raduno eXtreme Tour 2 Marzo 2008 [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/club_4x4/lentini_fuoristrada_club/extreme_tour_2008/foto/gallery_1/index.htm”]Photo On line[/button]
Extreme Off Road
Lentini Fuoristrada Club 4×4 Raduno eXtreme Tour 4 marzo 2007
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Elaborazione 4×4 Suzuki Santana SJ 413
Warner Bros Production. Sembra uscito direttamente da un episodio della famosa casa cinematografica statunitense il Suzuki SJ413 Santana di Mirco Mimuli che il suo gioiello a quattro ruote motrici lo ha sapientemente trasformato a immagine e somiglianza di un celebre personaggio dei cartoni animati. Qualche indizio? “Oh oh…mi è semblato di vedele un gatto…” è il motto che lo ha fatto conoscere a tutti sin dagli anni’ 80.
E si, perché il simpatico due zampe a cui tanto somiglia questo SJ di casa Suzuki, nient’altri è se non Titti, il giallo canarino da sempre antagonista di gatto Silvestro. E a guardarli bene, questo Santana e Titti di cose in comune ne hanno davvero molte: non solo il colore giallo e le dimensioni compatte ma scattanti di tutti e due ma anche il piglio un po’ vanitoso e l’aria da furbetti.
Mirco, classe 1983, è cresciuto nella provincia di Ravenna a pane e motori, tanto da appassionarsi sin da piccolo al mondo dell’off road.
Il suo Suzuki SJ del 1989 – ultimo anno di produzione di questo modello del marchio giapponese che null’altro è se non l’evoluzione del vecchio LJ80 – è sicuramente uno dei fuoristrada più originali presenti nel panorama italiano grazie non solo al look esterno ma anche al particolare gusto per accessori racing e “tono su tono” che hanno trovato spazio all’interno dell’abitacolo.
Se alle balestre originali sono stati affiancati degli ammortizzatori + 3 pollici della Performance 4×4 che ne hanno migliorato la mobilità anche nei twist più impegnativi, il reparto sottoscocca è stato protagonista di alcuni semplici ma importanti accorgimenti fra cui l’installazione di una slitta paraserbatoio e di una a protezione del riduttore.
Equipaggiato con blocchi e super ridotte questo scattante 4×4 di difetti ne ha veramente pochi…
“Diciamo che il confort di guida non è il certo il pregio maggiore di questo mezzo ma d’altronde non si può pretendere tutto! – scherza Mirco – L’SJ è estremamente leggero e compatto oltre che maneggevole per affrontare i percorsi off road nostrani…Qualche intervento già in programma per migliorarne la preparazione? Beh, direi l’installazione di un roll bar a garanzia di maggiore sicurezza anche nel fuoristrada più estremo e nuove cinture a 4 punti. E poi forse anche il motore di una Vitara 1.6 a iniezione.”
Impegnato ad affrontare prove trial e percorsi sterrati veloci sull’Appennino tosco romagnolo, Titti – così Mirco ha ribattezzato il suo SJ – si è destreggiato alla perfezione dimostrando di possedere tutte le qualità di un buon fuoristrada: agile e scattante. Proprio come il più famoso personaggio dei cartoni animati.
E la scritta sul lunotto posteriore “Titti saluta tutti….” la dice lunga sulla sua indole off road. Vedere per credere!
Motore 1.3 da 63 cavalli
E’ un cuore propulsore da 1.3 cc che eroga 63 cavalli ad alimentare il Suzuki SJ413 del 1989 protagonista di queste pagine di Suv & Fuoristrada. Per rendere ancora più performante un 4×4 già di per sé grintoso, il preparatore ravennate ha optato per la sostituzione del carburatore originale con uno di derivazione Fiat Tipo 1.4 oltre all’installazione dell’idroguida di una Vitara 1.6 che ha reso estremamente più maneggevoli le manovre di guida sia su strada che in OR. Il filtro aria è ancora quello in dotazione di serie anche se c’è già in progetto di sostituirlo con uno della BMC specifico per l’utilizzo in off road. Anche l’impianto elettrico è quello di fabbricazione ad eccezione della batteria che è stata sostituita con una High Performance Plus da 80 Ah mentre per migliorare la visibilità notturna sono stati scelti due fari supplementari Hella alloggiati sopra il paraurti anteriore. Nel vano motore, in alto a destra, è stato inoltre installato il compressore Air Locker della ARB, collegato ai blocchi differenziale anteriore e posteriore, fissato con un supporto in alluminio anodizzato. Modifica home made infine per l’impianto di scarico su cui si è deciso di intervenire con la realizzazione e l’installazione di un terminale più corto di circa 50 cm rispetto all’originale che ora si presenta con un’estetica ed un sound molto più simili a quelli di uno scarico da moto.
Allestimento esterno ed interno
Decisamente accattivante il look di questo 1.3 che sia all’esterno che all’interno si presenta con un equipaggiamento sobrio ma assolutamente funzionale. La simpatica livrea total yellow con cappottina rigida nera è abbinata ad un paraurti rinforzato in alluminio con spessore 0.5 mm di produzione Raptor scelto per equipaggiare l’avantreno perché più robusto per l’off road estremo. Sopra il front bumper sono stati fissati con appositi supporti di sostegno due fari supplementari di profondità del marchio Hella. Inoltre, fra la dotazione fuoristradistica di questo SJ, non poteva mancare il winch, in questo caso specifico un T-Max modello Pew-9500 da 12 v, con cavo tessile da 25 metri e bocca cavo in alluminio, alloggiato nell’apposita predisposizione del paraurti sagomato. Robusto ferro invece per il rear bumper costruito artigianalmente da Mimuli su misura per il suo Suzuki e con alloggiamento per la fanaleria originale dell’SJ. All’anteriore, in alto sul cofano motore, è stata installata una presa d’aria ribassata in resistente acciaio inox utile ad impedire a fango e foglie di intasare l’entrata dell’aria. Al retrotreno troviamo invece un faro da lavoro, sempre by Hella, e l’antenna del CB, entrambi fissati al portellone posteriore con due staffe di supporto.
Il preparatore ha optato poi per l’installazione di una cappottina rigida che ha strasformato questo cabrio in un tre porte chiuso. Stile racing anche per l’allestimento interno dove si sono scelti accessori utili per chi pratica off road. Il volante di serie è stato sostituito con uno sportivo della Simoni Racing, a calice, in pelle nera con inserto centrale in alluminio, mentre i sedili sono degli avvolgenti reclinabili, sempre in pelle, della FK abbinati a cinture di sicurezza originali. Le guide scorri sedili sono state invece oggetto di un intervento di modifica da parte del preparatore che le ha adattate ai nuovi seats. La pedaliera è in alluminio antiscivolo della OMP Racing con pedale dell’acceleratore con fulcro alto. Qualche modifica ha interessato anche il cruscotto dell’SJ dove sono stati alloggiati – su una piastra in alluminio sul lato destro del volante – i comandi on/off dei blocchi differenziale anteriore e posteriore e del relativo compressore. Sempre sul cruscotto trovano spazio un pratico staccabatteria specifico per il winch, l’altoparlante esterno abbinato alla ricetrasmittente CB Midland Alan 100 Plus con microfono e un nuovo impianto stereo alloggiato nel suo vano originale. Nel bagagliaio, dietro ai sedili, ci sono una cassa porta attrezzi realizzata in mandorlato con spessore 3 mm costruita su misura per riporvi strop, grilli e accessori da off road oltre ad un pneumatico di scorta.
Assetto Performance 4×4 e pneumatici Ziarelli
Nonostante siano già in programma alcuni interventi di miglioria da effettuare su questo tre porte di casa Suzuki (fra cui l’installazione di un body lift che, rialzando la scocca dal telaio tramite spessori, permetta di creare più spazio per gli pneumatici e di incrementare così l’angolo di attacco e di uscita dell’SJ), questo 4×4 non ha davvero nulla da invidiare in fatto di allestimento. Fiore all’occhiello della sua preparazione è sicuramente il reparto sospensioni dove il preparatore ha scelto di affiancare alle balestre originali dei performanti ammortizzatori monotubo della Performance 4×4 + 3 pollici sia all’anteriore che al posteriore: risultato, un’eccellente combinazione fra accessori di serie e altri griffati che hanno permesso di ottenere una guida scattante anche nell’off road più impegnativo seppur non molto confortevole su asfalto. All’anteriore gli shock absorbers hanno un’estensione di 53 cm tutti aperti e di 34 cm chiusi, mentre al posteriore la massima apertura è di 50 cm e di 31 in compressione. Se gli organi di trasmissione sono ancora quelli in dotazione di serie, il cambio a 5 marce è stato modificato con l’installazione delle super ridotte della Totani Off Road Technologies che, accorciando i rapporti, fa si che aumentino i valori di coppia che il motore trasmette agli assi. L’SJ monta anche due blocchi Air Locker della ARB. Il preparatore ha poi optato per installare nel sottoscocca del Suzuki due slitte di protezione decisamente utili per chi pratica off road su fango e roccia: una è la piastra paraserbatoio in duralluminio con spessore 0.5 mm di produzione Zanfi.it, scelta in sostituzione di quella originale, l’altro è un kit di di protezione riduttore Extreme Competition (sempre by Zanfi.it), con supporti anti rottura in sostituzione di quelli in gomma, che salvaguarda il riduttore anche nell’off road più estremo. Il reparto freni invece è ancora originale sia all’anteriore che al posteriore. A completare l’equipaggiamento dell’SJ413 sono delle tassellate ricoperte della Ziarelli modello Extreme Forest nella misura 195/80 R15, montate su cerchi in ferro neri, e con distanziali + 3 cm by Totani. Della AVM i mozzi da inserire/disinserire manualmente per avere quattro ruote motrici nella guida in fuoristrada.
5ª Tappa Campionato WTI Varsi (Parma) 21 – 22 – 23 Settembre 2012
Si svolgerà nel week end del 21 – 22 – 23 Settembre a Varsi (Parma) la 5 tappa del Campionato Italiano di Fuoristrada Estremo Warn Trophy Italia organizzato dalla ASD DeadDogs Promotion di Riccardo Pisani con il patrocinio dell’Ente Nazionale Fiamma Fuoristrada.
Per informazioni sulla gara: Riccardo 392.2300306 oppure Sonja 333.3612248
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Elaborazione Proto Land Rover Defender 200TDI
“The Rock”, la roccia. Nessun altro nome poteva essere più azzeccato per questo prototipo motorizzato Land Rover Defender 200TDI quasi interamente realizzato da Marco Ferrari, appassionato di off road e ormai esperto meccanico, che a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha progettato e assemblato questo performante buggy destinato al fuoristrada estremo. Dalla struttura esterna a traliccio in tubo d’acciaio al cromo molibdeno sino ai ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60 e al doppio verricello (Warn all’anteriore e Alan Winch al posteriore), ad occuparsi di tutto è stato il giovane proprietario che se di professione fa i gelati fra i più buoni di tutta l’Emilia Romagna (non potevamo non assaggiarli fra una foto e l’altra!) di motori e fuoristrada ne ha fatte due grandi passioni. Dopo un lungo anno di sapienti interventi e modifiche, forte dell’esperienza acquisita nella costruzione del suo primo prototipo – anche quello verde nella livrea e con cuore propulsore Land Rover -, dall’officina di Scandiano è uscito uno dei mezzi home made più grintosi e competitivi del panorama fuoristradistico italiano. E quale migliore occasione per vedere all’opera questo nuovo tubolare se non la prima manche del campionato italiano di fuoristrada estremo Warn Trophy Italia ospitata in quel di Valmozzola (Parma) ad inizio aprile? Detto fatto. Con i colori del Team Protozoico, per Marco & Alessandro Camellini, amico e navigatore, la gara di off road extreme per eccellenza si è rivelata il perfetto test drive per scoprire i punti deboli di questo rock buggy che, in verità, di difetti ne ha davvero ben pochi (forse solo il reparto sospensioni su cui intervenire con l’adozione di un altro tipo di ammortizzatori per garantire ancor più mobilità al mezzo) mentre di pregi ne ha dimostrati molti: motore grintoso, ponti estremamente robusti (d’altronde in questo settore la derivazione Nissan è una garanzia), componenti fra i migliori in assoluto…Un prototipo divertente da guidare e altrettanto entusiasmante da vedere in azione in acrobazie al limite del ribaltamento. Scopriamo allora assieme tutti i segreti (o almeno quelli svelati dal suo proprietario) di questo mezzo a trazione integrale sicuro protagonista d’ora in avanti dei campi di gara italiani.
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MOTORE, STERZO e FRENI
Il cuore propulsore che alimenta questo prototipo è quello di un Land Rover Defender 200TDI alloggiato all’interno della struttura tubolare portante e posizionato nella parte anteriore della macchina. Con i suoi 4 cilindri in linea e la cilindrata 2.5 (per esattezza 2495), il motore originale del 200TDI gode di ottima fama sia da un punto di vista prestazionale grazie all’ottima coppia e alla sua generosa erogazione sia per la longevità dimostrata negli anni. Dunque già di per se altamente performante, su questo buggy la motorizzazione è stata ulteriormente potenziata con l’alloggiamento di turbina e pompa del gasolio di serie modificati però ad hoc dal proprietario in modo da aumentare di circa 25-30 cavalli gli originali 110. Poiché questo tubolare è stato concepito per gare di estremo caratterizzate da velocità piuttosto ridotte che non consentono di raffreddare adeguatamente il motore, Ferrari ha optato per l’eliminazione dell’intercooler (presente nel 200TDI) che permette così di avere un mezzo decisamente più scattante al momento dell’accelerazione. Si è inoltre andati a sostituire il radiatore dell’acqua del Defender con uno realizzato su misura in alluminio e con superficie maggiorata più adatto a questo tipo di utilizzo fuoristradistico. Per quanto riguarda invece il radiatore dell’olio motore anche in questo caso il proprietario ha optato per la scelta e l’installazione di uno di dimensioni maggiori rispetto a quello di serie del Land Rover che è stato poi alloggiato dietro al sedile del passeggero. Il cambio meccanico del proto è un originale Land Rover modello LT 77 con campana corta (tipica proprio del 200) al quale è stato abbinato un ripartitore-riduttore modello LT 230 sempre del marchio Land Rover che ha subito anch’esso alcuni interventi di modifica. Nello specifico si è provveduto ad intervenire sul differenziale centrale che è stato eliminato e sostituito da un altro differenziale modello spool della Transtad poi alleggerito delle marce lunghe e lasciato solo con quelle ridotte per un risparmio di peso di circa 10 kg. Per la frizione si è scelta quella in rame di provenienza Ford Escort da rally gruppo A mentre il volano è stato alleggerito e ribilanciato per adattarsi proprio alla nuova frizione installata più performante. I servizi del veicolo sono alimentati da due batterie al gel da 110 Ah appaiate alloggiate dietro i sedili e gestite entrambe da un alternatore da 220 Ah. Progettato ad hoc anche l’impianto elettrico di “The Rock” che vista la caratteristica struttura tubolare aperta è stato interamente impermeabilizzato. Il sistema sterzante idraulico, totalmente home made, è stato realizzato su misura per rispondere al meglio alle caratteristiche di questo buggy. E’ composto da un pistone costruito appositamente, da un distributore d’olio e da due pompe elettriche alloggiate dietro al sedile del pilota. Il prototipo monta inoltre un filtro cilindrico in fibra di carbonio “Carbon Dynamic Airbox” della BMC con diametro esterno di 150 mm completo di tubo flessibile per il collegamento alla presa d’aria frontale, tutto alloggiato nel motore lato passeggero e fissato alla struttura tubolare con un’apposita fascia di supporto. Resistente ad acqua e fango, il CDA dell’azienda italiana BMC si è dimostrata un’ottima soluzione per il sistema filtrante di questo mezzo. Per quanto riguarda l’impianto frenante, Ferrari ha eliminato i freni al posteriore scegliendo di utilizzare (e dunque alloggiare) solo quelli presenti sul ponte anteriore: poiché il differenziale centrale e quello al retrotreno sono bloccati, quando vengono attivati i freni del ponte anteriore si bloccano automaticamente tutte e 4 le ruote. L’intero impianto, costruito con più resistenti tubi in treccia modello aeronautico, presenta un’altra interessante caratteristica che permette cioè di frenare le ruote anche separatamente (e non tutte assieme) tramite l’azionamento di due appositi comandi alloggiati a fianco del sedile lato guida. In questo caso si riesce però ad ottenere un raggio di sterzata decisamente inferiore rispetto al sistema primario che blocca le 4 ruote contemporaneamente. All’anteriore troviamo infine pinze freni originali di derivazione Patrol GR e freni a disco di serie su cui si è però intervenuti con una fresatura per migliorarne le prestazioni anche nell’utilizzo off road con fango. Al posteriore, come spiegato sopra, i freni sono stati completamente eliminati. Decisamente semplice l’impianto di scarico artigianale costituito da un tubo in ferro del diametro di 60 mm alloggiato nel sottoscocca sul lato guida del tubolare.
TRASMISSIONE e SOSPENSIONI
Grande attenzione nella costruzione di questo proto motorizzato Land Rover è stata rivolta al reparto trasmissione dove Ferrari ha optato per robusti ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60, sia all’anteriore che al posteriore, entrambi totalmente ripuliti da attacchi originali di puntoni, ammortizzatori e molle. Per prima cosa sono stati costruiti ex novo e su misura i puntoni regolabili, abbinati a unibal, realizzati in acciaio al cromo molibdeno con spessore 50×2 mm poi rinforzati nella parte inferiore con l’installazione di 4 angolari in acciaio 40×40 con spessore 5 mm. Per l’anteriore si sono scelti giunti e semiassi rinforzati della CalOffroad decisamente più resistenti per questo tipo di fuoristrada, coppie coniche originali Nissan e bloccaggio del differenziale ARB con comando pneumatico installato direttamente sulla leva del cambio. Si è poi provveduto a sostituire i fuselli del GR Y60 con quelli del Patrol TR che hanno i bracci per l’attacco della barra di accoppiamento posizionati all’anteriore e più in alto rispetto al GR collocati invece più in basso e posteriormente. I mozzi a ruota libera sono stati sostituiti dal kit flange fisse della Transtad mentre l’attacco della barra di sterzo è stato opportunatamente rinforzato. Infine per aumentare la luce a terra di quasi 30 mm si è effettuato un intervento di modifica alla busta del ponte andando a praticare un taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale. Di notevole importanza anche le modifiche eseguite sul ponte posteriore dove Ferrari ha optato per alloggiare al posto del relativo differenziale posteriore quello anteriore, sempre del Patrol GR, poiché l’anteriore ha l’uscita del pignone alta mentre il posteriore l’ha in basso. Per quanto riguarda invece il bloccaggio del differenziale si è optato per un modello spool, realizzato appositamente dalla Transtad, che ha permesso di abbinare un differenziale anteriore ai semiassi di un retrotreno. Anche in questo caso si è poi proceduto non solo a tagliare la parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra ma anche ad effettuare un taglio del ponte per poter spostare il differenziale stesso verso destra e a realizzare una rotazione degli attacchi dei freni di 90°. Intervento quest’ultimo necessario per poter montare le pinze freni sopra al ponte e non dietro come sull’originale. Gli ammortizzatori del buggy sono a gas autoportanti modello Air Shock da 18” (45 cm) della Orap abbinati a 2 bump stop anteriori da 4” (10 cm) che ben rispondono al peso del proto e all’escursione del sistema sospensivo. La posizione scelta da Ferrari per l’alloggiamento degli shock absorber è stata studiata e progettata attentamente per garantire al prototipo la maggiore mobilità e guidabilità possibili. A completare il reparto sospensioni di questo buggy sono stati scelti pneumatici TSL Super Swamper nella misura 15/39,5 R15 modificati però nel disegno originale (intagliate cioè sia sui tasselli laterali che sui centrali) montati su dei cerchi in alluminio da 15” x 9” con beadlock sempre in alluminio e con distanziali 40 mm sia all’anteriore che al posteriore per l’allargamento della carreggiata.
ESTERNO e INTERNO
Il telaio di questo prototipo è formato da una robusta struttura esterna a traliccio in tubo realizzata in acciaio al cromo molibdeno dello spessore di 50×2 mm mentre per la tiranteria interna e per il cofano sono stati scelti tubi di spessore 40×1,5 mm. A completare la struttura, ad eccezione delle fiancate laterali completamente prive di paratie, sono state utilizzate lastre in lamiera traforare con spessore 1,5 mm che ritroviamo anche a copertura del cofano motore. Il proprietario ha costruito ad hoc la parte anteriore del telaio per potervi posizionare il verricello della Warn modello 8274, abbinato ad un cavo tessile da 9 mm e ad una bocca in alluminio, su cui sono stati effettuati una serie di interventi per renderlo ancora più performante per l’utilizzo nell’off road estremo. Nello specifico il winch è alimentato da un motore maggiorato che eroga una potenza di 6,5 cv dotato anche di un albero freno rinforzato della MB Corse; infine sono stati sostituiti i cuscinetti interni, allungato il tamburo di circa 6 cm, installati un solenoide modello Albright e lo sblocco pneumatico del tamburo. Per il posteriore Ferrari ha scelto invece un verricello Alan Winch a due velocità sempre abbinato a cavo tessile e rulliera. Sotto al verricello è stato alloggiato il serbatoio del carburante da 30 litri fissato alla struttura tubolare portante posteriore. Per affrontare le competizioni estreme in totale sicurezza è stata realizzata una robusta piastra in materiale hardox dello spessore di 3 mm installata a protezione del riduttore. L’interno del proto è piuttosto essenziale anche se non manca nulla di ciò che serve per affrontare le dure gare di fuoristrada estremo. Sul pannello della strumentazione costruito in carbonio si trovano uno strumento per la temperatura dell’acqua, uno per l’olio motore, un voltmetro, l’interruttore di accensione, quello per disinserire l’elettroventola e quello per azionare il compressore che alimenta il blocco anteriore. Nel tunnel alloggiato fra i due sedili trovano invece spazio lo stacca batterie, il pulsante di accensione motore, i comandi per azionare i due verricelli e quelli per lo sdoppio dei freni anteriori destro e sinistro. Il volante è di tipo sportivo a stacco rapido per agevolare la seduta del pilota sul sedile anatomico in tessuto, come quello del passeggero, della Sparco come le cinture di sicurezza a 4 punti.
IN CONCLUSIONE
La costruzione di questo buggy tubolare è stata sapientemente progettata sin nei minimi dettagli da Marco Ferrari che dopo un anno di lavoro in officina è riuscito a realizzare un prototipo in grado di affrontare con tutte le carte in regola le competizioni italiane di fuoristrada estremo (e i risultati ottenuti a Valmozzola lo hanno dimostrato pienamente!). Grazie alla perfetta combinazione fra accessori delle migliori marche presenti sul mercato dell’off road e a componenti home made, questo mezzo è sicuramente fra i più completi, affidabili e performanti in circolazione. Da sottolineare, caratteristica non di poco conto, che si tratta di un progetto quasi interamente realizzato su misura e made in Italy anche se con qualche impronta in stile americano. L’abbinamento di motore e cambio originali Land Rover a ponti di derivazione Nissan e telaio a traliccio in cromo molibdeno autocostruito ne fanno un ottimo veicolo da estremo in grado di dimostrarsi altamente competitivo sia sui tratti veloci che su quelli più impegnativi fra rocce e passaggi extreme. Grazie infatti al baricentro piuttosto basso e ai pesi ben bilanciati, la guida di questo buggy permette di affrontare senza alcun timore forti pendenze e passaggi laterali al limite del ribaltamento. Se l’abitacolo interno è decisamente essenziale, proprio come deve essere un mezzo di questo genere, ma con tutta la strumentazione necessaria, per il look esterno nulla è stato lasciato al caso: dalla forma squadrata che comunque ben si adatta anche ai percorsi più stretti dell’off road nostrano ai pesi contenuti (1460 kg a serbatoio pieno) sino alla livrea verde acceso (retaggio del primo tubolare di Ferrari) impreziosita da alcune personalizzazioni sia sulla leva del cambio che sul cofano motore. Ottima la scelta di adottare dei ponti Nissan fra i più robusti (se non i più robusti in assoluto) per affrontare gare di rock crawling così come altrettanto azzeccato l’intervento di taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra di quasi 30 mm. Per le sospensioni sono stati scelti dei performanti Orap sia all’anteriore che al posteriore che garantiscono un’ottima mobilità anche se dei coilover in sostituzione di questi Air Shocks potrebbero risultare ancora più adatti per completare questa costruzione. Sicuramente un progetto dove nulla è stato lasciato al caso e grazie al quale si è ottenuto un mezzo grintoso e scattante ma allo stesso tempo affidabile e robusto. In sostanza una vera e propria roccia. Di nome e di fatto.
IL PROPRIETARIO & COSTRUTTORE
Marco Ferrari – contatti: fe***********@li****.it
Cell. 347.0712827
PESI e MISURE
Passo 108” (274 cm)
Larghezza 207 cm
Altezza massima 180 cm
Altezza da terra del telaio 57 cm
Altezza da terra dei differenziali 31 cm
Larghezza scocca 145 cm
Angolo di attacco frontale oltre 90°
Angolo di uscita posteriore oltre 90°
Peso 1460 kg (serbatoio pieno) – 800 kg anteriore e 460 kg posteriore
Capacita’ serbatoio 30lt
3ª Tappa Campionato WTI Sassello (Savona) 2 e 3 Giugno 2012
Campionato Italiano Warn Trophy Italia – WTI 2012 – 3ª Tappa WTI 2012 Sassello (Savona)
Clicca qui per il reportage fotografico completo
BRANDIMARTE/FERRANTI, SU PROTO JIMMYS, E CIANI/VAGNARELLI SU SUZUKI, SI AGGIUDICANO LA TERZA MANCHE DEL WARN TROPHY ITALIA 2012 SVOLTASI IL 2 E 3 GIUGNO A SASSELLO CONQUISTANDO IL PODIO DELLE CATEGORIE EXTREME E LIMITED 38. PROSSIMA TAPPA DEL CAMPIONATO: 7 E 8 LUGLIO A VALDAGNO (VICENZA)
Sassello (Savona) – Podio assoluto per Brandimarte/Ferranti e Ciani/Vagnarelli che alla terza tappa del Warn Trophy Italia 2012 svoltasi nel week end del 2 e 3 Giugno sui tracciati liguri di Sassello, in provincia di Savona, hanno meritatamente conquistato la vittoria nelle categorie Extreme e Limited 38 dopo un’avvincente sfida a trazione integrale organizzata dalla DeadDogs Promotion di Riccardo Pisani in collaborazione con l’Ente Nazionale Fiamma Fuoristrada. Dopo le manche off road di Valmozzola e di Varano de Melegari, il campionato italiano di fuoristrada estremo si è spostato in Liguria dove i suggestivi tracciati allestiti dallo staff organizzatore e dal Savona Fuoristrada sono stati perfetta location per le imprese a quattro ruote motrici degli equipaggi del Warn Trophy. Una gara a dir poco impegnativa con passaggi tecnici e tratti di guida veloce con percorsi a girone (da effettuare 2 volte) il sabato e tre prove speciali la domenica. Ai nastri di partenza di questa sfida della stagione motoristica 2012 si sono schierati non solo equipaggi ormai conosciuti nel panorama del fuoristrada estremo fra cui i Team BDS, Rutam 4×4 e Pizzorne (tutti tra le fila degli Extreme) ma anche nuovi volti di questa specialità sportiva ad iniziare da Davide Corio Cocò e Filippo Zamponi, su tubolare Toyota LJ, con i colori del Team TNT Extreme 4×4 ( in gara nella Limited 38 ). Due gli equipaggi con i colori di casa del Savona Fuoristrada: Salvatore Gruttadauria e Marco Carlini su Range Rover 3.9 V8 (già sui tracciati di Berceto nello scorso campionato targato DeadDogs) e Giovanni Baglietto/Carlo Boristene con il Wrangler TJ alla sua prima uscita nella stagione WTI 2012. “Telaio allungato con passo 102 pollici, sospensioni Long Arm con air shock, motore Dodge 5.9 V8, riduttore Atlas, ponti GR Y60 rinforzati…che altro….verricello 8274 e sterzo con pistone idraulico! – spiega Baglietto – Cinque mesi di duro lavoro in officina per preparare questo nuovo mezzo che speriamo, dopo i primi test drive necessari, si riveli affidabile e competitivo per le sfide del Warn Trophy”. Nella giornata di sabato ad aggiudicarsi la classifica provvisoria fra gli Extreme sono stati i marchigiani Ivan Brandimarte e Massimiliano Ferranti che su Proto Jimmys 6.0 V8 del Team BDS hanno tagliato il traguardo in 1h49’55” dopo essere stati protagonisti di una splendida manche a trazione integrale. Al secondo posto si sono invece classificati Marco Bertoni e Luca Mazza su Proto Mog 4.3 con i colori del Team Rutam 4×4 (2h01’56”) con Giuseppe Lunardi del Team Pizzorne Blindobot TJ sul terzo gradino del podio in 2h39’06”.
Una prima giornata di gara, quella del team toscano, caratterizzata da qualche noia meccanica (surriscaldamento acqua e taratura sospensioni non adatta al terreno di Sassello) che ha purtroppo rallentato la corsa al traguardo del proto che si è comunque ben destreggiato sui tracciati dell’entroterra ligure. Altrettanto agguerrita la manche fra gli equipaggi della Limited 38 che non hanno risparmiato grinta e determinazione per staccare i tempi migliori sugli avversari. Con in tasca il titolo di campioni italiani 2011 categoria Off Road ( ora sostituita assieme alla Swamper dalla nuova Limited 38 ), Paolo Ciani e Andrea Calandri, su Suzuki del Team Ciani Renegade Rosso, hanno conquistato la pole provvisoria tagliando il traguardo finale in 1h26’31” piazzandosi davanti a Alberto Fortunati & Diego Bacchettini del Team Adventure Trocia (su Jeep TJ 4.0) secondi al finish in 1h32’04” dopo il miglior tempo sapientemente ottenuto nel prologo. Medaglia di bronzo invece per Filippo Dolfi e Jacopo Baroni che alla guida del loro Proto Cosworth si sono aggiudicati il terzo gradino con poco più di tre minuti di ritardo dai secondi classificati: “Un tracciato ancora più impegnativo di quello di Varano…sembrava di percorrere Marte ma in una prova lunga 4 km…e chi conosce il percorso di Valmozzola sa perfettamente cosa intendo! Il proto si è comportato molto bene e se non fosse stato per la foratura di un pneumatico nel secondo giro probabilmente avrei tagliato il traguardo qualche minuto prima! Sono comunque molto soddisfatto del risultato raggiunto”. Manche sfortunata invece per Enrico Grafas e Paolocarlo Donati (Team Ciani Renegade Verde) attardati dal cronometro per qualche problema al verricello: l’equipaggio del Wrangler TJ, attualmente al comando della classifica Limited 38 con 50 punti, è stato inoltre protagonista di uno spettacolare cappottamento a 360° poco prima di affrontare il lungo e impegnativo canale di roccia del girone di sabato che ne ha rallentato ulteriormente la gara.
Buona prova anche per il Team Jeemmiridimmi, sesto alla fine della prima giornata con un tempo di 2h40’36”, rallentato purtroppo da un inconveniente alle candele del TJ che ha costretto l’equipaggio ad un intervento di smontaggio e rimontaggio che ha fatto perdere alcune posizioni in classifica. A sfidarsi su questi lunghi e impegnativi tracciati rocciosi sono stati anche Giuseppe e Giovanni Orzetti, su TJ 4.0, protagonisti di un cappottamento nell’impervia salita affrontata nel primo giro di sabato (senza nessuna conseguenza se non la rottura del lunotto anteriore) e Girolamo Rocca, navigato dal figlio Mario, che alla guida del suo TJ 4.7 “Spider” ha tagliato il traguardo in 3h nette: “Tracciati estremi e navigazione impegnativa hanno reso questa prima giornata della tappa ligure una sfida a dir poco avvincente….il TJ si è destreggiato bene, peccato solo per la rottura ai tubi dei freni che ci ha costretti già nel primo giro a rallentare la nostra corsa verso il finish”. Qualche problema di gioventù invece per il tubolare del TNT Extreme 4×4 (rottura del giunto anteriore sinistro) e per il TJ 5.9 V8 del Savona Fuoristrada che ha perso posizioni per via di un pezzo difettoso che ha richiesto l’intervento dello staff meccanico del Team. Tre le prove speciali che hanno impegnato gli equipaggi nella seconda giornata di gara.
Con il miglior tempo nella PS 2 (4’25”) e due ottimi piazzamenti nella altre prove speciali, il Team BDS ha tagliato il traguardo di tappa in poco meno di 20 minuti conquistando così il podio assoluto della manche di Sassello con un vantaggio di quasi 10 minuti sul secondo classificato. Eccellente anche la prova di Bertoni e Mazza che, primi assoluti nella seconda giornata di gara, hanno concluso la trasferta off road in quel di Sassello al secondo gradino del podio: per loro, alla guida del Proto Mog 4.3 V6 con cambio automatico, una gara davvero ben amministrata grazie anche al miglior crono fatto registrare nella PS 1 (5’02”). Qualche problema di assetto invece per il Team Pizzorne Blindobot costretto purtroppo a rallentare la corsa nelle prove speciali della domenica dove ha comunque saputo conquistare il terzo piazzamento nella generale dedicando l’importante risultato ottenuto all’amico e compagno di off road Francesco Sforzi recentemente scomparso. Bagarre anche fra le fila della Limited 38 dove equipaggi più agguerriti che mai si sono sfidati per la vittoria finale. Ottimi tempi nei settori selettivi di domenica per il Suzuki del Team Ciani Renegade Rosso che con Paolo Ciani, navigato in questa seconda giornata da Michele Vagnarelli, si è agggiudicato il podio assoluto della generale che ora lo vede al secondo posto con 47 punti a tre lunghezze da Enrico Grafas/Paolocarlo Donati ancora saldamente al comando con 50 punti. Strepitosa la gara del Team Adventure Trocia che ha staccato i tempi migliori nelle PS 1 e 2 concludendo così la manche di domenica in 10’27”: un risultato questo che ha permesso all’equipaggio umbro di aggiudicarsi la medaglia d’argento nella tappa di Sassello.
A completare il podio ligure il Team Dolfi su Proto Cosworth ex Civf seguito da Grafas/Donati (al traguardo in 2h00’19”), Jeemmiridimmi (2h52’15”) e Orzetti (3h06’51”). Da segnalare fra le curiosità della manche ligure anche un test post gara che ha visto impegnato Tomas Nylhom, campione Eurotrial 2011, preparatore del Proto Mog ora in gara con i colori del Team Rutam 4×4: per il pilota finlandese grande divertimento e…un cappottamento sui tracciati del WTI!
La prossima tappa del Warn Trophy Italia è in programma sabato 7 e domenica 8 Luglio a Valdagno, in provincia di Vicenza, valida come quarta prova del campionato italiano di fuoristrada estremo. Per informazioni: www.deaddogs.it A.S.DeadDogs ringrazia gli sponsor 4Technique, Geta s.r.l., Orap, Traction 4×4, Equipe 4×4, Go Pro, OMP Racing, SRM Garage; Laura, Flavio, Paolo e Ivana per la gestione della manche; il Savona Fuoristrada con Nicola, Carlo e Felix per la preparazione delle prove; Team Spider, Pizzorne 4×4 e TNT Extreme 4×4 per gli stand gastronomici; Protezione Civile di Varazze.
EXTREME: Team BDS Brandimarte 57 pt; Team Pizzorne Blindobot 31 pt; Team Rutam 31 punti; Team Tekno Auto 4×4 Protano 20 pt; Team Acerni Salvatore 14 pt; Team Doc Crawler 11 pt; Team Tekno Auto 4×4 Santagata e Team SRM 4×4 10 pt; Team Tekno Auto Morsillo 7 pt; Team Doc 2 4 pt; Team Tekno Auto 4×4 Spadari 1 pt.
LIMITED 38: Team Ciani Renegade Verde 50 punti; Team Ciani Renegade Rosso 47 pt; Team Dolfi 35 pt; Team Adventure Trocia 35; Team Spider TJ 16 pt; Team Giosso 10 pt; Team Orzetti 9 pt; Team Jeemmiridimmi 8 pt; Team Juba No Limits 7 pt; Team Offroad Garage 5 pt; Team Protozoico e Team Scaglione 2 pt; Team TNT Extreme, Team Savona 1, Team Savona 2, Team Fulminati, Team Jeep Tuning, Team Jeepers Milano, Team The Rock, Team Virag e Team Goe Secche 1 pt.
3ª Tappa del Campionato Italiano di Fuoristrada estremo Warn Trophy Italia 2012
Sabato 2 e Domenica 3 Giugno 2012 – Sassello Loc. Palo (Savona)
Sabato 2 e Domenica 3 Giugno a Sassello (Savona), si svolgerà la terza tappa del Warn Trophy Italia 2012, il campionato italiano di fuoristrada estremo organizzato dalla DeadDogs Promotion di Riccardo Pisani in collaborazione con l’Ente Nazionale Fiamma Fuoristrada.
Per informazioni sulla gara: Riccardo 392.2300306 oppure Sonja 333.3612248
2ª Tappa WTI – Varano de Melegari (PR) – 12/13 maggio 2012
Sabato 12 e domenica 13 Maggio a Varano de Melegari (PR), presso la Tenuta Oppici, si svolgerà la seconda tappa del Warn Trophy Italia 2012, il campionato italiano di fuoristrada estremo organizzato dalla DeadDogs Promotion di Riccardo Pisani in collaborazione con l’Ente Nazionale Fiamma Fuoristrada.
La gara si snoderà su di un percorso a girone da effettuare 5 volte nella giornata di sabato e 4 in quella di domenica (ogni giro è lungo dagli 8 ai 9 chilometri).
Per raggiungere il campo di gara: uscita autostradale Fornovo (autostrada Parma-La Spezia) e poi seguire i cartelli gialli con freccia e scritta WTI.
La Tenuta Oppici si trova sopra l’Autodromo Riccardo Paletti a Varano de Melegari. Possibilità di campeggio nel piazzale erboso di fronte al ristorante della Tenuta mentre per cene/pranzi/colazioni è a disposizione il ristorante bar della Tenuta (ottima cucina emiliana).
Per informazioni sulla gara: Riccardo 392.2300306 oppure Sonja 333.3612248
Rainforest Challenge of Malaysia 3-12 dicembre 2011
Rainforest Challenge of Malaysia 3-12 dicembre 2011
La giungla tropicale dello stato malese di Terengganu è stata lo scenario, affascinante ed allo stesso tempo minacciosa, della 14° edizione del Rainforest Challenge of Malaysia. I 30 equipaggi iscritti alla gara, dopo la cerimonia inaugurale che si è svolta al cospetto delle autorità locali, hanno iniziato a battagliarsi nelle prime prove speciali del prologo tracciate in un terreno paludoso alla periferia di Kuala Terengganu, la capitale dell’omonimo stato.
Al termine del secondo giorno di prologo, sotto la classica pioggia tropicale, tutta la carovana si è trasferita nella foresta, percorrendo lunghe piste insidiose solcate da profonde fenditure dovute alle inondazioni dei giorni precedenti, ad attenderli le durissime prove speciali e la vera avventura. Il culmine di questa gara, ormai diventata leggenda, lo si è toccato con i cinquanta chilometri della Twilight Zone, che i concorrenti hanno percorso in tre giorni e due notti, dormendo in bivacchi improvvisati lungo il percorso.
Tutto questo ci può solo far immaginare la difficoltà di questo percorso, reso ancora più impegnativo dalla copiosa pioggia che è incominciata a cadere, poco dopo lo start. Il dieci dicembre gli eroici “sopravvissuti” sono giunti, stremati ma evidentemente soddisfatti per l’impresa, al campsite 3 dove si dovevano disputare le ultime prove speciali.
Un inaspettato bollettino meteo ha però cambiato i piani costringendo gli organizzatori ad una repentina ritirata verso la città più vicina; era infatti in arrivo il monsone che avrebbe portato inondazioni e nubifragi.
Questo è il Rainforest, dove l’avventura è quella vera e dove la prima sfida non è con l’avversario ma con la natura e con se stessi. Il malese Mervin Lim Wei Shiong navigato da Hamizan Abdul Hmid è il 14° vincitore del Rainforest Challenge; al secondo posto troviamo l’austriaco Markus Oszwald con l’amico australiano Brett Macnamara ed infine terzo il team Air Asia – Land Rover Filippine, padre e figlio, Mendiola.
Top Ten Overall Winners
Champion: Team 129 (Malaysia) Mervin Lim Wei Shiong /Hamizan Abdul Hamid: 2,353 pts.
1st Runner Up: Team 137 (Austria/Australia) Markus Oszwald /Brett Macnamara: 2,337 pts.
2nd Runner Up: Team 108 (Philippines) Larry Hilario Mendiola /Hiryan Mendiola: 2,302 pts.
4th place: Team 151 (Australia) Peter Mihailoff /Clinton Sharpe: 2,290 pts.
5th place: Team 139 (USA/Australia) Rod Caldwell /Aaron Ward; 2,210 pts.
6th place: Team 127 (China) Ruan Ning /Deng Jin Yong: 2,025 pts.
7th place: Team 111 (Malaysia) Too Chai Beng /Lee Beng Khoon: 1,986 pts.
8th place: Team 138 (Malaysia) Wan Mahadi /Badrul Hisham: 1,938 pts.
9th place: Team 150 (Australia) David Cameron /Daniel Dewit: 1,789 pts.
10th place: Team 102 (Russia): Andrey Kurdakov / Andrey Smolyaninov: 1,710 pts.
Rainforest Challenge of Malaysia 14° edizione RFC of Malaysia 2011 3-12 dicembre 2011 [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/rainforest_challenge_malesia_2011/foto/index.html”]Photo On line[/button]
China Sanya International Rainforest Challenge 2011
CIRFC 18-24 Agosto 2011
Se la Dakar rappresenta la gara per eccellenza per i fuoristradisti amanti della velocità, il Rainforest Challenge è senza dubbio il più ambito traguardo per gli appassionati di fango, acqua e avventura. Fondato e diretto da Mr. Luis J.A.Wee il circuito RFC oltre all’evento “madre”,che si svolge ogni anno in Malesia, nel mese di dicembre, quando i Monsoni rendono tutto più arduo, comprende una serie di gare che si disputano in vari paesi, per selezionare gli equipaggi per il gran finale malesiano.
Uno di questi eventi si è svolto dal 18 al 24 agosto in Cina, più precisamente a Sanya, ridente città turistica dell’isola di Hainan; propaggine più meridionale della Repubblica Popolare Cinese. I 28 partecipanti, provenienti dalle varie nazioni asiatiche, hanno dato il via a questa sfida con due giorni di prologo che hanno permesso di definire l’ordine di accesso alla giungla.
L’elemento caratterizzante di questa terza edizione del China-Sanya International Rainforest Challenge è stata l’acqua presente sia sotto forma di pioggia che nei profondi guadi, fiumi o laghi che hanno contraddistinto le prove speciali ai bordi della foresta tropicale.
Tecnica, abilità di guida, preparazione del mezzo, in particolar modo il verricello meccanico, molto veloce nel recupero della macchina, sono stati gli elementi che hanno fatto la differenza e hanno designato il vincitore finale: La corona di alloro è andata a Tan Eng Joo e Tan Choong che hanno chiuso la competizione con 1573 punti, al secondo posto troviamo l’equipaggio, vincitore del Rainforest Challenge 2010, dello stato di Sarawak, est Malesia, con il pilota Chai Mui Shin navigato da Jong Ai Long; i punti da loro accumulati sono 1551; appena 14 punti di differenza dal vincitore, fatto che la dice lunga su come sia stata serrata la lotta per la leadership. Sul gradino più basso del podio, infine, è salito l’equipaggio composto da Liew Siak Kiong e Henry Chu, dello stato di Sabah, i quali hanno totalizzato 1475 punti.
China-Sanya Rainforest Challenge International RFC of China – Sanya CIRFC 18-24 Agosto 2011 [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/china_sanya_international_rfc_2011/index.html”]Photo On line[/button]