Elaborazione 4×4 Suzuki SJ413

Performante, grintoso ed estremamente maneggevole. Come a dire: nato per l’off road. Equipaggiato ed allestito in versione pick up dal bolognese Lorenzo Menetti, da tre anni proprietario/preparatore di questo SJ413, il 3 porte di casa Suzuki si è dimostrato così a suo agio su tracciati hard e piste sterrate tanto da partecipare ad una gara del Campionato Italiano Trial 2010 organizzato dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Un esordio di tutto rispetto quello nella stagione sportiva in corso che ha convinto Menetti a migliorare alcuni dei punti deboli (ben pochi a dire la verità!) dell’SJ per poter così partecipare a tutto il campionato motoristico – specialità trial – nel 2011. Con i 90 cavalli erogati dal motore 1.6 derivato da un Vitara 8 valvole a iniezione (con cui è stato sostituito il 1.3 a carburatore originale), questo Suzuki ha guadagnato in potenza grazie anche ad alcuni altri accorgimenti tecnici fra cui l’installazione, al posto di quello di serie, di un filtro sportivo in carbonio ad alto rendimento che ne migliora decisamente l’accelerazione. Assettato con ammortizzatori Zanfi (stessa azienda che ha fornito albero di trasmissione, kit shacle-reverse, slitta para riduttore, bloccaggio differenziale permanente….), per il tre porte Suzuki il preparatore ha scelto accessori e ricambi delle migliori aziende italiane e straniere fra cui Old Man Emu (per le balestre), Traction 4×4 (giunti omocinetici a 26 cave), ARB (blocco), DG Tuning (body lift) e Raptor che si è occupata principalmente della costruzione del roll bar in acciaio tubolare. Difetti e pregi dell’SJ? “Sicuramente il poco sterzo dovuto ai giunti omocinetici maggiorati che in fase di sterzata toccano la sede del ponte oltre al blocco del differenziale posteriore permanente che crea qualche difficoltà nelle manovre strette soprattutto quando ci si trova in contro pendenza – spiega Menetti – Fra i pregi invece l’assetto morbido che, legato alla leggerezza del Suzuki, fa sì che nei passaggi off road l’SJ sia molto performante a discapito invece della guidabilità su strada che risulta più instabile. Anche l’adozione del nuovo motore 1.6 ha migliorato e non poco le prestazioni di questo 4×4 sia in termini di potenza che di linearità di erogazione dovuti all’iniezione con un aumento della coppia anche ai bassi regimi”. Come ogni fuoristrada che si rispetti, anche questo pick up made in Japan è in costante evoluzione tant’è che sono già in programma interventi di miglioria come spiega il proprietario: “Sono in preparazione dei nuovi ponti di derivazione Samurai, più lunghi rispetto agli attuali di 8 cm, su cui verranno apportate alcune modifiche. Al posteriore, rinforzato, sarà abbinato un sistema traente di semiassi che, abbinati a nuovi supporti ruota, permetteranno di montare mozzi anteriori con specifici dischi freni e pinze. A completare il retrotreno ci sarà la sostituzione del blocco fisso con uno pneumatico di casa ARB. Si andrà poi a modificare il ponte anteriore lavorando all’interno delle sedi dei giunti omocinetici per risolvere gli attuali problemi di sterzata risaldando anche gli attacchi del ponte con un’inclinazione diversa rispetto a quella attuale”. Ecco in dettaglio tutto ciò che c’è da sapere sulla preparazione di questo passo corto di casa Suzuki con verve corsaiola.

Motore da 90 cavalli e trasmissione rinforzata 

Sull’SJ del 1989 motorizzato di serie 1.3 cc, 8 valvole a carburatore, il preparatore ha scelto di installare un più performante propulsore 1.6 cc ad iniezione di derivazione Vitara che permette ora al 4×4 di casa Suzuki di erogare una potenza di 90 cavalli: al nuovo motore sono state inoltre abbinate centralina originale e cablaggio elettrico del Vitara stesso adattati e modificati “ad hoc” per il 413. Per garantire un maggiore incremento di potenza, il filtro aria originale del Suzuki è stato sostituito con uno di marca BMC, a cono intubato, realizzato in carbonio e completo di manicotti siliconici: lavabile e ad alto rendimento, questo filtro sportivo grazie alle sue caratteristiche tecniche è particolarmente adatto su 4×4 che richiedono migliorie in fase di accelerazione. Si è poi provveduto a spostare l’impianto di aspirazione, alloggiato originariamente nel vano motore, all’interno dell’abitacolo del tre porte. Visto l’utilizzo decisamente racing di questo SJ si è optato per l’adozione di una frizione sinterizzata e con spingidisco rinforzato distribuita dalla Centerforce. Il cambio è rimasto invece quello originale mentre il riduttore, equipaggiato con il kit di ingranaggi delle super ridotte 4.16:1 della Traction 4×4, è stato rinforzato esternamente grazie all’istallazione di una slitta by Zanfi.it, fornita di appositi supporti, per proteggerlo dagli urti. Per permettere l’alloggiamento della piastra para colpi è stato necessario modificare artigianalmente il tamburo del freno a mano che nell’SJ è collocato di serie in uscita dal riduttore. Di costruzione “home made” la flangia di accoppiamento motore-cambio. Fra gli altri interventi realizzati sull’SJ413, l’aggiunta dell’idroguida realizzata combinando e adattando fra loro alcuni componenti ad iniziare dalla scatola guida derivata da una Opel Omega (decisamente più robusta rispetto a quella del Vitara) a cui è stata modificata su misura la pitman-arm mentre per la pompa dell’olio se n’è scelta una sempre di derivazione Vitara. Per ottimizzare l’uscita dei gas di scarico si è infine provveduto a ricostruire totalmente l’impianto utilizzando un collettore della Calmini 4-2-1 completo di scarico di costruzione artigianale con tubazione diametro 40 mm e silenziatore centrale con uscita lato guida preso da un Land Rover Defender. Per il reparto trasmissione, se l’albero posteriore è rimasto originale, sull’anteriore si è deciso invece di intervenire scegliendo di installarne uno rinforzato e con maggiore corsa prodotta dalla Zanfi, più lungo di 4 cm rispetto a quello in dotazione di serie.

Allestimento interno ed esterno 

Essenziale ma decisamente racing l’interno di questo tre porte di casa Suzuki che si presenta con un cruscotto completamente modificato con l’adozione, anche in questo caso, del gruppo strumentazione di derivazione Vitara così come per l’impianto elettrico su cui si è intervenuti integrando le parti mancanti con altre costruite artigianalmente su misura. Al centro della plancia, su di un supporto in alluminio spessore 2 mm, ci sono i comandi on/off per azionare compressore e bloccaggio differenziale posteriore ARB. A completare la strumentazione non mancano l’indispensabile ricetrasmittente CB con antenna (fissata all’apposito supporto posizionato sullo sportello posteriore del pick up) e l’impianto stereo marca Sony con casse laterali. I sedili sportivi anteriori sono dei Simoni Racing con schienale regolabile, montati sulle guide scorrevoli in dotazione modificate con alcuni componenti home made mentre i posteriori sono stati completamente eliminati. A 4 punti le cinture della Sparco fissate anteriormente agli attacchi originali dell’SJ413 e posteriormente direttamente alla scocca tramite fazzoletti di lamiera rinforzati. In sostituzione del volante di serie se n’è scelto uno a calice in pelle nera con inserti in alluminio, con diametro inferiore rispetto a quello originale: tutto Simoni Racing con mozzo e copri mozzo by Sparco. Per la pedaliera il preparatore ha scelto un kit Lampa modello “Imola” in lega di alluminio con inserti interni in gomma antiscivolo. Particolare attenzione è stata poi dedicata alle dotazioni di sicurezza che hanno portato all’installazione di un robusto roll bar interno di fabbricazione Raptor: la struttura tubolare, con diametro 50 mm, vincolata alla scocca con 6 punti di ancoraggio ulteriormente rinforzati con supporti in lamiera, è stata completata con l’aggiunta, sopra i sedili anteriori, di una piastra in alluminio (spessore 3 mm) a garanzia di una maggiore protezione per pilota e co pilota in caso di ribaltamento nell’off road più estremo. La scocca, fissata al telaio con un body lift di 5 cm della DG Tuning, ha subito un profondo intervento di restauro: completamente sverniciata all’interno, ha visto la sostituzione di tutte le parti in lamiera arrugginite per poi essere completata con uno strato di vernice antiruggine e uno di vetroresina. All’anteriore è stato installato un paraurti (sempre by Raptor) sagomato realizzato con elementi tubolari di diametro 75 mm completo di verricello, in questo caso un Mile Maker 9000 lb con cavo in acciaio da 30 metri e rulliera guida cavo. Sostituito anche il paraurti posteriore che ora si presenta con un robusto tubolare dalla linea essenziale realizzato artigianalmente con diametro 75 mm.

Sospensioni, sottoscocca e sterzo 

Il reparto sospensioni è quello che, assieme al sottoscocca, ha subito la trasformazione più radicale e che di conseguenza caratterizza maggiormente questo SJ. Sia all’anteriore che al posteriore il preparatore ha scelto degli ammortizzatori + 3 pollici della Zanfi: bitubo olio e gas, hanno fermo interno di ritorno in gomma e sono completamente revisionabili. Al retrotreno è stato installato un kit shacle-reverse (sempre by Zanfi) che ha permesso di spostare l’alloggiamento del biscottino nella parte posteriore della balestra stessa: grazie all’interasse maggiorato dei fori di supporto, specifico di questo kit, è stato possibile adottare per l’SJ413 delle balestre posteriori più lunghe di 6 cm rispetto a quelle originali. Sia l’anteriore che il posteriore monta delle Old Man Emu + 5 cm a 6 fogli abbinate a biscottini boomerang + 60 mm, necessari questi ultimi per ripristinare il corretto angolo di lavoro delle balestre maggiorate. Fra ponte e balestra è stata poi inserita una piastrina in alluminio realizzata artigianalmente per spostare il ponte anteriore in avanti di circa 3 cm (assicurando così un avanzamento totale di 6 cm) che, oltre ad evitare che il pneumatico vada a toccare il passaruota durante i twist, migliora anche notevolmente l’angolo di attacco del Suzuki. Per correggere il riposizionamento del ponte sono state sostituite le slitte originali a cui sono fissati gli ammortizzatori scegliendo uno specifico kit by Zanfi. Sul ponte anteriore si è intervenuti infine con l’installazione di un blocco del differenziale ARB a 26 cave a cui sono stati abbinati semiassi e giunti omocinetici rinforzati a 26 cave della Traction 4×4 in sostituzione degli originali. Per il ponte posteriore si è invece optato per un bloccaggio differenziale permanente (Zanfi) realizzato con trattamento termico. A completare l’assetto sono delle performanti Trial Extreme della Lerma Gomme nella misura 235/75 R15 montate su cerchi in acciaio. In alternativa il preparatore sceglie delle Supercross by Tagom 7.00 R16. Modifiche infine anche per il reparto sterzo dove le barre in dotazione di serie sono state sostituite con altre rinforzate in acciaio e con giunti ingrassabili.

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Elaborazione 4×4 Suzuki Santana SJ 413

Warner Bros Production. Sembra uscito direttamente da un episodio della famosa casa cinematografica statunitense il Suzuki SJ413 Santana di Mirco Mimuli che il suo gioiello a quattro ruote motrici lo ha sapientemente trasformato a immagine e somiglianza di un celebre personaggio dei cartoni animati. Qualche indizio? “Oh oh…mi è semblato di vedele un gatto…” è il motto che lo ha fatto conoscere a tutti sin dagli anni’ 80.
E si, perché il simpatico due zampe a cui tanto somiglia questo SJ di casa Suzuki, nient’altri è se non Titti, il giallo canarino da sempre antagonista di gatto Silvestro. E a guardarli bene, questo Santana e Titti di cose in comune ne hanno davvero molte: non solo il colore giallo e le dimensioni compatte ma scattanti di tutti e due ma anche il piglio un po’ vanitoso e l’aria da furbetti.
Mirco, classe 1983, è cresciuto nella provincia di Ravenna a pane e motori, tanto da appassionarsi sin da piccolo al mondo dell’off road.

Il suo Suzuki SJ del 1989 – ultimo anno di produzione di questo modello del marchio giapponese che null’altro è se non l’evoluzione del vecchio LJ80 – è sicuramente uno dei fuoristrada più originali presenti nel panorama italiano grazie non solo al look esterno ma anche al particolare gusto per accessori racing e “tono su tono” che hanno trovato spazio all’interno dell’abitacolo.
Se alle balestre originali sono stati affiancati degli ammortizzatori + 3 pollici della Performance 4×4 che ne hanno migliorato la mobilità anche nei twist più impegnativi, il reparto sottoscocca è stato protagonista di alcuni semplici ma importanti accorgimenti fra cui l’installazione di una slitta paraserbatoio e di una a protezione del riduttore.
Equipaggiato con blocchi e super ridotte questo scattante 4×4 di difetti ne ha veramente pochi…

“Diciamo che il confort di guida non è il certo il pregio maggiore di questo mezzo ma d’altronde non si può pretendere tutto! – scherza Mirco – L’SJ è estremamente leggero e compatto oltre che maneggevole per affrontare i percorsi off road nostrani…Qualche intervento già in programma per migliorarne la preparazione? Beh, direi l’installazione di un roll bar a garanzia di maggiore sicurezza anche nel fuoristrada più estremo e nuove cinture a 4 punti. E poi forse anche il motore di una Vitara 1.6 a iniezione.”
Impegnato ad affrontare prove trial e percorsi sterrati veloci sull’Appennino tosco romagnolo, Titti – così Mirco ha ribattezzato il suo SJ – si è destreggiato alla perfezione dimostrando di possedere tutte le qualità di un buon fuoristrada: agile e scattante. Proprio come il più famoso personaggio dei cartoni animati.
E la scritta sul lunotto posteriore “Titti saluta tutti….” la dice lunga sulla sua indole off road. Vedere per credere!

Motore 1.3 da 63 cavalli 
E’ un cuore propulsore da 1.3 cc che eroga 63 cavalli ad alimentare il Suzuki SJ413 del 1989 protagonista di queste pagine di Suv & Fuoristrada. Per rendere ancora più performante un 4×4 già di per sé grintoso, il preparatore ravennate ha optato per la sostituzione del carburatore originale con uno di derivazione Fiat Tipo 1.4 oltre all’installazione dell’idroguida di una Vitara 1.6 che ha reso estremamente più maneggevoli le manovre di guida sia su strada che in OR. Il filtro aria è ancora quello in dotazione di serie anche se c’è già in progetto di sostituirlo con uno della BMC specifico per l’utilizzo in off road. Anche l’impianto elettrico è quello di fabbricazione ad eccezione della batteria che è stata sostituita con una High Performance Plus da 80 Ah mentre per migliorare la visibilità notturna sono stati scelti due fari supplementari Hella alloggiati sopra il paraurti anteriore. Nel vano motore, in alto a destra, è stato inoltre installato il compressore Air Locker della ARB, collegato ai blocchi differenziale anteriore e posteriore, fissato con un supporto in alluminio anodizzato. Modifica home made infine per l’impianto di scarico su cui si è deciso di intervenire con la realizzazione e l’installazione di un terminale più corto di circa 50 cm rispetto all’originale che ora si presenta con un’estetica ed un sound molto più simili a quelli di uno scarico da moto.

Allestimento esterno ed interno
Decisamente accattivante il look di questo 1.3 che sia all’esterno che all’interno si presenta con un equipaggiamento sobrio ma assolutamente funzionale. La simpatica livrea total yellow con cappottina rigida nera è abbinata ad un paraurti rinforzato in alluminio con spessore 0.5 mm di produzione Raptor scelto per equipaggiare l’avantreno perché più robusto per l’off road estremo. Sopra il front bumper sono stati fissati con appositi supporti di sostegno due fari supplementari di profondità del marchio Hella. Inoltre, fra la dotazione fuoristradistica di questo SJ, non poteva mancare il winch, in questo caso specifico un T-Max modello Pew-9500 da 12 v, con cavo tessile da 25 metri e bocca cavo in alluminio, alloggiato nell’apposita predisposizione del paraurti sagomato. Robusto ferro invece per il rear bumper costruito artigianalmente da Mimuli su misura per il suo Suzuki e con alloggiamento per la fanaleria originale dell’SJ. All’anteriore, in alto sul cofano motore, è stata installata una presa d’aria ribassata in resistente acciaio inox utile ad impedire a fango e foglie di intasare l’entrata dell’aria. Al retrotreno troviamo invece un faro da lavoro, sempre by Hella, e l’antenna del CB, entrambi fissati al portellone posteriore con due staffe di supporto.

Il preparatore ha optato poi per l’installazione di una cappottina rigida che ha strasformato questo cabrio in un tre porte chiuso. Stile racing anche per l’allestimento interno dove si sono scelti accessori utili per chi pratica off road. Il volante di serie è stato sostituito con uno sportivo della Simoni Racing, a calice, in pelle nera con inserto centrale in alluminio, mentre i sedili sono degli avvolgenti reclinabili, sempre in pelle, della FK abbinati a cinture di sicurezza originali. Le guide scorri sedili sono state invece oggetto di un intervento di modifica da parte del preparatore che le ha adattate ai nuovi seats. La pedaliera è in alluminio antiscivolo della OMP Racing con pedale dell’acceleratore con fulcro alto. Qualche modifica ha interessato anche il cruscotto dell’SJ dove sono stati alloggiati – su una piastra in alluminio sul lato destro del volante – i comandi on/off dei blocchi differenziale anteriore e posteriore e del relativo compressore. Sempre sul cruscotto trovano spazio un pratico staccabatteria specifico per il winch, l’altoparlante esterno abbinato alla ricetrasmittente CB Midland Alan 100 Plus con microfono e un nuovo impianto stereo alloggiato nel suo vano originale. Nel bagagliaio, dietro ai sedili, ci sono una cassa porta attrezzi realizzata in mandorlato con spessore 3 mm costruita su misura per riporvi strop, grilli e accessori da off road oltre ad un pneumatico di scorta.

Assetto Performance 4×4 e pneumatici Ziarelli
Nonostante siano già in programma alcuni interventi di miglioria da effettuare su questo tre porte di casa Suzuki (fra cui l’installazione di un body lift che, rialzando la scocca dal telaio tramite spessori, permetta di creare più spazio per gli pneumatici e di incrementare così l’angolo di attacco e di uscita dell’SJ), questo 4×4 non ha davvero nulla da invidiare in fatto di allestimento. Fiore all’occhiello della sua preparazione è sicuramente il reparto sospensioni dove il preparatore ha scelto di affiancare alle balestre originali dei performanti ammortizzatori monotubo della Performance 4×4 + 3 pollici sia all’anteriore che al posteriore: risultato, un’eccellente combinazione fra accessori di serie e altri griffati che hanno permesso di ottenere una guida scattante anche nell’off road più impegnativo seppur non molto confortevole su asfalto. All’anteriore gli shock absorbers hanno un’estensione di 53 cm tutti aperti e di 34 cm chiusi, mentre al posteriore la massima apertura è di 50 cm e di 31 in compressione. Se gli organi di trasmissione sono ancora quelli in dotazione di serie, il cambio a 5 marce è stato modificato con l’installazione delle super ridotte della Totani Off Road Technologies che, accorciando i rapporti, fa si che aumentino i valori di coppia che il motore trasmette agli assi. L’SJ monta anche due blocchi Air Locker della ARB. Il preparatore ha poi optato per installare nel sottoscocca del Suzuki due slitte di protezione decisamente utili per chi pratica off road su fango e roccia: una è la piastra paraserbatoio in duralluminio con spessore 0.5 mm di produzione Zanfi.it, scelta in sostituzione di quella originale, l’altro è un kit di di protezione riduttore Extreme Competition (sempre by Zanfi.it), con supporti anti rottura in sostituzione di quelli in gomma, che salvaguarda il riduttore anche nell’off road più estremo. Il reparto freni invece è ancora originale sia all’anteriore che al posteriore. A completare l’equipaggiamento dell’SJ413 sono delle tassellate ricoperte della Ziarelli modello Extreme Forest nella misura 195/80 R15, montate su cerchi in ferro neri, e con distanziali + 3 cm by Totani. Della AVM i mozzi da inserire/disinserire manualmente per avere quattro ruote motrici nella guida in fuoristrada.

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