Rally Albania 4/11 giugno 2011

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RALLY ALBANIA 2011

“ The last note of freedom” è lo slogan che ha contraddistinto la settima edizione del Rally d’Albania che si è svolto dal 4 all’11 giugno nella meravigliosa Terra delle Aquile; questo motto racchiude in poche parole non solo lo spirito di tutta la competizione ma lancia anche un importante messaggio che deve far riflettere attentamente tutto l’entourage internazionale del fuoristrada. Analizzando attentamente questi due aspetti possiamo prima di tutto affermare che la gara ha permesso ai numerosi partecipanti di esprimersi in piena libertà lungo percorsi inediti, tecnici ed altamente panoramici che hanno portato i 239 veicoli ( 169 moto, 20 quad e 50 macchina) in corsa a scoprire i vari volti di questa fantastica terra che si chiama Albania.

In seconda analisi - se ci permettete una piccola ma doverosa digressione forse un po’ sociologica, filosofica e politica – questo evento ha dimostrato quanto sia necessaria una riflessione da parte di tutti (piloti, navigatori, organizzatori ed enti preposti) sul futuro di questa disciplina e sul perché un evento non blasonato, secondo noi fino ad oggi, come questo abbia riscosso un tale successo a discapito di altre manifestazioni più titolate. Dobbiamo anche chiederci come mai le organizzazioni internazionali abbiano, per fortuna inutilmente, tentato di tarpare le ali dell’aquila albanese. Noi una idea di tutto questa situazione ce la siamo fatta e, come spesso succede, abbiamo notato che è più facile vietare e discreditare un “avversario” piuttosto che fare un’attenta autocritica per capire cosa non sia funzionato in questi anni e quale sia stata la causa di questa situazione di stallo dove vengono annullate le gare e dove i partecipanti sono sempre meno.

Non spetta certo a noi trovare la soluzione ma crediamo che sia importante lanciare la prima pietra per far smuovere le acque e che, speriamo, serva da sprone a chi di dovere per far ritornare questa disciplina ai successi di un decennio or sono. Concludiamo questa nostra divagazione permettendoci di dare un consiglio da buon padre di famiglia: lasciamo che i nostri “figli” si facciano le loro esperienze senza vietare o impedire; perché oggi più che mai è importante essere liberi di potersi muovere come più si desidera senza per forza essere vincolati con degli enormi paraocchi ad una sola parrocchia.

Ecco perché crediamo che lo slogan “ the last note of freedom” sia emblematico di tutta la situazione in cui il mondo corsaiolo del fuoristrada si sia venuto a trovare. Consapevoli che una soluzione a tutto questo si possa facilmente trovare, basta avere della buona volontà da parte di tutti, passiamo ora a raccontarvi cosa è successo in questi sette giorni di gara e dopo 1500 km di puro, seppur faticoso ed impegnativo, divertimento. Lo start del rally è avvenuto nella piazza Madre Tersa di Tirana; dopo il discorso di benvenuto degli organizzatori e del presidente dell’Associazione Automobilistica Albanese, i concorrenti hanno sfilato ad uno ad uno sul palco, appositamente realizzato dal Genio dell’esercito albanese, incastonato in uno scenario unico e degno di uno scenografo holliwooddiano. Dopo la cerimonia di inaugurazione gli equipaggi iscritti sono partiti per affrontare il breve prologo che si è svolto su di una spiaggia nei pressi di Durazzo e che ha permesso di determinare la griglia di partenza per il “tappone” del giorno successivo, il quale ha attraversato tutto il nord del paese per concludersi poi a Valbona, un paesino al confine con il Montenegro che ricorda molto le nostre Alpi. Questa giornata di gara ha permesso ai piloti di prendere confidenza con il durissimo terreno di questa nazione e di comprendere quanto fosse importante gestire al meglio il mezzo ed il proprio fisico per riuscire ad arrivare alla fine del rally.

Il programma della corsa prevedeva una lunga tappa di trasferimento, con all’interno le speciali, alternata a una giornata con un percorso a cerchio molto più breve; questa soluzione si è rivelata vincente in quanto ha permesso agli iscritti di recuperare le forze e di conoscere meglio i luoghi attraversati avendo a disposizione, se non era necessario intervenire meccanicamente sul fuoristrada, alcune ore per fare i “ turisti”. Da Valbona la carovana ha attraversato le infinite montagne che caratterizzano questa nazione per arrivare a Valona, nota a molti per le tristi cronache degli scafisti, che si è rivelata essere un centro balneare molto accattivante. Qui si è svolta una particolare speciale all’interno di una base della Marina Militare, aperta per la prima volta ed eccezionalmente per questa occasione. L’ultima tappa marathon ha portato tutti, lungo un bellissimo tracciato che ha attraversato la maestosa catena montuosa di Tomorr (2.380 m s.l.m.) e la vallata, dall’aspetto lunare, del fiume Tomorrica, a Tirana.

Nell’ultimo giorno, sabato 11 giugno, la gara si è svolta nei dintorni di Tirana con un road book di 83 km che nascondeva molte insidie, in particolare nel tratto in quota con passaggi su vertiginosi strapiombi. I piloti ed i navigatori sono giunti così alla fine della competizione, stanchi ma soddisfatti per l’esperienza appena fatta. Dei 50 equipaggi iscritti ne sono arrivati al traguardo soltanto 34. La vittoria è stata appannaggio del pilota di casa Florian Voko su di un Pajero DID, navigato dall’inglese Watts . Al secondo posto troviamo il cecoslovacco Josef Machacek, passato dai quad ad un buggy monoposto; sul gradino più basso del podio di questo estenuante rally raid è salito l’equipaggio albanese composto da Dervishaj e Papuli i quali hanno gareggiato con un Toyota 4 Runner molto performante sebbene spartanamente preparato. A questa settima edizione del Rally d’Albania hanno partecipato molti equipaggi italiani, attirati dal fascino di una gara marathon che ha permesso, fatto impossibile in Italia, di percorrere moltissimi chilometri di sterrati duri ed impegnativi e soprattutto con speciali molto lunghe e tecniche che hanno messo alla prova sia i piloti che i navigatori per non parlare dei fuoristrada che sono stati veramente massacrati dai pistoni albanesi.

La nostra compagine ha messo in campo una rassegna completa di 4x4 preparati e non per questo tipo di competizione; si passava da alcuni Patrol GR quasi di serie a dei Pajero V20 preparati di tutto punto per il tout terrain. Il rally per gli italiani è partito sotto i migliori auspici con i nostri team nelle prime posizioni a lottare con gli equipaggi albanesi per la testa della classifica generale. Assolutamente di spicco la prestazione di Andrea Schiumarini e Giulia Maroni che con il loro Mitsubishi V20 hanno scalato giorno per giorno la classifica fino ad attestarsi alla prima posizione della generale; sfortunatamente nell’ultimo tappone che portava a Tirana, le sospensioni anteriori hanno ceduto sotto le sollecitazioni dei duri tracciati ed hanno dovuto chiudere la prova accumulando un enorme ritardo che li ha costretti alla dodicesima posizione. Gianluca Morra e Luca Abbondi su Suzuki Samurai con motore Swift sono stati i migliori degli italiani piazzandosi in quinta posizione; per tutta la gara sono stati tallonati da Riccardo Carraro e Fabio Dametti su Pajero V20, i quali hanno combattuto ad armi pari con i più diretti avversari, così come Ivan Petruzzelli e Massimo Simonetta del Varese 4x4.

Nella classe veicoli di serie Davide Giovannetti navigato da Roberto Musi ha vinto a bordo di un Pajero passo lungo, mentre nella classifica generale sono tredicesimi. I riminesi Davide Menghini e Roberto Foschi con il loro GR hanno combattuto fino all’ultimo ma la rottura della barra panhard gli ha costretti a perdere molto tempo per la riparazione, lasciando così la buona posizione in classifica fin qui guadagnata. Per ultimi lasciamo Gianluca Meluzzi e Maurizio Minelli, i vincitori della categoria di serie dello scorso anno, i quali sono partiti con l’intenzione di bissare il successo del 2010 ma sono stati fermati da alcune noi meccaniche al motore del loro Suzuki e da uno spettacolare ribaltamento; hanno concluso la gara molto attardati nella classifica ma sicuramente si rifaranno il prossimo anno. Concludiamo questa nostra cronaca riportando i complimenti che Edvin Kamisati, organizzatore del rally, ha voluto fare agli equipaggi azzurri della categoria 4x4: “ era da molti anni che non vedevo dei concorrenti come gli italiani, con tanta voglia di correre e con lo spirito giusto per affrontare un rally raid. La loro passione mi ha stimolato e motivato come mai non mi era successo e mi ha dato la forza per continuare in questa mia avventura. Avrei voluto vedere con piacere un team italiano sul podio, se lo meritavano davvero!”

Per informazioni: www.rallyalbania.org

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