Elaborazione 4×4 Toyota Land Cruiser KDJ125 3.0

Un 4×4 dalla versatilità totale e dalle performance eccellenti. Non poteva che essere questo il biglietto da visita di uno dei fuoristrada made in Japan più apprezzati dagli appassionati di off road. Equipaggiato per affrontare i più impegnativi raid in terra d’Africa, il Toyota Land Cruiser KDJ125 protagonista di questo servizio, con motorizzazione 3.0 e versione SOL, ha rivelato fin da subito un’innata natura trialistica destreggiandosi egregiamente tra fangaie e twist di casa nostra. Con 163 cavalli di serie (incrementati del 25% con la centralina Rapid by Dimsport), questo compatto 3 porte – con propulsore turbodiesel e cambio manuale – è stato allo start di partenza di raduni ed eventi off road in tutt’Italia, dalla Toscana all’Emilia Romagna sino al Trentino e al Piemonte, in pista anche come “press car” per fotografare le più suggestive imprese a trazione integrale. Assettato con molle e ammortizzatori Oram Step 3, per il Land Cruiser è stato scelto un allestimento pratico e funzionale con accessori da grandi raid (serbatoio supplementare per carburante, gavone in legno e riscaldatore Webasto) affiancato da strumentazione high tech Garmin per la navigazione nel deserto. Sobria ed essenziale la linea esterna a cui il paraurti Asfir, completo di verricello e slitta para tiranteria, ha contribuito a conferire un look decisamente racing. “Un mezzo grintoso e performante già di serie su cui si è intervenuti con l’aggiunta di un modulo Rapid che incrementa ulteriormente le prestazioni di coppia – spiega Marco Borello, piemontese da anni appassionato di off road e ora proprietario del 3 porte di casa Toyota – L’assoluta affidabilità di questo modello ne fa uno dei fuoristrada più ricercati non solo per i viaggi in Africa ma anche per la guida su asfalto e in off road sui tracciati nostrani grazie alle dimensioni compatte che permettono agili manovre negli spazi più ristretti. Piccolo, scattante e assolutamente adatto a qualsiasi allestimento interno ed esterno, è il giusto compresso fra confort e avventura”. Un fuoristrada che non passa mai di moda proprio come recita lo slogan del marchio nipponico: Today, Tomorrow, Toyota. Ad allestirlo ci ha pensato il proprietario (in collaborazione con Totani Off Road per il montaggio di verricello, paraurti e impianto ad aria compressa) che nell’officina di casa ha effettuato gli altri interventi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla preparazione di questo KDJ125 fotografato in azione sui tracciati fuoristradistici del crossdromo internazionale Monte Coralli di Faenza (www.montecorallifaenza.it) e in dettaglio nell’officina della carrozzeria SNC di Mirko Maiolani in provincia di Ravenna (via Caduti di Cefalonia 10, Massa Lombarda tel.0545 81815).

Motore da 163 cavalli e centralina aggiuntiva

E’ alimentato da un performante propulsore che sprigiona 163 cavalli questo Land Cruiser KDJ125 con motore D-4D, 2982 cc di cilindrata, 4 cilindri in linea e 16 valvole. Iniezione diretta, distribuzione a cinghia dentata, cambio manuale a cinque marce + RM e riduttore completano la scheda tecnica di questo Toyota in allestimento SOL 3 porte che ha trazione integrale permanente e differenziale centrale bloccabile manualmente al 100%. Decisamente grintoso già ai bassi regimi, su questo Common Rail made in Japan il proprietario ha deciso di installare una centralina aggiuntiva Rapid della Dimsport Technology che ottimizza ed incrementa fino al 25% le prestazioni di coppia e di potenza dei motori turbo diesel, nel rispetto delle più rigide normative sull’inquinamento. Il funzionamento di questo modulo elettronico si basa sulla correzione dei segnali provenienti dalla centralina motore verso il sistema di iniezione: per installarlo è stato semplicemente collegato il cablaggio fornito nel kit alle spine della vettura (fra cui iniettori e connettore pompa di iniezione) eseguendo così un bypass sul cablaggio originale del motore. Grazie ad un interruttore switch, alloggiato nel vano porta oggetti del cruscotto lato passeggero, si può intervenire sul dispositivo Rapid commutando fra potenza originale e potenza modificata del 4×4. Fra i pregi riscontrati con l’installazione di questo modulo elettronico, oltre all’incremento istantaneo di coppia e potenza, si è riscontrata un’ottimizzazione dei consumi di carburante. Se la doppia batteria presente nel vano motore del Land Cruiser è in dotazione di serie, si è scelto invece di equipaggiare il KDJ con un pre filtro Racor, modello 230R30, che grazie al decantatore Aquabloc garantisce la totale separazione dell’acqua dal gasolio. Dotato di un elemento filtrante da 30 micron, che consente non solo una maggiore longevità del motore ma anche un ulteriore risparmio di carburante, il Racor è alloggiato nel lato destro del vano motore con apposite staffe di sostegno in acciaio.

Allestimento interno da grandi raid

Essenziale ma decisamente funzionale l’allestimento interno di questo 3 porte di casa Toyota che accanto a volante, pedaliera e sedili di serie si presenta con un cruscotto high tech ad iniziare dal navigatore satellitare Garmin Nuvi 350 con display a colori touch screen da 3,5” 2d e 3d e antenna integrata. Nonostante le dimensioni compatte, il 350 è fra i più funzionali car navigator portatili grazie anche alla dotazione del “kit da viaggio” con traduttore istantaneo, visualizzatore di immagini e convertitore di valuta e unità di misura. A fianco del Nuvi, fissato al cruscotto con l’apposito supporto a ventosa, c’è un GPS Garmin modello 128 con schermo in bianco e nero e dimensioni 12.45×13.36×6.1. Specifico per la navigazione marittima (nasce infatti come navigatore nautico) è altrettanto perfetto per l’utilizzo su piste e sterrati africani grazie all’opzione che permette di memorizzare rotte con 500 waypoints. Il tunnel centrale, a fianco della presa accendisigaro, ospita invece due interruttori di tipo aeronautico scelti per inserire/disinserire il compressore dell’aria (colore verde) e il decantatore del gasolio (colore blu). A completare i comandi on/off è stato inoltre installato un pratico switch che permette di escludere l’ABS durante la guida su sabbia. Infine, fra cubby box e cambio con riduttore, è stato posizionato il timer temporizzato per azionare il Webasto Thermo Top “E” che grazie ad una semplice programmazione permette l’accensione del riscaldamento all’interno dell’abitacolo mentre a regolarne la temperatura c’è il tradizionale termostato manuale fissato sopra il passaruota lato guida. Estremamente utile per il gonfiaggio e sgonfiaggio degli pneumatici, oltre che per gli indispensabili interventi di pulizia dei filtri, per questo Land Cruiser si è scelto un pratico impianto ad aria compressa composto da due barre sottoporta paracolpi, che funzionano da serbatoi di riserva per aria, e da due attacchi rapidi per collegare il manometro: i due ganci/sganci rapidi sono stati posizionati uno sotto il sedile lato passeggero, l’altro nel vano bagagli poco sotto il vetro a compasso lato guida. Particolare attenzione è stata riservata all’allestimento del bagagliaio di questo KDJ125 dove si è provveduto a sistemare un serbatoio supplementare e un gavone in legno, entrambi su misura, al posto dei sedili posteriori rimossi per far spazio all’equipaggiamento specifico da raid. Interamente realizzato in acciaio inox dalla Nova Alves Rally and Off Road Equipment, azienda torinese specializzata nella costruzione di accessori e nell’allestimento di vetture e fuoristrada da competizione, il serbatoio per il gasolio ha paratie interne antisciacquio, bocchettone nautico per rifornimento e una capacità di 180 litri che permette di disporre di una notevole autonomia di carburante per i viaggi africani più impegnativi. Fissato alla scocca del KDJ con apposite staffe imbullonate utilizzando i fori pre esistenti per l’alloggiamento dei sedili posteriori, il serbatoio è abbinato ad un gavone in legno compensato dello spessore di 4 mm con 4 scomparti interni utili per lo stivaggio di accessori e generi alimentari. Rivestito di moquette ignifuga color nero, il gavone è dotato di una ribaltina con cerniere che permette, spostando in avanti i sedili anteriori, di ottenere un comodo piano di appoggio da utilizzarsi come base letto. Grazie alla forma sagomata sia di serbatoio che di struttura in legno, ai lati del vano bagagli sono state ricavate due pratiche nicchie per riporre le taniche dell’acqua da 20 litri.

Paraurti Asfir, assetto Oram e pneumatici BF Goodrich

Se per abitacolo e vano bagagli di questo passo corto di casa Toyota si è scelto un funzionale equipaggiamento da raid, per l’esterno si è invece optato per un look decisamente più aggressivo grazie soprattutto al paraurti anteriore Asfir in robusto acciaio. Di forma squadrata e verniciato in colore grigio opaco, il front bumper prodotto dall’azienda australiana, installato in sostituzione di quello in dotazione di serie sul KDJ125, è predisposto per l’alloggiamento interno del verricello, un Tabor 9K con 25 metri in cavo d’acciaio e bocca in ghisa. Fissato all’interno del paraurti, in un’apposita nicchia ricavata sul lato destro, c’è invece il compressore Viair, modello 420C, con testata trapezoidale, alette orizzontali di raffreddamento e tubazione in teflon ricoperta di maglia in acciaio. All’avantreno è stata inoltre adottata una slitta in acciaio dello spessore di 4 mm con kit fissaggio, sempre di fabbricazione Asfir, installata a protezione della tiranteria del Land Cruiser, dotazione indispensabile per la guida off road. Per un miglior confort invernale all’interno dell’abitacolo e per evitare dannose partenze a freddo del motore, il proprietario ha deciso di installare a metà del sottoscocca un riscaldatore Webasto modello Thermo Top “E” accessoriato di pescaggio carburante Fiat/Iveco, kit anti rumore per pompa di gasolio e tubo acqua sagomato del diametro di 20 mm. Il reparto sospensioni è quello che ha subito le trasformazioni più radicali e che di conseguenza caratterizza maggiormente questo KDJ: sia all’anteriore che al posteriore sono state infatti scelte molle e ammortizzatori Oram Step 3 con serbatoi separati, regolabili in compressione, creati dall’azienda italiana per l’utilizzo specifico nell’off road impegnativo e in Africa. Decisamente più performante rispetto a quello originale, il nuovo assetto di questo 125 ha guadagnato non solo in escursione ma anche in confort grazie alla regolazione degli shock absorber che permette una taratura più o meno morbida a seconda del carico. A compensare il rialzo + 4cm dovuto all’installazione dello Step 3 il preparatore ha provveduto a modificare le biellette della barra antirollio posteriore inserendo appositi spessori rinforzati in gomma. A completare l’allestimento esterno ci sono delle performanti BF Goodrich, modello All Terrain, nella misura 265/70 R17 montate su cerchi Racer, colore nero opaco, a 6 fori.

DIDASCALIE

1- ASSETTO BY ORAM
Fabbricazione made in Italy per molle e ammortizzatori scelti dal preparatore in sostituzione degli originali Toyota per questo KDJ125 che ora monta un performante assetto Oram Step 3, regolabile in compressione, specifico per off road impegnativo e Africa. (Prezzo: 2000 euro)

2- BIELLETTE ANTIROLLIO

Per compensare il rialzo + 4 cm dell’assetto di questo 3 porte made in Japan si è provveduto a modificare le biellette originali della barra antirollio posteriore aumentandone l’altezza con specifici spessori in gomma. (Prezzo: 13 euro)

3- SERBATOI POSTERIORI

Per il retrotreno di questo Land Cruiser il preparatore ha scelto di alloggiare i due serbatoi separati per la regolazione degli ammortizzatori Oram direttamente sui longheroni in un’apposita nicchia a garanzia di maggiore protezione durante la guida fuoristradistica.

4- RISCALDATORE AD ACQUA

E’ alloggiato nel sottoscocca tramite apposite staffe di supporto in acciaio il Webasto Thermo Top “E” accessoriato di pescaggio carburante Fiat/Iveco, kit anti rumore per pompa di gasolio e tubo acqua sagomato del diametro di 20 mm. (Prezzo: 900 euro)

5- PIASTRA PARA TIRANTERIA

Robusto acciaio 4 mm per la piastra para tiranteria by Asfir scelta per equipaggiare il sottoscocca di questo Toyota Land Cruiser: fissata con kit supporti, la slitta in inox protegge gli organi di tiranteria da fango e pietre. (Prezzo: 180 euro)

6- COMANDI AERONAUTICI

Sono dei pratici interruttori di tipo aeronautico i comandi on/off scelti per azionare il compressore Viair e il decantatore del gasolio Racor: installati nel tunnel centrale a fianco della presa accendisigaro, sono completati dall’interruttore per disattivare, quando necessario, l’ABS. (Prezzo: 12 euro)

7- MOTORE DA 163 CAVALLI

E’ alimentato da un propulsore che sprigiona 163 cavalli questo Toyota KDJ125 3 porte, in allestimento SOL, con motore D-4D e 2982 cc di cilindrata: performante già ai bassi regimi, ha doppia batteria in dotazione di serie. Fra le modifiche effettuate, l’installazione di un decantatore per il gasolio.

8- CENTRALINA AGGIUNTIVA DIMSPORT

Per rendere ancora più grintoso questo Land Cruiser si è scelto di adottare un dispositivo aggiuntivo della Dimsport Technology: grazie al modulo Rapid il Toyota ha migliorato le prestazioni del propulsore con un incremento di 20 cavalli. Il comando on/off della centralina è nel cassetto porta oggetti lato passeggero. (Prezzo: 390 euro)

9- GANCIO/SGANCIO ARIA

Per agevolare le operazioni di gonfiaggio/sgonfiaggio degli pneumatici si è scelto di posizionare un pratico attacco gancio/sgancio rapido per compressore anche sotto il sedile lato passeggero. (Prezzo: 8 euro – raccordo)

10- GASOLIO SUPPLEMENTARE

E’ realizzato in acciaio inox, con paratie interne antisciacquio, il serbatoio supplementare per gasolio da 180 litri progettato su misura per il 125 dalla Alves Rally and Off Road Equipment di Cirié (To): fissato alla scocca del KDJ con apposite staffe, è abbinato ad un gavone in legno di 4 mm rivestito con moquette. (Prezzo: 850 euro – serbatoio)

11- PNEUMATICI AT BF GOODRICH

Sono delle performanti All Terrain BF Goodrich nella misura 265/70 R17 le coperture scelte per completare l’assetto di questo passo corto di casa Toyota. Ad affiancarle ci sono cerchi Racer color nero opaco 6 fori specifici per fuoristrada 4×4 da competizione. Prezzo: 700 euro (5 BF); 750 euro (5 cerchi)

12- IMPIANTO ARIA COMPRESSA

Praticità a portata di mano grazie all’impianto ad aria compressa installato da Totani Off Road sul Toyota 3.0 che permette un rapido utilizzo del compressore Viair. Nel vano bagagli, in alto sul lato sinistro, trova spazio uno dei due attacchi rapidi. (Prezzo: 230 euro)

13- BOCCHETTA PER RIFORNIMENTO

A completare il serbatoio aggiuntivo del carburante, alloggiato nel vano bagagli del Land Cruiser, è stata scelta una bocchetta a tenuta stagna, di tipo nautico, in acciaio con inserti color rosso. Per un miglior controllo del livello di gasolio presente nel serbatoio sono stati realizzati due fori che verranno collegati da un tubo in plastica trasparente. (Prezzo: 25 euro (bocchetta)

14- PRE FILTRO RACOR

E’ stato installato nel lato destro del vano motore l’indispensabile pre filtro Racor, modello 230R30, che grazie al decantatore Aquabloc garantisce la totale separazione dell’acqua dal gasolio: dotato di un elemento filtrante da 30 micron, il Racor è fissato tramite supporto. (Prezzo: 220 euro)

15- PARAURTI BY ASFIR

Fabbricazione israeliana per il robusto paraurti in acciaio Asfir 4×4 specifico per l’installazione interna del verricello scelto in sostituzione di quello di serie. A completarlo, un winch modello Tabor 9K con 25 metri di cavo in acciaio e bocca in ghisa. Prezzo: 770 euro (paraurti); 250 euro (verricello)

16- VERRICELLO ON/OFF

Sul lato sinistro del paraurti anteriore è stato alloggiato il pratico spinotto di collegamento che tramite prolunga di comando permette di azionare, sia dall’interno dell’abitacolo che dall’esterno del veicolo, il verricello installato su questo 125. (Prezzo: 8 euro)

17- IMPIANTO STEREO

Look sobrio ed elegante per l’interno del KDJ che si presenta con accessori rigorosamente di serie – volante, sedili e cinture di sicurezza originali – a cui è stato affiancato un impianto radio cd marca Sony con bluetooth. (Prezzo: 140 euro)

18- TIMER WEBASTO

E’ dotato di un pratico e funzionale timer digitale il riscaldatore installato nel sottoscocca del Toyota: grazie al dispositivo alloggiato nel tunnel centrale si possono impostare accensione e spegnimento temporizzati del Webasto. Per regolare la temperatura c’è anche il termostato sistemato sopra il passaruota lato guida. (Prezzo: 80 euro (timer e termostato)

19- NAVIGATORE E GPS

By Garmin la strumentazione di bordo scelta per navigatore e GPS di questo Toyota: un compatto Nuvi 350 con display a colori per la navigazione di tutti i giorni e un pratico modello nautico 128 per quella su piste e sterrati africani. Entrambi fissati al cruscotto con appositi supporti. Prezzo: 230 euro (Nuvi 350); 350 euro (Garmin 128)

20- GAVONE IN LEGNO

Grazie alla pratica ribaltina in legno fissata al gavone con cerniere, la struttura realizzata su misura per il passo corto di casa Toyota permette, con una semplice mossa, di allestire il bagagliaio con un capiente mobile per stivaggio accessori e con un utile piano base letto. Prezzo: 100 euro (gavone)

21- SOTTOPORTA BY TOTANI

Hanno forma squadrata e su misura per Toyota serie J12 le due barre sottoporta in acciaio verniciato nero opaco. Fissate con staffe al telaio hanno doppia funzione: paracolpi nella guida off road e riserva aria. Prezzo: 160 euro

22- COMPRESSORE VIAIR 420C

E’ della Viair il compressore modello 420C con testata trapezoidale e alette orizzontali di raffreddamento alloggiato con apposito supporto all’interno del paraurti anteriore. Perfetto per gonfiaggio/sgonfiaggio pneumatici è dotato di tubazione in teflon ricoperta di maglia in acciaio. (Prezzo: 235 euro)

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Elaborazione 4×4 Land Rover Defender 90 2.5 Td5

Elaborazione 4×4 Land Rover Defender 90 2.5 Td5 by AutoSette OffRoad 

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Il ragno aerografato sul cofano motore la dice lunga sulla mobilità di questo 4×4 con assetto da estremo: grazie al perfetto mix fra ammortizzatori da competizione, bloccaggio del differenziale anteriore e posteriore, centralina DimSport e pneumatici maggiorati non si poteva che ottenere un fuoristrada estremamente performante e adatto a percorrere qualsiasi tracciato off road. La grande attenzione per il look – il proprietario Alberto Distefano è neanche a dirlo titolare della Carrozzeria Veronese di Torino  – ne fa uno dei più ammirati e fotografati 4×4 attualmente in circolazione nel panorama fuoristradistico italiano. Allestito ed equipaggiato dall’AutoSette Off Road dei fratelli Renzo e Roberto Sette (Via Druento 50/B Venaria – Torino; telefono 011.2264360; http://www.autosetteoffroad.com ), specializzati in preparazioni off road per trial e raid in Africa, questo 3 posti omologato autocarro si presenta con un design moderno ed essenziale grazie anche alla scelta e all’installazione di alcuni fra gli accessori delle migliori marche presenti in commercio. Per rendersi conto di essere alla guida di un mezzo a trazione integrale estremamente grintoso e scattante basta avere a disposizione un breve percorso off road su cui il Td5 si trova immediatamente a proprio agio dimostrando tutte le potenzialità dovute agli interventi su motore, assetto e impianto di scarico. “Grazie alla perfetta combinazione fra le molle rinforzate su misura e gli ammortizzatori regolabili, che permettono di scegliere la taratura migliore sia in compressione che in estensione, a cui si aggiunge anche la possibilità di inserire il blocco del differenziale all’anteriore e al posteriore, questo pick up diventa davvero inarrestabile – spiega soddisfatto il preparatore – Se poi pensiamo all’incremento di coppia e potenza riscontrate con la centralina aggiuntiva Rapid, il kit turbina e  il collettore di scarico studiato ad hoc….beh, allora si ha un mezzo con prestazioni che sanno a dir poco dell’incredibile”. E in effetti a vederlo esibirsi fra discese e salite senza fine, twist improponibili e passaggi impegnativi su tronchi e pietraie ci si accorge subito di quanto sia performante. Ma non solo: grazie alla particolare attenzione rivolta al reparto sottoscocca, questo Defender 90 è anche altamente robusto e resistente, qualità fornite da piastre di protezione oltre che da semiassi rinforzati, puntoni correttivi e trasmissioni a doppio cardano. Un mezzo da guidare per divertirsi in off road su cui trovare difetti non è impresa così semplice se non i già ben conosciuti svantaggi dovuti allo scarso comfort di viaggio e alle dimensioni non propriamente ampie dell’abitacolo. Ma d’altronde è un 4×4 concepito per il fuoristrada più estremo dove confort e spazio non sono certo i principali requisiti ricercati! Ecco in dettaglio interventi ed accessori scelti per equipaggiare questo passo corto dalla verve corsaiola di casa Land Rover.

Centralina DimSport sul Td5 motorizzato 2.5 

E’ un performante Td5 con 5 cilindri, distribuzione a catena e 2495 cm3 di cilindrata il cuore propulsivo di questo modello del marchio britannico immatricolato autocarro tre posti ed equipaggiato con pneumatici maggiorati. Per rendere ancora più grintosi i già potenti 120 cv erogati dal 90, il preparatore ha optato per l’installazione di una centralina aggiuntiva Rapid della DimSport, progettata dall’azienda italiana con l’obiettivo di resistere a condizioni estreme di utilizzo, dai raid nel deserto ai passaggi hard sui terreni impervi. Grazie all’adozione di questo modulo elettronico si è andati ad incrementare di circa il 20% le prestazioni di coppia e di potenza del fuoristrada con motorizzazione turbo diesel ora al top della sua preparazione. Fra gli interventi eseguiti ad hoc nelle officine dell’AutoSette Off Road per migliorare il 2.5 Land Rover, si è provveduto anche a sostituire l’impianto di scarico originale con un ben più accattivante collettore di tipo artigianale costruito in acciaio inox con tubi diametro 65 mm e spessore 1,5 mm decisamente più adatto a diminuire i vuoti a bassi regimi, caratteristica negativa dei motori Td5. Ad ottimizzare ulteriormente la coppia del Defender ci ha poi pensato l’installazione del kit turbina “High Performance Mitsubishi” scelto da Renzo Sette per fornire al 4×4 prestazioni in off road a dir poco eccellenti. Un mix con centralina aggiuntiva, collettore di scarico e turbina che fa di questo passo corto versione pick up uno dei modelli britannici più interessanti presenti nel panorama  italiano.

Look aerografato per il Defender 90 
Grande attenzione per i dettagli su questo Td5 versione pick up che non passa certo inosservato su percorsi on e off road: la livrea color nero e amaranto, impreziosita da aerografie sul cofano motore e sugli sportelli laterali, ben si abbina al pratico telino 45° realizzato in stoffa plastificata antiacqua facilmente rimovibile nella stagione estiva. Accattivante già di per sé per la linea passo corto cassonata, questo 2.5 si presenta esternamente con una serie di accessori da off road con design estremamente moderno ed essenziale ad iniziare dal paraurti anteriore in tubolare, ad alto profilo, di fabbricazione Equipe 4×4. Scelto per il miglior angolo d’attacco e allo stesso tempo per l’ingombro ridotto, questo paraurti è realizzato con struttura ad incastri totalmente saldati per garantire maggiore robustezza e solidità: provvisto di ganci orientabili per il recupero e di una piastra in allumino di raccordo, è predisposto per l’alloggiamento del verricello, in questo caso un Warn modello CE XD9000i con 30 metri di cavo tessile Yale Cordage e flangia scorri cavo in alluminio sempre by Warn. Al posteriore è stato invece montato il kit paraurti con cantonali, sempre by Equipe 4×4, utili per proteggere gli spigoli laterali del Defender: realizzati con rifiniture in silver, sono fissati alla carrozzeria con apposite staffe e minuteria. Assolutamente indispensabili per chi pratica off road le barre rinforzate sottoporta, ottime per proteggere gli sportelli laterali del fuoristrada in caso di passaggi hard. Su questo 3 posti sono stati installati due resistenti tubolari in acciaio inox realizzati artigianalmente con diametro 45 mm. Per completare infine l’allestimento esterno di questo pick up il preparatore ha optato per uno snorkel Mantec, modello Flexilite, in ferro, opportunatamente modificato dal preparatore  con l’inserimento di un manicotto in robusta gomma e di un Air Ram, che contribuisce a creare quel look aggressivo che contraddistingue già di per sé questo 4×4. Resistente agli urti ed estremamente flessibile, lo snorkel è stato disegnato per essere allo stesso livello della parte posteriore del tetto senza così uscire dalla sagoma del Defender.

Roll bar “home made” e accessori interni 
E’ realizzato interamente con struttura in tubolare il robusto e funzionale roll bar artigianale prodotto dall’AutoSette Off Road che ha provveduto anche ad installarlo sul Td5 tramite apposite staffe di fissaggio. L’intelaiatura del roll bar, che ricopre l’interno dell’abitacolo ed il cassone del 4×4 a garantirne buona protezione in caso di ribaltamento nella guida in off road, è stata progettata per adattarsi al 90: i tubi utilizzati sono di tipo Mannesman trafilati a freddo FE40 s.s. con adeguati rinforzi su vari punti della scocca. L’arco centrale ha diametro 50 mm con spessore 2 mm mentre per la restante struttura si è scelto di utilizzare dei tubi con diametro 45 mm. Decisamente in stile racing l’allestimento dell’abitacolo anteriore dove troviamo due sedili OMP con schienale reclinabile: in tessuto con rifiniture in pelle, sono avvolgenti e confortevoli anche per l’off road più estremo. Sono abbinati a cinture di sicurezza originali e a guide scorrevoli di serie. Volante a calice in pelle nera in sostituzione di quello in dotazione al Defender con pomello cambio sportivo by Momo completano gli accessori corsaioli. Sul cruscotto, nel tunnel centrale, sono posizionate l’autoradio JVC modello KD-DV6202 e l’immancabile ricetrasmittente by Jonny President con altoparlante esterno mentre sulla destra del conta chilometri trova spazio la pulsantiera Air Locker (fissata su una piastra rettangolare in mandorlato) per azionare il compressore e i bloccaggi del differenziale ARB anteriore e posteriore. Una griglia divisoria in alluminio, appositamente staffata e imbullonata al telaio del 90, separa i sedili anteriori dal cassone del pick up dove sono alloggiate ruota di scorta e binda Hi-Lift oltre che il compressore ARB 12 volt a tre vie alloggiato all’interno di una cassa stagna in mandorlato fissata sul lato sinistro del vano bagagli.

Reparto sospensioni e sottoscocca 
Ammortizzatori da competizione e molle artigianali: sono questi i segreti dell’eccezionale mobilità dimostrata dal pick up Land Rover sui tracciati trial della pista permanente dell’Auto Moto Club di Bosconero (che si ringrazia per aver messo a disposizione l’area off road per il test drive del Defender), in provincia di Torino. Sia all’avantreno che al retrotreno sono stati adottati dei performanti ammortizzatori Oram Step 5, con serbatoi gas esterni, dotati di tre tipologie di regolazione che ne permettono la taratura sia in estensione che in compressione per alte e basse velocità: specifici per l’utilizzo in rally raid a livello agonistico sono stati affiancati da quattro molle in acciaio al cromo progettate e realizzate su misura sempre dall’AutoSette Off Road e montate con coni stacca molle. Grande attenzione è stata dedicata al sottoscocca dove troviamo una piastra di protezione per la tiranteria di sterzo ed una per il serbatoio di serie: realizzate entrambe in duralluminio, hanno rispettivamente spessore di 6 e 8 mm. A doppia crociera gli alberi di trasmissione Extreme I.G. con inclinazione 40° montati all’anteriore e al posteriore affiancati da puntoni correttivi in alluminio dell’Equipe 4×4 e da semiassi Ashcroft con flange. Il reparto freni è caratterizzato all’anteriore da dischi ventilati, forati e baffati by Brembo con tubi in acciaio di fabbricazione artigianale Tecno2. Per completare l’equipaggiamento di questo modello Land Rover si è optato per un treno di gomme by Mickey Thompson modello Baja Claw nella misura 33X13.5 R16 montate su cerchi in lega Performance Weels 16 x 8”: grazie al disegno off road e alla profonda tassellatura, queste coperture garantiscono un ottimo grip su fango e tracciati sterrati. In alluminio spessore 40 mm i distanziali scelti sia per l’anteriore che per il posteriore.

Elaborazione 4×4 Suzuki Santana SJ 413

Warner Bros Production. Sembra uscito direttamente da un episodio della famosa casa cinematografica statunitense il Suzuki SJ413 Santana di Mirco Mimuli che il suo gioiello a quattro ruote motrici lo ha sapientemente trasformato a immagine e somiglianza di un celebre personaggio dei cartoni animati. Qualche indizio? “Oh oh…mi è semblato di vedele un gatto…” è il motto che lo ha fatto conoscere a tutti sin dagli anni’ 80.
E si, perché il simpatico due zampe a cui tanto somiglia questo SJ di casa Suzuki, nient’altri è se non Titti, il giallo canarino da sempre antagonista di gatto Silvestro. E a guardarli bene, questo Santana e Titti di cose in comune ne hanno davvero molte: non solo il colore giallo e le dimensioni compatte ma scattanti di tutti e due ma anche il piglio un po’ vanitoso e l’aria da furbetti.
Mirco, classe 1983, è cresciuto nella provincia di Ravenna a pane e motori, tanto da appassionarsi sin da piccolo al mondo dell’off road.

Il suo Suzuki SJ del 1989 – ultimo anno di produzione di questo modello del marchio giapponese che null’altro è se non l’evoluzione del vecchio LJ80 – è sicuramente uno dei fuoristrada più originali presenti nel panorama italiano grazie non solo al look esterno ma anche al particolare gusto per accessori racing e “tono su tono” che hanno trovato spazio all’interno dell’abitacolo.
Se alle balestre originali sono stati affiancati degli ammortizzatori + 3 pollici della Performance 4×4 che ne hanno migliorato la mobilità anche nei twist più impegnativi, il reparto sottoscocca è stato protagonista di alcuni semplici ma importanti accorgimenti fra cui l’installazione di una slitta paraserbatoio e di una a protezione del riduttore.
Equipaggiato con blocchi e super ridotte questo scattante 4×4 di difetti ne ha veramente pochi…

“Diciamo che il confort di guida non è il certo il pregio maggiore di questo mezzo ma d’altronde non si può pretendere tutto! – scherza Mirco – L’SJ è estremamente leggero e compatto oltre che maneggevole per affrontare i percorsi off road nostrani…Qualche intervento già in programma per migliorarne la preparazione? Beh, direi l’installazione di un roll bar a garanzia di maggiore sicurezza anche nel fuoristrada più estremo e nuove cinture a 4 punti. E poi forse anche il motore di una Vitara 1.6 a iniezione.”
Impegnato ad affrontare prove trial e percorsi sterrati veloci sull’Appennino tosco romagnolo, Titti – così Mirco ha ribattezzato il suo SJ – si è destreggiato alla perfezione dimostrando di possedere tutte le qualità di un buon fuoristrada: agile e scattante. Proprio come il più famoso personaggio dei cartoni animati.
E la scritta sul lunotto posteriore “Titti saluta tutti….” la dice lunga sulla sua indole off road. Vedere per credere!

Motore 1.3 da 63 cavalli 
E’ un cuore propulsore da 1.3 cc che eroga 63 cavalli ad alimentare il Suzuki SJ413 del 1989 protagonista di queste pagine di Suv & Fuoristrada. Per rendere ancora più performante un 4×4 già di per sé grintoso, il preparatore ravennate ha optato per la sostituzione del carburatore originale con uno di derivazione Fiat Tipo 1.4 oltre all’installazione dell’idroguida di una Vitara 1.6 che ha reso estremamente più maneggevoli le manovre di guida sia su strada che in OR. Il filtro aria è ancora quello in dotazione di serie anche se c’è già in progetto di sostituirlo con uno della BMC specifico per l’utilizzo in off road. Anche l’impianto elettrico è quello di fabbricazione ad eccezione della batteria che è stata sostituita con una High Performance Plus da 80 Ah mentre per migliorare la visibilità notturna sono stati scelti due fari supplementari Hella alloggiati sopra il paraurti anteriore. Nel vano motore, in alto a destra, è stato inoltre installato il compressore Air Locker della ARB, collegato ai blocchi differenziale anteriore e posteriore, fissato con un supporto in alluminio anodizzato. Modifica home made infine per l’impianto di scarico su cui si è deciso di intervenire con la realizzazione e l’installazione di un terminale più corto di circa 50 cm rispetto all’originale che ora si presenta con un’estetica ed un sound molto più simili a quelli di uno scarico da moto.

Allestimento esterno ed interno
Decisamente accattivante il look di questo 1.3 che sia all’esterno che all’interno si presenta con un equipaggiamento sobrio ma assolutamente funzionale. La simpatica livrea total yellow con cappottina rigida nera è abbinata ad un paraurti rinforzato in alluminio con spessore 0.5 mm di produzione Raptor scelto per equipaggiare l’avantreno perché più robusto per l’off road estremo. Sopra il front bumper sono stati fissati con appositi supporti di sostegno due fari supplementari di profondità del marchio Hella. Inoltre, fra la dotazione fuoristradistica di questo SJ, non poteva mancare il winch, in questo caso specifico un T-Max modello Pew-9500 da 12 v, con cavo tessile da 25 metri e bocca cavo in alluminio, alloggiato nell’apposita predisposizione del paraurti sagomato. Robusto ferro invece per il rear bumper costruito artigianalmente da Mimuli su misura per il suo Suzuki e con alloggiamento per la fanaleria originale dell’SJ. All’anteriore, in alto sul cofano motore, è stata installata una presa d’aria ribassata in resistente acciaio inox utile ad impedire a fango e foglie di intasare l’entrata dell’aria. Al retrotreno troviamo invece un faro da lavoro, sempre by Hella, e l’antenna del CB, entrambi fissati al portellone posteriore con due staffe di supporto.

Il preparatore ha optato poi per l’installazione di una cappottina rigida che ha strasformato questo cabrio in un tre porte chiuso. Stile racing anche per l’allestimento interno dove si sono scelti accessori utili per chi pratica off road. Il volante di serie è stato sostituito con uno sportivo della Simoni Racing, a calice, in pelle nera con inserto centrale in alluminio, mentre i sedili sono degli avvolgenti reclinabili, sempre in pelle, della FK abbinati a cinture di sicurezza originali. Le guide scorri sedili sono state invece oggetto di un intervento di modifica da parte del preparatore che le ha adattate ai nuovi seats. La pedaliera è in alluminio antiscivolo della OMP Racing con pedale dell’acceleratore con fulcro alto. Qualche modifica ha interessato anche il cruscotto dell’SJ dove sono stati alloggiati – su una piastra in alluminio sul lato destro del volante – i comandi on/off dei blocchi differenziale anteriore e posteriore e del relativo compressore. Sempre sul cruscotto trovano spazio un pratico staccabatteria specifico per il winch, l’altoparlante esterno abbinato alla ricetrasmittente CB Midland Alan 100 Plus con microfono e un nuovo impianto stereo alloggiato nel suo vano originale. Nel bagagliaio, dietro ai sedili, ci sono una cassa porta attrezzi realizzata in mandorlato con spessore 3 mm costruita su misura per riporvi strop, grilli e accessori da off road oltre ad un pneumatico di scorta.

Assetto Performance 4×4 e pneumatici Ziarelli
Nonostante siano già in programma alcuni interventi di miglioria da effettuare su questo tre porte di casa Suzuki (fra cui l’installazione di un body lift che, rialzando la scocca dal telaio tramite spessori, permetta di creare più spazio per gli pneumatici e di incrementare così l’angolo di attacco e di uscita dell’SJ), questo 4×4 non ha davvero nulla da invidiare in fatto di allestimento. Fiore all’occhiello della sua preparazione è sicuramente il reparto sospensioni dove il preparatore ha scelto di affiancare alle balestre originali dei performanti ammortizzatori monotubo della Performance 4×4 + 3 pollici sia all’anteriore che al posteriore: risultato, un’eccellente combinazione fra accessori di serie e altri griffati che hanno permesso di ottenere una guida scattante anche nell’off road più impegnativo seppur non molto confortevole su asfalto. All’anteriore gli shock absorbers hanno un’estensione di 53 cm tutti aperti e di 34 cm chiusi, mentre al posteriore la massima apertura è di 50 cm e di 31 in compressione. Se gli organi di trasmissione sono ancora quelli in dotazione di serie, il cambio a 5 marce è stato modificato con l’installazione delle super ridotte della Totani Off Road Technologies che, accorciando i rapporti, fa si che aumentino i valori di coppia che il motore trasmette agli assi. L’SJ monta anche due blocchi Air Locker della ARB. Il preparatore ha poi optato per installare nel sottoscocca del Suzuki due slitte di protezione decisamente utili per chi pratica off road su fango e roccia: una è la piastra paraserbatoio in duralluminio con spessore 0.5 mm di produzione Zanfi.it, scelta in sostituzione di quella originale, l’altro è un kit di di protezione riduttore Extreme Competition (sempre by Zanfi.it), con supporti anti rottura in sostituzione di quelli in gomma, che salvaguarda il riduttore anche nell’off road più estremo. Il reparto freni invece è ancora originale sia all’anteriore che al posteriore. A completare l’equipaggiamento dell’SJ413 sono delle tassellate ricoperte della Ziarelli modello Extreme Forest nella misura 195/80 R15, montate su cerchi in ferro neri, e con distanziali + 3 cm by Totani. Della AVM i mozzi da inserire/disinserire manualmente per avere quattro ruote motrici nella guida in fuoristrada.

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Elaborazione Proto Land Rover Defender 200TDI


“The Rock”, la roccia. Nessun altro nome poteva essere più azzeccato per questo prototipo motorizzato Land Rover Defender 200TDI quasi interamente realizzato da Marco Ferrari, appassionato di off road e ormai esperto meccanico, che a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha progettato e assemblato questo performante buggy destinato al fuoristrada estremo. Dalla struttura esterna a traliccio in tubo d’acciaio al cromo molibdeno sino ai ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60 e al doppio verricello (Warn all’anteriore e Alan Winch al posteriore), ad occuparsi di tutto è stato il giovane proprietario che se di professione fa i gelati fra i più buoni di tutta l’Emilia Romagna (non potevamo non assaggiarli fra una foto e l’altra!) di motori e fuoristrada ne ha fatte due grandi passioni. Dopo un lungo anno di sapienti interventi e modifiche, forte dell’esperienza acquisita nella costruzione del suo primo prototipo – anche quello verde nella livrea e con cuore propulsore Land Rover -, dall’officina di Scandiano è uscito uno dei mezzi home made più grintosi e competitivi del panorama fuoristradistico italiano. E quale migliore occasione per vedere all’opera questo nuovo tubolare se non la prima manche del campionato italiano di fuoristrada estremo Warn Trophy Italia ospitata in quel di Valmozzola (Parma) ad inizio aprile? Detto fatto. Con i colori del Team Protozoico, per Marco & Alessandro Camellini, amico e navigatore, la gara di off road extreme per eccellenza si è rivelata il perfetto test drive per scoprire i punti deboli di questo rock buggy che, in verità, di difetti ne ha davvero ben pochi (forse solo il reparto sospensioni su cui intervenire con l’adozione di un altro tipo di ammortizzatori per garantire ancor più mobilità al mezzo) mentre di pregi ne ha dimostrati molti: motore grintoso, ponti estremamente robusti (d’altronde in questo settore la derivazione Nissan è una garanzia), componenti fra i migliori in assoluto…Un prototipo divertente da guidare e altrettanto entusiasmante da vedere in azione in acrobazie al limite del ribaltamento. Scopriamo allora assieme tutti i segreti (o almeno quelli svelati dal suo proprietario) di questo mezzo a trazione integrale sicuro protagonista d’ora in avanti dei campi di gara italiani.

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MOTORE, STERZO e FRENI 
Il cuore propulsore che alimenta questo prototipo è quello di un Land Rover Defender 200TDI alloggiato all’interno della struttura tubolare portante e posizionato nella parte anteriore della macchina. Con i suoi 4 cilindri in linea e la cilindrata 2.5 (per esattezza 2495), il motore originale del 200TDI gode di ottima fama sia da un punto di vista prestazionale grazie all’ottima coppia e alla sua generosa erogazione sia per la longevità dimostrata negli anni. Dunque già di per se altamente performante, su questo buggy la motorizzazione è stata ulteriormente potenziata con l’alloggiamento di turbina e pompa del gasolio di serie modificati però ad hoc dal proprietario in modo da aumentare di circa 25-30 cavalli gli originali 110. Poiché questo tubolare è stato concepito per gare di estremo caratterizzate da velocità piuttosto ridotte che non consentono di raffreddare adeguatamente il motore, Ferrari ha optato per l’eliminazione dell’intercooler (presente nel 200TDI) che permette così di avere un mezzo decisamente più scattante al momento dell’accelerazione. Si è inoltre andati a sostituire il radiatore dell’acqua del Defender con uno realizzato su misura in alluminio e con superficie maggiorata più adatto a questo tipo di utilizzo fuoristradistico. Per quanto riguarda invece il radiatore dell’olio motore anche in questo caso il proprietario ha optato per la scelta e l’installazione di uno di dimensioni maggiori rispetto a quello di serie del Land Rover che è stato poi alloggiato dietro al sedile del passeggero. Il cambio meccanico del proto è un originale Land Rover modello LT 77 con campana corta (tipica proprio del 200) al quale è stato abbinato un ripartitore-riduttore modello LT 230 sempre del marchio Land Rover che ha subito anch’esso alcuni interventi di modifica. Nello specifico si è provveduto ad intervenire sul differenziale centrale che è stato eliminato e sostituito da un altro differenziale modello spool della Transtad poi alleggerito delle marce lunghe e lasciato solo con quelle ridotte per un risparmio di peso di circa 10 kg. Per la frizione si è scelta quella in rame di provenienza Ford Escort da rally gruppo A mentre il volano è stato alleggerito e ribilanciato per adattarsi proprio alla nuova frizione installata più performante. I servizi del veicolo sono alimentati da due batterie al gel da 110 Ah appaiate alloggiate dietro i sedili e gestite entrambe da un alternatore da 220 Ah. Progettato ad hoc anche l’impianto elettrico di “The Rock” che vista la caratteristica struttura tubolare aperta è stato interamente impermeabilizzato. Il sistema sterzante idraulico, totalmente home made, è stato realizzato su misura per rispondere al meglio alle caratteristiche di questo buggy. E’ composto da un pistone costruito appositamente, da un distributore d’olio e da due pompe elettriche alloggiate dietro al sedile del pilota. Il prototipo monta inoltre un filtro cilindrico in fibra di carbonio “Carbon Dynamic Airbox” della BMC con diametro esterno di 150 mm completo di tubo flessibile per il collegamento alla presa d’aria frontale, tutto alloggiato nel motore lato passeggero e fissato alla struttura tubolare con un’apposita fascia di supporto. Resistente ad acqua e fango, il CDA dell’azienda italiana BMC si è dimostrata un’ottima soluzione per il sistema filtrante di questo mezzo. Per quanto riguarda l’impianto frenante, Ferrari ha eliminato i freni al posteriore scegliendo di utilizzare (e dunque alloggiare) solo quelli presenti sul ponte anteriore: poiché il differenziale centrale e quello al retrotreno sono bloccati, quando vengono attivati i freni del ponte anteriore si bloccano automaticamente tutte e 4 le ruote. L’intero impianto, costruito con più resistenti tubi in treccia modello aeronautico, presenta un’altra interessante caratteristica che permette cioè di frenare le ruote anche separatamente (e non tutte assieme) tramite l’azionamento di due appositi comandi alloggiati a fianco del sedile lato guida. In questo caso si riesce però ad ottenere un raggio di sterzata decisamente inferiore rispetto al sistema primario che blocca le 4 ruote contemporaneamente. All’anteriore troviamo infine pinze freni originali di derivazione Patrol GR e freni a disco di serie su cui si è però intervenuti con una fresatura per migliorarne le prestazioni anche nell’utilizzo off road con fango. Al posteriore, come spiegato sopra, i freni sono stati completamente eliminati. Decisamente semplice l’impianto di scarico artigianale costituito da un tubo in ferro del diametro di 60 mm alloggiato nel sottoscocca sul lato guida del tubolare.

TRASMISSIONE e SOSPENSIONI
Grande attenzione nella costruzione di questo proto motorizzato Land Rover è stata rivolta al reparto trasmissione dove Ferrari ha optato per robusti ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60, sia all’anteriore che al posteriore, entrambi totalmente ripuliti da attacchi originali di puntoni, ammortizzatori e molle. Per prima cosa sono stati costruiti ex novo e su misura i puntoni regolabili, abbinati a unibal, realizzati in acciaio al cromo molibdeno con spessore 50×2 mm poi rinforzati nella parte inferiore con l’installazione di 4 angolari in acciaio 40×40 con spessore 5 mm. Per l’anteriore si sono scelti giunti e semiassi rinforzati della CalOffroad decisamente più resistenti per questo tipo di fuoristrada, coppie coniche originali Nissan e bloccaggio del differenziale ARB con comando pneumatico installato direttamente sulla leva del cambio. Si è poi provveduto a sostituire i fuselli del GR Y60 con quelli del Patrol TR che hanno i bracci per l’attacco della barra di accoppiamento posizionati all’anteriore e più in alto rispetto al GR collocati invece più in basso e posteriormente. I mozzi a ruota libera sono stati sostituiti dal kit flange fisse della Transtad mentre l’attacco della barra di sterzo è stato opportunatamente rinforzato. Infine per aumentare la luce a terra di quasi 30 mm si è effettuato un intervento di modifica alla busta del ponte andando a praticare un taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale. Di notevole importanza anche le modifiche eseguite sul ponte posteriore dove Ferrari ha optato per alloggiare al posto del relativo differenziale posteriore quello anteriore, sempre del Patrol GR, poiché l’anteriore ha l’uscita del pignone alta mentre il posteriore l’ha in basso. Per quanto riguarda invece il bloccaggio del differenziale si è optato per un modello spool, realizzato appositamente dalla Transtad, che ha permesso di abbinare un differenziale anteriore ai semiassi di un retrotreno. Anche in questo caso si è poi proceduto non solo a tagliare la parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra ma anche ad effettuare un taglio del ponte per poter spostare il differenziale stesso verso destra e a realizzare una rotazione degli attacchi dei freni di 90°. Intervento quest’ultimo necessario per poter montare le pinze freni sopra al ponte e non dietro come sull’originale. Gli ammortizzatori del buggy sono a gas autoportanti modello Air Shock da 18” (45 cm) della Orap abbinati a 2 bump stop anteriori da 4” (10 cm) che ben rispondono al peso del proto e all’escursione del sistema sospensivo. La posizione scelta da Ferrari per l’alloggiamento degli shock absorber è stata studiata e progettata attentamente per garantire al prototipo la maggiore mobilità e guidabilità possibili. A completare il reparto sospensioni di questo buggy sono stati scelti pneumatici TSL Super Swamper nella misura 15/39,5 R15 modificati però nel disegno originale (intagliate cioè sia sui tasselli laterali che sui centrali) montati su dei cerchi in alluminio da 15” x 9” con beadlock sempre in alluminio e con distanziali 40 mm sia all’anteriore che al posteriore per l’allargamento della carreggiata.

 

ESTERNO e INTERNO
Il telaio di questo prototipo è formato da una robusta struttura esterna a traliccio in tubo realizzata in acciaio al cromo molibdeno dello spessore di 50×2 mm mentre per la tiranteria interna e per il cofano sono stati scelti tubi di spessore 40×1,5 mm. A completare la struttura, ad eccezione delle fiancate laterali completamente prive di paratie, sono state utilizzate lastre in lamiera traforare con spessore 1,5 mm che ritroviamo anche a copertura del cofano motore. Il proprietario ha costruito ad hoc la parte anteriore del telaio per potervi posizionare il verricello della Warn modello 8274, abbinato ad un cavo tessile da 9 mm e ad una bocca in alluminio, su cui sono stati effettuati una serie di interventi per renderlo ancora più performante per l’utilizzo nell’off road estremo. Nello specifico il winch è alimentato da un motore maggiorato che eroga una potenza di 6,5 cv dotato anche di un albero freno rinforzato della MB Corse; infine sono stati sostituiti i cuscinetti interni, allungato il tamburo di circa 6 cm, installati un solenoide modello Albright e lo sblocco pneumatico del tamburo. Per il posteriore Ferrari ha scelto invece un verricello Alan Winch a due velocità sempre abbinato a cavo tessile e rulliera. Sotto al verricello è stato alloggiato il serbatoio del carburante da 30 litri fissato alla struttura tubolare portante posteriore. Per affrontare le competizioni estreme in totale sicurezza è stata realizzata una robusta piastra in materiale hardox dello spessore di 3 mm installata a protezione del riduttore. L’interno del proto è piuttosto essenziale anche se non manca nulla di ciò che serve per affrontare le dure gare di fuoristrada estremo. Sul pannello della strumentazione costruito in carbonio si trovano uno strumento per la temperatura dell’acqua, uno per l’olio motore, un voltmetro, l’interruttore di accensione, quello per disinserire l’elettroventola e quello per azionare il compressore che alimenta il blocco anteriore. Nel tunnel alloggiato fra i due sedili trovano invece spazio lo stacca batterie, il pulsante di accensione motore, i comandi per azionare i due verricelli e quelli per lo sdoppio dei freni anteriori destro e sinistro. Il volante è di tipo sportivo a stacco rapido per agevolare la seduta del pilota sul sedile anatomico in tessuto, come quello del passeggero, della Sparco come le cinture di sicurezza a 4 punti.

IN CONCLUSIONE
La costruzione di questo buggy tubolare è stata sapientemente progettata sin nei minimi dettagli da Marco Ferrari che dopo un anno di lavoro in officina è riuscito a realizzare un prototipo in grado di affrontare con tutte le carte in regola le competizioni italiane di fuoristrada estremo (e i risultati ottenuti a Valmozzola lo hanno dimostrato pienamente!). Grazie alla perfetta combinazione fra accessori delle migliori marche presenti sul mercato dell’off road e a componenti home made, questo mezzo è sicuramente fra i più completi, affidabili e performanti in circolazione. Da sottolineare, caratteristica non di poco conto, che si tratta di un progetto quasi interamente realizzato su misura e made in Italy anche se con qualche impronta in stile americano. L’abbinamento di motore e cambio originali Land Rover a ponti di derivazione Nissan e telaio a traliccio in cromo molibdeno autocostruito ne fanno un ottimo veicolo da estremo in grado di dimostrarsi altamente competitivo sia sui tratti veloci che su quelli più impegnativi fra rocce e passaggi extreme. Grazie infatti al baricentro piuttosto basso e ai pesi ben bilanciati, la guida di questo buggy permette di affrontare senza alcun timore forti pendenze e passaggi laterali al limite del ribaltamento. Se l’abitacolo interno è decisamente essenziale, proprio come deve essere un mezzo di questo genere, ma con tutta la strumentazione necessaria, per il look esterno nulla è stato lasciato al caso: dalla forma squadrata che comunque ben si adatta anche ai percorsi più stretti dell’off road nostrano ai pesi contenuti (1460 kg a serbatoio pieno) sino alla livrea verde acceso (retaggio del primo tubolare di Ferrari) impreziosita da alcune personalizzazioni sia sulla leva del cambio che sul cofano motore. Ottima la scelta di adottare dei ponti Nissan fra i più robusti (se non i più robusti in assoluto) per affrontare gare di rock crawling così come altrettanto azzeccato l’intervento di taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra di quasi 30 mm. Per le sospensioni sono stati scelti dei performanti Orap sia all’anteriore che al posteriore che garantiscono un’ottima mobilità anche se dei coilover in sostituzione di questi Air Shocks potrebbero risultare ancora più adatti per completare questa costruzione. Sicuramente un progetto dove nulla è stato lasciato al caso e grazie al quale si è ottenuto un mezzo grintoso e scattante ma allo stesso tempo affidabile e robusto. In sostanza una vera e propria roccia. Di nome e di fatto.

IL PROPRIETARIO & COSTRUTTORE 
Marco Ferrari – contatti: fe***********@li****.it

Cell. 347.0712827 

PESI e MISURE 
Passo 108” (274 cm)
Larghezza 207 cm
Altezza massima 180 cm
Altezza da terra del telaio 57 cm
Altezza da terra dei differenziali 31 cm
Larghezza scocca 145 cm
Angolo di attacco frontale oltre 90°
Angolo di uscita posteriore oltre 90°
Peso 1460 kg (serbatoio pieno) – 800 kg anteriore e 460 kg posteriore
Capacita’ serbatoio 30lt

Elaborazione 4×4 Toyota Land Cruiser KZJ70 by Giorgio Venturi

Toyota Land Cruiser KZJ70 3.0 TD by Giorgio Venturi

Indistruttibile e inarrestabile come recita la scritta “dove finiscono i sogni degli altri, noi scaliamo una marcia e andiamo avanti…” . Robusto e affidabile grazie anche alla meccanica vecchio stile Toyota, il Land Cruiser KZJ70 – in questo servizio nella versione turbo diesel motorizzato 3.0 e con assetto mix fra Hot-Bits & Old Man Emu – è uno dei 4×4 più apprezzati del marchio giapponese per l’utilizzo in off road su percorsi nostrani e nel deserto.

Alimentato da ben 143 cavalli, questo passo corto in allestimento LX si è dimostrato perfettamente a suo agio sui tracciati fuoristradistici più impegnativi tra Forlì e dintorni dove, grazie anche alle dimensioni estremamente compatte, è stato protagonista di passaggi trial al limite dell’incredibile. A renderlo così performante e con un’escursione da far invidia agli assetti dei marchi più conosciuti non poteva che essere Giorgio Venturi, autore dell’allestimento interno ed esterno del 4×4 nella sua officina di Forlimpopoli (Via Maestri del Lavoro d’Italia 266, Forlì-Cesena, tel 0543.740195 cell 340.2241501). Appassionato di motori e off road sin da giovanissimo (tanto da lavorare 5 anni in Bmw per poi aprire la prima officina meccanica nel febbraio del 1978), Venturi è uno di quei personaggi che nel panorama fuoristradistico italiano hanno lasciato, e ancora oggi, lasciano il segno. Socio fondatore del 4×4 Romagna Team con Ezio Casadei, il preparatore romagnolo è stato non solo anima delle tante iniziative organizzate dal club di Castrocaro Terme ma anche protagonista di competizioni a livello nazionale, raduni e uscite off road, viaggi in Africa e campionati italiani trial e challenge.

Dopo l’esordio su un proto Range Rover 3.5 V8 in Libia e un tour 4×4 in Tunisia alla guida di un Terrano II (in coppia con Casadei), per Venturi è iniziata l’avventura Toyota che, meno di un anno fa, lo ha portato ad acquistare un KZJ70 del 1996 con 106 mila km di cui quasi 6 mila percorsi su e giù per gli sterrati dell’Emilia Romagna partecipando a decine di uscite fra cui quelle di Forlimpopoli e di Imola con gli amici del club Cinghiali del Santerno. Prossima destinazione? “Sicuramente l’Africa per testare questo performante 3.0 sulle piste di Tunisia e Libia – spiega Venturi – E’ un gran fuoristrada adatto, se equipaggiato con i giusti pneumatici, a percorrere gli sterrati più impegnativi dei nostri boschi anche con neve e fango! Ha un’ottima guidabilità ed è estremamente stabile anche nei passaggi laterali dimostrando massima aderenza sui terreni più sconnessi. E’ grintoso e scattante sin dai bassi regimi ed è in grado di sfoderare tutti i suoi cavalli non appena glielo si chiede…In una parola direi che è inarrestabile! L’unico difetto, se proprio vogliamo trovargliene uno, è il peso del retrotreno un po’ troppo leggero, nonostante la presenza del serbatoio supplementare”. Ma vediamo in dettaglio, modifiche e accessori (quasi tutti di produzione artigianale) realizzati su questo 3.0 di casa Toyota.

143 cavalli per il KZJ motorizzato 3.0
E’ un performante turbo diesel motorizzato 3.0 il cuore propulsivo di questo modello passo corto del marchio giapponese che, grazie ad alcune specifiche modifiche apportate dal preparatore, ha guadagnato una decina di cavalli passando così dai 132 di serie agli attuali 143. Per rendere più scattante il 4 cilindri in linea si è intervenuti prima sulla turbina originale aumentandone la pressione, portata a 1 bar, e poi regolando la pompa di iniezione con relativa ritaratura degli iniettori. Se il motore è stato dunque oggetto di sostanziali interventi di potenziamento, l’impianto elettrico è rimasto invece quasi completamente di serie ad eccezione della sostituzione della batteria in dotazione sull’LX rimpiazzata con una al gel, marca Daewoo, da 90 ampere, alloggiata nel vano motore lato guida, scelta perché più resistente alle sollecitazioni della guida in off road e per la durata superiore rispetto a quelle tradizionali. Di fabbricazione artigianale lo scarico con cui è stato equipaggiato questo Toyota: costruito interamente in acciaio inox, il nuovo impianto è stato adottato in sostituzione di quello originale, ora ancor più performante soprattutto in fase di accelerazione.

Roll bar e accessori racing
E’ realizzato con tubi di tipo Mannesmann, senza saldatura, il robusto roll bar interno scelto come dotazione di sicurezza per questo 70 versione LX. Di fabbricazione artigianale, l’intelaiatura del roll bar è stata progettata e costruita utilizzando una struttura in tubolare con diametro 42 e spessore 3 mm: imbullonata con apposite staffe di fissaggio sia sul tetto, all’altezza dei poggiatesta, che al telaio, sul lato destro e sinistro del vano bagagli, fornisce un’adeguata protezione sui percorsi off road più impegnativi così come in caso di appoggio laterale. Essenziale ma estremamente funzionale l’allestimento in stile racing dell’abitacolo anteriore dove nella parte centrale del cruscotto, sopra l’impianto radio cd, trova spazio il Terratrip Mega, dotato di doppia lettura e con schermo a cristalli liquidi, indispensabile per effettuare percorsi a road book. A completare la strumentazione di bordo c’è poi la radiotrasmittente CB, qui nella versione Midland Alan, alloggiata nel cassetto porta oggetti lato passeggero, con microfono altoparlante e antenna esterna (posizionata al centro del tetto). In sostituzione del volante di serie il preparatore ha scelto di adottarne uno più sportivo, a calice e in pelle nera, prodotto dall’italiana Sparco, mentre i sedili del Land Cruiser, già avvolgenti e con schienale reclinabile, sono rimasti quelli originali come pure le due slitte guida per lo scorrimento dei sedili stessi. Nel bagagliaio è stato collocato un capiente serbatoio da 105 litri destinato al carburante realizzato artigianalmente in acciaio inox e con al suo interno apposite paratie anti sciacquio. Posizionato fra i sedili e il cassettone in legno marino (spessore 2 cm) ancorato al pianale del Toyota con apposite staffe, il serbatoio aggiuntivo è collegato a quello di serie (da 80 litri) tramite una pompa elettrica che permette un facile travaso del gasolio anche in movimento. Il gavone home made realizzato con pannelli di legno impermeabile e con più scompartimenti si trasforma in un ottimo contenitore adatto allo stivaggio di accessori, attrezzatura da off road e di normale manutenzione del 70. Fissata con corde elastiche all’intelaiatura del roll bar, sempre nel vano bagagli lato passeggero del tre porte, si è scelto di alloggiare una pratica quanto indispensabile binda – una Hi-Lift da 120 cm. Non mancano poi ruota di scorta, crick idraulico, frigorifero e molle/ammortizzatori di ricambio posizionate all’interno del bagagliaio. Infine, per una migliore illuminazione del vano posteriore, è stato installato un faro brandeggiante regolabile dotato di luce da 45 watt: fissato al tetto tramite un’apposita piastra in alluminio mandorlato, permette di avere a disposizione un buon fascio luminoso anche all’esterno utilizzabile in caso di manovre o di allestimento di campi tendati.

Look esterno by Venturi 
E’ sobrio ed elegante il look total white di questo 3 porte del marchio Toyota a cui i paraurti artigianali, verniciati in nero opaco, conferiscono un aspetto decisamente sportivo, stile racing. Per l’anteriore il preparatore ha realizzato un paraurti in alluminio con struttura tubolare in lamiera dello spessore di 5 mm ancorato al telaio del KZJ con appositi fissaggi. Predisposto per l’alloggiamento del verricello, un Come Up 9000 con bocca in ghisa e cavo tessile da 40 metri, sul lato sinistro del paraurti trova spazio anche l’attacco rapido per l’impianto aria utilizzato per il gonfiaggio dei pneumatici . Sopra, ai lati della targa, sono invece stati posizionati due fari supplementari, marca Hella, con luce da 100 watt l’uno. A protezione del posteriore, si è scelto di installare un altro paraurti di produzione artigianale, sempre in alluminio con spessore 5 mm, più robusto rispetto all’originale e con linea sagomata per garantire un migliore angolo di attacco in fase di off road. Al centro della barra di protezione, in posizione ottimale nel caso di recuperi di altri fuoristrada, è stato fissato un apposito gancio per il traino. A completare l’equipaggiamento del KZJ70 c’è anche lo snorkel marca B.I.T., specifico per Land Cruiser, in materiale PVC color nero, fissato al telaio sul lato passeggero con apposite staffe. Rinforzate anche le pedane sottoporta del 4×4 di casa Toyota su cui si è intervenuti con il fissaggio di parafanghini supplementari a cui si è provveduto ad aggiungere anche strisce protettive in gomma di 5 cm.

Sottoscocca e sospensioni
Per il reparto sospensioni del 3.0 Venturi ha scelto di adottare sia all’avantreno che al retrotreno dei robusti ammortizzatori Hot-Bits, regolabili dall’esterno, in sostituzione degli originali meno performanti. A completare l’assetto ci sono due molle Old Man Emu + 5” che garantiscono al 70 un’ottima escursione anche nei passaggi laterali e nei twist più impegnativi. Fra le altre modifiche realizzate, per i puntoni sono stati adottati dei silent block in teflon, più resistenti rispetto a quelli di serie. Grande attenzione nella preparazione è stata rivolta anche alla protezione del reparto sottoscocca del Toyota che monta una piastra para riduttore realizzata artigianalmente in acciaio inox con lamiera spessore 4 mm. Al posteriore si è inoltre intervenuti con l’installazione del blocco del differenziale, un ARB, inseribile manualmente tramite mozzi. Sostituiti anche i tubi del bloccaggio del differenziale, anch’essi in materiale teflon come i silent block. Al centro del sottoscocca, lato passeggero, trova spazio anche una pratica bombola aggiuntiva della capacità di 10 litri che completa l’impianto di aria compressa scelto per il 70: presa dal vecchio allestimento di un Range Rover, è stata adattata per l’alloggiamento nel KZJ su cui è fissata con robuste piastre di sostegno. Per l’off road su fango e sterrati nostrani sono stati scelti dei pneumatici tassellati marca Ziarelli, modello Maxi, nella misura 235/75 R15 montati su cerchi in ferro, verniciati in nero opaco, versione Baja 7×15 con offset + 20. Di serie, sia all’anteriore che al posteriore, i freni del Toyota, rispettivamente a disco autoventilati e a tamburo. Fra gli interventi in programma c’è già la sostituzione dei tubi freni originali con altri di tipo aeronautico, in treccia metallica e rivestiti in teflon.

 

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Elaborazione 4×4 JEEP Cherokee XJ Sport 2.5

Considerato dagli appassionati di off road tra i fuoristrada “duri e puri” più ammirati ed apprezzati nel panorama motoristico mondiale, il Cherokee XJ motorizzato 2.5 è uno dei 4×4 leggendari prodotti dal marchio americano Jeep. Confortevole ed elegante come una berlina ma con tutti i vantaggi di un vero fuoristrada, questo XJ Sport, prodotto nel 1997 in 259 mila esemplari, è stato protagonista di un importante restyling richiesto dalla Casa Madre per rimodernarne carrozzeria ed interni grazie a linee decisamente più morbide. Robusto e affidabile, l’XJ ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio non solo sull’asfalto ma anche nell’off road più impegnativo nonostante misure non proprio compatte (4,30 mt di lunghezza per 1,80 mt di larghezza).

A trasformare uno Sport 2.5 originale in un 4×4 adatto a percorsi trial con assetto rialzato, pneumatici tassellati, paraurti rinforzati e bull bar ci ha pensato Michele Giannetti, classe 1979, appassionato di sport estremi fra cui soft air, arrampicata, trekking e mountain bike oltre che di motori e off road. “Un difetto del Cherokee? I ponti da sostituire sia all’anteriore che al posteriore con dei più robusti Dana 44 – spiega il proprietario – Per il resto l’XJ è un gran bel fuoristrada spazioso, affidabile e con un’ottima guidabilità sull’asciutto e sul fango anche se qualche cavallo in più non guasterebbe!”.

Al via del raduno internazionale di Gradisca così come sui tracciati marchigiani di San Settimio, sulla pista da trial di Ferrara e sulle colline di Bologna e provincia, questo 2.5 di casa Jeep ha percorso più di 5 mila km di puro off road fra boschi, guadi e sterrati di mezz’Italia. Ad occuparsi dell’allestimento interno ed esterno del Cherokee, realizzando artigianalmente quasi tutti gli accessori necessari per equipaggiarlo in stile racing, è stato proprio il preparatore romagnolo che ha fatto del 4×4 americano un perfetto compromesso fra berlina e sport vehicle. “L’assetto scelto per l’XJ è adatto a percorsi misti e trialistici anche se un ulteriore rialzo di 7/8 cm ne permetterebbe una mobilità migliore senza per questo compromettere la stabilità del baricentro – conclude Giannetti che alla guida del suo 4×4 collabora con Protezione Civile e Nucleo Sommozzatori di Imola – Molle ed ammortizzatori copiano bene le asperità del terreno rendendo la guida confortevole anche in fuoristrada.

I consumi di carburante non sono eccessivi mentre i pezzi di ricambio originali sono piuttosto costosi e difficilmente reperibili come usato dai demolitori”. Ma vediamo in dettaglio modifiche ed interventi realizzati su questo 5 porte del marchio americano testato e fotografato sulle colline bolognesi e nell’Officina Pirazzoli di Toscanella (Via Morandi, 180 – Bo) specializzata in preparazioni off road.

Motore originale da 115 cavalli
Propulsore turbo diesel per questo 115 cavalli di casa Jeep alimentato da motore 2499 cc della ferrarese VM, al momento ancora completamente di serie nonostante qualche cavallo in più, soprattutto sul veloce, sarebbe utile per renderlo ancora più performante. Unica modifica apportata a questa versione Sport dell’XJ, la sostituzione della batteria originale da 80 ampere con una modello Artic – specifica per le basse temperature – con amperaggio maggiorato da 100 volt. Con picco di coppia fra 300 e 340 Nm a 2000 giri/minuto, questo passo lungo – con 4 cilindri in linea – dimostra non solo di essere affidabile e robusto ma anche grintoso e scattante nonostante peso e dimensioni non poco ingombranti che lo caratterizzano.

Un 2.5 dal look aggressivo
Total black con rifiniture in mandorlato per il look aggressivo di questo Cherokee motorizzato 2.5 che si presenta con accessori off road – paraurti, bull bar e snorkel – in nero opaco. Per sostituire il paraurti anteriore di serie è stato scelto un ARB in acciaio 5 mm abbinato ad un resistente bull bar, sempre in inox ma da 3 mm, predisposto per ospitare il verricello, un Warn modello 9000 con cavo tessile Dyneema da 30 metri e grill per strop. Per proteggere il radiatore del Cherokee da sassi e fango è stata poi modificata la mascherina originale che al posto della griglia a lamelle ha visto l’installazione di una rete elettrosaldata in inox con disegni a rombo. Costruito artigianalmente lo snorkel in acciaio 6/10 fissato al montante del lato passeggero con apposite staffe rivettate: per collegare quest’impianto aggiuntivo di aspirazione al filtro dell’aria il preparatore ha utilizzato un robusto tubo corrugato in teflon adatto alle alte temperature alloggiato nell’intercapedine sopra il passaruota e il vano motore. Per migliorare l’illuminazione anteriore nell’off road notturno così come nell’allestimento dei campi, Giannetti ha scelto di installare 5 fari da 55 watt l’uno fissati direttamente sul portapacchi: di forma rettangolare, i punti luce supplementari sono orientabili e richiudibili verso il basso come richiesto dalle vigenti norme di circolazione. Home made il robusto portapacchi in alluminio mandorlato con spessore 3 mm (e mandorla da 5) fissato al tetto del Cherokee grazie a 6 piastre di attacco – tre per lato – prese da una Fiat Panda. Fra gli accessori posizionati sul portapacchi, l’immancabile binda Hi-Lift alta 150 cm, fissata con un’apposita piastra di sostegno. A completare il look sobrio ma aggressivo del 2.5 ci sono il paraurti posteriore e i parafanghi aggiuntivi, entrambi progettati nell’officina di casa. Al retrotreno è stato adottato un paraurti sagomato ai lati costruito in acciaio 5 mm su cui sono state realizzate alle estremità due scritte Jeep con taglio al laser: più pesante rispetto all’originale, il nuovo paraurti garantisce però un miglior angolo d’attacco all’XJ soprattutto nell’off road più impegnativo. Infine per rendere più funzionali le 4 protezioni laterali sopra i passaruota sono stati applicati dei parafanghi in plastica morbida adatti a contenere maggiormente schizzi di fango e terra.

Allestimento interno per tutte le esigenze
Non manca veramente nulla all’allestimento interno di questo modello Jeep che nel vano bagagli ha il suo fiore all’occhiello. Se l’abitacolo anteriore è in stile racing con sedili sportivi reclinabili by Pilot e radio CB Midland con microfono esterno e antenna calamitata, il bagagliaio ospita tutta l’attrezzatura indispensabile per l’off road fra cui spicca il semplice ma innovativo serbatoio supplementare per l’acqua. Realizzato utilizzando una tanica carburante da 20 litri, adeguatamente trattata con antiruggine, il serbatoio è dotato di due attacchi rapidi da compressore, uno di mandata per fornire pressione e l’altro in uscita per permettere l’afflusso dell’acqua, il tutto completato da un regolatore di pressione che ne determina la potenza del getto. Con questo sistema si può così utilizzare anche una doccia, fissata alla carrozzeria o al paraurti con una piastra calamitata, che collegata al serbatoio e al compressore monocilindrico eroga acqua fredda. Fra i prossimi interventi da realizzare, l’installazione di un Webasto ad acqua che opportunatamente collegato al serbatoio permetta di avere acqua calda. Il vano bagagli ospita poi una cassettiera in legno con pannelli dello spessore di 2 cm dotata di tre scomparti e di cerniere di chiusura: al suo interno trovano spazio ricambi e accessori per il fuoristrada tra cui set chiavi inglesi, crick idraulici, ripara gomme, fusibili e minuteria. Sul lato destro del bagagliaio sono stati posizionati l’inverter da 300 watt e il compressore ARB alloggiato nel vano sopra il passaruota utilizzato per azionare il blocco anteriore e posteriore e l’erogazione dell’acqua. Per attivare il monocilindrico non poteva mancare la pulsantiera on/off fissata nel cubby box fra i due sedili grazie ad una piastra in alluminio rivestita in carbonio. Grande attenzione anche per le dotazioni di sicurezza con un pratico estintore da 2 kg fissato sul lato sinistro del bagagliaio e alla valigetta di pronto soccorso per le emergenze sempre a portata di mano. Al centro dell’abitacolo posteriore sono state alloggiate la ruota di scorta e la pala in alluminio mentre sul cruscotto del Cherokee trovano spazio GPS e impianto video stereo con monitor LCD a 7 pollici per un tocco high tech.

Pneumatici, sottoscocca e sospensioni 
Per affrontare al meglio i percorsi off road più hard il preparatore ha scelto di equipaggiare questo 4×4 con pneumatici aggressivi e da estremo dotati di ottimo drenaggio sul fango, caratteristiche ritrovabili nelle coperture Shark della Tagom Tires qui nella misura 235/75 R15. I 5 pneumatici sono montati sui cerchi in ferro di una Jeep Wrangler. Per quanto riguarda il sottoscocca al momento si è deciso di adottare soltanto una piastra di protezione per il serbatoio carburante: realizzata in alluminio mandorlato da 3 mm, è stata sagomata e fissata al telaio con staffe laterali per permetterne anche l’utilizzo come slitta nell’off road. Grande attenzione è stata poi dedicata al reparto sospensioni dove Giannetti è intervenuto sostituendo molle ed ammortizzatori di serie con dei più performanti Old Man Emu con rialzo + 4 pollici abbinando al posteriore balestre da carico pesante a cui è stato aggiunto un ulteriore foglio lamellare. Gli ammortizzatori, sia all’anteriore che al posteriore, sono dei Nitrocharger con gas speciale a bassa pressione e a doppia camera di protezione. A disco i freni all’avantreno e a tamburo quelli al retrotreno anche se è in programma di adottare al posteriore gli stessi freni dell’anteriore. Fra le prossime modifiche da realizzare sul Cherokee ci sono la sostituzione dei puntoni originali con altri rinforzati e lo spostamento della scatola del cambio da collocare in una posizione più protetta mentre per il reparto assetto si potrebbe intervenire con l’adozione di uno step OME che permetta il rialzo del fuoristrada di altri 7/8 cm.

 

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