RCF Never Give Up

Non arrendersi mai. È stata la prima manche europea del circuito Rainforest Challenge Global Series (RFCGS), ideato dal patron Luis J.A. Wee, a svolgersi in questa difficile stagione motoristica 2020 rallentata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. I dintorni della seconda più grande città dell’Ucraina, Kharkhiv, hanno ospitato in un soleggiato week end d’inizio giugno un’avvincente due giorni all’insegna dell’offroad estremo, tra fangaie profonde e passaggi nell’acqua al limite dell’impossibile, con un tracciato degno di quello dell’evento finale che si svolge, ogni anno fra novembre e dicembre, in Malesia.

Un fine settimana di grande successo per lo sport motoristico che, finalmente, dopo mesi di chiusura dovuti alla pandemia, ha ripreso il suo percorso permettendo a piloti, team e appassionati di 4×4 estremo di affrontarsi sui terreni più impegnativi – commenta entusiasta Luis J.A. Wee – Questo difficile periodo ha però dimostrato come l’uomo sia in grado di elaborare sempre modi e mezzi nuovi per superare le insidie incontrate sul proprio cammino. Un atteggiamento che vale nella vita di tutti i giorni così come nel fuoristrada dove gli ostacoli naturali devono essere superati per raggiungere il traguardo e la destinazione finale”.

Alla periferia di Kharkhiv, i campi di battaglia destinati alle prove speciali di questa prima manche europea del 2020 sono stati scelti privilegiando terreni ondulati caratterizzati in special modo da ripide salite e passaggi immersi letteralmente nell’acqua: nulla di semplice, insomma, come nella migliore tradizione del Rainforest Challenge nella giungla malese. Dopo mesi di inattività, gli equipaggi hanno dato il meglio di sé sfidandosi con le manovre più impensabili per conquistare il podio assoluto di categoria: R1 prototipi, R2 produzione modificata e R3 standard per i 4×4 affiancati anche da ATV, UTV e quad.

Abilità di guida e tecniche di recupero con il verricello hanno riscosso gli applausi di tanti appassionati che, nel rispetto delle distanze anti virus, hanno assistito a questa prova del Rainforest. A proposito, sapete che quest’anno l’RFC si è classificato come terza gara di offroad estremo più difficile al mondo dopo la Baja 1000 in Messico e la Dakar in Arabia Saudita? Un riconoscimento importante ottenuto, fra l’altro, in occasione del 25° anniversario del Rainforest che raggiunge così nel 2020 il quarto di secolo.

Tornando alla gara, fra gli iscritti 4×4 nei prototipi il primo gradino del podio è andato a Eugen Rakhmailov navigato da Nikolaii Shymeiko seguito da Treguba/Treguba e Burov/Ivchenko al secondo e terzo posto della generale. Nei modificati la medaglia d’oro l’ha conquistata Urii Salkov mentre in categoria standard ad avere la meglio sono stati Alexandr Domnikov e Serhiy Paladii. Fra gli UTV vittoria di Olexandr Cheromyhin seguito dall’equipaggio femminile Maria Petrova e Maria Volkovskaya; Fomenko/Bondarenko e Viunikov/Gryva si sono infine aggiudicati la piazza principale negli ATV e quad.

Un ringraziamento per l’ottima riuscita dell’evento va agli organizzatori della manche ucraina, (lo staff dello Slivia4x4), ai vincitori, al pubblico numeroso e agli sponsor che ne hanno permesso lo svolgimento.

Le prossime tappe del circuito internazionale RFCGS si svolgeranno a partire da questi mesi estivi (a settembre è in programma un’altra manche in Ucraina ancora nei dintorni di Kharkhiv) mentre l’evento finale sarà ospitato in terra malese dal 27 novembre all’8 dicembre.

Informazioni su www.rfc-global.com

Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Katerina Shchedraya

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Rainforest Challenge, La sfida ai Monsoni

Trenta equipaggi si sono sfidati in 42 prove speciali nella giungla del Kelantan per aggiudicarsi la vittoria di una delle gare off-road più dure al mondo. Ecco come è andata la passata edizione dell’evento malese che ripercorre le orme del Camel Trophy e che nel 2020 festeggerà i 25 anni.

Neanche Luis J.A Wee, patron del Rainforest Challenge Malesia, aveva mai visto una cerimonia d’apertura e un prologo così piovosi. Fra tutte le 24 edizioni dell’evento, quella del 2019, svoltasi dal 29 Novembre al 9 Dicembre nel territorio del Kelantan, è stata caratterizzata da una pioggia battente, come poche se ne erano avute. Nulla di così strano in realtà visto che il nome, Rainforest Challenge, significa per l’appunto “sfida della foresta pluviale”. Per 11 giorni, dall’inizio alla fine, 30 equipaggi provenienti da tre continenti – Asia, Europa e Sud America – si sono sfidati sotto un’acqua incessante, in mezzo al fango, per conquistare la vittoria assoluta di una delle più blasonate gare internazionali di off-road, una di quelle in cui se sei già allo start vuol dire che sei un vincitore. Una sfida contro madre natura, i suoi ritmi e le sue leggi (da rispettare); e se riesci a percorrere quelle centinaia di chilometri dalla partenza alla linea d’arrivo fra continue insidie e ostacoli naturali, vuol dire che sei uno in gamba. Perché qui, da sempre, arrivano “only the braves”, solo i più coraggiosi.

E ancora una volta, sin dall’inizio, protagonisti del challenge malesiano 2019 sono stati proprio quei tradizionali monsoni che hanno portato acqua, tanta acqua, già il 1° Dicembre a Panau Hill poco prima che i team iniziassero a sfidarsi più agguerriti che mai. Quattro differenti aree del Kelantan, territorio a nord-est della penisola malese, hanno ospitato i 42 settori selettivi (altro record di questa edizione) che si sono disputati in occasione del Prologo SS (Panau Hill e Tanah Merah), Predator (Air Naga e Tanah Merah), Terminator (Istana Sangkut, Sg Rek e Kuala Krai) e infine Gua Musang (RFC Kesdear). L’evento finale del Rainforest ha preso il via ufficialmente il 29 Novembre dall’Hotel Ibis KLCC di Kuala Lumpur alla presenza dei rappresentanti di Tourism Malaysia, preludio di quello che sarà Visit Malaysia Year 2020. Il percorso ha portato i partecipanti dalla capitale KL allo stato di Kelantan attraverso Kota Bahru, Tanah Merah e Kuala Krai per poi terminare nella città di Gua Musang. Il primo arrivo del monsone ha colpito duramente anche queste zone del paese con forti acquazzoni, specialmente durante i primi 3 giorni, rendendo tutto estremamente fangoso e ancora più complicato del normale.

La partenza degli equipaggi è avvenuta sotto la pioggia a Kota Bahru il 1° giorno di gara dal GRV Hotel in direzione di Bukit Panau per il Prologo SS a Tanah Merah: precipitazioni senza sosta, con forti venti che soffiavano da nord-est, hanno fatto ripensare al 2007, l’anno della grande alluvione. Nonostante la pioggia battente e la grande tensione d’inizio gara, piloti e veicoli hanno affrontato e completato le prime dieci prove speciali in programma l’1 e 2 Dicembre sempre sotto il costante supporto aereo e terrestre delle forze di polizia malese, schierate, come da tradizione, per garantire le comunicazioni e la sicurezza generale di questa importante gara di fuoristrada estremo. “Il Rainforest è un evento creato per testare uomini e macchine al cospetto della natura e delle sue insidie, è un test sulle tecniche di guida e di recupero attraverso i più differenti ostacoli dove si richiede la scelta delle giuste competenze e strategie – spiega Luis J.A Wee – Per superare tutto ciò è fondamentale anzitutto l’affiatamento tra guidatore e navigatore che permette di arrivare a fine giornata completando le prove. Questa è la routine quotidiana delle squadre durante l’intera durata dell’evento!”.

Dopo le estenuanti sfide a trazione integrale del prologo, gli equipaggi sono scesi in campo per affrontare la temibile Predator di Air Naga (“drago dell’acqua”) dove tutti i principali team di Russia, Malesia, Ucraina, Sri Lanka, Brunei, Indonesia e Mongolia hanno dimostrato di essere in ottima forma sin dai primi 4 giorni di gara. Da qui è stato un costante crescere di acrobazie immerse nel fango e nell’acqua prima di approdare al quinto giorno, nell’area dell’altrettanto famigerata Terminator Zone dove si è continuata la lotta per la supremazia in un terreno ondulato e roccioso attraversato dal ruggente fiume Rek. E proprio qui i piloti sono stati messi nuovamente alla prova per raggiungere Gua Musang. Nonostante le difficoltà legate al corso del fiume, i due giorni previsti qui (6 e 7 Dicembre) sono stati ricompensati dalla gentile ospitalità nel resort Istana Sangkut di proprietà di Ismail Manaf che ha accolto i partecipanti nel rispetto totale di cultura e tradizione locali. Alla fine, la sera del 7 Dicembre, tutti i team hanno raggiunto in sicurezza la zona della battaglia finale, nota come RFC Kesedar (Gua Musang): al termine della SS 42, l’ultima in programma, un grande entusiasmo ha animato chi, nonostante le mille difficoltà e insidie, è riuscito a completare il Rainforest Challenge. L’appuntamento è per Dicembre di quest’anno quando l’evento creato da Luis J.A Wee festeggerà i 25 anni con un programma che si preannuncia sin d’ora all’insegna di fango e acqua. Nella migliore tradizione del Rainforest.

Informazioni su www.rfc-global.com

Si ringrazia: Ministry of Tourism, Arts & Culture, Ministry of Federal Territories, Ministry of Youth & Sports, Ministry of Rural Development, Tourism Malaysia, City Hall Kuala Lumpur (DBKL), Visit KL, Royal Malaysian Police (Air Wing, Traffic & Gen Operations Force), Tourism Kelantan, KESEDAR (South Kelantan Dev Authority), Kota Bahru District Council, Tanah Merah District Council, Gua Musang District Council, Petron Malaysia, ibis KLCC hotel, Explorer, Grand River View  hotel,  APM, 4WD Equipment, Istana Sangkut (Catel, Kuala Krai), Magam, Q1 Academy, Morakniv, Quicksand Ent, Pro-X, Stcrubej, Beaume, Moveon (Coilover Specialist), Thunder 4×4, KMT, JIM projects/logistics & Kesedar Inn Gua Musang.

Classifica Rainforest Challenge – Malesia 2019

R1 – Categoria Prototipi

  • CampioneTeam n°105 – Russia (Primorye)Valeriy Lyubarenko & Andrei Katkov
  • Team n°118 – Malesia (Team 7 Café)Razuan Bin Stafa Khairul & Abdul Hadi Muhamad Syafiq
  • Team n°112 – Ucraina (Team Shrek Odessa): Oleh Tryhuba & Roman Gorbachenko
  • Team n°129 – Malesia (Team RFC Kelate): Shafiq Md Rifin Mohd Shazrul & Syafiq Ab Rahman Mohamad
  • Team n°110 – Russia (Team Shakalin): Vadim Khmelev & Sergey Konev

R2 – Categoria Modificati di serie

  • Campione Team n°137 – Malesia (Team Terbang): Heng Sik Hock & Eler Long Chak
  • Team n°117 – Malesia (Johor): Joo Tan Eng & Siang Tay Wei
  • Team n° 123 – Malesia (Team Belantara): Samsudin Zaidi Mohamad & Abd Sallam Mohd Muhaymin
  • Team n°109 – Sri Lanka (Team Maxxis): Indika Sanjaya Kulugammanage & Marapana Navin Surath
  • Team n°125 – Malesia (Team Terbang): Azrey Ismail Mohd Zul & Zakaria Mohd Nizarman

R3 – Categoria Produzione

  • Campione Team n°126 – Malesia (Team Terbang): Ab Rahman Mohamad Rizal & Abdullah Muhamad Fariqal
  • Team n°122 – Malesia (Team RFC Kelate): Abd Razak Mohd Norulhafis & Ameen Muhamad
  • Team n°127 – Malesia (Team Terbang): Abd Hamid Ikhwan Nassier & Faizul Abdullah Mohammad
  • Team n° 101 – Brunei/Malesia (Team Comeup): Pek (Vance) Lee Khin & Kiat Yong
  • Team n° 102 – Malesia/Indonesia (Team Comeup): Peng Chee Mei & Sushanty Arleli

Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Pavel Mothejl

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A.S. D. Bad Boars – Sicilia Trophy 4×4 – 17/18 Novembre 2012

Venerdì 5 ottobre:
dalle 18 alle 20: verifiche tecniche e controllo iscrizioni.
(ndr. si potranno eseguire lavori di rifinitura sui mezzi ma non alterando le punzonature)

Sabato 6 ottobre: 
dalle 8 alle 9 verifiche tecniche e controllo iscrizioni.
ore 9 Briefing organizzazione (ndr privato, organizzazione interna)
ore 9: 15 Briefing equipaggi
ore 9:30 partenza primo equipaggio
ore 16:00 partenza ultimo equipaggio
ore 17:30 briefing organizzazione (ndr privato, organizzazione interna)
ore 20:00 esposizione tempi parziali di gara

Domenica 7 ottobre:
dalle 8 alle 9 verifiche tecniche (ulteriore controllo stato di usura cavi ecc.)
ore 9 Briefing organizzazione (ndr privato, organizzazione interna)
ore 9: 15 Briefing equipaggi
ore 9:30 partenza primo equipaggio
ore 15:00 partenza ultimo equipaggio
ore 17:30 esposizione tempi e classifica
ore 18:00 premiazione

A.S. D. Bad Boars – 4×4 Challenging Team – SICILIA TROPHY 4X4 – 17/18 Novembre 2012

ISCRIZIONE AL SICILIA TROPHY 4X4 2012 – 17/18 Novembre 2012

A.S. D. Bad Boars – 4×4 Challenging Team – Via V. Colonna, 8 – 98049 Villafranca Tirrena

www.siciliatrophy.it

  Il nostro Gruppo su Facebook

 

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Dal campo di gara è possibile raggiungere in breve tempo alcune delle località turistiche più belle della Sicilia come Capo d’Orlando, Tindari, Isole Eolie, Messina, Taormina e Giardini Naxos

Informazioni utili per i visitatori 

Per i visitatori che vogliono pranzare presso il campo di gara verrà allestito un punto ristoro a pagamento aperto al pubblico che servirà bibite e panini vari. Per chi volesse anche soggiornare sono disponibili le camere dell’ Agriturismo Greco in prossimità del parco chiuso adiacente il percorso.
Agriturismo Greco – Contrada Casale – Montalbano Elicona (Messina) – Tel/Fax: 0941 679824 – info@agriturismogreco.it

 Clicca qui per il reportage fotografico completo della scorsa edizione

Sicilia Trophy 2011 – Bad Boars 4×4 Challenging Team – Montalbano (ME)

Cassibile Extreme Trails 2010 week-end 30/31 Gennaio 2010

Cassibile Extreme Trails 2010 week-end 30/31 Gennaio 2010  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/club_4x4/club4x4_cassibile/extreme_trails_2010/foto/index.html”]Photo On line[/button]

Bad Boars 4×4 Challenging Team – Sicilia Trophy 2010 – Montalbano 22/23 Maggio 2010

Bad Boars 4×4 Challenging Team – Sicilia Trophy 2010 – Montalbano 22/23 Maggio 2010  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/club_4x4/bad_boars/sicilia_trophy_2010/foto/index.html”]Photo On line[/button]

Elaborazione Proto Land Rover Defender 200TDI


“The Rock”, la roccia. Nessun altro nome poteva essere più azzeccato per questo prototipo motorizzato Land Rover Defender 200TDI quasi interamente realizzato da Marco Ferrari, appassionato di off road e ormai esperto meccanico, che a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, ha progettato e assemblato questo performante buggy destinato al fuoristrada estremo. Dalla struttura esterna a traliccio in tubo d’acciaio al cromo molibdeno sino ai ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60 e al doppio verricello (Warn all’anteriore e Alan Winch al posteriore), ad occuparsi di tutto è stato il giovane proprietario che se di professione fa i gelati fra i più buoni di tutta l’Emilia Romagna (non potevamo non assaggiarli fra una foto e l’altra!) di motori e fuoristrada ne ha fatte due grandi passioni. Dopo un lungo anno di sapienti interventi e modifiche, forte dell’esperienza acquisita nella costruzione del suo primo prototipo – anche quello verde nella livrea e con cuore propulsore Land Rover -, dall’officina di Scandiano è uscito uno dei mezzi home made più grintosi e competitivi del panorama fuoristradistico italiano. E quale migliore occasione per vedere all’opera questo nuovo tubolare se non la prima manche del campionato italiano di fuoristrada estremo Warn Trophy Italia ospitata in quel di Valmozzola (Parma) ad inizio aprile? Detto fatto. Con i colori del Team Protozoico, per Marco & Alessandro Camellini, amico e navigatore, la gara di off road extreme per eccellenza si è rivelata il perfetto test drive per scoprire i punti deboli di questo rock buggy che, in verità, di difetti ne ha davvero ben pochi (forse solo il reparto sospensioni su cui intervenire con l’adozione di un altro tipo di ammortizzatori per garantire ancor più mobilità al mezzo) mentre di pregi ne ha dimostrati molti: motore grintoso, ponti estremamente robusti (d’altronde in questo settore la derivazione Nissan è una garanzia), componenti fra i migliori in assoluto…Un prototipo divertente da guidare e altrettanto entusiasmante da vedere in azione in acrobazie al limite del ribaltamento. Scopriamo allora assieme tutti i segreti (o almeno quelli svelati dal suo proprietario) di questo mezzo a trazione integrale sicuro protagonista d’ora in avanti dei campi di gara italiani.

 Clicca qui per il reportage fotografico completo 

MOTORE, STERZO e FRENI 
Il cuore propulsore che alimenta questo prototipo è quello di un Land Rover Defender 200TDI alloggiato all’interno della struttura tubolare portante e posizionato nella parte anteriore della macchina. Con i suoi 4 cilindri in linea e la cilindrata 2.5 (per esattezza 2495), il motore originale del 200TDI gode di ottima fama sia da un punto di vista prestazionale grazie all’ottima coppia e alla sua generosa erogazione sia per la longevità dimostrata negli anni. Dunque già di per se altamente performante, su questo buggy la motorizzazione è stata ulteriormente potenziata con l’alloggiamento di turbina e pompa del gasolio di serie modificati però ad hoc dal proprietario in modo da aumentare di circa 25-30 cavalli gli originali 110. Poiché questo tubolare è stato concepito per gare di estremo caratterizzate da velocità piuttosto ridotte che non consentono di raffreddare adeguatamente il motore, Ferrari ha optato per l’eliminazione dell’intercooler (presente nel 200TDI) che permette così di avere un mezzo decisamente più scattante al momento dell’accelerazione. Si è inoltre andati a sostituire il radiatore dell’acqua del Defender con uno realizzato su misura in alluminio e con superficie maggiorata più adatto a questo tipo di utilizzo fuoristradistico. Per quanto riguarda invece il radiatore dell’olio motore anche in questo caso il proprietario ha optato per la scelta e l’installazione di uno di dimensioni maggiori rispetto a quello di serie del Land Rover che è stato poi alloggiato dietro al sedile del passeggero. Il cambio meccanico del proto è un originale Land Rover modello LT 77 con campana corta (tipica proprio del 200) al quale è stato abbinato un ripartitore-riduttore modello LT 230 sempre del marchio Land Rover che ha subito anch’esso alcuni interventi di modifica. Nello specifico si è provveduto ad intervenire sul differenziale centrale che è stato eliminato e sostituito da un altro differenziale modello spool della Transtad poi alleggerito delle marce lunghe e lasciato solo con quelle ridotte per un risparmio di peso di circa 10 kg. Per la frizione si è scelta quella in rame di provenienza Ford Escort da rally gruppo A mentre il volano è stato alleggerito e ribilanciato per adattarsi proprio alla nuova frizione installata più performante. I servizi del veicolo sono alimentati da due batterie al gel da 110 Ah appaiate alloggiate dietro i sedili e gestite entrambe da un alternatore da 220 Ah. Progettato ad hoc anche l’impianto elettrico di “The Rock” che vista la caratteristica struttura tubolare aperta è stato interamente impermeabilizzato. Il sistema sterzante idraulico, totalmente home made, è stato realizzato su misura per rispondere al meglio alle caratteristiche di questo buggy. E’ composto da un pistone costruito appositamente, da un distributore d’olio e da due pompe elettriche alloggiate dietro al sedile del pilota. Il prototipo monta inoltre un filtro cilindrico in fibra di carbonio “Carbon Dynamic Airbox” della BMC con diametro esterno di 150 mm completo di tubo flessibile per il collegamento alla presa d’aria frontale, tutto alloggiato nel motore lato passeggero e fissato alla struttura tubolare con un’apposita fascia di supporto. Resistente ad acqua e fango, il CDA dell’azienda italiana BMC si è dimostrata un’ottima soluzione per il sistema filtrante di questo mezzo. Per quanto riguarda l’impianto frenante, Ferrari ha eliminato i freni al posteriore scegliendo di utilizzare (e dunque alloggiare) solo quelli presenti sul ponte anteriore: poiché il differenziale centrale e quello al retrotreno sono bloccati, quando vengono attivati i freni del ponte anteriore si bloccano automaticamente tutte e 4 le ruote. L’intero impianto, costruito con più resistenti tubi in treccia modello aeronautico, presenta un’altra interessante caratteristica che permette cioè di frenare le ruote anche separatamente (e non tutte assieme) tramite l’azionamento di due appositi comandi alloggiati a fianco del sedile lato guida. In questo caso si riesce però ad ottenere un raggio di sterzata decisamente inferiore rispetto al sistema primario che blocca le 4 ruote contemporaneamente. All’anteriore troviamo infine pinze freni originali di derivazione Patrol GR e freni a disco di serie su cui si è però intervenuti con una fresatura per migliorarne le prestazioni anche nell’utilizzo off road con fango. Al posteriore, come spiegato sopra, i freni sono stati completamente eliminati. Decisamente semplice l’impianto di scarico artigianale costituito da un tubo in ferro del diametro di 60 mm alloggiato nel sottoscocca sul lato guida del tubolare.

TRASMISSIONE e SOSPENSIONI
Grande attenzione nella costruzione di questo proto motorizzato Land Rover è stata rivolta al reparto trasmissione dove Ferrari ha optato per robusti ponti di derivazione Nissan Patrol GR Y60, sia all’anteriore che al posteriore, entrambi totalmente ripuliti da attacchi originali di puntoni, ammortizzatori e molle. Per prima cosa sono stati costruiti ex novo e su misura i puntoni regolabili, abbinati a unibal, realizzati in acciaio al cromo molibdeno con spessore 50×2 mm poi rinforzati nella parte inferiore con l’installazione di 4 angolari in acciaio 40×40 con spessore 5 mm. Per l’anteriore si sono scelti giunti e semiassi rinforzati della CalOffroad decisamente più resistenti per questo tipo di fuoristrada, coppie coniche originali Nissan e bloccaggio del differenziale ARB con comando pneumatico installato direttamente sulla leva del cambio. Si è poi provveduto a sostituire i fuselli del GR Y60 con quelli del Patrol TR che hanno i bracci per l’attacco della barra di accoppiamento posizionati all’anteriore e più in alto rispetto al GR collocati invece più in basso e posteriormente. I mozzi a ruota libera sono stati sostituiti dal kit flange fisse della Transtad mentre l’attacco della barra di sterzo è stato opportunatamente rinforzato. Infine per aumentare la luce a terra di quasi 30 mm si è effettuato un intervento di modifica alla busta del ponte andando a praticare un taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale. Di notevole importanza anche le modifiche eseguite sul ponte posteriore dove Ferrari ha optato per alloggiare al posto del relativo differenziale posteriore quello anteriore, sempre del Patrol GR, poiché l’anteriore ha l’uscita del pignone alta mentre il posteriore l’ha in basso. Per quanto riguarda invece il bloccaggio del differenziale si è optato per un modello spool, realizzato appositamente dalla Transtad, che ha permesso di abbinare un differenziale anteriore ai semiassi di un retrotreno. Anche in questo caso si è poi proceduto non solo a tagliare la parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra ma anche ad effettuare un taglio del ponte per poter spostare il differenziale stesso verso destra e a realizzare una rotazione degli attacchi dei freni di 90°. Intervento quest’ultimo necessario per poter montare le pinze freni sopra al ponte e non dietro come sull’originale. Gli ammortizzatori del buggy sono a gas autoportanti modello Air Shock da 18” (45 cm) della Orap abbinati a 2 bump stop anteriori da 4” (10 cm) che ben rispondono al peso del proto e all’escursione del sistema sospensivo. La posizione scelta da Ferrari per l’alloggiamento degli shock absorber è stata studiata e progettata attentamente per garantire al prototipo la maggiore mobilità e guidabilità possibili. A completare il reparto sospensioni di questo buggy sono stati scelti pneumatici TSL Super Swamper nella misura 15/39,5 R15 modificati però nel disegno originale (intagliate cioè sia sui tasselli laterali che sui centrali) montati su dei cerchi in alluminio da 15” x 9” con beadlock sempre in alluminio e con distanziali 40 mm sia all’anteriore che al posteriore per l’allargamento della carreggiata.

 

ESTERNO e INTERNO
Il telaio di questo prototipo è formato da una robusta struttura esterna a traliccio in tubo realizzata in acciaio al cromo molibdeno dello spessore di 50×2 mm mentre per la tiranteria interna e per il cofano sono stati scelti tubi di spessore 40×1,5 mm. A completare la struttura, ad eccezione delle fiancate laterali completamente prive di paratie, sono state utilizzate lastre in lamiera traforare con spessore 1,5 mm che ritroviamo anche a copertura del cofano motore. Il proprietario ha costruito ad hoc la parte anteriore del telaio per potervi posizionare il verricello della Warn modello 8274, abbinato ad un cavo tessile da 9 mm e ad una bocca in alluminio, su cui sono stati effettuati una serie di interventi per renderlo ancora più performante per l’utilizzo nell’off road estremo. Nello specifico il winch è alimentato da un motore maggiorato che eroga una potenza di 6,5 cv dotato anche di un albero freno rinforzato della MB Corse; infine sono stati sostituiti i cuscinetti interni, allungato il tamburo di circa 6 cm, installati un solenoide modello Albright e lo sblocco pneumatico del tamburo. Per il posteriore Ferrari ha scelto invece un verricello Alan Winch a due velocità sempre abbinato a cavo tessile e rulliera. Sotto al verricello è stato alloggiato il serbatoio del carburante da 30 litri fissato alla struttura tubolare portante posteriore. Per affrontare le competizioni estreme in totale sicurezza è stata realizzata una robusta piastra in materiale hardox dello spessore di 3 mm installata a protezione del riduttore. L’interno del proto è piuttosto essenziale anche se non manca nulla di ciò che serve per affrontare le dure gare di fuoristrada estremo. Sul pannello della strumentazione costruito in carbonio si trovano uno strumento per la temperatura dell’acqua, uno per l’olio motore, un voltmetro, l’interruttore di accensione, quello per disinserire l’elettroventola e quello per azionare il compressore che alimenta il blocco anteriore. Nel tunnel alloggiato fra i due sedili trovano invece spazio lo stacca batterie, il pulsante di accensione motore, i comandi per azionare i due verricelli e quelli per lo sdoppio dei freni anteriori destro e sinistro. Il volante è di tipo sportivo a stacco rapido per agevolare la seduta del pilota sul sedile anatomico in tessuto, come quello del passeggero, della Sparco come le cinture di sicurezza a 4 punti.

IN CONCLUSIONE
La costruzione di questo buggy tubolare è stata sapientemente progettata sin nei minimi dettagli da Marco Ferrari che dopo un anno di lavoro in officina è riuscito a realizzare un prototipo in grado di affrontare con tutte le carte in regola le competizioni italiane di fuoristrada estremo (e i risultati ottenuti a Valmozzola lo hanno dimostrato pienamente!). Grazie alla perfetta combinazione fra accessori delle migliori marche presenti sul mercato dell’off road e a componenti home made, questo mezzo è sicuramente fra i più completi, affidabili e performanti in circolazione. Da sottolineare, caratteristica non di poco conto, che si tratta di un progetto quasi interamente realizzato su misura e made in Italy anche se con qualche impronta in stile americano. L’abbinamento di motore e cambio originali Land Rover a ponti di derivazione Nissan e telaio a traliccio in cromo molibdeno autocostruito ne fanno un ottimo veicolo da estremo in grado di dimostrarsi altamente competitivo sia sui tratti veloci che su quelli più impegnativi fra rocce e passaggi extreme. Grazie infatti al baricentro piuttosto basso e ai pesi ben bilanciati, la guida di questo buggy permette di affrontare senza alcun timore forti pendenze e passaggi laterali al limite del ribaltamento. Se l’abitacolo interno è decisamente essenziale, proprio come deve essere un mezzo di questo genere, ma con tutta la strumentazione necessaria, per il look esterno nulla è stato lasciato al caso: dalla forma squadrata che comunque ben si adatta anche ai percorsi più stretti dell’off road nostrano ai pesi contenuti (1460 kg a serbatoio pieno) sino alla livrea verde acceso (retaggio del primo tubolare di Ferrari) impreziosita da alcune personalizzazioni sia sulla leva del cambio che sul cofano motore. Ottima la scelta di adottare dei ponti Nissan fra i più robusti (se non i più robusti in assoluto) per affrontare gare di rock crawling così come altrettanto azzeccato l’intervento di taglio nella parte inferiore della culatta del differenziale per aumentare la luce da terra di quasi 30 mm. Per le sospensioni sono stati scelti dei performanti Orap sia all’anteriore che al posteriore che garantiscono un’ottima mobilità anche se dei coilover in sostituzione di questi Air Shocks potrebbero risultare ancora più adatti per completare questa costruzione. Sicuramente un progetto dove nulla è stato lasciato al caso e grazie al quale si è ottenuto un mezzo grintoso e scattante ma allo stesso tempo affidabile e robusto. In sostanza una vera e propria roccia. Di nome e di fatto.

IL PROPRIETARIO & COSTRUTTORE 
Marco Ferrari – contatti: ferrobollente@libero.it

Cell. 347.0712827 

PESI e MISURE 
Passo 108” (274 cm)
Larghezza 207 cm
Altezza massima 180 cm
Altezza da terra del telaio 57 cm
Altezza da terra dei differenziali 31 cm
Larghezza scocca 145 cm
Angolo di attacco frontale oltre 90°
Angolo di uscita posteriore oltre 90°
Peso 1460 kg (serbatoio pieno) – 800 kg anteriore e 460 kg posteriore
Capacita’ serbatoio 30lt

1ª Tappa WTI Valmozzola 7/8 aprile 2012

1ª Tappa del Campionato Italiano di Fuoristrada estremo Warn Trophy Italia 2012

Sabato 7 e Domenica 8 Aprile 2012 – Valmozzola (Parma)

Grafas-Donati, su Wrangler TJ (categoria “Limited 38”) del Team Ciani Renegade, e Protano-Del Sorbo, su proto tubolare (categoria “Extreme”) del Team Tekno Auto 4×4 , conquistano la vittoria nella prima tappa del Warn Trophy Itala 2012 svoltosi il 7 e l’8 aprile a Valmozzola (in provincia di Parma) – Il prossimo appuntamento è fissato a Varano de Melegari il 12 e 13 maggio.

Sono stati ancora una volta i suggestivi scenari di Valmozzola, in provincia di Parma, ad ospitare la prima tappa del Warn Trophy Italia 2012, campionato italiano di fuoristrada estremo organizzato dalla A.S.D. DeadDogs Promotion di Riccardo Pisani in collaborazione con l’Ente Nazionale Fiamma Fuoristrada. Alla due giorni motoristica, svoltasi nel week end del 7 e 8 Aprile, hanno preso parte 22 equipaggi, schierati fra “Extreme” e “Limited 38” (la nuova categoria che raggruppa off-road e swamper della scorsa stagione sportiva), protagonisti, sin dai primi chilometri di prove speciali, di una fra le tappe più impegnative di tutte le stagioni del Warn Trophy, giunto quest’anno alla sua settima edizione. A conquistare la vittoria sui tracciati parmensi sono stati Enrico Grafas e Paolocarlo Donati su Wrangler TJ 4.0 con i colori del Team Ciani Renegade (Limited 38) davanti a Ciani-Naticchioni (Ciani Renegade Rosso) e Dolfi-Baroni (Team Dolfi) mentre il podio dell’Extreme è andato a Andrea Protano e Francesco Del Sorbo su proto tubolare del Team Tekno Auto 4×4 davanti a Brandimarte-Ferranti (Team BDS) e a Vento-Bondi (Team Acerni). Una prima di campionato fra le più agguerrite degli ultimi anni che in tutte e 8 le prove speciali (5 disputate il sabato e 3 la domenica) ha ben evidenziato non solo l’ottimo livello di preparazione tecnica raggiunta dai mezzi in gara, sempre più affidabili e performanti, ma anche il perfetto affiatamento fra piloti e navigatori che ha permesso di raggiungere risultati di tutto rilievo. Fra gli iscritti alla “Limited 38” (con limite massimo di 96 centimetri di diametro per pneumatici) non sono mancate importanti new entry rispetto alla scorsa stagione del Warn Trophy Italia fra cui Marco Ferrari & Alessandro Camellini, con proto motorizzato Land Rover Defender 200TDI per il Team Protozoico, protagonisti di un debutto davvero eccellente sui difficili tracciati parmensi (anche se non in classifica per pneumatici fuori misura); Filippo Dolfi e Jacopo Baroni su Jeep Wrangler, ottimi terzi classificati nella generale grazie ad una manche ben amministrata; Marco & Andrea Giosso su Jeep Wrangler che, nonostante uno spettacolare capottamento sulla PS di Marte nella giornata di sabato, hanno saputo sapientemente recuperare il tempo perso conquistando un importante quarto piazzamento nella generale. Nella categoria “Extreme” si sono schierati team ed equipaggi fra i più prestigiosi di questa specialità motoristica che ancora unavolta hanno confermato la loro preferenza per il campionato italiano di fuoristrada estremo organizzato da Riccardo Pisani. Allo start di Valmozzola si sono sfidati Francesco Nano-Marco Magnani con il nuovo proto tubolare del Team Doc Crawler; Brandimarte-Ferranti per il Team BDS; Salvatore Vento-Nicola Bondi con il tubolare dell’Acerni Racing; il Team Tekno Auto 4×4 in gran forze con ben 4 equipaggi (Protano, Morsillo, Santagata e Spadari).

Cinque i settori selettivi protagonisti delle performance acrobatiche dei piloti e co-driver nella giornata di sabato 7 Aprile, in gran parte modificati rispetto allo scorso campionato con l’apertura di nuove varianti adatte all’evoluzione tecnica di fuoristrada e prototipi. Fra le PS più tecniche ed impegnative, ancora una volta quella sulla famigerata sassaia di “Marte” ha dato filo da torcere a team “Extreme” e “Limited 38” che si sono esibiti in acrobazie al limite del ribaltamento: capottamenti (Team Spider TJ e Team Giosso fra gli altri) e manovre a doppio winch hanno accompagnato la prova per eccellenza fra le rocce di Valmozzola. Fra la categoria “Limited 38”, ottima performance per Enrico Grafas, navigato da Lopez, che nei settori selettivi 2 e 3 ha conquistato i migliori tempi assoluti assicurandosi così un primo piazzamento nella provvisoria di sabato. Assolutamente di spicco anche le manche del Team Ciani Renegade Rosso (miglior tempo nella PS 5 con 13’34”), del Team Orzetti (miglior tempo nelle PS 1 vanificato purtroppo nella generale provvisoria per il ritardo nella prova 3 a causa della batteria del Wrangler andata in corto circuito) e del Team Protozoico (Marco Ferrari) che nella speciale 4 ha fatto registrare uno strepitoso primo piazzamento completando il tracciato in 4’33”. Prima giornata di gara ben amministrata anche dall’altro equipaggio del Team Protozoico, composto da Luca Fontani e Simone Bedeschi, così come da Juba No Limits (Wolmer Ducci e Eros Gibertini) e Offroad Garage (Marco e Matteo Molteni) su Wrangler. Qualche problema invece per Girolamo Rocca, navigato dal figlio Mario, che nonostante un’ottima performance sulla prova di Marte alla guida del TJ è stato poi attardato a poche decine di metri dal traguardo finale dalla rottura del cavo del verricello (ben 5 volte!) che ha contribuito al ribaltamento del Wrangler. Sfortunata anche la prova del Team Goe Secche: rottura di giunti e supporto del riduttore hanno rallentato la gara di Gianni Penna e Rudi Tuffanelli, autori comunque di una buona performance nella PS 2. Decisamente agguerrita la prima giornata di Valmozzola anche per gli equipaggi “Extreme” con Andrea Protano e Francesco del Sorbo ben intenzionati a conquistare la vittoria di tappa sin dai primi chilometri di prova: l’equipaggio della scuderia di Frosinone ha staccato i migliori tempi nei settori 1, 3 e 5 ipotecando così un podio finale più che meritato. A contendere a Protano-Del Sorbo la pole nelle speciali di sabato non si è fatto attendere un altro equipaggio protagonista di questa prima tappa del Warn Trophy Italia 2012: Ivan Brandimarte e Massimiliano Ferranti su tubolare con telaio Jimmy’s 2008 (Team BDS) che si sono aggiudicati le prove 2 (26’17”) e 4 (8’44”) anche se con qualche problema alle sospensioni ancora da risolvere. Assolutamente di spicco anche la manche di Salvatore Vento e Nicola Bondi (Team Acerni Racing) che nonostante due cappottamenti hanno conquistato il miglior piazzamento nella prova 3 a pochi secondi da Protano. Buone performance per Alberto Santagata, navigato da Danilo Santilli, e per Francesco Morsillo-Alessandro Liburdi (entrambi equipaggi con i colori della scuderia Tekno Auto 4×4) che hanno fatto registrare tempi interessanti soprattutto nel settore selettivo 4. Tre invece le PS che hanno impegnato piloti e co-driver nella giornata di domenica 8 Aprile. Due tempi da record su tre (12’27” e 10’45”) nelle PS 6 e 7 hanno confermato le ottime performance del proto Tekno Auto 4×4 in gara con il numero 23: per Protano & Del Sorbo le due nuove pole conquistate hanno accompagnato direttamente sul gradino più alto del podio di questa tappa di Valmozzola che li ha visti al traguardo finale in 2 ore e al comando della generale con 20 punti. “Spettacolare! L’unica parola adatta per descrivere questa gara”, commenta Andrea Protano, “per noi, e immagino anche per gli altri equipaggi, è stata davvero molto impegnativa sia dal punto di vista fisico che mentale. Prove molto tecniche e con ostacoli insormontabili.

Gli avversari agguerriti hanno fatto il resto. La gara più bella in assoluto di tutta la mia carriera sportiva! Al secondo posto della classifica “Extreme” si sono piazzati Brandimarte-Ferranti(con 2h 37’17”) dimostrando così di essere più che intenzionati a dare battaglia per conquistare la vittoria di questa stagione di fuoristrada estremo. Medaglia di bronzo (meritatissima) per Salvatore e Nicola del Team Acerni che, grazie anche al miglior tempo nella PS 8 (13’33”), sono terzi nella generale con 14 punti. A completare la classifica: Santagata quarto con un tempo totale di 3h 55’16”, Morsillo quinto (6h 23’59”), Doc Crawler sesto (6h 41’28”) e Spadari settimo (7h 00’49”). Tra le fila della “Limited 38” ad aggiudicarsi la vittoria assoluta è stato invece Enrico Grafas (autore anche di uno strabiliante tempo 3’18” nella PS 6) con i colori del Team Ciani Renegade che ha concluso la due giorni off-road in 55’21”. Al secondo posto Ciani-Naticchioni su Suzuki 1.6 (primo tempo nella PS 7) al finish in 1h 00’51”, ora nella generale con 17 punti mentre terzo piazzamento è andato a Filippo Dolfi e Jacopo Baroni che hanno tagliato il nastro di arrivo in 1h 21’27” (scavalcando nell’assoluta Marco Ferrari del Team Protozoico non in classifica per pneumatici fuori misura per la Limited 38). A completare la top five Giosso-Giosso e Juba No Limits davanti a Offroad Garage, Team Protozoico e Fulminati.

Questa prima tappa della stagione 2012 è stata in assoluto la più dura di tutta la storia del Warn Trophy Italia: le prove speciali oltre ad essere molto tecniche nella guida e nell’uso del winch hanno richiesto agli equipaggi una particolare attenzione nella fase di ricognizione pre gara per evitare di incappare nelle insidie nascoste fra i vari passaggi”, commenta soddisfatto Riccardo Pisani, “un errore di valutazione nel percorso da seguire poteva costare decine di minuti di ritardo.
I team in gara si sono comportati decisamente bene….qualche test di messa a punto dei nuovi prototipi e poi direi che questa nuova stagione WTI si preannuncia come una delle più agguerrite di sempre!

Prossimo appuntamento con il Warn Trophy Italia il 12 e 13 Maggio a Varano de Melegari (Parma) per la seconda tappa della stagione 2012. Per informazioni: www.deaddogs.it A.S.DeadDogs ringrazia gli sponsor 4Technique, Geta s.r.l., Orap, Traction 4×4, Equipe 4×4, Go Pro, OMP Racing, SRM Garage; l’Amministrazione Comunale e il sindaco di Valmozzola Claudio Alzapiedi per i permessi e le autorizzazioni per lo svolgimento della gara; Laura, Elena, Alberto, Flavio, Paolo, Ruggero, Matteo e Riccardo per la realizzazione e la gestione della manche.

scarica il comunicato stampa della gara con la classifica 

Classifica WTI 2012 dopo la 1° tappa di Valmozzola

EXTREME: Team Tekno Auto 4×4 Protano 20 punti; Team BDS Brandimarte 17 pt; Team Acerni Salvatore 14 pt; Team Tekno Auto 4×4 Santagata 10 pt; Team Tekno Auto Morsillo 7 pt; Team Doc Crawler 4 pt; Team Tekno Auto 4×4 Spadari 1 pt.

LIMITED 38: Team Ciani Renegade Verde 20 punti; Team Ciani Renegade Rosso 17 pt; Team Dolfi 14 pt; Team Giosso 10 pt; Team Juba No Limits 7 pt; Team Offroad Garage 4 pt; Team Protozoico, Team Fulminati, Team Adventure Trocia, Team Orzetti, Team Jimmy Ridimmi, Team Spider TJ e Team Goe Secche 1 pt.

 Clicca qui per il reportage fotografico completo

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Iron Man Warriors Challenge: The Warriors 06/08 aprile 2012 Francia


Montmorin è un ameno paesino francese di appena 92 anime, situato nel dipartimento delle Alte Alpi nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, incastonato in una splendida vallata che una volta all’anno, nel weekend di Pasqua, diventa il centro europeo del fuoristrada estremo. Anche quest’anno, dal 6 all’8 aprile, si sono dati appuntamento qui i 19 equipaggi, provenienti dalla Francia, Svizzera, Inghilterra, Germania, Polonia e Italia, invitati dall’organizzatore Gilles Girousse per dar vita alla settima edizione dell’X-Trem Challenge France, che da quest’anno ha preso il nome più aggressivo di Iron Man Warriors Challenge.

La location di questa “sfida” è stata davvero unica sia dal punto di vista paesaggistico, con panorami mozzafiato, che da quello tecnico delle prove, veramente impegnative e lunghe. Nel corso dei tre giorni gara i migliori offroader europei si sono dati battaglia lungo 24 speciali divise in tre gruppi di difficoltà, gialle, rosse e nere, e una notturna a road book.

Non sono certo mancati alcuni colpi di scena e passaggi spettacolari culminati nel superamento di una profonda trincea con partenza tutti assieme in linea e nel “ bagno in piscina” che metteva in gioco 500 punti a chi avesse superato indenne il limaccioso laghetto allestito per l’occasione. Il vincitore di quasta competizione è stato il team francese Euro4x4parts composto dal pilota Rivollet Thomas e dal navigatore Bozon Morgan.

I nostri due equipaggi portacolori si sono comportati molto bene tenendo alto l’onore italiano; Petrucci e Fanella hanno concluso in 15° posizione a causa di un problema meccanico che li ha fermati l’ultimo giorno di gara, mentre Igliozzi Giorgio e Fanella Marco dopo aver corso in maniera superba hanno concluso in 4° posizione a soli 22 punti dal terzo.

 

Iron Man Warriors Challenge 2012 Provenza – Alpi – Costa Azzurra Montmorin (Francia) 6/8 aprile  [button size=”small” color=”blue” style=”tick” new_window=”true” link=”http://www.offroadweb.it/eventi/ironman_warriors_challenge/index.html”]Photo On line[/button]

CLASSIFICA GENERALE

01 – Rivollet Thomas – Bonzon Morgan (FR): 7607 punti
02 – Porcher Cedric – Kermorvant Damien (FR): 5162 punti
03 – Zosso Stephane – Schmid Raoul (CH): 5052 punti
04 – Igliozzi Giorgio – Fanella Marco (IT): 5030 punti
05 – Leboucher Pascal – Lefebvre Thomas (FR): 4730 punti – 1° categoria “prepa”
06 – Zbignieu Popielarczyk – Marcin Francus (PL): 4321 punti – 2° categoria “prepa”
07 – Grisci Lauret – Mendiondou Damien (FR): 3593 punti
08 – Stuart Johnson – Ryan Sanzone (GB): 2979 punti
09 – Fernandes Frank – Fernandes David (FR): 2695 punti
10 – Becker Fritz – Beckert Fritz (D): 2445 punti
11 – Passebois Stephan – Dortindeguey Pierre (FR): 2371 punti
12 – Ferrier Pierre – Tardivat Bertrant (FR): 2231 punti – 3° categoria “prepa”
13 – Hugel Jerome – Jolly Stephane (FR): 1939 punti – 4° categoria “prepa”
14 – Meinolf Duenninghaus – Robet Klein (D): 1709 punti – 5° categoria “prepa”
15 – Petrucci Francesco – Fanella Livio (IT): 1708 punti
16 – Guy Robert – Sauvadet Philippe (FR): 1000 punti – 6° categoria “prepa”
17 – Ryngert Luc – Poleto Mathieu (FR): 925 punti – 7° categoria “prepa”
18 – Dureau Kevin – Biancotto Adrien (FR): 772 punti – 8° categoria “prepa”
19 – Allegre Jullien – Wattercamps Marc (FR): 550 punti – 9° categoria “prepa”