Elaborazione 4×4 Suzuki Santana SJ 413

Warner Bros Production. Sembra uscito direttamente da un episodio della famosa casa cinematografica statunitense il Suzuki SJ413 Santana di Mirco Mimuli che il suo gioiello a quattro ruote motrici lo ha sapientemente trasformato a immagine e somiglianza di un celebre personaggio dei cartoni animati. Qualche indizio? “Oh oh…mi è semblato di vedele un gatto…” è il motto che lo ha fatto conoscere a tutti sin dagli anni’ 80.
E si, perché il simpatico due zampe a cui tanto somiglia questo SJ di casa Suzuki, nient’altri è se non Titti, il giallo canarino da sempre antagonista di gatto Silvestro. E a guardarli bene, questo Santana e Titti di cose in comune ne hanno davvero molte: non solo il colore giallo e le dimensioni compatte ma scattanti di tutti e due ma anche il piglio un po’ vanitoso e l’aria da furbetti.
Mirco, classe 1983, è cresciuto nella provincia di Ravenna a pane e motori, tanto da appassionarsi sin da piccolo al mondo dell’off road.

Il suo Suzuki SJ del 1989 – ultimo anno di produzione di questo modello del marchio giapponese che null’altro è se non l’evoluzione del vecchio LJ80 – è sicuramente uno dei fuoristrada più originali presenti nel panorama italiano grazie non solo al look esterno ma anche al particolare gusto per accessori racing e “tono su tono” che hanno trovato spazio all’interno dell’abitacolo.
Se alle balestre originali sono stati affiancati degli ammortizzatori + 3 pollici della Performance 4×4 che ne hanno migliorato la mobilità anche nei twist più impegnativi, il reparto sottoscocca è stato protagonista di alcuni semplici ma importanti accorgimenti fra cui l’installazione di una slitta paraserbatoio e di una a protezione del riduttore.
Equipaggiato con blocchi e super ridotte questo scattante 4×4 di difetti ne ha veramente pochi…

“Diciamo che il confort di guida non è il certo il pregio maggiore di questo mezzo ma d’altronde non si può pretendere tutto! – scherza Mirco – L’SJ è estremamente leggero e compatto oltre che maneggevole per affrontare i percorsi off road nostrani…Qualche intervento già in programma per migliorarne la preparazione? Beh, direi l’installazione di un roll bar a garanzia di maggiore sicurezza anche nel fuoristrada più estremo e nuove cinture a 4 punti. E poi forse anche il motore di una Vitara 1.6 a iniezione.”
Impegnato ad affrontare prove trial e percorsi sterrati veloci sull’Appennino tosco romagnolo, Titti – così Mirco ha ribattezzato il suo SJ – si è destreggiato alla perfezione dimostrando di possedere tutte le qualità di un buon fuoristrada: agile e scattante. Proprio come il più famoso personaggio dei cartoni animati.
E la scritta sul lunotto posteriore “Titti saluta tutti….” la dice lunga sulla sua indole off road. Vedere per credere!

Motore 1.3 da 63 cavalli 
E’ un cuore propulsore da 1.3 cc che eroga 63 cavalli ad alimentare il Suzuki SJ413 del 1989 protagonista di queste pagine di Suv & Fuoristrada. Per rendere ancora più performante un 4×4 già di per sé grintoso, il preparatore ravennate ha optato per la sostituzione del carburatore originale con uno di derivazione Fiat Tipo 1.4 oltre all’installazione dell’idroguida di una Vitara 1.6 che ha reso estremamente più maneggevoli le manovre di guida sia su strada che in OR. Il filtro aria è ancora quello in dotazione di serie anche se c’è già in progetto di sostituirlo con uno della BMC specifico per l’utilizzo in off road. Anche l’impianto elettrico è quello di fabbricazione ad eccezione della batteria che è stata sostituita con una High Performance Plus da 80 Ah mentre per migliorare la visibilità notturna sono stati scelti due fari supplementari Hella alloggiati sopra il paraurti anteriore. Nel vano motore, in alto a destra, è stato inoltre installato il compressore Air Locker della ARB, collegato ai blocchi differenziale anteriore e posteriore, fissato con un supporto in alluminio anodizzato. Modifica home made infine per l’impianto di scarico su cui si è deciso di intervenire con la realizzazione e l’installazione di un terminale più corto di circa 50 cm rispetto all’originale che ora si presenta con un’estetica ed un sound molto più simili a quelli di uno scarico da moto.

Allestimento esterno ed interno
Decisamente accattivante il look di questo 1.3 che sia all’esterno che all’interno si presenta con un equipaggiamento sobrio ma assolutamente funzionale. La simpatica livrea total yellow con cappottina rigida nera è abbinata ad un paraurti rinforzato in alluminio con spessore 0.5 mm di produzione Raptor scelto per equipaggiare l’avantreno perché più robusto per l’off road estremo. Sopra il front bumper sono stati fissati con appositi supporti di sostegno due fari supplementari di profondità del marchio Hella. Inoltre, fra la dotazione fuoristradistica di questo SJ, non poteva mancare il winch, in questo caso specifico un T-Max modello Pew-9500 da 12 v, con cavo tessile da 25 metri e bocca cavo in alluminio, alloggiato nell’apposita predisposizione del paraurti sagomato. Robusto ferro invece per il rear bumper costruito artigianalmente da Mimuli su misura per il suo Suzuki e con alloggiamento per la fanaleria originale dell’SJ. All’anteriore, in alto sul cofano motore, è stata installata una presa d’aria ribassata in resistente acciaio inox utile ad impedire a fango e foglie di intasare l’entrata dell’aria. Al retrotreno troviamo invece un faro da lavoro, sempre by Hella, e l’antenna del CB, entrambi fissati al portellone posteriore con due staffe di supporto.

Il preparatore ha optato poi per l’installazione di una cappottina rigida che ha strasformato questo cabrio in un tre porte chiuso. Stile racing anche per l’allestimento interno dove si sono scelti accessori utili per chi pratica off road. Il volante di serie è stato sostituito con uno sportivo della Simoni Racing, a calice, in pelle nera con inserto centrale in alluminio, mentre i sedili sono degli avvolgenti reclinabili, sempre in pelle, della FK abbinati a cinture di sicurezza originali. Le guide scorri sedili sono state invece oggetto di un intervento di modifica da parte del preparatore che le ha adattate ai nuovi seats. La pedaliera è in alluminio antiscivolo della OMP Racing con pedale dell’acceleratore con fulcro alto. Qualche modifica ha interessato anche il cruscotto dell’SJ dove sono stati alloggiati – su una piastra in alluminio sul lato destro del volante – i comandi on/off dei blocchi differenziale anteriore e posteriore e del relativo compressore. Sempre sul cruscotto trovano spazio un pratico staccabatteria specifico per il winch, l’altoparlante esterno abbinato alla ricetrasmittente CB Midland Alan 100 Plus con microfono e un nuovo impianto stereo alloggiato nel suo vano originale. Nel bagagliaio, dietro ai sedili, ci sono una cassa porta attrezzi realizzata in mandorlato con spessore 3 mm costruita su misura per riporvi strop, grilli e accessori da off road oltre ad un pneumatico di scorta.

Assetto Performance 4×4 e pneumatici Ziarelli
Nonostante siano già in programma alcuni interventi di miglioria da effettuare su questo tre porte di casa Suzuki (fra cui l’installazione di un body lift che, rialzando la scocca dal telaio tramite spessori, permetta di creare più spazio per gli pneumatici e di incrementare così l’angolo di attacco e di uscita dell’SJ), questo 4×4 non ha davvero nulla da invidiare in fatto di allestimento. Fiore all’occhiello della sua preparazione è sicuramente il reparto sospensioni dove il preparatore ha scelto di affiancare alle balestre originali dei performanti ammortizzatori monotubo della Performance 4×4 + 3 pollici sia all’anteriore che al posteriore: risultato, un’eccellente combinazione fra accessori di serie e altri griffati che hanno permesso di ottenere una guida scattante anche nell’off road più impegnativo seppur non molto confortevole su asfalto. All’anteriore gli shock absorbers hanno un’estensione di 53 cm tutti aperti e di 34 cm chiusi, mentre al posteriore la massima apertura è di 50 cm e di 31 in compressione. Se gli organi di trasmissione sono ancora quelli in dotazione di serie, il cambio a 5 marce è stato modificato con l’installazione delle super ridotte della Totani Off Road Technologies che, accorciando i rapporti, fa si che aumentino i valori di coppia che il motore trasmette agli assi. L’SJ monta anche due blocchi Air Locker della ARB. Il preparatore ha poi optato per installare nel sottoscocca del Suzuki due slitte di protezione decisamente utili per chi pratica off road su fango e roccia: una è la piastra paraserbatoio in duralluminio con spessore 0.5 mm di produzione Zanfi.it, scelta in sostituzione di quella originale, l’altro è un kit di di protezione riduttore Extreme Competition (sempre by Zanfi.it), con supporti anti rottura in sostituzione di quelli in gomma, che salvaguarda il riduttore anche nell’off road più estremo. Il reparto freni invece è ancora originale sia all’anteriore che al posteriore. A completare l’equipaggiamento dell’SJ413 sono delle tassellate ricoperte della Ziarelli modello Extreme Forest nella misura 195/80 R15, montate su cerchi in ferro neri, e con distanziali + 3 cm by Totani. Della AVM i mozzi da inserire/disinserire manualmente per avere quattro ruote motrici nella guida in fuoristrada.

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Elaborazione 4×4 JEEP Cherokee XJ Sport 2.5

Considerato dagli appassionati di off road tra i fuoristrada “duri e puri” più ammirati ed apprezzati nel panorama motoristico mondiale, il Cherokee XJ motorizzato 2.5 è uno dei 4×4 leggendari prodotti dal marchio americano Jeep. Confortevole ed elegante come una berlina ma con tutti i vantaggi di un vero fuoristrada, questo XJ Sport, prodotto nel 1997 in 259 mila esemplari, è stato protagonista di un importante restyling richiesto dalla Casa Madre per rimodernarne carrozzeria ed interni grazie a linee decisamente più morbide. Robusto e affidabile, l’XJ ha dimostrato di essere perfettamente a suo agio non solo sull’asfalto ma anche nell’off road più impegnativo nonostante misure non proprio compatte (4,30 mt di lunghezza per 1,80 mt di larghezza).

A trasformare uno Sport 2.5 originale in un 4×4 adatto a percorsi trial con assetto rialzato, pneumatici tassellati, paraurti rinforzati e bull bar ci ha pensato Michele Giannetti, classe 1979, appassionato di sport estremi fra cui soft air, arrampicata, trekking e mountain bike oltre che di motori e off road. “Un difetto del Cherokee? I ponti da sostituire sia all’anteriore che al posteriore con dei più robusti Dana 44 – spiega il proprietario – Per il resto l’XJ è un gran bel fuoristrada spazioso, affidabile e con un’ottima guidabilità sull’asciutto e sul fango anche se qualche cavallo in più non guasterebbe!”.

Al via del raduno internazionale di Gradisca così come sui tracciati marchigiani di San Settimio, sulla pista da trial di Ferrara e sulle colline di Bologna e provincia, questo 2.5 di casa Jeep ha percorso più di 5 mila km di puro off road fra boschi, guadi e sterrati di mezz’Italia. Ad occuparsi dell’allestimento interno ed esterno del Cherokee, realizzando artigianalmente quasi tutti gli accessori necessari per equipaggiarlo in stile racing, è stato proprio il preparatore romagnolo che ha fatto del 4×4 americano un perfetto compromesso fra berlina e sport vehicle. “L’assetto scelto per l’XJ è adatto a percorsi misti e trialistici anche se un ulteriore rialzo di 7/8 cm ne permetterebbe una mobilità migliore senza per questo compromettere la stabilità del baricentro – conclude Giannetti che alla guida del suo 4×4 collabora con Protezione Civile e Nucleo Sommozzatori di Imola – Molle ed ammortizzatori copiano bene le asperità del terreno rendendo la guida confortevole anche in fuoristrada.

I consumi di carburante non sono eccessivi mentre i pezzi di ricambio originali sono piuttosto costosi e difficilmente reperibili come usato dai demolitori”. Ma vediamo in dettaglio modifiche ed interventi realizzati su questo 5 porte del marchio americano testato e fotografato sulle colline bolognesi e nell’Officina Pirazzoli di Toscanella (Via Morandi, 180 – Bo) specializzata in preparazioni off road.

Motore originale da 115 cavalli
Propulsore turbo diesel per questo 115 cavalli di casa Jeep alimentato da motore 2499 cc della ferrarese VM, al momento ancora completamente di serie nonostante qualche cavallo in più, soprattutto sul veloce, sarebbe utile per renderlo ancora più performante. Unica modifica apportata a questa versione Sport dell’XJ, la sostituzione della batteria originale da 80 ampere con una modello Artic – specifica per le basse temperature – con amperaggio maggiorato da 100 volt. Con picco di coppia fra 300 e 340 Nm a 2000 giri/minuto, questo passo lungo – con 4 cilindri in linea – dimostra non solo di essere affidabile e robusto ma anche grintoso e scattante nonostante peso e dimensioni non poco ingombranti che lo caratterizzano.

Un 2.5 dal look aggressivo
Total black con rifiniture in mandorlato per il look aggressivo di questo Cherokee motorizzato 2.5 che si presenta con accessori off road – paraurti, bull bar e snorkel – in nero opaco. Per sostituire il paraurti anteriore di serie è stato scelto un ARB in acciaio 5 mm abbinato ad un resistente bull bar, sempre in inox ma da 3 mm, predisposto per ospitare il verricello, un Warn modello 9000 con cavo tessile Dyneema da 30 metri e grill per strop. Per proteggere il radiatore del Cherokee da sassi e fango è stata poi modificata la mascherina originale che al posto della griglia a lamelle ha visto l’installazione di una rete elettrosaldata in inox con disegni a rombo. Costruito artigianalmente lo snorkel in acciaio 6/10 fissato al montante del lato passeggero con apposite staffe rivettate: per collegare quest’impianto aggiuntivo di aspirazione al filtro dell’aria il preparatore ha utilizzato un robusto tubo corrugato in teflon adatto alle alte temperature alloggiato nell’intercapedine sopra il passaruota e il vano motore. Per migliorare l’illuminazione anteriore nell’off road notturno così come nell’allestimento dei campi, Giannetti ha scelto di installare 5 fari da 55 watt l’uno fissati direttamente sul portapacchi: di forma rettangolare, i punti luce supplementari sono orientabili e richiudibili verso il basso come richiesto dalle vigenti norme di circolazione. Home made il robusto portapacchi in alluminio mandorlato con spessore 3 mm (e mandorla da 5) fissato al tetto del Cherokee grazie a 6 piastre di attacco – tre per lato – prese da una Fiat Panda. Fra gli accessori posizionati sul portapacchi, l’immancabile binda Hi-Lift alta 150 cm, fissata con un’apposita piastra di sostegno. A completare il look sobrio ma aggressivo del 2.5 ci sono il paraurti posteriore e i parafanghi aggiuntivi, entrambi progettati nell’officina di casa. Al retrotreno è stato adottato un paraurti sagomato ai lati costruito in acciaio 5 mm su cui sono state realizzate alle estremità due scritte Jeep con taglio al laser: più pesante rispetto all’originale, il nuovo paraurti garantisce però un miglior angolo d’attacco all’XJ soprattutto nell’off road più impegnativo. Infine per rendere più funzionali le 4 protezioni laterali sopra i passaruota sono stati applicati dei parafanghi in plastica morbida adatti a contenere maggiormente schizzi di fango e terra.

Allestimento interno per tutte le esigenze
Non manca veramente nulla all’allestimento interno di questo modello Jeep che nel vano bagagli ha il suo fiore all’occhiello. Se l’abitacolo anteriore è in stile racing con sedili sportivi reclinabili by Pilot e radio CB Midland con microfono esterno e antenna calamitata, il bagagliaio ospita tutta l’attrezzatura indispensabile per l’off road fra cui spicca il semplice ma innovativo serbatoio supplementare per l’acqua. Realizzato utilizzando una tanica carburante da 20 litri, adeguatamente trattata con antiruggine, il serbatoio è dotato di due attacchi rapidi da compressore, uno di mandata per fornire pressione e l’altro in uscita per permettere l’afflusso dell’acqua, il tutto completato da un regolatore di pressione che ne determina la potenza del getto. Con questo sistema si può così utilizzare anche una doccia, fissata alla carrozzeria o al paraurti con una piastra calamitata, che collegata al serbatoio e al compressore monocilindrico eroga acqua fredda. Fra i prossimi interventi da realizzare, l’installazione di un Webasto ad acqua che opportunatamente collegato al serbatoio permetta di avere acqua calda. Il vano bagagli ospita poi una cassettiera in legno con pannelli dello spessore di 2 cm dotata di tre scomparti e di cerniere di chiusura: al suo interno trovano spazio ricambi e accessori per il fuoristrada tra cui set chiavi inglesi, crick idraulici, ripara gomme, fusibili e minuteria. Sul lato destro del bagagliaio sono stati posizionati l’inverter da 300 watt e il compressore ARB alloggiato nel vano sopra il passaruota utilizzato per azionare il blocco anteriore e posteriore e l’erogazione dell’acqua. Per attivare il monocilindrico non poteva mancare la pulsantiera on/off fissata nel cubby box fra i due sedili grazie ad una piastra in alluminio rivestita in carbonio. Grande attenzione anche per le dotazioni di sicurezza con un pratico estintore da 2 kg fissato sul lato sinistro del bagagliaio e alla valigetta di pronto soccorso per le emergenze sempre a portata di mano. Al centro dell’abitacolo posteriore sono state alloggiate la ruota di scorta e la pala in alluminio mentre sul cruscotto del Cherokee trovano spazio GPS e impianto video stereo con monitor LCD a 7 pollici per un tocco high tech.

Pneumatici, sottoscocca e sospensioni 
Per affrontare al meglio i percorsi off road più hard il preparatore ha scelto di equipaggiare questo 4×4 con pneumatici aggressivi e da estremo dotati di ottimo drenaggio sul fango, caratteristiche ritrovabili nelle coperture Shark della Tagom Tires qui nella misura 235/75 R15. I 5 pneumatici sono montati sui cerchi in ferro di una Jeep Wrangler. Per quanto riguarda il sottoscocca al momento si è deciso di adottare soltanto una piastra di protezione per il serbatoio carburante: realizzata in alluminio mandorlato da 3 mm, è stata sagomata e fissata al telaio con staffe laterali per permetterne anche l’utilizzo come slitta nell’off road. Grande attenzione è stata poi dedicata al reparto sospensioni dove Giannetti è intervenuto sostituendo molle ed ammortizzatori di serie con dei più performanti Old Man Emu con rialzo + 4 pollici abbinando al posteriore balestre da carico pesante a cui è stato aggiunto un ulteriore foglio lamellare. Gli ammortizzatori, sia all’anteriore che al posteriore, sono dei Nitrocharger con gas speciale a bassa pressione e a doppia camera di protezione. A disco i freni all’avantreno e a tamburo quelli al retrotreno anche se è in programma di adottare al posteriore gli stessi freni dell’anteriore. Fra le prossime modifiche da realizzare sul Cherokee ci sono la sostituzione dei puntoni originali con altri rinforzati e lo spostamento della scatola del cambio da collocare in una posizione più protetta mentre per il reparto assetto si potrebbe intervenire con l’adozione di uno step OME che permetta il rialzo del fuoristrada di altri 7/8 cm.

 

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