Elaborazione 4×4 Daihatsu Rocky 2.8 F70

Pubblicato il 6 Agosto 2012 Categorie: Elaborazioni 4x4Offroadweb

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di ORW

Look sobrio ma verve decisamente corsaiola per la Daihatsu Rocky motorizzata 2.8 in gara nel Campionato Italiano Cross Country Rally 2010 con i colori della scuderia modenese “Tuareg Team 4×4” di Andrea Debbi, pilota e team manager con la passione, neanche a dirlo, della meccanica e delle quattro ruote. Di fabbricazione giapponese, questo performante modello F70 del 1988 con alimentazione a gasolio e 150 cavalli di potenza (contro gli 80 in dotazione di serie), è sceso in pista sui tracciati dell’Italian Baja di Pordenone per la prima ufficiale dell’equipaggio Chiara Zoppellaro e Lidia Gecchele, pilota e navigatrice del “Pink 4×4 Italia”, che ha conquistato un prestigioso 3° piazzamento nella categoria TH tra i fuoristrada di scaduta omologazione. Allestito ed elaborato nell’officina “Centro Tecnauto” di Maranello (via Dino Ferrari, 65 tel. 0536.945414 in**@te***.it), fra le migliori nella preparazione di 4×4 con assetti da competizione, il Rocky è stato protagonista di un restyling a 360 gradi che ne ha migliorato performance ed affidabilità tanto da renderlo uno dei fuoristrada in lizza per la conquista del podio del gruppo TH. Dopo la gara di Pordenone, il 2.8 è tornato a percorrere i tracciati tout terrain del Campionato Italiano nella manche di Parma dove alla guida del 4×4 si è cimentato Debbi affiancato nella navigazione da Chiara Zoppellaro. Risultato: un 1° piazzamento assoluto in TH grazie ad una gara guidata con una tattica al limite della perfezione in ogni sua prova speciale. Merito del pilota, sui campi off road dal 1985 con l’esordio nella terza edizione della Transappenninica con un Toyota Land Cruiser, ma anche del Rocky perfettamente a suo agio su ogni terreno di gara, dai campionati trial a quello del Trofeo Nord Italia sino ad approdare alla massima serie fuoristradistica organizzata dell’Aci Csai. “Fra i tanti 4×4 guidati a livello agonistico, quello a cui sono più affezionato è sicuramente il Rocky che mi ha permesso anche di conquistare le più grandi soddisfazioni sportive – commenta Debbi che in 25 anni di carriera sportiva di 4×4, soprattutto del marchio Suzuki, ne ha portati davvero molti a tagliare traguardi importanti – Con la sua affidabilità e le sue performance, grazie ad un motore estremamente grintoso e scattante, ho conquistato numerose vittorie e piazzamenti prestigiosi nei principali campionati italiani di tout terrain nonostante negli anni del mio esordio con l’F70 i diesel non fossero ancora considerati mezzi competitivi”. Se alle prestazioni eccellenti aggiungiamo anche una guidabilità a dir poco sorprendente per un mezzo che ha dalla sua anche dimensioni compatte, al Rocky di difetti ne restano ben pochi…. “L’unico problema riscontrato inizialmente in gara, ma poi risolto definitivamente con un intervento specifico sugli ingranaggi, riguardava il cambio, precisamente nella terza marcia, che con l’aumento della coppia tendeva a rompersi – conclude il team manager del club modenese – A parte quello direi che di difetti questo 2.8 non ne ha davvero”. Niente male soprattutto se si pensa che questo Rocky, in grado di dar filo da torcere ad altri 4×4 ben più performanti, di anni ne ha ormai 22. Ma vediamo in dettaglio allestimento interno ed esterno, assetto, accessori e dotazioni di sicurezza del 3 porte Daihatsu che ha nel motore e nella sua elaborazione il suo cavallo di battaglia.

Carrozzeria in vetroresina per il propulsore da 150 cavalli 

Come sulla maggior parte dei fuoristrada da competizione, anche su questo 4×4 di fabbricazione giapponese il preparatore ha scelto di alleggerire la carrozzeria sostituendone alcune parti con altre realizzate appositamente in vetroresina, materiale altrettanto resistente ma dal peso decisamente inferiore rispetto a quello della lamiera. Si è così provveduto ad eliminare sia il cofano motore che gli sportelli laterali sostituiti con altri più leggeri dotati, nel caso delle portiere, di pannelli in “lexan” trasparente e antischegge a sostituzione dei tradizionali vetri. Stesso intervento anche per il portellone posteriore che è stato svuotato di tutta la lamiera superflua e alleggerito con policarbonato infrangibile: dai 1650 kg originali si è passati a circa 1550 kg in assetto racing rispettando, ovviamente, tutte le normative richieste dalla Federazione Internazionale Automobile. Se il look del Rocky non è stato protagonista di modifiche estetiche particolarmente evidenti, il cuore propulsore di questo 2750 di cilindrata, alimentato a gasolio con pompa meccanica, ha subito invece profonde trasformazioni ad iniziare dalla sostituzione della turbina originale con una più performante soprattutto ai bassi regimi (passando da una pressione di 0,5 a 1,3 bar) sino all’aggiunta di un intercooler di fabbricazione artigianale completo di tubi in alluminio. Fra gli altri miglioramenti realizzati nell’officina di Maranello si è andati anche a intervenire sulla pompa di iniezione in dotazione di serie a cui è stata aumentata la portata del gasolio permettendo così al Rocky di guadagnare in prestazioni e performance. Per quanto riguarda il filtro aria si è optato per uno in spugna lavabile, più adatto per l’impiego agonistico del 4×4 rispetto a quello di serie, mentre si è provveduto a sistemare l’aspirazione del Rocky direttamente nello sgocciolatoio in modo da renderla più sicura durante l’attraversamento di guadi. L’F70 ha guadagnato una settantina di cavalli passando dagli 80 di serie ai 150 attuali con 360 Nm di coppia a 2500 giri, decisamente più grintosi rispetto alla configurazione originale.

Roll bar artigianale per l’interno stile racing

E’ di fabbricazione artigianale la struttura roll bar a gabbia costruita ad hoc, su specifiche FIA per il 2010, con tubi in acciaio del diametro di 45 mm: ancorato allo scocca, il sistema protettivo garantisce un’ottima protezione a pilota e navigatore in caso di ribaltamento. Per l’allestimento interno del 3 porte sono stati scelti accessori prodotti dalle migliori aziende italiane di off road ad iniziare dai sedili anatomici ed avvolgenti della Sparco, modello Evo 2 Plus, abbinati a cinture a 5 punti della stessa marca, montati sulle slitte guida originali del 2.8. Della Momo invece il volante in pelle scamosciata scelto in sostituzione di quello originale del 4×4 di casa Daihatsu. Per il poggiapiedi lato passeggero, su cui sono stati installati anche i comandi per azionare tergicristalli e clacson, si è optato per un pratico modello in alluminio antiscivolo della OMP di cui è anche il kit composto da tre pedali, con acceleratore standard, adottato come pedaliera per il pilota. Sul cruscotto, sobrio e lineare, trova spazio tutta la strumentazione di bordo a cominciare dal computer rally marca Terratrip, fissato con un’apposita piastra di supporto, a cui se ne affianca un altro prodotto dalla 4Technique, anch’esso posizionato sulla plancia lato passeggero. Fra gli altri accessori troviamo gli indicatori per la pressione del turbo e dell’olio oltre a quelli per la temperatura, di acqua e olio, completati dal crono orologio. Sul tunnel centrale del cruscotto si è inoltre provveduto a posizionare la leva per inserire/disinserire lo stacca batteria. A norme FIA tutta la dotazione di sicurezza che per questo 4×4 di casa Daihatsu prevede un doppio sistema di estinzione specifico per l’abitacolo e il motore affiancato da un pratico estintore di tipo brandeggiabile della capacità di 2,4 litri alloggiato dietro i sedili. Al centro dell’ampio vano bagagli sono stati invece posizionati due pneumatici di scorta, fissati al pianale con apposite cinghie a cricchetto mentre sulla sinistra è stato alloggiato un pratico quanto indispensabile cric pneumatico di derivazione Mitsubishi (per l’esattezza di un Pajero 3.2). Nella tasca del portellone posteriore, anch’esso alleggerito per ridurre il peso di questo 3 porte, non può mancare la valigetta di prima emergenza.

Dall’assetto by Scola ai pneumatici di casa Ziarelli 

Grande attenzione per il reparto sospensioni dell’F70 su cui il preparatore ha scelto di adottare dei performanti ammortizzatori Scola a corsa allungata sia per l’anteriore che per il posteriore, tutti montati il più vicino possibile alle ruote stesse per garantire una migliore aderenza al suolo anche su terreni sconnessi. Le balestre originali sono state irrobustite con l’aggiunta di due fogli lamellari all’anteriore mentre al posteriore si è provveduto a sostituirne uno in dotazione di serie con un altro decisamente più idoneo per una graduale sistemazione dei carichi. A completare il reparto sospensioni sono 6 coperture Ziarelli modello “Competition” nella misura 205/80 R16, ottime per la guida in off road, montate su cerchi in acciaio 7×16 con offset -30. Di serie i freni posteriori del Rocky che si presentano però con ganasce ricoperte con materiale più performante per meglio sopportare le alte temperature. Per l’anteriore invece il preparatore ha optato per freni a disco forati e baffati a cui sono state abbinate pastiglie Ferodo modello racing. Interventi di modifica anche nel reparto sottoscocca dove troviamo una pratica piastra in alluminio con spessore 6 mm indispensabile nella guida in fuori strada. Quasi completamente di serie sia la trasmissione di questo 2.8, a cui è stato aggiunto un autobloccante della Transtad, sia il reparto cambio che presenta modifiche solo agli ingranaggi della terza marcia rifatti ad hoc per rispondere meglio all’aumento di coppia che ne portava troppo spesso rottura ed usura. Rivisto anche il reparto sterzo con l’adozione di barre rinforzate così come il ponte anteriore su cui si è provveduto ad effettuare una serie di interventi di consolidamento strutturale. Modificata e resa decisamente più diretta e performante anche l’idroguida del Daihatsu del “Tuareg Team 4×4” tramite l’allungamento del braccio dello sterzo. Minimo l’allestimento esterno del 3 porte che si presenta con un paraurti anteriore rinforzato realizzato in alluminio e verniciato di nero, perfetto per migliorare l’angolo di attacco del 4×4, e pratici paraspruzzi in gomma industriale.

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