Elaborazione 4×4 Panda Super 2.0

Rosso Panda, anzi rosso Ferrari. Il paragone la dice tutta. Si, perché la piccola 4×4 di casa Fiat, protagonista di questo servizio fotografico realizzato fra le campagne di Trivero, in provincia di Biella, di grinta ne ha davvero da vendere. Parola di Alberto Bertuzzi (e vederlo alla guida ci ha convinti subito!), che assieme al babbo Benito e ad Alberto Bonino, ha costruito questo grintoso prototipo derivato da una Panda 4×4 motorizzata con due propulsori 1.0 cc da 185 cavalli l’uno. Un progetto, solo il primo di una lunga serie ancora rigorosamente top secret, nato nel 2010 dopo una chiacchierata fra amici con il desiderio di dare un’immagine più moderna al settore fuoristradistico italiano. Detto fatto. Dopo 3 mesi di progettazione e 7 di lavoro tra officina e carrozzeria (ne serviranno ancora alcuni per la messa a punto definitiva), grazie all’esperienza di Bertuzzi & Bonino è nata la Super 2.0 che al look sbarazzino da piccola 4×4 unisce tutta la grinta e l’affidabilità di un proto spinto da propulsori da pista. Perfetta per percorrere (e dire la sua) sui tradizionali tracciati cross country in Italia e all’estero, questa versione “limited” realizzata su base del marchio torinese è stata progettata per adattarsi al meglio a tutte le tipologie di terreno, da quello desertico sino al ghiaccio più estremo. Sospensioni anteriori e posteriori a bracci indipendenti sovrapposti interamente costruiti in lega leggera, cruscotto con plancia comandi su misura, impianto elettrico home made, tubolare alleggerito e 2 motori da 1.0 di cilindrata sono solo alcuni dei punti forti di questo 4×4 high tech che di tecnologia e innovazione ha fatto il suo biglietto da visita. E se come si dice, buon sangue non mente (Benito Bertuzzi è stato 6 volte campione italiano di velocità fuoristrada e 1 di trial mentre Giovanni Bonino ha all’attivo 8 Parigi Dakar, 23 competizioni internazionali e 13 campionati italiani), c’è da scommettere che di questo progetto di Alberto (Bertuzzi) & Alberto (Bonino) se ne sentirà parlare a lungo sui campi di gara. Che questa Panda 4×4 sia agile e scattante lo abbiamo visto con i nostri occhi mentre zigzagava fra alberi e ostacoli naturali della provincia biellese, grinta e performance non le mancano grazie ai motori scoppiettanti di casa Yamaha. E, se possiamo permetterci, fotogenica lo è non poco così maledettamente a suo agio davanti all’obiettivo della macchina fotografica. Insomma, un vero e proprio gioiello (anche di prezzo!) che presto farà il suo esordio per la gioia degli appassionati di off road. Ma scopriamo in dettaglio tutto quello che c’è da sapere su motore e trasmissione, assetto, carrozzeria e accessori scelti per equipaggiare questa Panda Super 2.0.

IL MOTORE E LA TRASMISSIONE
Sono due propulsori da moto 1000 di cilindrata di derivazione Yamaha ad iniezione elettronica, prodotti nel 2006, i due performanti motori che alimentano questa Super Panda 2.0. Alloggiati entrambi all’interno dell’abitacolo del prototipo del marchio Fiat, e più precisamente nello spazio normalmente occupato dai sedili posteriori, non solo sprigionano la bellezza di 185 cavalli l’uno rendendo questa piccola 4×4 decisamente grintosa e scattante ma lavorano entrambi simultaneamente sullo stesso albero di trasmissione poiché nessun altro tipo di applicazione meccanica ne consentirebbe il funzionamento allo stesso numero di giri. Si noti poi che la posizione scelta dal preparatore biellese per alloggiare i due propulsori non è casuale ma dovuta alla necessità di conferire alla Panda un perfetto allineamento di motore e albero di trasmissione. E proprio a permettere l’accoppiamento fra cuore propulsore e sistema di trasmissione è il blocco pignone dotato di corona e di due catene di dimensioni maggiorate rispetto a quelle per il normale utilizzo motociclistico con caratteristiche specifiche per supportare sforzi decisamente gravosi. Saldamente ancorato al pianale e alla struttura protettiva roll bar, tramite supporti in resistente acciaio, nel vano bagagli troviamo collocato l’impianto di raffreddamento della Super 2.0 completo di radiatore di fabbricazione artigianale e di elettroventola, entrambi di grandi dimensioni per via del collegamento con tutti e due i motori che alimentano il prototipo. In quello che normalmente ospita invece il cuore propulsore di un mezzo meccanico, sono stati alloggiati, da sinistra a destra, il servofreno, il serbatoio della benzina che ha capacità di 18 litri e la pompa idroguida con relativa vaschetta serbatoio. Ancorati al telaio, sempre all’interno del tradizionale vano motore, sono stati inoltre posizionati i due serbatoi a gas separati per gli ammortizzatori anteriori della Ohlins con cui si è scelto di equipaggiare il reparto sospensioni di questo 4×4. Fabbricazione by Bertuzzi per i due impianti di scarico, interamente realizzati in resistente inox, adottati sulla Super 2.0 con uscita parallela al retrotreno: per renderli più protetti durante la guida in off road si è inoltre provveduto ad effettuare due tagli sul telaio per permettere il passaggio del tubo di uscita. Grande attenzione anche nel reparto trasmissione dove troviamo l’albero a doppia crociera costruito artigianalmente in materiale specifico per la motorizzata 2.0. Prodotti dall’azienda modenese Transtad i differenziali autobloccanti con comando automatico, all’80% al posteriore e al 30% all’anteriore, scelti per la Panda 2.0 che mostra più aderenza e stabilità sui tracciati fuoristradistici. Sul differenziale posteriore è stato alloggiato il meccanismo formato dai due motori neri che permettono alla Panda di inserire ed effettuare le manovre di retromarcia. Ad affiancare il sistema trasmissione, un cambio a 6 marce sequenziali composto per esattezza da ben due cambi distinti accoppiati tramite leveraggio, anch’essi marca Yamaha come i due motori. Interamente realizzato su misura anche l’impianto elettrico sdoppiato in due per adattarsi al meglio ad entrambi i motori. Si distingue poi la parte del sottoscocca dove trovano spazio le 2 batterie da 50 ampere 12 v l’una destinate ai comandi e all’avviamento del motore. Posizionata sempre nel sottoscocca, sul lato anteriore sinistro, c’è infine la scatola guida di questa 2.0 cc dove sono ben visibili tutti i raccordi in alta pressione segnati con cera per individuarne a colpo d’occhio eventuali allentamenti.

LE SOSPENSIONI E I FRENI
In questo reparto troviamo un eccellente intervento realizzato dal preparatore che ha portato ad ottenere come risultato finale, sia all’anteriore che al posteriore, un mezzo con sospensioni a bracci indipendenti sovrapposti costruiti in lega leggera. Gli ammortizzatori scelti per equipaggiare la Panda sono dei performanti Ohlins modello ORQ con doppia regolazione, sia in estensione che in compressione, affiancati da molle coassiali e dotati di serbatoi gas separati alloggiati, per l’avantreno, nel vano motore e, per il retrotreno, nel vano bagagli dove sono staffati alla struttura portante del roll bar. Gli ammortizzatori vengono tarati direttamente sul campo di gara a seconda del tipo di percorso e di carico del carburante. Realizzati artigianalmente dalla ditta Prina Ingranaggi di Ponderano, in provincia di Biella, i semiassi costruiti in materiale Maraging, un acciaio speciale a base di ferro (con aggiunta di cobalto e nichel) particolarmente apprezzato e utilizzato nel settore racing per la sua elevata durezza e per la malleabilità che ne permette un’ottima lavorazione. In resistente lega i trapezi (due per ogni ruota) scelti per equipaggiare la Panda. Di fabbricazione Brembo i dischi auto ventilanti completi di pinze rinforzate della Girling adottati per il reparto freni anteriore e posteriore. Tutta la raccorderia dei freni (così come quella dei tubi ad alta pressione) è stata realizzata dalla ditta Allegri di Milano. Nel sottoscocca Bertuzzi ha infine deciso di utilizzare 3 piastre di protezione, facilmente scomponibili fra loro, per permettere rapidi interventi di montaggio/smontaggio necessari per la manutenzione al mezzo. Realizzate in resistente materiale ergal con spessore 2 mm, sono alloggiate una all’anteriore, a protezione degli organi di tiranteria, e altre due al posteriore per proteggere il sistema di trasmissione. A completare il reparto sospensioni sono 4 pneumatici tubeless modello Trial Extreme della Lerma Gomme nella misura 195/60 R15 montati su cerchi in lega speciale colore bianco prodotti dalla Arco Sping con offset + 5.

L’ESTERNO
Analizziamo ora l’aspetto esterno di questo 5 porte del marchio torinese su cui, ad un primo sguardo, sembra non siano state effettuate modifiche sostanziali rispetto al mezzo di serie. Esaminando in maniera più attenta la Super 2.0 ci si accorge invece degli importanti interventi a livello di carrozzeria eseguiti nell’officina biellese di Alberto Bonino che di questa Panda 4×4 ha saputo conservare sapientemente il look originale adattandolo alle esigenze corsaiole con l’impiego di materiali specifici. Telaio tubolare e scocca in acciaio, vetroresina, carbonio e plastica sono infatti il fiore all’occhiello del proto motorizzato Yamaha. Il progetto iniziale ha previsto l’intervento su una scocca Fiat Panda 4×4, completamente priva di accessori interni, svuotata totalmente del pianale con tutta l’attenzione del caso per non tagliare punti fondamentali al sostegno di porte e parabrezza. Una volta ottenuto il guscio esterno, Bonino ha provveduto ad inserire nella parte anteriore e posteriore della 4×4 le parti appositamente costruite in resina e carbonio che hanno permesso di ottenere come risultato finale un mezzo estremamente leggero che pesa circa 1100 kg. A completare il rifacimento esterno è stata la verniciatura della scocca, in cabina forno, da cui il mezzo è uscito completamente rifinito e di colore rosso. Originali Fiat, anche se modificati ad hoc in base alle necessità, i paraurti anteriore e posteriore scelti per completare il look della Panda su cui il preparatore è intervenuto effettuando alcuni “tagli” che, grazie al conseguente ribassamento delle stesse protezioni, hanno permesso di ottenere un migliore angolo di attacco e di uscita fondamentali nella guida off road. Per l’apertura del vano motore Bonino ha scelto di utilizzare un pratico tirante sgancia cofano alloggiato, in posizione protetta e fuori da occhi indiscreti (almeno sino ad ora!), nel sottoscocca anteriore lato guida. In plastica elasticizzante color nero opaco i quattro parafanghini anteriori e posteriori, con larghezza 30 cm, scelti per equipaggiare la Panda: decisamente più aerodinamici e resistenti agli urti rispetto a quelli originali, questi parafanghi maggiorati contribuiscono anche a conferire un look più aggressivo al piccolo 4×4. A garantire maggiore protezione alla carrozzeria della Panda ci sono poi le due barre sottoporta realizzate artigianalmente su misura in acciaio ad alta resistenza con tubolare del diametro di 50 mm e fissate al telaio tramite apposite staffe di sostegno. Sul tetto della Super Panda troviamo infine due pratiche e funzionali barre porta tutto.

L’INTERNO
In un prototipo come la Super Panda 2.0 non potevano mancare preziosi accorgimenti dettati dalla praticità e dalla funzionalità nella realizzazione e nell’allestimento dell’abitacolo interno che si presenta estremamente sobrio ma altamente tecnologico con tutta la sua strumentazione da gara. Innanzitutto grande attenzione è stata dedicata alla costruzione del roll bar protettivo, realizzato artigianalmente nell’officina Bertuzzi in resistente cromolibdeno e poi rifinito con verniciatura bianca, caratterizzato da centine principali del diametro di 50 mm e traverse aggiuntive di 40 mm come richiesto dal vigente regolamento Fia. Ancorata su 8 punti al telaio della Panda, la struttura tubolare installata all’interno della Panda ha doppia funzione: garantire la massima protezione alla parte anteriore dell’abitacolo e al pilota e fungere da supporto per il fissaggio del gruppo radiatore/elettroventola con cui è equipaggiato il mezzo nel vano posteriore. Ciliegina sulla torta nella personalizzazione di questo 4×4 motorizzato Yamaha è sicuramente il cruscotto, dalla linea essenziale, costruito ex novo dal preparatore. Da sinistra a destra trovano spazio tutti i comandi on/off per la gestione di pompa benzina, pompa tergi cristallo, tergicristallo, interfono, radio per comunicazione con i tecnici a terra, ventola riscaldamento, ventola raffreddamento, clacson, luci e idroguida elettrica (al momento solo l’ultimo interruttore switch è ancora inutilizzato). Il cruscotto, a sinistra del volante, ospita anche lo stacca batteria, i contagiri (uno per motore) ed una porta usb utilizzata come presa diagnosi, collocata in posizione protetta sotto il contagiri, per collegare la Panda al sistema telemetrico utilizzata per risolvere via internet tramite programmi specifici eventuali problemi al motore. Sull’estrema destra della plancia sono state inoltre collocate la presa 12 v e la scatola fusibili principale. Originale Fiat la pedaliera in acciaio rivestito con materiale antiscivolo scelta per completare l’equipaggiamento interno del proto di casa Bertuzzi. Per il volante il preparatore ha optato per un modello specifico da rally dell’italiana OMP, con forma a calice a 2 razze scoperte anodizzate, in pelle liscia color nero e cuciture gialle, del diametro di 350 mm e impugnatura circolare di 30 mm. Il sedile, avvolgente e con schienale reclinabile, è rivestito con tessuto color nero resistente all’abrasione, ha struttura tubolare in acciaio ed è completato da 3 fori passa cintura. E’ alloggiato su guide scorrevoli con staffe distanziali regolabili in altezza sempre by OMP. A completare l’equipaggiamento dell’abitacolo anteriore ci sono le cinture di sicurezza, nere con inserti gialli, a 6 punti di attacco omologate Fia. Ai piedi del sedile, fissato al pianale della Panda, c’è anche l’estintore della capacità di 3 kg che completa la dotazione di sicurezza del mezzo. Per i finestrini laterali e il lunotto posteriore sono state adottate cinque reti di sicurezza, in nastro di nylon color nero, con maglia di misura 60×60 mm.

I PREPARATORI
Officina Bertuzzi – Zona Privitero, 303/F – 13835 Trivero (Biella) – Tel. 015/7387763
www.bertuzzi4x4.it – bertuzzi4x4@libero.it

Referenti: Alberto e Benito Bertuzzi
Inizio attività: Fine anni 50
Specializzazione: Costruzione prototipi fuoristrada e preparazioni off road

Carrozzeria Bonino – Strada delle Azalee 19 – 13900 Biella – Tel.015/2531200
Referenti: Alberto e Giovanni Bonino
Inizio attività: 1943
Specializzazione: Allestimenti veicoli speciali (ambulanze, forze dell’ordine, protezione civile) e fuoristrada (rialzi, rinforzi e preparazioni per competizioni)

LE MODIFICHE E I COSTI 

MOTORE E TRASMISSIONE
2 motori Yamaha 1000 e 2 cambi a 6 marce cc 6000
Impianto elettrico 1000
Albero di trasmissione a doppia crociera 900
2 scarichi in inox artigianale 600
Radiatore 400
Elettroventola 300
2 autobloccanti Transtad 80% post. e 30% ant. 2600

SOSPENSIONI E FRENI
4 ammortizzatori con molle coassiali Ohlins 4800
4 semiassi 1800
8 trapezi 3200
Impianto frenante ant. e post. con 4 dischi auto ventilanti e pinze 4000
Sottoscocca in ergal 850
4 pneumatici Lerma Gomme 440
4 cerchi Arco Sping 920

ESTERNO
Carrozzeria 6000
Parafanghi ant. e post. 120
Paraurti ant. e post. 600
Barre sottoporta 300

INTERNO
Roll bar in cromolibdeno 2500
Cruscotto con plancia e interruttori 1000
Volante OMP 165
Sedile OMP 520
Staffe sedile OMP 200
Cinture OMP 6 punti 500
Pedaliera 300
Prezzi in euro Iva inclusa, manodopera esclusa

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Elaborazione 4×4 Suzuki SJ413

Performante, grintoso ed estremamente maneggevole. Come a dire: nato per l’off road. Equipaggiato ed allestito in versione pick up dal bolognese Lorenzo Menetti, da tre anni proprietario/preparatore di questo SJ413, il 3 porte di casa Suzuki si è dimostrato così a suo agio su tracciati hard e piste sterrate tanto da partecipare ad una gara del Campionato Italiano Trial 2010 organizzato dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Un esordio di tutto rispetto quello nella stagione sportiva in corso che ha convinto Menetti a migliorare alcuni dei punti deboli (ben pochi a dire la verità!) dell’SJ per poter così partecipare a tutto il campionato motoristico – specialità trial – nel 2011. Con i 90 cavalli erogati dal motore 1.6 derivato da un Vitara 8 valvole a iniezione (con cui è stato sostituito il 1.3 a carburatore originale), questo Suzuki ha guadagnato in potenza grazie anche ad alcuni altri accorgimenti tecnici fra cui l’installazione, al posto di quello di serie, di un filtro sportivo in carbonio ad alto rendimento che ne migliora decisamente l’accelerazione. Assettato con ammortizzatori Zanfi (stessa azienda che ha fornito albero di trasmissione, kit shacle-reverse, slitta para riduttore, bloccaggio differenziale permanente….), per il tre porte Suzuki il preparatore ha scelto accessori e ricambi delle migliori aziende italiane e straniere fra cui Old Man Emu (per le balestre), Traction 4×4 (giunti omocinetici a 26 cave), ARB (blocco), DG Tuning (body lift) e Raptor che si è occupata principalmente della costruzione del roll bar in acciaio tubolare. Difetti e pregi dell’SJ? “Sicuramente il poco sterzo dovuto ai giunti omocinetici maggiorati che in fase di sterzata toccano la sede del ponte oltre al blocco del differenziale posteriore permanente che crea qualche difficoltà nelle manovre strette soprattutto quando ci si trova in contro pendenza – spiega Menetti – Fra i pregi invece l’assetto morbido che, legato alla leggerezza del Suzuki, fa sì che nei passaggi off road l’SJ sia molto performante a discapito invece della guidabilità su strada che risulta più instabile. Anche l’adozione del nuovo motore 1.6 ha migliorato e non poco le prestazioni di questo 4×4 sia in termini di potenza che di linearità di erogazione dovuti all’iniezione con un aumento della coppia anche ai bassi regimi”. Come ogni fuoristrada che si rispetti, anche questo pick up made in Japan è in costante evoluzione tant’è che sono già in programma interventi di miglioria come spiega il proprietario: “Sono in preparazione dei nuovi ponti di derivazione Samurai, più lunghi rispetto agli attuali di 8 cm, su cui verranno apportate alcune modifiche. Al posteriore, rinforzato, sarà abbinato un sistema traente di semiassi che, abbinati a nuovi supporti ruota, permetteranno di montare mozzi anteriori con specifici dischi freni e pinze. A completare il retrotreno ci sarà la sostituzione del blocco fisso con uno pneumatico di casa ARB. Si andrà poi a modificare il ponte anteriore lavorando all’interno delle sedi dei giunti omocinetici per risolvere gli attuali problemi di sterzata risaldando anche gli attacchi del ponte con un’inclinazione diversa rispetto a quella attuale”. Ecco in dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sulla preparazione di questo passo corto di casa Suzuki con verve corsaiola.

Motore da 90 cavalli e trasmissione rinforzata 

Sull’SJ del 1989 motorizzato di serie 1.3 cc, 8 valvole a carburatore, il preparatore ha scelto di installare un più performante propulsore 1.6 cc ad iniezione di derivazione Vitara che permette ora al 4×4 di casa Suzuki di erogare una potenza di 90 cavalli: al nuovo motore sono state inoltre abbinate centralina originale e cablaggio elettrico del Vitara stesso adattati e modificati “ad hoc” per il 413. Per garantire un maggiore incremento di potenza, il filtro aria originale del Suzuki è stato sostituito con uno di marca BMC, a cono intubato, realizzato in carbonio e completo di manicotti siliconici: lavabile e ad alto rendimento, questo filtro sportivo grazie alle sue caratteristiche tecniche è particolarmente adatto su 4×4 che richiedono migliorie in fase di accelerazione. Si è poi provveduto a spostare l’impianto di aspirazione, alloggiato originariamente nel vano motore, all’interno dell’abitacolo del tre porte. Visto l’utilizzo decisamente racing di questo SJ si è optato per l’adozione di una frizione sinterizzata e con spingidisco rinforzato distribuita dalla Centerforce. Il cambio è rimasto invece quello originale mentre il riduttore, equipaggiato con il kit di ingranaggi delle super ridotte 4.16:1 della Traction 4×4, è stato rinforzato esternamente grazie all’istallazione di una slitta by Zanfi.it, fornita di appositi supporti, per proteggerlo dagli urti. Per permettere l’alloggiamento della piastra para colpi è stato necessario modificare artigianalmente il tamburo del freno a mano che nell’SJ è collocato di serie in uscita dal riduttore. Di costruzione “home made” la flangia di accoppiamento motore-cambio. Fra gli altri interventi realizzati sull’SJ413, l’aggiunta dell’idroguida realizzata combinando e adattando fra loro alcuni componenti ad iniziare dalla scatola guida derivata da una Opel Omega (decisamente più robusta rispetto a quella del Vitara) a cui è stata modificata su misura la pitman-arm mentre per la pompa dell’olio se n’è scelta una sempre di derivazione Vitara. Per ottimizzare l’uscita dei gas di scarico si è infine provveduto a ricostruire totalmente l’impianto utilizzando un collettore della Calmini 4-2-1 completo di scarico di costruzione artigianale con tubazione diametro 40 mm e silenziatore centrale con uscita lato guida preso da un Land Rover Defender. Per il reparto trasmissione, se l’albero posteriore è rimasto originale, sull’anteriore si è deciso invece di intervenire scegliendo di installarne uno rinforzato e con maggiore corsa prodotta dalla Zanfi, più lungo di 4 cm rispetto a quello in dotazione di serie.

Allestimento interno ed esterno 

Essenziale ma decisamente racing l’interno di questo tre porte di casa Suzuki che si presenta con un cruscotto completamente modificato con l’adozione, anche in questo caso, del gruppo strumentazione di derivazione Vitara così come per l’impianto elettrico su cui si è intervenuti integrando le parti mancanti con altre costruite artigianalmente su misura. Al centro della plancia, su di un supporto in alluminio spessore 2 mm, ci sono i comandi on/off per azionare compressore e bloccaggio differenziale posteriore ARB. A completare la strumentazione non mancano l’indispensabile ricetrasmittente CB con antenna (fissata all’apposito supporto posizionato sullo sportello posteriore del pick up) e l’impianto stereo marca Sony con casse laterali. I sedili sportivi anteriori sono dei Simoni Racing con schienale regolabile, montati sulle guide scorrevoli in dotazione modificate con alcuni componenti home made mentre i posteriori sono stati completamente eliminati. A 4 punti le cinture della Sparco fissate anteriormente agli attacchi originali dell’SJ413 e posteriormente direttamente alla scocca tramite fazzoletti di lamiera rinforzati. In sostituzione del volante di serie se n’è scelto uno a calice in pelle nera con inserti in alluminio, con diametro inferiore rispetto a quello originale: tutto Simoni Racing con mozzo e copri mozzo by Sparco. Per la pedaliera il preparatore ha scelto un kit Lampa modello “Imola” in lega di alluminio con inserti interni in gomma antiscivolo. Particolare attenzione è stata poi dedicata alle dotazioni di sicurezza che hanno portato all’installazione di un robusto roll bar interno di fabbricazione Raptor: la struttura tubolare, con diametro 50 mm, vincolata alla scocca con 6 punti di ancoraggio ulteriormente rinforzati con supporti in lamiera, è stata completata con l’aggiunta, sopra i sedili anteriori, di una piastra in alluminio (spessore 3 mm) a garanzia di una maggiore protezione per pilota e co pilota in caso di ribaltamento nell’off road più estremo. La scocca, fissata al telaio con un body lift di 5 cm della DG Tuning, ha subito un profondo intervento di restauro: completamente sverniciata all’interno, ha visto la sostituzione di tutte le parti in lamiera arrugginite per poi essere completata con uno strato di vernice antiruggine e uno di vetroresina. All’anteriore è stato installato un paraurti (sempre by Raptor) sagomato realizzato con elementi tubolari di diametro 75 mm completo di verricello, in questo caso un Mile Maker 9000 lb con cavo in acciaio da 30 metri e rulliera guida cavo. Sostituito anche il paraurti posteriore che ora si presenta con un robusto tubolare dalla linea essenziale realizzato artigianalmente con diametro 75 mm.

Sospensioni, sottoscocca e sterzo 

Il reparto sospensioni è quello che, assieme al sottoscocca, ha subito la trasformazione più radicale e che di conseguenza caratterizza maggiormente questo SJ. Sia all’anteriore che al posteriore il preparatore ha scelto degli ammortizzatori + 3 pollici della Zanfi: bitubo olio e gas, hanno fermo interno di ritorno in gomma e sono completamente revisionabili. Al retrotreno è stato installato un kit shacle-reverse (sempre by Zanfi) che ha permesso di spostare l’alloggiamento del biscottino nella parte posteriore della balestra stessa: grazie all’interasse maggiorato dei fori di supporto, specifico di questo kit, è stato possibile adottare per l’SJ413 delle balestre posteriori più lunghe di 6 cm rispetto a quelle originali. Sia l’anteriore che il posteriore monta delle Old Man Emu + 5 cm a 6 fogli abbinate a biscottini boomerang + 60 mm, necessari questi ultimi per ripristinare il corretto angolo di lavoro delle balestre maggiorate. Fra ponte e balestra è stata poi inserita una piastrina in alluminio realizzata artigianalmente per spostare il ponte anteriore in avanti di circa 3 cm (assicurando così un avanzamento totale di 6 cm) che, oltre ad evitare che il pneumatico vada a toccare il passaruota durante i twist, migliora anche notevolmente l’angolo di attacco del Suzuki. Per correggere il riposizionamento del ponte sono state sostituite le slitte originali a cui sono fissati gli ammortizzatori scegliendo uno specifico kit by Zanfi. Sul ponte anteriore si è intervenuti infine con l’installazione di un blocco del differenziale ARB a 26 cave a cui sono stati abbinati semiassi e giunti omocinetici rinforzati a 26 cave della Traction 4×4 in sostituzione degli originali. Per il ponte posteriore si è invece optato per un bloccaggio differenziale permanente (Zanfi) realizzato con trattamento termico. A completare l’assetto sono delle performanti Trial Extreme della Lerma Gomme nella misura 235/75 R15 montate su cerchi in acciaio. In alternativa il preparatore sceglie delle Supercross by Tagom 7.00 R16. Modifiche infine anche per il reparto sterzo dove le barre in dotazione di serie sono state sostituite con altre rinforzate in acciaio e con giunti ingrassabili.

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Elaborazione 4×4 Land Rover Defender 90 2.5 Td5

Elaborazione 4×4 Land Rover Defender 90 2.5 Td5 by AutoSette OffRoad 

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Il ragno aerografato sul cofano motore la dice lunga sulla mobilità di questo 4×4 con assetto da estremo: grazie al perfetto mix fra ammortizzatori da competizione, bloccaggio del differenziale anteriore e posteriore, centralina DimSport e pneumatici maggiorati non si poteva che ottenere un fuoristrada estremamente performante e adatto a percorrere qualsiasi tracciato off road. La grande attenzione per il look – il proprietario Alberto Distefano è neanche a dirlo titolare della Carrozzeria Veronese di Torino  – ne fa uno dei più ammirati e fotografati 4×4 attualmente in circolazione nel panorama fuoristradistico italiano. Allestito ed equipaggiato dall’AutoSette Off Road dei fratelli Renzo e Roberto Sette (Via Druento 50/B Venaria – Torino; telefono 011.2264360; http://www.autosetteoffroad.com ), specializzati in preparazioni off road per trial e raid in Africa, questo 3 posti omologato autocarro si presenta con un design moderno ed essenziale grazie anche alla scelta e all’installazione di alcuni fra gli accessori delle migliori marche presenti in commercio. Per rendersi conto di essere alla guida di un mezzo a trazione integrale estremamente grintoso e scattante basta avere a disposizione un breve percorso off road su cui il Td5 si trova immediatamente a proprio agio dimostrando tutte le potenzialità dovute agli interventi su motore, assetto e impianto di scarico. “Grazie alla perfetta combinazione fra le molle rinforzate su misura e gli ammortizzatori regolabili, che permettono di scegliere la taratura migliore sia in compressione che in estensione, a cui si aggiunge anche la possibilità di inserire il blocco del differenziale all’anteriore e al posteriore, questo pick up diventa davvero inarrestabile – spiega soddisfatto il preparatore – Se poi pensiamo all’incremento di coppia e potenza riscontrate con la centralina aggiuntiva Rapid, il kit turbina e  il collettore di scarico studiato ad hoc….beh, allora si ha un mezzo con prestazioni che sanno a dir poco dell’incredibile”. E in effetti a vederlo esibirsi fra discese e salite senza fine, twist improponibili e passaggi impegnativi su tronchi e pietraie ci si accorge subito di quanto sia performante. Ma non solo: grazie alla particolare attenzione rivolta al reparto sottoscocca, questo Defender 90 è anche altamente robusto e resistente, qualità fornite da piastre di protezione oltre che da semiassi rinforzati, puntoni correttivi e trasmissioni a doppio cardano. Un mezzo da guidare per divertirsi in off road su cui trovare difetti non è impresa così semplice se non i già ben conosciuti svantaggi dovuti allo scarso comfort di viaggio e alle dimensioni non propriamente ampie dell’abitacolo. Ma d’altronde è un 4×4 concepito per il fuoristrada più estremo dove confort e spazio non sono certo i principali requisiti ricercati! Ecco in dettaglio interventi ed accessori scelti per equipaggiare questo passo corto dalla verve corsaiola di casa Land Rover.

Centralina DimSport sul Td5 motorizzato 2.5 

E’ un performante Td5 con 5 cilindri, distribuzione a catena e 2495 cm3 di cilindrata il cuore propulsivo di questo modello del marchio britannico immatricolato autocarro tre posti ed equipaggiato con pneumatici maggiorati. Per rendere ancora più grintosi i già potenti 120 cv erogati dal 90, il preparatore ha optato per l’installazione di una centralina aggiuntiva Rapid della DimSport, progettata dall’azienda italiana con l’obiettivo di resistere a condizioni estreme di utilizzo, dai raid nel deserto ai passaggi hard sui terreni impervi. Grazie all’adozione di questo modulo elettronico si è andati ad incrementare di circa il 20% le prestazioni di coppia e di potenza del fuoristrada con motorizzazione turbo diesel ora al top della sua preparazione. Fra gli interventi eseguiti ad hoc nelle officine dell’AutoSette Off Road per migliorare il 2.5 Land Rover, si è provveduto anche a sostituire l’impianto di scarico originale con un ben più accattivante collettore di tipo artigianale costruito in acciaio inox con tubi diametro 65 mm e spessore 1,5 mm decisamente più adatto a diminuire i vuoti a bassi regimi, caratteristica negativa dei motori Td5. Ad ottimizzare ulteriormente la coppia del Defender ci ha poi pensato l’installazione del kit turbina “High Performance Mitsubishi” scelto da Renzo Sette per fornire al 4×4 prestazioni in off road a dir poco eccellenti. Un mix con centralina aggiuntiva, collettore di scarico e turbina che fa di questo passo corto versione pick up uno dei modelli britannici più interessanti presenti nel panorama  italiano.

Look aerografato per il Defender 90 
Grande attenzione per i dettagli su questo Td5 versione pick up che non passa certo inosservato su percorsi on e off road: la livrea color nero e amaranto, impreziosita da aerografie sul cofano motore e sugli sportelli laterali, ben si abbina al pratico telino 45° realizzato in stoffa plastificata antiacqua facilmente rimovibile nella stagione estiva. Accattivante già di per sé per la linea passo corto cassonata, questo 2.5 si presenta esternamente con una serie di accessori da off road con design estremamente moderno ed essenziale ad iniziare dal paraurti anteriore in tubolare, ad alto profilo, di fabbricazione Equipe 4×4. Scelto per il miglior angolo d’attacco e allo stesso tempo per l’ingombro ridotto, questo paraurti è realizzato con struttura ad incastri totalmente saldati per garantire maggiore robustezza e solidità: provvisto di ganci orientabili per il recupero e di una piastra in allumino di raccordo, è predisposto per l’alloggiamento del verricello, in questo caso un Warn modello CE XD9000i con 30 metri di cavo tessile Yale Cordage e flangia scorri cavo in alluminio sempre by Warn. Al posteriore è stato invece montato il kit paraurti con cantonali, sempre by Equipe 4×4, utili per proteggere gli spigoli laterali del Defender: realizzati con rifiniture in silver, sono fissati alla carrozzeria con apposite staffe e minuteria. Assolutamente indispensabili per chi pratica off road le barre rinforzate sottoporta, ottime per proteggere gli sportelli laterali del fuoristrada in caso di passaggi hard. Su questo 3 posti sono stati installati due resistenti tubolari in acciaio inox realizzati artigianalmente con diametro 45 mm. Per completare infine l’allestimento esterno di questo pick up il preparatore ha optato per uno snorkel Mantec, modello Flexilite, in ferro, opportunatamente modificato dal preparatore  con l’inserimento di un manicotto in robusta gomma e di un Air Ram, che contribuisce a creare quel look aggressivo che contraddistingue già di per sé questo 4×4. Resistente agli urti ed estremamente flessibile, lo snorkel è stato disegnato per essere allo stesso livello della parte posteriore del tetto senza così uscire dalla sagoma del Defender.

Roll bar “home made” e accessori interni 
E’ realizzato interamente con struttura in tubolare il robusto e funzionale roll bar artigianale prodotto dall’AutoSette Off Road che ha provveduto anche ad installarlo sul Td5 tramite apposite staffe di fissaggio. L’intelaiatura del roll bar, che ricopre l’interno dell’abitacolo ed il cassone del 4×4 a garantirne buona protezione in caso di ribaltamento nella guida in off road, è stata progettata per adattarsi al 90: i tubi utilizzati sono di tipo Mannesman trafilati a freddo FE40 s.s. con adeguati rinforzi su vari punti della scocca. L’arco centrale ha diametro 50 mm con spessore 2 mm mentre per la restante struttura si è scelto di utilizzare dei tubi con diametro 45 mm. Decisamente in stile racing l’allestimento dell’abitacolo anteriore dove troviamo due sedili OMP con schienale reclinabile: in tessuto con rifiniture in pelle, sono avvolgenti e confortevoli anche per l’off road più estremo. Sono abbinati a cinture di sicurezza originali e a guide scorrevoli di serie. Volante a calice in pelle nera in sostituzione di quello in dotazione al Defender con pomello cambio sportivo by Momo completano gli accessori corsaioli. Sul cruscotto, nel tunnel centrale, sono posizionate l’autoradio JVC modello KD-DV6202 e l’immancabile ricetrasmittente by Jonny President con altoparlante esterno mentre sulla destra del conta chilometri trova spazio la pulsantiera Air Locker (fissata su una piastra rettangolare in mandorlato) per azionare il compressore e i bloccaggi del differenziale ARB anteriore e posteriore. Una griglia divisoria in alluminio, appositamente staffata e imbullonata al telaio del 90, separa i sedili anteriori dal cassone del pick up dove sono alloggiate ruota di scorta e binda Hi-Lift oltre che il compressore ARB 12 volt a tre vie alloggiato all’interno di una cassa stagna in mandorlato fissata sul lato sinistro del vano bagagli.

Reparto sospensioni e sottoscocca 
Ammortizzatori da competizione e molle artigianali: sono questi i segreti dell’eccezionale mobilità dimostrata dal pick up Land Rover sui tracciati trial della pista permanente dell’Auto Moto Club di Bosconero (che si ringrazia per aver messo a disposizione l’area off road per il test drive del Defender), in provincia di Torino. Sia all’avantreno che al retrotreno sono stati adottati dei performanti ammortizzatori Oram Step 5, con serbatoi gas esterni, dotati di tre tipologie di regolazione che ne permettono la taratura sia in estensione che in compressione per alte e basse velocità: specifici per l’utilizzo in rally raid a livello agonistico sono stati affiancati da quattro molle in acciaio al cromo progettate e realizzate su misura sempre dall’AutoSette Off Road e montate con coni stacca molle. Grande attenzione è stata dedicata al sottoscocca dove troviamo una piastra di protezione per la tiranteria di sterzo ed una per il serbatoio di serie: realizzate entrambe in duralluminio, hanno rispettivamente spessore di 6 e 8 mm. A doppia crociera gli alberi di trasmissione Extreme I.G. con inclinazione 40° montati all’anteriore e al posteriore affiancati da puntoni correttivi in alluminio dell’Equipe 4×4 e da semiassi Ashcroft con flange. Il reparto freni è caratterizzato all’anteriore da dischi ventilati, forati e baffati by Brembo con tubi in acciaio di fabbricazione artigianale Tecno2. Per completare l’equipaggiamento di questo modello Land Rover si è optato per un treno di gomme by Mickey Thompson modello Baja Claw nella misura 33X13.5 R16 montate su cerchi in lega Performance Weels 16 x 8”: grazie al disegno off road e alla profonda tassellatura, queste coperture garantiscono un ottimo grip su fango e tracciati sterrati. In alluminio spessore 40 mm i distanziali scelti sia per l’anteriore che per il posteriore.

BALKAN BRESLAU BULGARIA – dal 22 al 29 Settembre 2012

Tre settimane fa la Breslau Poland Rally 2012 è finita e per molti ciò significa che “after the rally is before the rally”, perchè l’edizione del 20 ° anniversario della gara inizierà tra poco. Dal 22 al 29 settembre 2012 la Balkan Breslau si svolgerà nel paradiso dell’off road: la Bulgaria.

L’anno scorso, per la prima volta, la Breslau ha ampliato i suoi orizzonti con gli inediti territori dell’Europa sud-orientale ed ha chiesto ai propri concorrenti di partecipare a questa nuova sfida, con nuovi percorsi e  nuovi paesaggi. L’edizione 2011 della gara ha anche visto il lancio, con successo, di una nuova classe: la Cross Country. Auto, moto e ATV delle due categorie di gara (Extreme e Cross Country) hanno corso una lunga avventura off-road attraverso i Carpazi rumeni fino alla costa bulgara del Mar Nero, sperimentando un terreno molto diverso da quello della Polonia ma con gli standard organizzativi classici del Rally Breslau. I partecipanti, soddisfatti della competizione sono rientrati a casa nelle vesti di ambasciatori di questo nuovo evento. E’ stato riscontrato un notevole interesse per la Balkan Breslau sia da parte dei veterani della gara che da parte di nuovi concorrenti; le domande di iscrizione sono aumentate considerevolmente, soprattutto dalla Francia (il doppio rispetto allo scorso anno), dalla Svizzera ed anche dai Paesi Bassi.

Quindi… arriva la Balkan Breslau 2012:

Territorio, terreni, percorsi

L’edizione di quest’anno della Balkan Breslau si svolgerà esclusivamente in Bulgaria. La ragione di questa scelta è legata alla volontà di ridurre al minimo i trasferimenti su asfalto e accorciare le distanze tra i campi. Ciò non significa che mancheranno le bellissime tappe sulle montagne rumene;  i Carpazi sono stati quindi sostituiti dai monti dei Balcani. Lo sapevate che la metà del territorio della Bulgaria è montuoso e che qui le persone hanno un quotidiano bisogno di veicoli fuoristrada?

La partenza della gara avverrà a Russe, sul Danubio, che segna il confine tra la Bulgaria e la Romania. Presso il campo, alla periferia della città, i partecipanti potranno arrivare da Giovedi 20 settembre.  Sabato mattina si svolgerà il prologo nei pressi del bivacco. La prima prova speciale (SS1) inizierà subito dopo con ordine di partenza in base alla classifica del prologo. Si tratta di un percorso ad anello attraverso l’area di Rusenski Lom. La SS1 inizia per la categoria Extreme con un tratto in puro stile Breslau: guadi, navigazione precisa e vecchie strade forestali. La classe Cross Country andrà invece lungo la valle del Danubio con un tracciato che metterà alla prova le sospensione e il lavoro di squadra dell’equipaggio. Cross Country non significa solo velocità; tecnica, resistenza fisica, affiatamento e intuizione sono le doti che alla fine contano e fanno la differenza. Domenica il convoglio del rally si muove da Russe per andare nel cuore dei Monti Balcani; il percorso attraversa a sud la valle del Danubio dove incontra le pendici settentrionali dei Monti Balcani. Attraverso montagne e valli, i corridori raggiungeranno il secondo campo. La Cross Country utilizzerà principalmente percorsi dove verranno esaltate le doti di guida dei piloti. Per l’Extreme il percorso si svolgerà principalmente nei letti dei fiumi con fondo roccioso, lungo ripide salite e discese senza dimenticare ovviamente la navigazione. La fitta foresta mostrerà il meglio di se con i caldi colori autunnali. Il campo sarà allestito in montagna vicino ad un antico borgo caratterizzato dalle vecchie case tradizionali della Bulgaria e da fantastici panorami. Il bivacco è facilmente raggiungibile via asfalto anche per i camion di grandi dimensioni. Il rally si fermerà a questo bivacco per 2 notti. Qui si resterà fino a lunedì per poi trasferirsi verso ovest nella parte centrale dei Balcani. I Boschi, i prati e le ripide montagne saranno i protagonisti di questa tappa ed i piloti si possono aspettare un profilo altimetrico totale di circa diecimila metri. I tracciati della CC e dell’Extreme si intersecheranno e si fonderanno, ma ciascuno mantenendo le proprie caratteristiche.

Annibale non è mai stato in Bulgaria, ma molto tempo prima di lui, molti Khan, zar e imperatori bizantini hanno combattuto grandi guerre per questo piccolo pezzo di terra. Martedì sarà un giorno veramente interminabile. Il percorso si snoda lungo la dorsale montuosa a est fino alle montagne dei Balcani per poi immergersi nel Mar Nero. Si raggiunge il suo punto più orientale – Cape Emine. Non è escluso che alcuni corridori termineranno la tappa Hannibal in tarda nottata; i servizi della Breslau saranno ancora disponibili. Il terzo campo di questa Balkan Breslau 2012 verrà allestito sulla spiaggia di Irakli. Il punto è raggiungibile da tutti i veicoli dell’assistenza via asfalto. Anche se settembre è già “bassa stagione”, è molto probabile che si potrà ancora godere del sole e del mare. Resteremo qui in spiaggia per tre notti. Mercoledì, gli equipaggi e le assistenze avranno il tempo di lavorare sui veicoli e di rilassarsi; l’inizio della gara è previsto nel pomeriggio; in questo modo sarà possibile recuperare dagli sforzi del giorno precedente. Dopo tutto, bisogna anche avere il tempo per “assaggiare” le fresche acque del Mar Nero e perché no gustare un drink al bar della spiaggia. Giovedì il percorso si alternerà tra montagne e mare. Spiagge selvagge, sentieri alpini, animali selvatici e antichi borghi faranno da sfondo alla giornata. Per entrambe le categorie, le qualità dei co-piloti saranno messe alla prova per riuscire ad arrivare al finish sulla spiaggia. Venerdì, il rally si sposta per l’ultima volta. Dalla costa si andrà verso nord-ovest a Shumen. Shumen si trova a 100 km da Russe e vanta una lunga tradizione di gare off-road. Dal 2001, con il contributo del Comune, si svolge qui un grande evento fuoristradistico. Il Rally Breslau sarà ovviamente il benvenuto a Shumen ed ha ottenuto un fantastico terreno per il bivacco che si trova solo a due miglia dalla città dove si celebrerà l’evento finale. Il percorso del venerdì attraverserà le colline dei Balcani settentrionali. lungo le strade forestali, gli argini dei fiumi e le piste nei campi, i partecipanti raggiungono l’altopiano di Shumen, il punto più alto della valle del Danubio con un panorama veramente unico. Sabato è l’ultimo giorno della gara. Nella tappa ad anello della “vittoria” sarà molto importante mantenere la concentrazione e la precisione fino alla fine. Le due categorie si separano, ma con un obiettivo comune … arrivare alla fine della gara.

In breve: la Balkan Breslau 2012, dopo il prologo, sarà caratterizzata da otto prove speciali (SS) complessive. Auto, moto e ATV Extreme percorreranno circa 1.250 km di gara e circa 250 chilometri di collegamenti. Per la Cross Countrty sono previsti circa 1.650 chilometri di corsa e 150 chilometri di collegamenti.

I percorsi di entrambe le categorie avranno differenze molto chiare:

Nella categoria Extreme si faranno meno chilometri, ma molto più impegnativi, i percorsi richiederanno l’uso del verricello e spesso sarà necessario il lavoro di squadra e l’aiuto reciproco. Questa categoria riflette in pieno l’ormai noto carattere della Breslau; non a caso si chiama “Extreme”.

Il percorso della Cross Country sarà un classico dei rally raid ma non sarà solo velocità; non servirà il winch, ma molti chilometri di gara si svolgeranno su terreno vario ed insidioso. Le velocità più elevate richiederanno a i partecipanti di portare al limite le loro capacità e la loro attenzione. Sarà fondamentale una buona navigazione ed una buona strategia di gara.

Logistica e trasporti:

Abbiamo organizzato un servizio di trasporto dei mezzi per permettervi di arrivare alla gara con l’aereo. Abbiamo preparato la seguente offerta per i nostri partecipanti:

Enduro: il trasporto di una moto dalla Germania (luogo di ritrovo Passau o Leipzig in alternativa), andata e ritorno, con incluse due casse in alluminio 80x40x40 e pneumatici di ricambio per 400 €

Quad: stessa offerta a 650 euro per costi di trasporto

Car: (con una lunghezza standard di circa 4,20 -4,50 m) 1200 €

Voli per persona: circa 120 – 210 euro – a seconda della data di prenotazione.

Offriamo un servizio navetta dall’aeroporto al punto di partenza e ritorno.

Il parcheggio alla partenza per il rimessaggio dei carrelli è custodito.

Offerta Service: Ci sono diverse società di servizi presenti alla gara; si può prenotare una vasta gamma di servizi: solo attrezzature e strumenti, meccanici ecc. Se siete interessati contattateci all’indirizzo info@rallye-breslau.com 

E’ inoltre previsto un servizio di trasporto dai Paesi Bassi e dalla Francia. Si prega di chiedere informazioni tramite e-mail.

Campi, combustibili e ristorazione:

Come è consuetudine alla Breslau, in tutti i campi ci saranno a disposizione dei partecipanti i servizi igienici e le docce.

Il lavaggio dei veicoli è consentito ai campi solo nei siti designati. A seconda delle possibilità, l’organizzazione metterà a disposizione gli allacciamenti elettrici e acqua.

Tutti i tipi di carburante disponibili in Europa sono disponibili anche in Bulgaria. La rete di stazioni di servizio è particolarmente capillare e si compone di due grandi gruppi e da molte piccole stazioni di servizio indipendenti. In tutti i distributori, tranne che nei piccoli villaggi, sono accettate le carte di credito. Solo nelle grandi stazioni è possibile pagare con un EC-Card.

Colazione, pranzo al sacco e cena, in grande abbondanza e di buona qualità, sono uno standard della Breslau. La Cucina internazionale e bulgara sarà in grado di fornire l’energia necessaria durante la settimana di gara. BBQ e bevande sono disponibili presso il Bar Breslau.

Medical, ORGA, Press: Il team medico è composto da veicoli fuoristrada, con attrezzature mediche ed equipaggio a bordo. Inoltre, un medico con il kit di pronto soccorso è presente nei veicoli dei direttori di gara e può raggiungere rapidamente il luogo dell’incidente. Ai campi è sempre presente una ambulanza attrezzata con a bordo personale qualificato. Diversi ospedali locali con pronto soccorso sono partner del rally. Una buona manifestazione può essere fatta solo con buone persone. Il team internazionale ORGA con una lunga esperienza di rally e delle tecnologie più appropriate per il recupero, trasporto, rilevamento dei tempi, controllo a distanza, comunicazione, navigazione, sicurezza, gestione e marketing funziona non-stop per garantire la riuscita della gara.

Difficilmente qualsiasi altro evento off-road in Europa ha la copertura mediatica del Rally Breslau. Sia in Polonia che in Bulgaria sono numerosi i giornalisti, i fotografi, i cameraman ed i media presenti con provenienze da diversi paesi. La stampa si muove in un convoglio organizzato e si sposta da un hotspot all’altro. Un centro stampa coperto con elettricità e, in base alle possibilità tecniche, con connessione Internet sarà presente ad ogni campo.

Iscrizione e costi:

Informazioni sulla registrazione on-line e sulle quote di iscrizione per le varie categorie e per i service si possono trovare sul sito: www.rallye-breslau.com 

Saremo lieti di incontrarvi alla partenza, quando sarà di nuovo il momento di dire: Breslau Rally – THAT’S MY RACE

Cassibile Extreme Trails 2010 week-end 30/31 Gennaio 2010

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Lentini Fuoristrada Club 4×4 10° Raduno eXtreme Tour 28 Marzo 2010

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Club Wild Tracker’s 4×4 Extreme 4×4 Top Hard 26 Luglio 2009

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eXtreme Tour 2009 – Lentini Fuoristrada Club 4×4 Raduno 29 Marzo 2009

 eXtreme Tour 2009 – Lentini Fuoristrada Club 4×4 Raduno 29 Marzo 2009  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/club_4x4/lentini_fuoristrada_club/extreme_tour_2009/foto/gallery_1/index.htm”]Photo On line[/button]

Campionato Italiano Extreme XTC 31 Maggio – 1 Giugno 2008

Delegazione Regionale Siciliana – Campionato Italiano Extreme XTC 31 Maggio – 1 Giugno 2008  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.siciliain4x4.it/campionato_italiano_extreme/gara_1/foto/gallery_1/index.htm”]Photo On line[/button]