Diciamo che non è un discorso da "4 minuti"
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qua sotto invece alcuni esempi
se poi vuoi approfondiamo un pò
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- titohill
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Rispondo cercando di rispolverare qualche vago ricordo di Costruzione di Macchine:
La balestra tradizionale (o ellittica) deve la sua conformazione a più fogli a questa considerazione:
Immaginate una mensola rettangolare vincolata in un punto (es. a muro) se la fletto ci sarà la sezione vicino al muro maggiormente sollecitata (è quella che si rompe prima...)e la parte più lontana ancora scarica, cioè non tutto il materiale della mensola viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità. Per ottenere ciò la mensola non dovrebbe essere rettangolare, ma con una forma triangolare (non ricordo come ma si calcolavano anche gli angoli...materie assurde!), ovviamente visto dall'alto. In questa maniera sia la punta del triangolo, più lontana dall'incastro che la base, attaccata al muro, una volta caricate a flessione, erano tutte sollecitate alla stessa maniera e raggiungevano il punto di rottura contemporaneamente in maniera uniforme.
La forma cercata era quindi il triangolo.
Tagliando ora questo triangolo in sottili striscioline (termine tecnico) si ottengono dei "fogli" (striscioline era più bello..)di lunghezza diversa e riposizionando questi ultimi una sopra l'altro (come nelle balestre) si ottiene all'incirca lo stesso effetto con la differenza, rispetto al caso del triangolo, della presenza di attrito che va ridotto o ingrassando di continuo i fogli o interponendo materiali tipi nylon tra i fogli.
Spero di non annoiarvi e continuo:
Le balestre paraboliche invece risolvono il problema con fogli non di lunghezza diversa, ma di spessore diverso, erano più difficili da realizzare e quindi inizialmente più costose, ma hanno come indubbi vantaggi una più ampia modulabilità nella scelta dei carichi, riuscendo a soddisfare (come le molle) le esigenze più svariate da un Suzukino da trial fino a un Toyota da raid; inoltre sono composte da meno fogli (minor possibilità di rottura) e pertanto risolvono meglio anche il problema dell'attrito, rendendo la sospensione più scorrevole sia in estensione che in compressione e quindi più in grado di "copiare" il terreno.
Punto
Sempre conciso e circonciso sono....mi batte forse solo Pippo GN71
La balestra tradizionale (o ellittica) deve la sua conformazione a più fogli a questa considerazione:
Immaginate una mensola rettangolare vincolata in un punto (es. a muro) se la fletto ci sarà la sezione vicino al muro maggiormente sollecitata (è quella che si rompe prima...)e la parte più lontana ancora scarica, cioè non tutto il materiale della mensola viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità. Per ottenere ciò la mensola non dovrebbe essere rettangolare, ma con una forma triangolare (non ricordo come ma si calcolavano anche gli angoli...materie assurde!), ovviamente visto dall'alto. In questa maniera sia la punta del triangolo, più lontana dall'incastro che la base, attaccata al muro, una volta caricate a flessione, erano tutte sollecitate alla stessa maniera e raggiungevano il punto di rottura contemporaneamente in maniera uniforme.
La forma cercata era quindi il triangolo.
Tagliando ora questo triangolo in sottili striscioline (termine tecnico) si ottengono dei "fogli" (striscioline era più bello..)di lunghezza diversa e riposizionando questi ultimi una sopra l'altro (come nelle balestre) si ottiene all'incirca lo stesso effetto con la differenza, rispetto al caso del triangolo, della presenza di attrito che va ridotto o ingrassando di continuo i fogli o interponendo materiali tipi nylon tra i fogli.
Spero di non annoiarvi e continuo:
Le balestre paraboliche invece risolvono il problema con fogli non di lunghezza diversa, ma di spessore diverso, erano più difficili da realizzare e quindi inizialmente più costose, ma hanno come indubbi vantaggi una più ampia modulabilità nella scelta dei carichi, riuscendo a soddisfare (come le molle) le esigenze più svariate da un Suzukino da trial fino a un Toyota da raid; inoltre sono composte da meno fogli (minor possibilità di rottura) e pertanto risolvono meglio anche il problema dell'attrito, rendendo la sospensione più scorrevole sia in estensione che in compressione e quindi più in grado di "copiare" il terreno.
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http://youtu.be/FNRwd80Vuds
Il Cingolato, CASTIGATORE di Patrol nel mondo!!!
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A questo punto voglio sapere quel "quid" che mi lascia perplesso, e che secondo me rappresenta il vero problema: la metallurgia delle leghe di acciaio usate e la loro armonicità relativa. A ciò ritengo sia legata la elasticità, la resistenza alla usura da lavoro cui i fogli sono destinati. In base alla armonicità e alla qualità dei materiali impiegati, poi, si definisce lo spessore e il numero di fogli per un uso specifico, oltre al sistema (ellittico, semiellittico, parabolico etc.).titohill ha scritto:Rispondo cercando di rispolverare qualche vago ricordo di Costruzione di Macchine:
La balestra tradizionale (o ellittica) deve la sua conformazione a più fogli a questa considerazione:
Immaginate una mensola rettangolare vincolata in un punto (es. a muro) se la fletto ci sarà la sezione vicino al muro maggiormente sollecitata (è quella che si rompe prima...)e la parte più lontana ancora scarica, cioè non tutto il materiale della mensola viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità. Per ottenere ciò la mensola non dovrebbe essere rettangolare, ma con una forma triangolare (non ricordo come ma si calcolavano anche gli angoli...materie assurde!), ovviamente visto dall'alto. In questa maniera sia la punta del triangolo, più lontana dall'incastro che la base, attaccata al muro, una volta caricate a flessione, erano tutte sollecitate alla stessa maniera e raggiungevano il punto di rottura contemporaneamente in maniera uniforme.
La forma cercata era quindi il triangolo.
Tagliando ora questo triangolo in sottili striscioline (termine tecnico) si ottengono dei "fogli" (striscioline era più bello..)di lunghezza diversa e riposizionando questi ultimi una sopra l'altro (come nelle balestre) si ottiene all'incirca lo stesso effetto con la differenza, rispetto al caso del triangolo, della presenza di attrito che va ridotto o ingrassando di continuo i fogli o interponendo materiali tipi nylon tra i fogli.
Spero di non annoiarvi e continuo:
Le balestre paraboliche invece risolvono il problema con fogli non di lunghezza diversa, ma di spessore diverso, erano più difficili da realizzare e quindi inizialmente più costose, ma hanno come indubbi vantaggi una più ampia modulabilità nella scelta dei carichi, riuscendo a soddisfare (come le molle) le esigenze più svariate da un Suzukino da trial fino a un Toyota da raid; inoltre sono composte da meno fogli (minor possibilità di rottura) e pertanto risolvono meglio anche il problema dell'attrito, rendendo la sospensione più scorrevole sia in estensione che in compressione e quindi più in grado di "copiare" il terreno.
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Insomma, è una cosa complicata. Da specialisti.
Vero è quel che dici a proposito delle paraboliche, ma la vera differenza la fa la qualità dell'acciaio e le carattertistiche ad essa legate. Fogli che rimangono piegati al primo utilizzo (come è successo a me con le paraboliche) mi fanno pensare piuttosto a ferraglia anziché ad un acciaio adatto allo scopo.
Il sistema parabolico è, appunto, un sistema, una soluzione nata per ovviare ad inconvenienti riscontrati nel sistema e disposizione della tradizionale balestra ellittica. Non dimentichiamo che la balestra svolge il doppio ruolo di molla e di puntone che tiene il ponte in posizione, pertanto i momenti di torsione che deve sopportare implicherebbe necessariamente l'impiego di materiali adeguati per i diversi utilizzi nei mezzi più svariati.
per ora grazie mille Mac!!mac ha scritto:Diciamo che non è un discorso da "4 minuti"
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leggo e se c'è qualcosa che non capisco chiedo
è normale che ci sia paura, ma l'importante è che a fianco ci sia sempre il coraggio
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ok grazie Filippo penso di aver capito il discorso del triangolotitohill ha scritto:Rispondo cercando di rispolverare qualche vago ricordo di Costruzione di Macchine:
La balestra tradizionale (o ellittica) deve la sua conformazione a più fogli a questa considerazione:
Immaginate una mensola rettangolare vincolata in un punto (es. a muro) se la fletto ci sarà la sezione vicino al muro maggiormente sollecitata (è quella che si rompe prima...)e la parte più lontana ancora scarica, cioè non tutto il materiale della mensola viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità. Per ottenere ciò la mensola non dovrebbe essere rettangolare, ma con una forma triangolare (non ricordo come ma si calcolavano anche gli angoli...materie assurde!), ovviamente visto dall'alto. In questa maniera sia la punta del triangolo, più lontana dall'incastro che la base, attaccata al muro, una volta caricate a flessione, erano tutte sollecitate alla stessa maniera e raggiungevano il punto di rottura contemporaneamente in maniera uniforme.
La forma cercata era quindi il triangolo.
Tagliando ora questo triangolo in sottili striscioline (termine tecnico) si ottengono dei "fogli" (striscioline era più bello..)di lunghezza diversa e riposizionando questi ultimi una sopra l'altro (come nelle balestre) si ottiene all'incirca lo stesso effetto con la differenza, rispetto al caso del triangolo, della presenza di attrito che va ridotto o ingrassando di continuo i fogli o interponendo materiali tipi nylon tra i fogli.
Spero di non annoiarvi e continuo:
Le balestre paraboliche invece risolvono il problema con fogli non di lunghezza diversa, ma di spessore diverso, erano più difficili da realizzare e quindi inizialmente più costose, ma hanno come indubbi vantaggi una più ampia modulabilità nella scelta dei carichi, riuscendo a soddisfare (come le molle) le esigenze più svariate da un Suzukino da trial fino a un Toyota da raid; inoltre sono composte da meno fogli (minor possibilità di rottura) e pertanto risolvono meglio anche il problema dell'attrito, rendendo la sospensione più scorrevole sia in estensione che in compressione e quindi più in grado di "copiare" il terreno.
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quindi alla fine potremmo dire che le paraboliche sono le migliori in fatto di escursione?
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Se non capisci chiedi a Renato Zero che ti spiega sul triangoloTrevis23 ha scritto:ok grazie Filippo penso di aver capito il discorso del triangolotitohill ha scritto:Rispondo cercando di rispolverare qualche vago ricordo di Costruzione di Macchine:
La balestra tradizionale (o ellittica) deve la sua conformazione a più fogli a questa considerazione:
Immaginate una mensola rettangolare vincolata in un punto (es. a muro) se la fletto ci sarà la sezione vicino al muro maggiormente sollecitata (è quella che si rompe prima...)e la parte più lontana ancora scarica, cioè non tutto il materiale della mensola viene sfruttato al pieno delle sue potenzialità. Per ottenere ciò la mensola non dovrebbe essere rettangolare, ma con una forma triangolare (non ricordo come ma si calcolavano anche gli angoli...materie assurde!), ovviamente visto dall'alto. In questa maniera sia la punta del triangolo, più lontana dall'incastro che la base, attaccata al muro, una volta caricate a flessione, erano tutte sollecitate alla stessa maniera e raggiungevano il punto di rottura contemporaneamente in maniera uniforme.
La forma cercata era quindi il triangolo.
Tagliando ora questo triangolo in sottili striscioline (termine tecnico) si ottengono dei "fogli" (striscioline era più bello..)di lunghezza diversa e riposizionando questi ultimi una sopra l'altro (come nelle balestre) si ottiene all'incirca lo stesso effetto con la differenza, rispetto al caso del triangolo, della presenza di attrito che va ridotto o ingrassando di continuo i fogli o interponendo materiali tipi nylon tra i fogli.
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Le balestre paraboliche invece risolvono il problema con fogli non di lunghezza diversa, ma di spessore diverso, erano più difficili da realizzare e quindi inizialmente più costose, ma hanno come indubbi vantaggi una più ampia modulabilità nella scelta dei carichi, riuscendo a soddisfare (come le molle) le esigenze più svariate da un Suzukino da trial fino a un Toyota da raid; inoltre sono composte da meno fogli (minor possibilità di rottura) e pertanto risolvono meglio anche il problema dell'attrito, rendendo la sospensione più scorrevole sia in estensione che in compressione e quindi più in grado di "copiare" il terreno.
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quindi alla fine potremmo dire che le paraboliche sono le migliori in fatto di escursione?
Jeep Grand Cherokee WJ ----- A.B.I. °OlllllllO° Jeep are built, not bought
Ricordati che abbandonare un animale porta sfiga!!
Per voi uomini bianchi il Paradiso è il cielo, per noi il Paradiso è la terra.
Quando ci avete rubato la terra, ci avete rubato il Paradiso.
Piccola Foglia 1890
Nà lavàda, nà sugàda, la par n'anca duperàda.
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Quel quid che dici tu è semplicemente la parte più importante del discorso e non è così semplice come sembra, se ti potessi rispondere come si deve, mi sarei messo a progettare sospensioni...GN71 ha scritto: A questo punto voglio sapere quel "quid" che mi lascia perplesso, e che secondo me rappresenta il vero problema: la metallurgia delle leghe di acciaio usate e la loro armonicità relativa. A ciò ritengo sia legata la elasticità, la resistenza alla usura da lavoro cui i fogli sono destinati. In base alla armonicità e alla qualità dei materiali impiegati, poi, si definisce lo spessore e il numero di fogli per un uso specifico, oltre al sistema (ellittico, semiellittico, parabolico etc.).
Insomma, è una cosa complicata. Da specialisti.
Vero è quel che dici a proposito delle paraboliche, ma la vera differenza la fa la qualità dell'acciaio e le carattertistiche ad essa legate. Fogli che rimangono piegati al primo utilizzo (come è successo a me con le paraboliche) mi fanno pensare piuttosto a ferraglia anziché ad un acciaio adatto allo scopo.
Il sistema parabolico è, appunto, un sistema, una soluzione nata per ovviare ad inconvenienti riscontrati nel sistema e disposizione della tradizionale balestra ellittica. Non dimentichiamo che la balestra svolge il doppio ruolo di molla e di puntone che tiene il ponte in posizione, pertanto i momenti di torsione che deve sopportare implicherebbe necessariamente l'impiego di materiali adeguati per i diversi utilizzi nei mezzi più svariati.
Diciamo che la parte più complicata è simulare tutte le sollecitazioni a cui la struttura è sottoposta e poi scegliere di conseguenza dimensioni e materiali.
Il materiale immagino debba avere un buon carico di rottura, meglio ancora un carico di snervamento molto prossimo al carico di rottura ed essere perfettamente elastico, cioè deve ritornare alla sua forma anche dopo molti cicli di lavoro. Ovviamente deve essere anche economico...
Il problema della rottura immagino sia dovuto o a difetti di dimensionamento o a delle impurità presenti nelle leghe troppo economiche che vengono utilizzate.
http://www.youtube.com/watch?v=vb2VuqtHiEI
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Il Cingolato, CASTIGATORE di Patrol nel mondo!!!
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piccola nota;il materiale utilizzato x fare le balestre e' "acciaio armonico".L'acciaio armonico è un acciaio al silicio ad alto tenore di carbonio (0,80 - 0,90 %), quindi particolarmente duro (durezza 240 della scala di Brinell, carico di rottura 140-170 kg/mmq, carico di snervamento 115 kg/mmq, allungamento 5%), temprato in olio 780-800 °C. Con la ricottura diventa plastico; una volta formato, si procede alla tempra, e acquisisce elasticità.
X le balestre si usa acciaio 60 SICr7......
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Ma cosa si può usare per tenerle in forma?? Altre i materiali messi tra i fogli?
La deformazione e' normale sopratutto con un uso intensivo come nel caso del fuoristrada.....l'unica soluzione x mantenerla in forma e' usare materiali di prima qualita' x la realizzazione di questi particolari...giacomo86rc ha scritto:Ma cosa si può usare per tenerle in forma?? Altre i materiali messi tra i fogli?
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Mi riferivo più che altro alla rottura.. Se esistono prodotti da mettere per ridurre attriti ecc
ah ho capito qual'è!!! ci fanno anche le tubature fognarie con quello!!the Saw ha scritto:piccola nota;il materiale utilizzato x fare le balestre e' "acciaio armonico".L'acciaio armonico è un acciaio al silicio ad alto tenore di carbonio (0,80 - 0,90 %), quindi particolarmente duro (durezza 240 della scala di Brinell, carico di rottura 140-170 kg/mmq, carico di snervamento 115 kg/mmq, allungamento 5%), temprato in olio 780-800 °C. Con la ricottura diventa plastico; una volta formato, si procede alla tempra, e acquisisce elasticità.
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NN penso propio....mi sai che ti stai confondendo!!!!!Trevis23 ha scritto:ah ho capito qual'è!!! ci fanno anche le tubature fognarie con quello!!the Saw ha scritto:piccola nota;il materiale utilizzato x fare le balestre e' "acciaio armonico".L'acciaio armonico è un acciaio al silicio ad alto tenore di carbonio (0,80 - 0,90 %), quindi particolarmente duro (durezza 240 della scala di Brinell, carico di rottura 140-170 kg/mmq, carico di snervamento 115 kg/mmq, allungamento 5%), temprato in olio 780-800 °C. Con la ricottura diventa plastico; una volta formato, si procede alla tempra, e acquisisce elasticità.
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con geberitthe Saw ha scritto:NN penso propio....mi sai che ti stai confondendo!!!!!Trevis23 ha scritto:ah ho capito qual'è!!! ci fanno anche le tubature fognarie con quello!!the Saw ha scritto:piccola nota;il materiale utilizzato x fare le balestre e' "acciaio armonico".L'acciaio armonico è un acciaio al silicio ad alto tenore di carbonio (0,80 - 0,90 %), quindi particolarmente duro (durezza 240 della scala di Brinell, carico di rottura 140-170 kg/mmq, carico di snervamento 115 kg/mmq, allungamento 5%), temprato in olio 780-800 °C. Con la ricottura diventa plastico; una volta formato, si procede alla tempra, e acquisisce elasticità.
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ma no!! che ci facciano delle tubature sono sicuro, che siano fognarie forse non al 100% l'ho visto in un programma americano che faceva vedere come si costruiscono gli oggetti di uso comune, e per fare dei tubi usavano all'acciaio armonicothe Saw ha scritto:NN penso propio....mi sai che ti stai confondendo!!!!!Trevis23 ha scritto:ah ho capito qual'è!!! ci fanno anche le tubature fognarie con quello!!the Saw ha scritto:piccola nota;il materiale utilizzato x fare le balestre e' "acciaio armonico".L'acciaio armonico è un acciaio al silicio ad alto tenore di carbonio (0,80 - 0,90 %), quindi particolarmente duro (durezza 240 della scala di Brinell, carico di rottura 140-170 kg/mmq, carico di snervamento 115 kg/mmq, allungamento 5%), temprato in olio 780-800 °C. Con la ricottura diventa plastico; una volta formato, si procede alla tempra, e acquisisce elasticità.
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