Dall’Ungheria alla Sierra Leone: 17 giorni, 14 tappe, più di 8 mila chilometri (500 al giorno di media) e due progetti solidali. Il rally amatoriale più grande del mondo, la Budapest-Bamako, è pronto per la sua 13^ edizione in programma dal 31 Gennaio al 16 Febbraio 2020. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Chi non sogna (o ha sognato) la Dakar, l’Africa e il Sahara? La Budapest-Bamako, The Great African Run, è dedicata a loro, a chi il deserto e i paesaggi africani li ha nel cuore. Competizione amatoriale, avventura estrema e manifestazione solidale: insomma, uno di quegli eventi che lascia il segno. Un viaggio di migliaia di chilometri, su terreni spesso ostili, che da una delle più suggestive capitali d’Europa, Budapest per l’appunto, accompagna sino al continente africano. Giunto alla sua tredicesima edizione, nel 2020 il raduno amatoriale più grande del mondo ritorna in Africa occidentale con un tracciato che si preannuncia come il più lungo e impegnativo nella storia della Budapest-Bamako: “Non ci siamo mai avventurati così profondamente nel cuore dell’Africa occidentale: il percorso sarà spettacolare e difficile allo stesso tempo – spiega Andrew G. Szabo, creatore dell’evento – Una corsa come sempre piena di colpi di scena, tante curve e avventure inaspettate. Per le squadre in categoria racing e 4×4 il tracciato sarà sorprendente e molto molto impegnativo. Per gli iscritti in moto ci saranno paesaggi naturali mozzafiato e un itinerario tutt’altro che semplice ma che darà grandi soddisfazioni”. Provenienti da Ungheria, Spagna, Finlandia, Lituania, Romania, Repubblica Ceca, Croazia ma anche Canada, Australia e India (oltre a tanti altri paesi), più di 250 equipaggi su due e quattro ruote stanno ultimando la preparazione in vista della partenza. E per l’Italia? A tenere alti i colori del nostro paese sarà la bravissima Laura Cola in sella alla sua Honda CRF250 Rally (Team Applebanger-Horowitz). Pronti a seguire la “grande corsa africana”?
Come partecipare alla Budapest-Bamako
Quattro le categorie a cui ci si può iscrivere. Per i più competitivi l’immancabile “Racing” in cui gli equipaggi dovranno completare le tappe giornaliere partendo dal punto di start e arrivando a quello finale: lungo la strada “punti di navigazione” prestabiliti, di solito dati da coordinate GPS, dovranno essere trovati, fotografati e riportati su una tabella di gara quotidiana. A vincere, la squadra con più punti. La velocità non sarà però un fattore decisivo (anzi per gli eccessi di speed in prossimità e nelle aree residenziali saranno assegnate penalità). Conteranno di più abilità di guida e navigazione. Per chi sceglierà invece di schierarsi nella “Touring 4×4” non saranno previsti punteggi, sfide o luoghi in cui arrivare e da fotografare: gli equipaggi qui iscritti riceveranno un roadbook dettagliato con le tappe giornaliere e alcuni aiuti quotidiani alla navigazione. Avventura, scoperta, feeling con gli altri partecipanti e la visita a luoghi del mondo che non si sapeva neppure esistessero saranno gli unici elementi fondamentali. I tracciati offroad impegnativirichiedono però l’utilizzo di un buon veicolo a trazione integrale. Chi non possiede un 4×4 può iscriversi nella “Touring” e partecipare con un’autovettura (è consigliata però un minimo di preparazione) anche se stare dietro al volante di un veicolo senza quattro ruote motrici non garantisce certo l’assenza di strade sterrate o tratti difficili da affrontare. Infine, la “spirit category”. Di cosa si tratta? In pratica è la stessa del “Touring” ma vi si partecipa senza tassa d’iscrizione. A patto che si mantenga lo spirito originale della manifestazione e che, con il proprio progetto, si rientri in quei 20 posti disponibili ad ogni edizione.
Il percorso dell’edizione 2020
La manifestazione partirà ancora una volta da una delle città più
belle d’Europa, Budapest, il 31 Gennaio 2020. Una lunga fase di
maratona in Europa porterà poi le squadre iscritte a raggiungere
Genova o uno dei porti spagnoli per la traversata in traghetto (le
attività di gara si svolgeranno solo in Ungheria e Slovenia la notte
della partenza).
Una volta giunti in Marocco, spettacolari
strade di montagna e percorsi rocciosi attraverso l’Atlante
porteranno fin sulle vecchie piste della celebre Dakar. Il tracciato
si snoderà sul lato orientale più caldo e meno umido del paese
cercando di evitare pioggia e neve; tappe complesse e impegnative ma
più brevi per permettere di sperimentare e scoprire questo
fantastico territorio. A Zagora e nell’Erg Chigaga i team potranno
osservare da vicino la vita touareg e le culture sahariane prima di
proseguire sulle strade sterrate del Sahara. La manifestazione
trascorrerà una notte intorno alla sorgente termale segreta di
Dakhla. Si raggiungeranno poi i luoghi più spettacolari della
Mauritania con alcune destinazioni classiche e pura guida sahariana.
Cosa attendersi? Dune di sabbia dorata, sentieri e saline veloci e,
non per ultimo, il suggestivo Parco Nazionale Banc D’Arguin. Team e
fuoristrada avranno la possibilità di guidare nelle sabbie più
profonde del Sahara. Savane erbose daranno poi il benvenuto in
Senegal: qui si potrà scoprire la vita tradizionale dei villaggi
africani sotto antichi baobab, guardare ippopotami e coccodrilli nel
fiume Gambia o visitare il Parco Nazionale Simenti per giocare con le
scimmie. A sostituire le savane saranno aree verdi boscose e umide:
gli equipaggi attraverseranno gli altipiani montuosi dalla Guinea
centrale alla Sierra Leone settentrionale entrando nel territorio di
una delle destinazioni turistiche più trascurate al mondo seppur
caratterizzata da spiagge sabbiose con grandi palme e pittoreschi
villaggi africani. Un breve soggiorno a Bumbuna Falls precederà il
traguardo ospitato nella capitale costiera di Freetown. Sarà lo
stadio nazionale di calcio Siaka Stevens (abbastanza grande
per ospitare oltre 250 veicoli e migliaia di tifosi locali),
intitolato al primo presidente della Sierra Leone che ne approvò la
costruzione, a accogliere la cerimonia di arrivo. “Siamo
entusiasti del fatto che le squadre potranno tagliare il traguardo
nella sede sportiva più importante del paese – conclude Andrew
G. Szabo – Non avremmo potuto trovare un luogo migliore e più
adatto. In bocca al lupo a tutti gli iscritti: sarà un’avventura
straordinaria”.
Fuoristrada e solidarietà
Da sempre la Budapest-Bamako abbina offroad e avventura a progetti soldali. Per questa edizione sono ben due le iniziative a cui gli organizzatori lavorano da tempo. Il primo riguarda il progetto “Acqua pulita per il Senegal” che ha come obiettivo quello di fornire un sistema di acqua potabile per il villaggio di Dindefelo con pompe ad energia solare e un sistema di filtrazione. La cerimonia di inaugurazione dovrebbe avvenire il 13 febbraio 2020. L’altro invece è la piantumazione di alberi da frutto e da olio medicinale in Sierra Leone per
compensare le emissioni di carbonio: il paese è stato purtroppo vittima di tagli selvaggi e numerosi incendi in agricoltura oltre che di pratiche irresponsabili di gestione delle foreste. “Puntiamo a piantare 2000 alberi che non solo miglioreranno la qualità dell’aria e forniranno ombra ma produrranno entrate in contanti per gli abitanti del villaggio per molti anni a venire. Il nostro progetto mira a distribuire e piantare alberi di Neem e altri da frutto lungo il percorso di Bumbuna Falls Freetown. E agli abitanti del villaggio verrà insegnato come gestire e prendersi cura degli alberi” – concludono dallo staff organizzatore.
Informazioni su www.budapestbamako.org
Testo Sonja Vietto Ramus
Foto courtesy Budapest-Bamako