Rainforest Challenge of Malaysia 3-12 dicembre 2011


Rainforest Challenge of Malaysia 3-12 dicembre 2011
La giungla tropicale dello stato malese di Terengganu è stata lo scenario, affascinante ed allo stesso tempo minacciosa, della 14° edizione del Rainforest Challenge of Malaysia. I 30 equipaggi iscritti alla gara, dopo la cerimonia inaugurale che si è svolta al cospetto delle autorità locali, hanno iniziato a battagliarsi nelle prime prove speciali del prologo tracciate in un terreno paludoso alla periferia di Kuala Terengganu, la capitale dell’omonimo stato.
Al termine del secondo giorno di prologo, sotto la classica pioggia tropicale, tutta la carovana si è trasferita nella foresta, percorrendo lunghe piste insidiose solcate da profonde fenditure dovute alle inondazioni dei giorni precedenti, ad attenderli le durissime prove speciali e la vera avventura. Il culmine di questa gara, ormai diventata leggenda, lo si è toccato con i cinquanta chilometri della Twilight Zone, che i concorrenti hanno percorso in tre giorni e due notti, dormendo in bivacchi improvvisati lungo il percorso.
Tutto questo ci può solo far immaginare la difficoltà di questo percorso, reso ancora più impegnativo dalla copiosa pioggia che è incominciata a cadere, poco dopo lo start. Il dieci dicembre gli eroici “sopravvissuti” sono giunti, stremati ma evidentemente soddisfatti per l’impresa, al campsite 3 dove si dovevano disputare le ultime prove speciali.
Un inaspettato bollettino meteo ha però cambiato i piani costringendo gli organizzatori ad una repentina ritirata verso la città più vicina; era infatti in arrivo il monsone che avrebbe portato inondazioni e nubifragi.
Questo è il Rainforest, dove l’avventura è quella vera e dove la prima sfida non è con l’avversario ma con la natura e con se stessi. Il malese Mervin Lim Wei Shiong navigato da Hamizan Abdul Hmid è il 14° vincitore del Rainforest Challenge; al secondo posto troviamo l’austriaco Markus Oszwald con l’amico australiano Brett Macnamara ed infine terzo il team Air Asia – Land Rover Filippine, padre e figlio, Mendiola.

 

 

 

Top Ten Overall Winners
Champion: Team 129 (Malaysia) Mervin Lim Wei Shiong /Hamizan Abdul Hamid: 2,353 pts. 
1st Runner Up: Team 137 (Austria/Australia) Markus Oszwald /Brett Macnamara: 2,337 pts. 
2nd Runner Up: Team 108 (Philippines) Larry Hilario Mendiola /Hiryan Mendiola: 2,302 pts. 
4th place: Team 151 (Australia) Peter Mihailoff /Clinton Sharpe: 2,290 pts. 
5th place: Team 139 (USA/Australia) Rod Caldwell /Aaron Ward; 2,210 pts. 
6th place: Team 127 (China) Ruan Ning /Deng Jin Yong: 2,025 pts. 
7th place: Team 111 (Malaysia) Too Chai Beng /Lee Beng Khoon: 1,986 pts. 
8th place: Team 138 (Malaysia) Wan Mahadi /Badrul Hisham: 1,938 pts. 
9th place: Team 150 (Australia) David Cameron /Daniel Dewit: 1,789 pts. 
10th place: Team 102 (Russia): Andrey Kurdakov / Andrey Smolyaninov: 1,710 pts.

Rainforest Challenge of Malaysia 14° edizione RFC of Malaysia 2011 3-12 dicembre 2011  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/rainforest_challenge_malesia_2011/foto/index.html”]Photo On line[/button]

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China Sanya International Rainforest Challenge 2011

CIRFC 18-24 Agosto 2011
Se la Dakar rappresenta la gara per eccellenza per i fuoristradisti amanti della velocità, il Rainforest Challenge è senza dubbio il più ambito traguardo per gli appassionati di fango, acqua e avventura. Fondato e diretto da Mr. Luis J.A.Wee il circuito RFC oltre all’evento “madre”,che si svolge ogni anno in Malesia, nel mese di dicembre, quando i Monsoni rendono tutto più arduo, comprende una serie di gare che si disputano in vari paesi, per selezionare gli equipaggi per il gran finale malesiano.
Uno di questi eventi si è svolto dal 18 al 24 agosto in Cina, più precisamente a Sanya, ridente città turistica dell’isola di Hainan; propaggine più meridionale della Repubblica Popolare Cinese. I 28 partecipanti, provenienti dalle varie nazioni asiatiche, hanno dato il via a questa sfida con due giorni di prologo che hanno permesso di definire l’ordine di accesso alla giungla.
L’elemento caratterizzante di questa terza edizione del China-Sanya International Rainforest Challenge è stata l’acqua presente sia sotto forma di pioggia che nei profondi guadi, fiumi o laghi che hanno contraddistinto le prove speciali ai bordi della foresta tropicale.

Tecnica, abilità di guida, preparazione del mezzo, in particolar modo il verricello meccanico, molto veloce nel recupero della macchina, sono stati gli elementi che hanno fatto la differenza e hanno designato il vincitore finale: La corona di alloro è andata a Tan Eng Joo e Tan Choong che hanno chiuso la competizione con 1573 punti, al secondo posto troviamo l’equipaggio, vincitore del Rainforest Challenge 2010, dello stato di Sarawak, est Malesia, con il pilota Chai Mui Shin navigato da Jong Ai Long; i punti da loro accumulati sono 1551; appena 14 punti di differenza dal vincitore, fatto che la dice lunga su come sia stata serrata la lotta per la leadership. Sul gradino più basso del podio, infine, è salito l’equipaggio composto da Liew Siak Kiong e Henry Chu, dello stato di Sabah, i quali hanno totalizzato 1475 punti.

China-Sanya Rainforest Challenge International RFC of China – Sanya CIRFC 18-24 Agosto 2011  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/china_sanya_international_rfc_2011/index.html”]Photo On line[/button]

 

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RFC Sri Lanka Taprobana 4×4 Challenge 7-14 ottobre 2011


Taprobana, l’atavica denominazione dell’isola indiana di Cylon, oggi nota a tutti come Sri Lanka, è il nome con cui i locali organizzatori del Four Wheel Drive Club, capitanato dal presidente Prashan T. Wijayanayake e da Sean Hameed, hanno voluto dare alla loro annuale competizione internazionale per ricordare orgogliosamente le proprie origini. Il 2011 segna inoltre un momento fondamentale per il Taprobana 4×4 Challenge in quanto è entrato ufficialmente a far parte del circuito mondiale del Rainforest Challenge di cui Sean Hameed è un assiduo frequentatore sia come competitor che come Marshall.
Dopo l’Italia e la Cina, ed in attesa dell’evento madre in Malesia, anche lo Sri Lanka ha portato nella grande famiglia dell’RFC la sua cultura, la sua gente ed il suo modo di fare fuoristrada, arricchendo, se ancora ce ne fosse bisogno, questa grande comunità mossa dallo spirito di gruppo e di avventura.

Presso l’hotel Field View di Colombo, dove si respirava appieno la vera atmosfera indiana, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della gara che è iniziata sabato 8 ottobre con una toccante cerimonia Buddista per proteggere i competitor, gli organizzatori ed i media durante la permanenza nella giungla. Il prologo si è svolto a Korothote Kaduwela, località a pochi chilometri dalla capitale, all’interno di una cava, affollata all’inverosimile da un numeroso pubblico, dove, a sorpresa, abbiamo assistito a delle speciali molto tecniche che hanno da subito messo alla prova sia i 26 equipaggi iscritti (tra i quali dei malesiani e degli australiani) che i veicoli. La vera avventura, quella che tutti anelavano nella giungla equatoriale, è iniziata il giorno seguente con il trasferimento della carovana verso il distretto di Monaragala, situato nelle terre di sud-est dell’isola indiana, dove in una radura tra la fitta vegetazione della foresta è stato allestito il primo campo.

Dopo i primi chilometri di questo viaggio attraverso la periferia di Colombo, il paesaggio è completamente cambiato offrendoci la vera natura di Cylon e toccando il suo culmine quanto è stato attraversato il parco naturale di Uda Walawe con i suoi imponenti elefanti e sconfinati spazi; panorami che sono rimasti immutati per tutta la durata della corsa. Intorno al campsite 1 si sono svolte alcune prove speciali, compresa una notturna, caratterizzate da passaggi su roccia altamente spettacolari. Per raggiungere il secondo bivacco, situato sulle rive del fiume Kumbukkah che sfocia direttamente nell’Oceano Indiano, è stato organizzato un trasferimento completamente immerso nella foresta vergine che ha affascinato e coinvolto emotivamente tutti quanti.

Qui, le ultime prove speciali si sono svolte sia lungo il corso d’acqua che all’interno della fitta vegetazione ed anche in questa occasione, è stato confermata la difficoltà delle prove con passaggi che non permettevano la minima distrazione. Conclusa questa indimenticabile esperienza, il 13 ottobre, la carovana dopo 12 ore di viaggio, di cui 6 nella giungla, ha raggiunto il Mont Lavinia Hotel, ex palazzo del governatore britannico ai tempi del colonialismo che si affaccia direttamente sull’Oceano indiano, di Colombo dove si è svolta la cerimonia di chiusura del Taprobana 4×4 Challenge e le relative premiazioni.

Come è avvenuto lo scorso agosto in quel di Sanya (Cina), ha dominato la gara l’equipaggio malesiano composto da Loo Foo Siong e Edward Benggon, il quale ha conquistato la vittoria finale ed il premio Team Spirit grazie ad una perfetta condotta di gara sin dal prologo; al secondo posto troviamo Siblings Jasilan navigato da Kasilan Saleh, entrambi dello stato malese di Sabah ed infine terzi Suresh Chathuranga e Raveendra Sanjeewa, equipaggio che ha “giocato” in casa.

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Italian Baja 2012 – Cross Country Rally World Cup 15 – 18 Marzo 2012

Il russo Vasilyev su G-Force Proto ha vinto la diciannovesima edizione dell’Italian Baja, valevole per il campionato del mondo della specialitàschles. Boris Gadasin, tre volte vincitore in Friuli, si è ritirato per noie meccaniche nel corso della seconda speciale, lasciando spazio nell’albo d’oro al connazionale e compagno di squadra Vasilyev.

Inizialmente l’olandese Van Merksteijn (Toyota Hilux Overdrive) è passato al comando della corsa, chiudendo la prima tappa in testa. Nella prima prova di domenica però ha patito problemi al cambio che gli hanno fatto perdere la leadership, favorendo così la scalata di Vasilyev.

All’arrivo soltanto 37 secondi hanno diviso i due pretendenti, un’inezia se si considera che la corsa si è sviluppata su ben 330 km cronometrati. Il terzo posto assoluto ad oltre 7 minuti è andato ad un altro proto G-Force, quello condotto dall’ucraino Novytskyi che ha preceduto il buggy del veterano Schlesser, primo mezzo a due ruote motrici.

Quinta posizione assoluta per Gardemeister, superba la sua prestazione se si considera che con il Pajero fino alla penultima speciale occupava il terzo posto assoluto.

campione vittoria Primo degli italiani è stato Larini, nono assoluto su Mitsubishi L200 italia

camera Spazio ora alle spettacolari immagini del raid friulano! 

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Rally Albania 2011 – dal 4 all’11 giugno nella Terra delle Aquile


“The last note of freedom” è lo slogan che ha contraddistinto la settima edizione del Rally d’Albania che si è svolto dal 4 all’11 giugno nella meravigliosa Terra delle Aquile; questo motto racchiude in poche parole non solo lo spirito di tutta la competizione ma lancia anche un importante messaggio che deve far riflettere attentamente tutto l’entourage internazionale del fuoristrada. Analizzando attentamente questi due aspetti possiamo prima di tutto affermare che la gara ha permesso ai numerosi partecipanti di esprimersi in piena libertà lungo percorsi inediti, tecnici ed altamente panoramici che hanno portato i 239 veicoli ( 169 moto, 20 quad e 50 macchina) in corsa a scoprire i vari volti di questa fantastica terra che si chiama Albania.

In seconda analisi – se ci permettete una piccola ma doverosa digressione forse un po’ sociologica, filosofica e politica – questo evento ha dimostrato quanto sia necessaria una riflessione da parte di tutti (piloti, navigatori, organizzatori ed enti preposti) sul futuro di questa disciplina e sul perché un evento non blasonato, secondo noi fino ad oggi, come questo abbia riscosso un tale successo a discapito di altre manifestazioni più titolate. Dobbiamo anche chiederci come mai le organizzazioni internazionali abbiano, per fortuna inutilmente, tentato di tarpare le ali dell’aquila albanese. Noi una idea di tutto questa situazione ce la siamo fatta e, come spesso succede, abbiamo notato che è più facile vietare e discreditare un “avversario” piuttosto che fare un’attenta autocritica per capire cosa non sia funzionato in questi anni e quale sia stata la causa di questa situazione di stallo dove vengono annullate le gare e dove i partecipanti sono sempre meno.

Non spetta certo a noi trovare la soluzione ma crediamo che sia importante lanciare la prima pietra per far smuovere le acque e che, speriamo, serva da sprone a chi di dovere per far ritornare questa disciplina ai successi di un decennio or sono. Concludiamo questa nostra divagazione permettendoci di dare un consiglio da buon padre di famiglia: lasciamo che i nostri “figli” si facciano le loro esperienze senza vietare o impedire; perché oggi più che mai è importante essere liberi di potersi muovere come più si desidera senza per forza essere vincolati con degli enormi paraocchi ad una sola parrocchia.

Ecco perché crediamo che lo slogan “ the last note of freedom” sia emblematico di tutta la situazione in cui il mondo corsaiolo del fuoristrada si sia venuto a trovare. Consapevoli che una soluzione a tutto questo si possa facilmente trovare, basta avere della buona volontà da parte di tutti, passiamo ora a raccontarvi cosa è successo in questi sette giorni di gara e dopo 1500 km di puro, seppur faticoso ed impegnativo, divertimento. Lo start del rally è avvenuto nella piazza Madre Tersa di Tirana; dopo il discorso di benvenuto degli organizzatori e del presidente dell’Associazione Automobilistica Albanese, i concorrenti hanno sfilato ad uno ad uno sul palco, appositamente realizzato dal Genio dell’esercito albanese, incastonato in uno scenario unico e degno di uno scenografo holliwooddiano. Dopo la cerimonia di inaugurazione gli equipaggi iscritti sono partiti per affrontare il breve prologo che si è svolto su di una spiaggia nei pressi di Durazzo e che ha permesso di determinare la griglia di partenza per il “tappone” del giorno successivo, il quale ha attraversato tutto il nord del paese per concludersi poi a Valbona, un paesino al confine con il Montenegro che ricorda molto le nostre Alpi. Questa giornata di gara ha permesso ai piloti di prendere confidenza con il durissimo terreno di questa nazione e di comprendere quanto fosse importante gestire al meglio il mezzo ed il proprio fisico per riuscire ad arrivare alla fine del rally.

Il programma della corsa prevedeva una lunga tappa di trasferimento, con all’interno le speciali, alternata a una giornata con un percorso a cerchio molto più breve; questa soluzione si è rivelata vincente in quanto ha permesso agli iscritti di recuperare le forze e di conoscere meglio i luoghi attraversati avendo a disposizione, se non era necessario intervenire meccanicamente sul fuoristrada, alcune ore per fare i “ turisti”. Da Valbona la carovana ha attraversato le infinite montagne che caratterizzano questa nazione per arrivare a Valona, nota a molti per le tristi cronache degli scafisti, che si è rivelata essere un centro balneare molto accattivante. Qui si è svolta una particolare speciale all’interno di una base della Marina Militare, aperta per la prima volta ed eccezionalmente per questa occasione. L’ultima tappa marathon ha portato tutti, lungo un bellissimo tracciato che ha attraversato la maestosa catena montuosa di Tomorr (2.380 m s.l.m.) e la vallata, dall’aspetto lunare, del fiume Tomorrica, a Tirana.

Nell’ultimo giorno, sabato 11 giugno, la gara si è svolta nei dintorni di Tirana con un road book di 83 km che nascondeva molte insidie, in particolare nel tratto in quota con passaggi su vertiginosi strapiombi. I piloti ed i navigatori sono giunti così alla fine della competizione, stanchi ma soddisfatti per l’esperienza appena fatta. Dei 50 equipaggi iscritti ne sono arrivati al traguardo soltanto 34. La vittoria è stata appannaggio del pilota di casa Florian Voko su di un Pajero DID, navigato dall’inglese Watts . Al secondo posto troviamo il cecoslovacco Josef Machacek, passato dai quad ad un buggy monoposto; sul gradino più basso del podio di questo estenuante rally raid è salito l’equipaggio albanese composto da Dervishaj e Papuli i quali hanno gareggiato con un Toyota 4 Runner molto performante sebbene spartanamente preparato. A questa settima edizione del Rally d’Albania hanno partecipato molti equipaggi italiani, attirati dal fascino di una gara marathon che ha permesso, fatto impossibile in Italia, di percorrere moltissimi chilometri di sterrati duri ed impegnativi e soprattutto con speciali molto lunghe e tecniche che hanno messo alla prova sia i piloti che i navigatori per non parlare dei fuoristrada che sono stati veramente massacrati dai pistoni albanesi.

La nostra compagine ha messo in campo una rassegna completa di 4×4 preparati e non per questo tipo di competizione; si passava da alcuni Patrol GR quasi di serie a dei Pajero V20 preparati di tutto punto per il tout terrain. Il rally per gli italiani è partito sotto i migliori auspici con i nostri team nelle prime posizioni a lottare con gli equipaggi albanesi per la testa della classifica generale. Assolutamente di spicco la prestazione di Andrea Schiumarini e Giulia Maroni che con il loro Mitsubishi V20 hanno scalato giorno per giorno la classifica fino ad attestarsi alla prima posizione della generale; sfortunatamente nell’ultimo tappone che portava a Tirana, le sospensioni anteriori hanno ceduto sotto le sollecitazioni dei duri tracciati ed hanno dovuto chiudere la prova accumulando un enorme ritardo che li ha costretti alla dodicesima posizione. Gianluca Morra e Luca Abbondi su Suzuki Samurai con motore Swift sono stati i migliori degli italiani piazzandosi in quinta posizione; per tutta la gara sono stati tallonati da Riccardo Carraro e Fabio Dametti su Pajero V20, i quali hanno combattuto ad armi pari con i più diretti avversari, così come Ivan Petruzzelli e Massimo Simonetta del Varese 4×4.

Nella classe veicoli di serie Davide Giovannetti navigato da Roberto Musi ha vinto a bordo di un Pajero passo lungo, mentre nella classifica generale sono tredicesimi. I riminesi Davide Menghini e Roberto Foschi con il loro GR hanno combattuto fino all’ultimo ma la rottura della barra panhard gli ha costretti a perdere molto tempo per la riparazione, lasciando così la buona posizione in classifica fin qui guadagnata. Per ultimi lasciamo Gianluca Meluzzi e Maurizio Minelli, i vincitori della categoria di serie dello scorso anno, i quali sono partiti con l’intenzione di bissare il successo del 2010 ma sono stati fermati da alcune noi meccaniche al motore del loro Suzuki e da uno spettacolare ribaltamento; hanno concluso la gara molto attardati nella classifica ma sicuramente si rifaranno il prossimo anno. Concludiamo questa nostra cronaca riportando i complimenti che Edvin Kamisati, organizzatore del rally, ha voluto fare agli equipaggi azzurri della categoria 4×4: “ era da molti anni che non vedevo dei concorrenti come gli italiani, con tanta voglia di correre e con lo spirito giusto per affrontare un rally raid. La loro passione mi ha stimolato e motivato come mai non mi era successo e mi ha dato la forza per continuare in questa mia avventura. Avrei voluto vedere con piacere un team italiano sul podio, se lo meritavano davvero!”

Per informazioni: www.rallyalbania.org

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King of The Hammers 2012 Mojave – Johnson Valley California 3/11 Febbraio 2012

La stagione agonistica 2012, per quanto riguardo le gare internazionali di fuoristrada, se escludiamo la Dakar che vive in un mondo tutto suo, è stata inaugurata in California dal 3 all’11 febbraio con una delle più entusiasmanti competizioni che questo sport conosce; stiamo parlando del King of the Hammers, dove spettacolo, adrenalina ed un po’ di pazzia la fanno da padrone.

Il deserto del Mojave e più precisamente la Johnson Valley, area interamente dedicata alle attività motoristiche, è stata lo sfondo ideale dove si sono svolte le gesta dei piloti, non solo statunitensi, ma anche australiani, canadesi, giapponesi, belgi ed italiani. Per capire fino in fondo, prima di addentrarci nel clou della gara, l’importanza di questo evento, ci basta dire che in quest’area desertica si crea per l’occasione, in una sola settimana, una vera e propria città, Hammertown, con vie e zone espositive che nei giorni più “caldi” del KOH ospita fino a 20.000 persone.

Ma cosa fa di una gara, che potrebbe essere come tante altre, l’evento principe non solo negli Stati Uniti? Crediamo che il merito di tutto ciò sia dovuto alla geniale intuizione del suo creatore, Jeff Knoll, che 7 anni fa durante una cena con Dave Cole, l’attuale organizzatore, ed altri amici si è inventato una nuova formula unendo i classici tracciati veloci del Baja ai tortuosi percorsi di Rock Crawling; il successo è stato tale che dopo la prima edizione con circa 20 partecipanti, si sono raggiunti i quasi 140 iscritti, a cui vanno aggiunti i registrati alla gara di moto e a quella degli UTV.

I veicoli che partecipano al King of the Hammers sono per la maggior parte prototipi con motori da 500 e più cavalli, sospensioni con grandi escursioni e pneumatici enormi che superano in genere i 40 pollici; si quei prototipi che siamo abituati a vedere nelle nostre gare di fuoristrada estremo ma che qui, negli States, corrono per lunghi tratti sulle piste desertiche a quasi 130 km/h; infatti l’80% del percorso è veloce e solo il restante 20% è puro Rock Crawling, è però in questi settori che lo spettacolo è assicurato…………i piloti non mollano mai il piede dall’acceleratore e davanti a gradini di due metri tentano la scalata senza l’utilizzo del verricello……. ed in molti ci riescono! Non si fermano nemmeno di fronte ad un veicolo in panne o che gli ostacola la strada, cercano una via alternativa, a volte impensabile, oppure si fanno largo spingendo o scavalcando il 4×4 avversario perché al King of the Hammers l’unica regola in vigore è quella di arrivare per primo al traguardo.

Proprio per questa ragione gli equipaggiamenti di sicurezza per pilota e navigatore sono di primaria importanza ed i più controllati alle verifiche. Dopo più di 6 ore di gara, il vincitore è stato il giovane Erik Miller, seguito a ruota da Rick Mooneyham mentre terzo, il Re dei martelli 2011, il veterano Shannon Campbell.

Il nostro connazionale Fabio Manno, alla sua seconda esperienza al King of the Hammers, ha concluso la gara con un rispettosissimo e meritato 37° posto che lo ripaga di tutte le fatiche che ha dovuto superare per raggiungere questo suo sogno costruendosi in proprio il prototipo che lo ha portato al traguardo. Un consiglio finale…….. se avete la possibilità di farvi una vacanza un po’ diversa dal solito, andate il prossimo anno in California a seguire il KOH, non ve ne pentirete e scoprirete un mondo fantastico fatto di tanto spettacolo e adrenalina ma anche fatto di persone vere, disponibili a condividere con chiunque le loro esperienza.

 

 

King of The Hammers 2012 Mojave – Johnson Valley California 3/11 Febbraio 2012  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/king_of_the_hammers_2012/index.html”]Photo On line[/button]

 

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King of The Hammers 2012 – Deserto del Mojave

Johnson Valley California 3/11 Febbraio 2012

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Selezioni Europee Rainforest Challenge 2012

Il “Rainforest Challenge” prende il nome da una delle gare di extrem 4×4 più dure e massacrante al mondo che si svolge ogni anno in dicembre nella foresta malese durante il piovosissimo periodo dei monsoni. Per individuare i team più preparati e qualificati, nell’Isontino, dal 30 marzo al 1° aprile 2012, si sono svolte le selezioni europee. Ventisette gli equipaggi iscritti che hanno aderito a questa competizione organizzata dalla Sezione Sant’Andrea del G.F.I. Alpe Adria.

Suddivisi in “specialii” e “preparati”, gli equipaggi si sono confrontati in 22 prove speciali ricavate nelle golene dei fiumi Isonzo e Torre.


Selezioni Europee Rainforest Challenge 2012 – Gradisca e Farra d’Isonzo 30-31 marzo e 1 aprile 2012
La classifica finale vedeva al primo posto nella categoria “speciali” l’equipaggio isontino composto da Alberto Mlakar e Francesco Sibinovic seguito dagli sloveni Sandi Brazevic e Sebastjan Razman; terzi i friulani Walmi Petean e Simone Medeot. Nella graduatoria “preparati”, vincevano i piemontesi Andrea Alfano e Roberto Munitello, secondi i veneti Alessio Marchiori e Riccardo Nascardi, terzi i lombardi Augusto Grandi e Riccardo Merlo, quarti i friulani Marco Zanuttini e Ivaldi Calligaris.

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CLASSIFICA GENERALE SELEZIONI EUROPEE RAINFOREST CHALLENGE 2012

CLASSIFICA PREPARATI

1° Andrea Alfano – Roberto Munitello – Italia

2° Alessio Marchiori – Riccardo Nascardi – Italia

3° Augusto Grandi – Riccardo Merlo – Italia

4° Marco Zanuttini – Ivaldi Calligaris – Italia

5° Alessandro Rossi – Filippo Bertolotti – Italia

6° Manuel Lambertini – Nicola Pirani – Italia

7° Ales Golija – Mitja Pasar – Slovenia

8° Giorgio Virag – Alberto Marro – Italia

9° Alessandro Grigio – Massimiliano Gambarotto – Italia

10° Luigino Demarin – Walter Catalani – Italia

11° Davide Maddalena – Francesco Maddalena – Italia

12° Luca Valente – Dimitri Kozlov – Italia-Russia

13° Sergio Poterzio – Loris Susic – Italia

14° Roni Ferro – Paolo Cernivari – Italia

15° Alessandro Molli – Massimiliano Molli – Italia

16° Domenico Calandra – Marco Catalano – Italia

CLASSIFICA SPECIALI

1° Mlakar Alberto – Francesco Sibinovich – Italia

2° Sandi Blazevic – Sebastjan Razman – Slovenia

3° Petean Walmi – Simone Medeot – Italia

4° Giuseppe Massa – Gabriele Palazzo – Italia

5° Michael Hochmüller – Schellander Christian – Austria

6° Alessandro Gentili – Massimo Pecheneda – Italia

Iron Man Warriors Challenge: The Warriors 06/08 aprile 2012 Francia


Montmorin è un ameno paesino francese di appena 92 anime, situato nel dipartimento delle Alte Alpi nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, incastonato in una splendida vallata che una volta all’anno, nel weekend di Pasqua, diventa il centro europeo del fuoristrada estremo. Anche quest’anno, dal 6 all’8 aprile, si sono dati appuntamento qui i 19 equipaggi, provenienti dalla Francia, Svizzera, Inghilterra, Germania, Polonia e Italia, invitati dall’organizzatore Gilles Girousse per dar vita alla settima edizione dell’X-Trem Challenge France, che da quest’anno ha preso il nome più aggressivo di Iron Man Warriors Challenge.

La location di questa “sfida” è stata davvero unica sia dal punto di vista paesaggistico, con panorami mozzafiato, che da quello tecnico delle prove, veramente impegnative e lunghe. Nel corso dei tre giorni gara i migliori offroader europei si sono dati battaglia lungo 24 speciali divise in tre gruppi di difficoltà, gialle, rosse e nere, e una notturna a road book.

Non sono certo mancati alcuni colpi di scena e passaggi spettacolari culminati nel superamento di una profonda trincea con partenza tutti assieme in linea e nel “ bagno in piscina” che metteva in gioco 500 punti a chi avesse superato indenne il limaccioso laghetto allestito per l’occasione. Il vincitore di quasta competizione è stato il team francese Euro4x4parts composto dal pilota Rivollet Thomas e dal navigatore Bozon Morgan.

I nostri due equipaggi portacolori si sono comportati molto bene tenendo alto l’onore italiano; Petrucci e Fanella hanno concluso in 15° posizione a causa di un problema meccanico che li ha fermati l’ultimo giorno di gara, mentre Igliozzi Giorgio e Fanella Marco dopo aver corso in maniera superba hanno concluso in 4° posizione a soli 22 punti dal terzo.

 

Iron Man Warriors Challenge 2012 Provenza – Alpi – Costa Azzurra Montmorin (Francia) 6/8 aprile  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/ironman_warriors_challenge/index.html”]Photo On line[/button]

CLASSIFICA GENERALE

01 – Rivollet Thomas – Bonzon Morgan (FR): 7607 punti
02 – Porcher Cedric – Kermorvant Damien (FR): 5162 punti
03 – Zosso Stephane – Schmid Raoul (CH): 5052 punti
04 – Igliozzi Giorgio – Fanella Marco (IT): 5030 punti
05 – Leboucher Pascal – Lefebvre Thomas (FR): 4730 punti – 1° categoria “prepa”
06 – Zbignieu Popielarczyk – Marcin Francus (PL): 4321 punti – 2° categoria “prepa”
07 – Grisci Lauret – Mendiondou Damien (FR): 3593 punti
08 – Stuart Johnson – Ryan Sanzone (GB): 2979 punti
09 – Fernandes Frank – Fernandes David (FR): 2695 punti
10 – Becker Fritz – Beckert Fritz (D): 2445 punti
11 – Passebois Stephan – Dortindeguey Pierre (FR): 2371 punti
12 – Ferrier Pierre – Tardivat Bertrant (FR): 2231 punti – 3° categoria “prepa”
13 – Hugel Jerome – Jolly Stephane (FR): 1939 punti – 4° categoria “prepa”
14 – Meinolf Duenninghaus – Robet Klein (D): 1709 punti – 5° categoria “prepa”
15 – Petrucci Francesco – Fanella Livio (IT): 1708 punti
16 – Guy Robert – Sauvadet Philippe (FR): 1000 punti – 6° categoria “prepa”
17 – Ryngert Luc – Poleto Mathieu (FR): 925 punti – 7° categoria “prepa”
18 – Dureau Kevin – Biancotto Adrien (FR): 772 punti – 8° categoria “prepa”
19 – Allegre Jullien – Wattercamps Marc (FR): 550 punti – 9° categoria “prepa”