Maroc Challenge “Winter Edition 2014”

MAROC CHALLENGE

Sulle tracce della Parigi Dakar per la Winter Edition del rally raid marathon organizzato da Rui Cabaco, affascinante gara low cost che ha visto ai nastri di partenza anche dieci equipaggi italiani. Prossima sfida, la Spring Edition 2015 dal 28 Marzo al 3 Aprile

Testo Sonja Vietto Ramus

Foto Kfoto.es e S.Vietto Ramus

L’importante è seguire una strategia ben precisa perchè l’obiettivo non è far segnare il miglior tempo ma completare piuttosto il percorso giornaliero stabilito dall’organizzazione accumulando il minor numero di penalizzazioni a partire dal briefing e sino all’arrivo. La mattina si partecipa alla riunione con lo staff organizzativo che spiega le caratteristiche della tappa del giorno illustrando le difficoltà del tracciato e fornendo le indicazioni necessarie per raggiungere il traguardo. Ad uno ad uno, agli equipaggi viene dato il via verso le piste marocchine non prima però di aver controllato tutto l’equipaggiamento di sicurezza (fra cui Spot-Tracemyway) per permettere a tutti di assaporare, in assoluta tranquillità, gli spazi sconfinati e i paesaggi suggestivi offerti dal Marocco. E’ questo lo spirito che anima il Maroc Challenge, avvincente rally raid marathon ideato e organizzato da Rui Cabaco, con la preziosa collaborazione di Masia Pelarda, che con grande abilità ha saputo creare un evento motoristico alla portata di tutti, esperti e neofiti, proponendo in chiave solidale un’avventura unica sui tracciati di quella che un tempo è stata la Parigi Dakar. Cosa serve per partecipare? Intanto un minimo di senso di orientamento e di destrezza al volante per superare i differenti tipi di terreno e gli ostacoli incontrati. Occorre poi seguire il percorso fornito dall’organizzazione, non superare le velocità imposte, transitare nei punti di controllo ma, aspetto ancor più importante, rispettare le zone attraversate e chi vi abita.  A fine tappa ci si presenta al bivacco convalidando il proprio arrivo. Per scendere in pista al Maroc Challenge bastano questi semplici ingredienti oltre, naturalmente, ad un veicolo a motore. Che sia una 2 o 4 ruote motrici, autovettura, fuoristrada o SUV non fa differenza purchè  si sia in regola con il codice della strada e abbia almeno 16 anni. Il concetto è semplice: partecipare ad un raid low cost con la propria auto (ma se si preferisce se ne può acquistare una con poche centinaia di Euro soprattutto se di vecchia produzione) per percorrere 2 mila e più chilometri attraverso deserti e montagne del regno alawita senza preoccuparsi del cronometro perché, nonostante lo spirito di competizione, non si è in una gara dove vince chi arriva per primo. Grazie a questa formula, il Challenge ha riscosso così grande successo fra pubblico ed appassionati da avere anche in Italia un suo gruppo (Maroc Challenge Italia – www.marocchallenge.it) con  Andrea Sepic referente. Ai nastri di partenza delle due edizioni annuali, Winter e Spring per l’appunto, in programma per questo evento che ha più le caratteristiche di un low cost improntato alla solidarietà che di una sfida motoristica (anche se ci sono regolamento, penalità e premiazioni finali) i team non sono solo spagnoli ma provengono da tutta Europa, Italia compresa. L’anno scorso a Dicembre il raid ne ha visti ben dieci di equipaggi italiani distribuiti nelle due categorie, tutti accomunati dalla stessa passione per i viaggi e l’avventura. Altrettanto importante, se non forse di più, è da sempre la componente solidale che anima il Maroc grazie a collaborazioni con l’associazione no profit Altair che di volta in volta porta avanti progetti di assistenza e cooperazione nelle zone più depresse del paese. La Winter Edition del 2014 ha visto la partenza ufficiale da La Nucia, soleggiata località fra mare e montagna che il proprio nome lo deve all’arabo Naziha cioè “deliziosa”: la Ciudad Deportiva Camilo Cano, centro sportivo cittadino all’avanguardia, ha dato il benvenuto agli oltre 100 equipaggi iscritti giunti da Spagna, Portogallo, Italia, Gran Bretagna e Finlandia. Da qui il trasferimento al porto di Motril per le verifiche tecniche e amministrative seguito dalla traversata sino all’enclave spagnola di Melilla, sulla costa marocchina, da dove, pochi chilometri più a sud, a Nador per l’esattezza, ha preso il via il raid vero e proprio. Cinque le tappe attraverso il territorio del Marocco – Nador-Midelt, Midelt-Erfoud/Merzouga, Merzouga-Zagora, Zagora-Ait Benhaddou e Ait Benhaddou-Essaouira affiancate da Essaouira-Sidi Kaouki (quest’ultima senza classifica) – con tracciati di una bellezza davvero indescrivibile dove spirito di amicizia, avventura d’altri tempi e collaborazione gli uni con gli altri sono stati i grandi protagonisti. Seppur con chilometraggio differente (qualche decina di km in meno per gli iscritti alla categoria Adventure rispetto alla GR), gli itinerari proposti dall’organizzazione del Maroc Challenge sono stati la perfetta cura al tanto famoso mal d’Africa. Piste sterrate inerpicate sui fianchi delle montagne, passaggi fra vecchie miniere abbandonate, percorsi sabbiosi ancora più insidiosi per le abbondanti piogge delle settimane precedenti e guadi al limite dell’impraticabile (tanto da rendere necessario l’annullamento di una parte del tracciato da Merzouga a Zagora per la troppa acqua presente nel letto di un fiume) hanno messo a dura prova le due ruote motrici, ma anche le più performanti 4×4, che hanno però dato prova di grinta e determinazione superando le insidie del terreno.

Adventure & GR Raid: i vincitori delle due categorie

Ad aggiudicarsi l’ambito podio della Winter Edition 2014 per la categoria AT Adventure 4×2 è stato il Coyote Rally Team I, su Daewoo Lanos 1.5 SX, con un punteggio totale di 2780 penalità, davanti alla scuderia Off Road La Nucia Solidaria alla guida di una Renault 4L (2880 pt.) e al Team Sierraticos (Ford Sierra) che di penalità ne ha totalizzate 3030. Tre gli schieramenti italiani fra le fila della AT 4×2: il Team In Vino Veritas, su Peugeot 106, di Matteo Masoch classificatosi 12°, il Team Brianza di Davide Deidda su Renault 4 giunto 13° e il Best Car Team di Filippo e Nedo Ciani su Opel Manta del 1976. A quest’ultimo equipaggio, con Filippo partecipante italiano veterano al Maroc, va anche il merito di essere sceso sulle piste africane con il mezzo più storico, un ex Dakar 1985. Fra le 4×4, sempre nell’Adventure, a conquistare il primo piazzamento è stato il Chendy Team (Toyota HDJ80) seguito da Fang i Tu 4×4 (Mitsubishi Montero) e da Terrano Team-Torro (Nissan Terrano I 2.7 TD), rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica generale. Per l’Italia un ottimo 7° piazzamento lo hanno portato a casa Maurizio & Erika del Team Just Married, novelli sposi di Trento in viaggio di nozze al raid su un Mitsubishi Pajero. A difendere i nostri colori in questa categoria anche il Foxrunner Team di Giuseppe Schiavi e Lorenzo Rossetti su Toyota 4Runner 3.0 (15° posto) e M2 Wolfdog Defender Team I con Matteo Consiglio e Hilary Porro su Land Rover Defender 90 (17°). A chiudere lo schieramento tricolore alla Winter Edition anche il Team Cinghiali del Santerno su Toyota HZJ78 con due cocker, Liam e Dea, a fare da mascotte. Agguerrita la competizione fra gli equipaggi iscritti alla 4x4L che a fine raid ha assegnato la vittoria a Locurafilms Team su Audi 80 (2305 pt.) che ha preceduto sul traguardo Trasguteam (Fiat Panda 4×4) e Los Marranos su Fiat Panda 4×4 Sisley (con 2880 e 3980 penalità). Anche qui non potevano mancare i colori e la grande simpatia dell’Italia con Gianluca Natali & Simone Cimnaghi del Team OMF Roma su Panda 4×4, autori di una bella prova dal nord al sud del Marocco. Nella GR Raid 4×2 il podio è andato a GMC Motor Sport I su Citroen Xsara, a GMC Motor Sport II su Nissan Micra 1.3 Super S e al Team Nieve y Arena (su Volkswagen Golf). Infine per la GR Raid 4×4 ad aggiudicarsi la vittoria è stato il Bensus Competicion seguito dal Team Movint e dal Team Quattro HDJ80, categoria che ha visto anche scendere in campo il Team 2 Palanche di Valentina Spano’ e Danilo Dall’Asta su Toyota LJ70, autori di un’ottima performance, ben guidata e navigata, classificati al 16° della generale e M2 Sport Elaborare 4×4 I di Sandro e Daniele Marinelli e Massimo Puppo su Range Rover Classic 300 TDI (26° piazzamento). A conquistare invece il Trofeo Feminino riservato a soli equipaggi donne (pilota e navigatrice) è stato il Team Norte & Sur, su Toyota Land Cruiser, che ha dimostrato non solo grande affiatamento di squadra ma anche eccellenti doti di destreggiamento sui tracciati 4×4 di questa competizione. Con il numero 678 l’equipaggio spagnolo ha così portato a casa una bella vittoria fra gli applausi di tutti. Se ad ospitare le premiazioni del raid, con le immancabili performance a 2 e 4 ruote motrici fra sabbia e onde dell’Oceano Atlantico, è stata la spiaggia di Sidi Kaouki a sud di Essaouira, altrettanto merita ricordare il progetto solidale che la terza tappa del Maroc Challenge ha portato organizzazione e molti equipaggi partecipanti a fare una deviazione nell’oasi di Merzouga per consegnare gli aiuti al Centre d’Apprentissage Communautaire dove ha sede l’associazione AHT che si occupa di ambiente, sviluppo e cooperazione.

Tutto pronto per la Spring Edition 2015

E’ in programma dal 28 Marzo al 3 Aprile la versione primaverile del Maroc (la doppia edizione invernale e primaverile lo rende praticamente un raid unico nel suo genere) che anche in questa sua nuova avventura accompagnerà gli equipaggi (ad oggi ne sono iscritti quasi 130) a scoprire gli affascinanti percorsi del territorio marocchino. Come sempre per partecipare non è necessario possedere una potente quattro ruote o essere assistiti da una grande squadra ma semplicemente mettersi alla guida di un veicolo storico scegliendo di iscriversi fra gli “Adventure”, categoria originale aperta a tutti i partecipanti, con o senza esperienza, che si affrontano su piste sterrate e tracciati imposti dall’organizzazione. Oppure fra i “GR” per chi di raid se ne intende o ha già almeno partecipato una volta al Maroc Challenge. Per chi preferisce invece cimentarsi in un viaggio alla scoperta del Marocco la formula migliore è la Raid Touring che si snoda su sterrati accompagnanti dalle esperte guide della Masia Pelarda (senza GPS) così come la Tour che si svolge su percorsi secondari, entrambi senza classifica. Sei le tappe previste in Marocco per questa Spring Edition dopo la partenza dalla Spagna che vedrà la bella cittadina di Jumilla ospitare la “salida” ufficiale nel territorio della Comunità Autonoma di Murcia. Allo sbarco a Nador si proseguirà in direzione di Ifrane (29 Marzo), poi Ifrane-Midelt (30 Marzo), Midelt-Erfoud (31 Marzo), Erfoud-Mharech (1° Aprile), Mharech-Merozuga (2 Aprile – giornata dedicata anche al progetto solidale) e per concludere Merzouga-Merzouga (3 Aprile). Ogni mezzo partecipante al raid dovrà noleggiare il sistema di tracciatura Spot-TraceMyWay che permetterà di incrementare il livello di sicurezza in gara e agli appassionati di seguire le imprese degli amici offroaders direttamente da casa. Per info e iscrizioni: Andrea Sepic (referente per l’Italia) 340.7626631, an**********@ma************.org, in**@sv******.it (ufficio stampa per l’Italia) e www.marocchallenge.it

Si ringrazia GNV Grandi Navi Veloci, Euro4x4parts, Nikon, ALB Ricambi, Mosquito Royale, l’Ex Café, Briccola, Sparco, Scorpion Sports e Oram Sospensioni per aver reso possibile, con il loro prezioso contributo, la realizzazione del reportage sul Maroc Challenge.

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Breslau Marocco 2013 – dall’1 al 10 Marzo 2013

Un nuova avventura, per gli appassionati del Rallye Breslau, si affaccia sul panorama fuoristradistico internazionale.  La Breslau sbarca in Marocco per una nuova gara che rispecchia gli alti standard qualitativi che da ormai 20 anni hanno reso unico il Rallye Breslau. Gli unici ed incantevoli paesaggi del Marocco faranno da sfondo a questa competizione che sarà resa interessante dai fantastici percorsi che l’orga ha predisposto; tracciati che sapranno mettere alla provi le classiche categorie della Breslau.

La Breslau Marocco 2013 si svolgerà dall’1 al 10 MARZO 2013.

I veicoli ammessi sono:  Cars 4×4, Trucks e SSV

Le categorie previste sono: Extreme, Cross Country e Cross Country pre 1990

L’appuntamento è fissato per il 28 febbraio nei pressi di Almeria e le iscrizioni verranno aperte in dicembre.

Per maggiori informazioni:  

www.rally-breslau.com 

in**@ra************.com

Referenti italiani:

in**@ma******.com – Matteo Castelli 

in**@gp*****.net – Giulia Maroni & Paolo Baraldi

Prossimamente verrà organizzata una presentazione italiana

Alla scoperta del Marocco con una Toyota HDJ100

Alla scoperta del Marocco con una Toyota HDJ100: settemila cinquecento chilometri fra città imperiali, oasi di montagna, palmeti e vecchie fortezze di argilla. Tappa per tappa ecco il reportage di viaggio oltre le colonne D’Ercole. Rigorosamente in Off Road…
 Clicca qui per il reportage fotografico completo
   
E’ la catena montuosa dell’Alto Atlante, con foreste e nevi perenni, a dividere il Marocco in due mondi: quello a nord delle grandi città storiche, capitali di un impero fra i più affascinanti del continente africano; quello a sud dei villaggi, dei castelli di terra, di pastori, oasi e deserti. Medine sovraffollate con profumi di spezie e tessuti colorati filtrati dalla luce dei mercati coperti dove maestri artigiani cesellano sapientemente ferro e ottone in un’atmosfera squisitamente araba. Berberi in djellaba e donne velate al lavoro nelle oasi sperdute fra i grandi spazi del Sahara occidentale, minuscoli villaggi di pescatori incastonati fra rocce e scogliere da raggiungere percorrendo le spiagge ventose dell’Atlantico. Muri ormai diroccati di vecchie fortezze in terra color ocra racchiuse fra palmeti, angoli di un Marocco così diversi fra loro eppure così simili quando si lasciano scoprire ed ammirare con segretezza per quell’asfalto che passa accanto ma spesso li ignora. Un viaggio reportage alla scoperta di alcune fra le regioni custodi delle tradizioni più vere di questo paese, un percorso che accompagna dalle montagne innevate del nord sino alle calde dune di Merzouga, nell’erg Chebbi. Settemila 500 km in solitaria fra asfalto, piste e sabbia attraverso il territorio marocchino alla guida di una Toyota Land Cruiser HDJ100 – equipaggiata con pneumatici BF Goodrich All Terrain e in allestimento da raid per Africa – per ripercorrere le rotte del glorioso passato da mille e una notte.

Da Tangeri a Safi fra le bellezze della costa atlantica
A Tangeri, porto marocchino che mette in comunicazione Africa ed Europa (tratta Genova-Barcellona-Tangeri con Grandi Navi Veloci), si respira un’atmosfera quasi bohemien grazie a scrittori ed artisti che l’hanno resa protagonista nel corso dei secoli. Dopo le formalità doganali, il viaggio ha inizio verso Cap Spartel raggiunto attraversando La Montagne, sobborgo occidentale della città araba immerso nel profumo di eucalipti e mimose. All’altezza del capo, il più a nord ovest dell’Africa, sorge il promontorio con il faro del 1865 da cui si gode una vista mozzafiato sull’oceano. Pochi km a sud ovest di Cap Spartel meritano una visita le Grotte d’Ercole, ad Achakar, dove l’acqua del mare ha scavato strabilianti insenature nella scogliera tanto da modellare l’ingresso alle caverne come una cartina rovesciata dell’Africa. Da Asilah, con il suo variopinto mercato di frutta e verdura, il raid si dirige verso Larache, di impronta araba e andalusa, dove per raggiungerne il vecchio cuore si percorre Place de la Liberation, vera e propria plaza spagnola, attraversando Bab el-Khemis con il suo tetto di tegole laccate. Proseguendo lungo la strada costiera che affianca l’autostrada si raggiungono Kenitra e Mehdya Plage (incantevole per una sosta pic-nic) prima di arrivare a Rabat, capitale del Marocco. Con cupole, minareti e terrazze dalla splendida vista, Rabat si affaccia sull’Atlantico innalzandosi di fronte a Salè, al di là del Wadi Bou Regreg. Partendo da Avenue Mohammed V si può bighellonare nelle strette viuzze della medina, costruita nel XVII secolo per accogliere i rifugiati andalusi, ora traboccante di botteghe di tappeti, tessuti e lana dove ammirare gli artigiani che tessono stoffe preziose con vecchi telai. Per i più golosi, qui si possono gustare squisiti torroni alle mandorle e al miele, sorseggiando succo di canna da zucchero, mentre si passeggia per la kasbah degli Oudaia, luogo preferito dagli abitanti di Rabat dove ancora oggi si respira il fascino della città imperiale. L’ingresso all’imponente fortificazione è dalla Grande Porta degli Oudaia (o dalla Piccola Porta poco più in basso) che accompagna sino al giardino andaluso, in primavera paradiso di profumi con zagare e gelsomini. Per raggiungere Rue Jemaa, la via principale, basta curiosare fra queste stradine con vecchie case dipinte a intonaco bianco e blu: da non perdere una sosta alla “casa della fortuna”, sul cui muro spicca l’immagine di un gatto. La tradizione vuole che prima di partire per la Mecca, un pellegrino nascose tutta la sua fortuna in casa: non rientrato, gli abitanti, nonostante la miseria, accolsero fra le mura un gatto affamato che grattando il pavimento fece scoprire il ricco tesoro…. Da quel giorno la casa si chiama Dar Baraka. Lasciata Rabat, ecco Casablanca dove una visita alla moschea Hassan II (ingresso 100 DH a persona con guida) merita da sola tutto il viaggio. Inaugurata nel 1993, è un vero e proprio inno all’architettura e all’arte decorativa marocchina con stucchi, piastrelle zellij, pavimenti in cedro dipinto, particolari in marmo, onice e travertino. Dal minareto, 25 metri di larghezza e 200 di altezza, faro dell’Islam, vengono proiettai due raggi laser che arrivano sino a 30 km di distanza per indicare la direzione della Mecca. Il raid porta ora ad Azemmour, 80 km a sud di Casablanca, racchiuso nella morsa di una muraglia che sovrasta l’estuario del fiume Oum Er Rbia: città di artisti, come testimoniano le numerose facciate dipinte, vi si incontrano ancora le vestigia della dominazione portoghese con blasoni e scudi con insegne reali. La bussola indica sud mentre Toyota ed equipaggio si dirigono verso El Jadida e Safi. Nella prima città, anch’essa di impronta portoghese, non si può non concedersi una passeggiata nella graziosa medina dall’atmosfera barocca che racchiude al suo interno una bella cisterna per l’acqua piovana. Per sentirsi come a casa ecco la maison d’hotes di Massimo (Rue Joseph Nahon 7 – el************@ho*****.fr), gondoliere di Venezia trasferitosi a El Jadida, dove nelle piccole boutique si trovano splendide stoffe tessute a mano, brocche in ceramica dalle sfumature rossastre e gioielli di un tempo. La strada costiera, con un paesaggio sempre più desertico animato solo da greggi di pecore e dromedari, accompagna a Safi, famosa in tutto il mondo per le sue ceramiche e per la pesca alle sardine (assaggiate le polpette al pomodoro!).

Città imperiali, riserve naturali e fortezze d’argilla
Dopo una sosta a Souria Kedima e a Bhibah Plage, la Toyota scende in spiaggia per affrontare un primo tratto impegnativo di guida off road sulla sabbia atlantica. La direzione è ora verso Essaouira, cinta di mura fortificate oltre che porto di pescherecci sorvolato da nugoli di gabbiani e dimore bianche dai tetti piatti e dagli infissi blu. Una città fuori dal tempo dove visitare bastioni portoghesi, perdersi nel quartiere ebraico e curiosare dove ancora oggi si costruiscono le tradizionali barche a forma di sambuchi. Il viaggio prosegue verso Agadir lungo 175 km di strada costiera fra le più panoramiche dell’Atlantico attraversando Smimou con le sue cooperative femminili dove si producono olio d’argan e squisite marmellate con miele e mandorle. Davvero imperdibile una passeggiata al porto di Tafelnay da raggiungersi lungo una stretta strada asfaltata di 14 km. Da Imsouane, suggestivo angolo di oceano scelto dai surfisti per le onde che si srotolano per oltre 800 metri, si arriva prima a Tamri (impressionante l’immenso bananeto che sorge all’imbocco del fiume) e poi a Taghazout, a ridosso della montagna. Ecco Tifnit, 40 km a sud di Agadir, grazioso villaggio di pescatori raccolto in una baia con case di epoca trogloditica: gli ultimi 400 metri si percorrono a piedi sulla spiaggia. Qui si ha davvero l’impressione di essere fuori dal mondo. Poco più a sud, si estende per 1200 ettari la riserva dello ouadi Massa, vero paradiso per gli appassionati di birdwatching dove osservare fenicotteri, ibis calvi, aironi cenerini e anatre. Il raid fa tappa a Marrakech che accoglie nella medina centrale con piazza Jemaa El Fna (da non perdere il succo d’arancia delle bancarelle), alla sera affascinante quanto immenso ristorante all’aperto con specialità marocchine (si cena in due con una decina di dirham). Prima di proseguire per le cascate d’Ouzoud non deve mancare una visita alle bellezze di Marrakech: dalla moschea Koutoubia, con il minareto del XII secolo che sovrasta la piazza, al grande suk sino al mellah ebraico, a Place des Ferblantiers (acquistate lanterne e specchi di metallo fatti a mano!) e alle concerie dove catturare l’atmosfera di un mestiere tradizionale che sta scomparendo. E per dormire, niente di meglio che un riad della vecchia medina (Riad Zinoun – Derb Ben Amran 31www.riadzinoun.com). Lasciata la RN 8 ci si inerpica con il 4×4 tra le gole del fiume El Abid che accompagna a Ouzoud, considerato (e non a torto) uno dei più bei luoghi naturali da visitare in Marocco: fra alberi di carrube, ulivi e melograni ecco le imponenti cascate a sbalzo con il loro salto di 110 metri. Per raggiungere Ouarzazate e le oasi meridionali, dove il deserto di pietra è interrotto da villaggi verdeggianti in cui crescono palme da dattero e scorrono fiumi sino ai confini del Sahara, si attraversa il passo Tizi n’Tichka, il più alto valico stradale del paese con i suoi 2260 metri d’altitudine. Passati Telouet, Ait Benhaddou (patrimonio Unesco dal 1987 per il suo ksour di terra e canne) e Ouarzazate (da visitare la kasbah di Taourirt), da Agdz con il fuoristrada si imbocca una pista parallela alla strada asfaltata per Zagora (circa 35 km) che corre lungo i bordi del palmeto sull’altra riva del fiume e raggiunge Tansikht: l’itinerario nella valle del Draa è un susseguirsi di fortezze con torri merlettate e vecchi villaggi in arenaria rossa.

Dalle dune di Merzouga al suk di Chefchaouen
Da Zagora (dove dormire al camping Oasis Enchantée…il nome rispecchia alla perfezione il luogo!) la Toyota riprende il viaggio, questa volta verso la gola del Dades su un tratto asfaltato di 60 km che da Boumalne arriva a Msemrir. Oltre non c’è che un sentiero percorribile solo con i 4×4 (fra valli d’altri tempi dove in tende di lana vivono ancora famiglie di berberi) che porta ad est fino alla gola del Todra con dirupi scoscesi alti fino a 300 metri. Da Erfoud, punto di partenza per le escursioni all’Erg Chebbi, si arriva a Merzouga, affascinante oasi sahariana con dune che si estendono per 30 km e raggiungono i 250 metri di altezza, paradiso per l’off road. A ovest del villaggio, si trova il Dayet Srij, grazioso laghetto che si riempie con l’acqua dei temporali invernali, da sempre meta di fenicotteri rosa e cicogne. Si risale verso nord passando per Er Rachidia, centro di impronta francese, da cui iniziano i palmeti dello Ziz che accompagnano al Foum-Zebel, il “tunnel del legionario” scavato nella roccia dai francesi nel 1927: la galleria si apre sulla gola del fiume i cui pendii spettacolari si collegano all’Atlante. Fra le città imperiali merita sicuramente una visita Fès ma ancor di più Meknes, con i bastioni che racchiudono la medina e la storica Place El Hedima, per poi raggiungere Taza, sulle colline più basse del Rif e del Medio Atlante, uno dei luoghi più antichi del Marocco da cui parte l’escursione al parco nazionale Jebel Tazzeka, fondato nel 1950 per proteggere le foreste di cedri. Da qui ci si dirige a Chefchaouen non prima però di aver ammirato i paesaggi del Rif dove incontrare meraviglie della natura con alte montagne, gole, formazioni rocciose e paesi di un tempo (fermatevi a Bab Berret e Bab Taza). Abbarbicata fra due monti, Chefchaouen, costruita nel 1471 da un discendente di Maometto, è famosa per le sue dimore a intonaco bianco e indaco con i tetti di tegole rosse (graziosa piazza Uta el-Hammam). Il raid alla scoperta del Marocco si conclude a Ceuta, enclave spagnola che sorge sullo stretto istmo fra il monte Hacho (leggendaria colonna d’Ercole con la rocca di Gibilterra) e la terraferma da cui ci si imbarca per la Spagna. Con la promessa di ritornare in Marocco per scoprire il fascino del sud, al confine con la Mauritania.

[toggle title=”APPUNTI DI VIAGGIO MAROCCO”]

Forma di governo: Monarchia costituzionale ereditaria
Capitale: Rabat (1.717.000 abitanti)
Città principali: Casablanca, Fes, Marrakech, Agadir, Tangeri, Meknes, Oujda, Kenitra e Tetouan
Popolazione: 33.757.750 abitanti (70 ab/km2)
Superficie: 446.550 chilometri quadrati
Lingua: Arabo, berbero (parlato dal 40% della popolazione), francese e spagnolo
Religione: Islam, cattolicesimo (60 mila fedeli) e ebraismo (15 mila). In tutto il Marocco vige il divieto per i non musulmani di entrare nelle moschee e nei luoghi di culto. L’unica moschea visitabile è la monumentale Hassan II di Casablanca oltre a quella di Tin Mal sull’Alto Atlante lungo il percorso fra Marrakech e Tizi’n Test.
Valuta: Dirham

Geografia: Stato dell’Africa settentrionale, situato nella regione conosciuta come Maghreb, il Marocco deve il suo nome alla città di Marrakech, parola di derivazione berbera (Mur-Akush “Terra di Dio”). Bagnato dal Mar Mediterraneo a nord e dall’Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest dello Stretto di Gibilterra, il Marocco confina con l’Algeria ad est e sud est e con il territorio del Sahara occidentale a sud. Quattro le enclave spagnole in territorio marocchino che si affacciano sul Mediterraneo: Ceuta, Melilla, Penon de Velez de la Gomera e Penon de Alhucemas. Di proprietà spagnola anche le isole Chafarinas, sulla costa del Mediterraneo 45 km a est di Melilla, e le Canarie, al largo del lembo più meridionale della costa atlantica del Marocco. Le catene montuose dell’Alto Atlante e dell’Anti Atlante ricoprono essenzialmente le regioni settentrionale e centrale del paese, spesso autentiche zone rifugio per i berberi che in quei luoghi inaccessibili hanno meglio salvaguardato la propria identità. Il grande sud del paese si divide in due zone: la prima, dall’oceano ai confini algerini con un marcato andamento sud ovest nord est; la seconda, dal fiume Draa alla Mauritania con le provincie sahariane.

Storia: Abitato sin dalla preistoria dai berberi, il Marocco ha conosciuto la colonizzazione di fenici, cartaginesi, romani, bizantini e arabi. Il dominio delle dinastie islamiche (Idrisidi, Fatimidi, Almoravidi, Almohadi…Alawiti) ha avuto grande influenza a partire dal VII secolo mentre per le prime infiltrazioni coloniali europee bisogna attendere il XVIII secolo. Nel 1912, con il trattato di Fez, il Marocco diventa protettorato francese con un’amministrazione diretta sulla falsariga di quella applicata alla vicina Algeria mentre la Spagna estende il proprio controllo sul Rif e Tarfaya. Nel 1944 viene fondato il partito Istiqlal il cui programma punta all’indipendenza del paese dalla Francia: al termine della seconda guerra mondiale il Marocco chiede appoggio a Stati Uniti e Gran Bretagna per la causa indipendentista raggiunta il 2 marzo 1956. Dal 30 giugno 1999 il re del Marocco è Mohammed VI, figlio di Hassan II.

Gastronomia: Influenze gastronomiche arabe e francesi caratterizzano da sempre la cucina marocchina che ha alla base il tradizionale cibo dei nomadi – pecora, verdure e datteri – con un concentrato di sapori dal dolce al salato. Fra le specialità da assaggiare: la tajine (mix di verdure con carne o pesce, mandorle, prugne, olive, cipolle sottoaceto e fichi oppure nella versione con pollo al limone),il couscous (semola di grano o miglio cotta al vapore), la pastilla (sformato di pasta sfoglia alle mandorle ripieno di carne tritata di piccione, pollo o pesce), l’harira (zuppa di pomodoro, farina, lenticchie, ceci e pezzetti di carne), le brochette (spiedini di carne grigliati sul fuoco) e le kefta (polpette di carne tritata alle spezie). Lungo la costa si possono gustare squisiti piatti a base di crostacei con astice, aragosta e gamberoni oltre a sardine e sogliole. Mandorle, miele e zucchero sono gli ingredienti principali dei dolci marocchini fra cui i gustosi “corna di gazzella” dove la pasta di mandorla si mescola al profumo dei fiori d’arancio. Tipica bevanda, il tè alla menta preparato secondo un antico quanto affascinante rito.

Flora e fauna: Essenze aromatiche e di brughiera, ulivi, ginepri, lecci, querce da sughero, pini d’Aleppo, cedri e tuia sono solo parte della grandissima varietà della flora marocchina che si presenta, di regione in regione, di tipo mediterranea, montana o sahariana. Posto d’onore spetta alla palma da dattero che segna il confine fra la cultura mediterranea e il Sahara. In Marocco ve ne sono circa 5 milioni distribuite nella Valle del Draa, del Dades e nel Tafilalet: la pianta, che può raggiungere i 30 metri di altezza, è sostenuta da un tronco non ramificato e da un fittissimo e profondo sistema di radici. Della palma si usa tutto: il nocciolo macinato da cui le donne estraggono una farina per gli animali; il tronco che è il più comune materiale ligneo dell’architettura delle oasi; i fiori da cui si ricava il vino di palma; le foglie, materia prima per intrecciare canestri e stuoie. Da non dimenticare neppure l’argania spinosa, meglio conosciuta come argan, che ha habit specifico fra la regione di Essaouira e di Goulmine oltre che nelle isole Canarie. Simile all’ulivo per aspetto, ha foglie piccole e rigide, accanto a lunghe spine: dal nocciolo tostato si produce un pregiato olio commestibile e cosmetico apprezzato in tutto il mondo per i suoi effetti benefici sulla pelle. Fra gli animali, se bertucce, sciacalli e linci abitano ancora le regioni montuose, ai bordi del Sahara vivono gazzelle e fennec, le piccole volpi del deserto. Paradiso per erpetologi e ornitologi – grazie a cicogne, ibis calvi, upupa, aquila reale, tartarughe e vipere -, il Marocco è terra di dromedari, unici animali domestici in grado di sopportare i rigori del clima con una fisiologia talmente particolare da essere considerati veri e propri capolavori di adattamento: basti pensare alle zampe a forma di cuscinetto con una spessa callosità che le protegge dalla sabbia rovente o ancora alla capacità di chiudere le narici quando infuriano tempeste di sabbia.

Acquisti: Dai tappeti, intrecciati o ricamati, agli oggetti in cuoio sino ai minerali e ai fossili, il Marocco offre a turisti e viaggiatori la possibilità di scegliere fra souvenir di ogni genere (e ogni prezzo). Curiosare nei suk, specialmente quelli non turistici, alla ricerca di maioliche e ceramiche, coperte di lana, cesti in vimini, oggetti in tuia, spezie (cannella, curcuma, cumino, zenzero…) e stoffe variopinte è il modo migliore per portare a casa un ricordo di questo splendido paese. [/toggle]

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Testo e Foto di Sonja Vietto Ramus – Photo and Press Agent
tel. +39 333 3612248 – Sat. +88 216 50360520 – so**********@gm***.com


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